La première dame vede il leader spirituale tibetano. Alta la tensione tra Francia e Cina La premiere dame francese, Carla Bruni-Sarkozy, ha raggiunto il tempio buddista di Lerab Ling, a Roqueredonde nell'Herault, nel sud della Francia per incontrarsi, al termine della cerimonia d'inaugurazione del tempio in presenza del Dalai Lama, con il capo spirituale buddista. Il faccia a faccia tra la moglie del presidente francese e il Dalai Lama è avvenuto a porte chiuse.
SCIARPA BIANCA - Carla Bruni-Sarkozy è stata accolta dal Dalai Lama che le ha posto la tradizionale sciarpa bianca attorno al collo. In precedenza erano arrivati il ministro degli esteri Bernard Kouchner e il segretario di stato ai diritti umani Rama Yade. Anche i due membri del governo francese ahanno deciso di assistere alla cerimonia e di incontrare il leader spirituale dei tibetani.
POLEMICHE E RITORSIONI - Una decisione, questa, che potrebbe innescare nuove polemiche. Già a inizio luglio la Cina aveva ammonito l'Eliseo circa le possibili conseguenze negative nei rapporti tra i due Paesi in caso di un incontro ufficiale tra il Dalai Lama e Sarkozy. L'ambasciatore cinese a Parigi era stato molto netto e aveva paventato per la Francia la perdita di contratti e commesse commerciali per diverse decine di miliardi di euro.
Il Dalai Lama accusa la Cina
«Lunedì ha massacrato 140 tibetani»
Secondo il leader spirituale, l’esercito cinese il 18 agosto scorso ha «sparato sulla folla» nella regione di Kham
PARIGI - Il Dalai Lama accusa l’esercito cinese di aver «sparato sulla folla» il 18 agosto scorso nella regione di Kham, nell'est del Tibet. Secondo il leader spirituale buddista, sarebbero stati uccisi circa 140 tibetani, cifra che «deve essere confermata». La denuncia del Dalai Lama è contenuta in un’intervista a Le Monde sul numero in edicola giovedì pomeriggio con la data di venerdì.
«SOLO A LHASA 400 VITTIME DAL 10 MARZO» - Secondo il Dalai lama, dall' inizio delle proteste in Tibet, il 10 marzo, «testimoni affidabili hanno riferito che 400 persone sono state uccise nella sola regione di Lhasa. Uccisi da colpi d'arma da fuoco, mentre i manifestanti erano senza armi». Il Dalai Lama ha affermato inoltre che «nessuna apertura c'è stata» nelle discussioni con Pechino. «Dopo le proteste di marzo e l'Olimpiade, avevamo creduto a dei segnali positivi. Siamo stati presto smentiti, i nostri emissari si sono trovati davanti a un muro»
Nessun commento:
Posta un commento