ESSERE LESBICA IN IRAN, LA TESTIMONIANZA SHOCK DI TARANEH

28/06/2007) La prigione e le botte, il matrimonio con un parente, le frustate e la fuga. "Avete mai sentito parlare di persone legate ad una macchina e trascinate a terra? Bè a me è successo" racconta Taraneh, lesbica di 48 anni che vive da rifiutata in Europa. Il suo appello.


Camminiamo insieme verso la libertà, insieme, mano nella mano e a testa alta. Rompiamo le catene che ci legano - catene di prigionia, catene di paura. Solidali, forti e orgogliose alziamoci in piedi. Il tempo della censura, dell’oppressione e dell’isolamento è finito. È ora di parlare delle ingiustizia, della tirannia e della violenza che subiamo. Se non urliamo insieme il nostro grido di dolore moriremo nella prigione del terrore. Se rimaniamo in silenzio non solo i nostri diritti saranno sacrificati ma quelli di migliaia di donne. Cosa state aspettando?
A lanciare questo appello su irqo.net, sito dell’associazione Iranian Queer Organization, è Taraneh, una lesbica iraniana di 48 anni che da 17 vive da rifugiata in Europa dopo essere stata più volte picchiata ed arrestata nel suo paese. La sua straziante testimonianza in questa intervista.

Quando hai capito di essere lesbica?
Fin da piccola ho preferito avere fidanzate che fidanzati.

È il motivo della tua fuga e del conseguente asilo?
Sono lesbica. Per questo motivo sono stato arrestata diverse volte. Mi hanno rinchiuso e alla fine condannato a morte (per impiccagione). Ricordo ancora la prima volta sono stata arrestata. Avevo 21 anni e studiavo a Esfahan. Ero in macchina insieme alla mia ragazza quando la polizia ha aperto lo sportello. Sono stata presa a calci e cacciata dall’università. Ho trascorso 3 mesi in prigione. Una volta fuori sono andata in India per continuare la mia formazione ma la mia famiglia non ha voluto che restassi là e sono dovuta tornare in Iran. Lì sono ricominciati tutti i problemi.

Che problemi ha una ragazza lesbica in Iran?
Quando la mia famiglia lo ha scoperto mi ha costretta a sposarmi. Non avevo altra scelta. Sono stata data in sposa ad un parente. Ma avevo lo stesso una ragazza e quando i vicini ci hanno viste hanno riferito tutto alle autorità. Tante botte e ancora prigione.

Avevano le prove?
Sì hanno arrestato anche la mia ragazza perché hanno trovato le lettere che ci eravamo scritte. Sono stata costretta a confessare la mia omosessualità. Spero che Dio mi vendichi per ogni secondo della mia vita che sono stata picchiata in catene, e anche per la mia ragazza che allora aveva 17 anni. Mi hanno messa in isolamento, ero stata picchiata così tanto che sanguinavo in modo pesante ma nessuno mi ha aiutato. La corte di Esfahan mi ha proposto di cooperare ed aiutare gli agenti ad arrestare altre lesbiche. Ho rifiutato e sono arrivate altre botte.

E della tua ragazza cosa ne è stato?
Poiché era più giovane, hanno detto che era stata plagiata ed è stata liberata dopo sei mesi. Io per essere stata sposata ho trascorso in prigione altri due anni. Una volta mi hanno dato 160 frustate. Mi hanno legato ad un letto e le altre prigioniere hanno assistito alla mia tortura…tutto questo perché sono lesbica.

In prigione c’erano altre lesbiche?
Sì. Ho conosciuto 38 amiche tutte arrestate per lo stesso motivo. Alcune erano state costrette a sposarsi. Altre sono fuggite a Doubai o in Francia. Io sono stata liberata in occasione del compleanno dell’Imam Zaman.


Cosa hai fatto dopo essere stata rilasciata?
Ho cercato di fuggire dall’Iran. Stavo diventando matta. Ho viaggiato. Sono stata a Cipro, in Turchia e poi mi sono stabilita qui e ho chiesto asilo. Dopo 5 anni mio padre mi ha chiesto di far entrare illegalmente mio marito ma le autorità gli hanno detto “sua moglie è lesbica e ci hanno separato”.

Qual è la tua situazione ora?
Sono sola e impaurita. È questa paura che mi isola. Tutti hanno sofferto in un modo o nell’altro. Ma avete mai sentito parlare di gente legata ad una macchina e trascinata a terra? Bè a me è successo. Cosa dovrei dire? C’è un dio che punisce questi criminali? E i diritti dell’uomo dove sono?

Molti pensano che le lesbiche in Iran custodiscano il loro segreto invece di affrontare il problema. Cosa ne pensi?
Non hanno ancora raggiunto un livello di maturità nell’accettare se stesse e il oro lesbismo. E non hanno altra scelta. Non c’è chi le difende. Non c’è nessuna legge o più semplicemente qualcuno che le ascolta.

Qual è il tuo sogno?
Se potessi, salverei tutte le lesbiche [dell'Iran] e le porterei qui. Sono anni che i nostri gridi muoiono senza essere ascoltati.

www.irquo.net
traduzione di Giacomo Cellottini



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