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venerdì 29 giugno 2007
ASSOLTA LA PROF CHE PUNì IL BULLO: «HA PROTETTO LA CLASSE
di Massimo Franchi
PER RIAVERE DIGNITÀ del proprio ruolo di insegnante ha dovuto attendere la sentenza di un giudice. G.V., professoressa di di Palermo, è stata assolta dal-
l’accusa di «abuso nell’uso dei mezzi di correzione» dalla sentenza del gup Piergiorgio Morosini. L’insegnante di lettere della Boccone, scuola media della periferia palermitana, era stata rinviata a giudizio (rischiava due mesi di carcere) perché, ad un bulletto che vietò ad un compagno di entrare nel bagno dei maschi con l’accusa «sei gay», aveva affibbiato come punizione lo scrivere per 100 volte: «Sono un deficiente». Il caso aveva sollevato grandi polemiche sul ruolo degli insegnanti e sui metodi di affrontare il bullismo.
Una risposta precisa arriva dalle motivazioni della sentenza del giudice, lette straordinariamente senza attendere di depositarle in seguito. Tredici pagine che ri-legittimano il ruolo dell’educatore e fanno gridare all’avvocato difensore Sergio Visconti: «Gli insegnanti che si impegnano contro il bullismo ora hanno le spalle più coperte». Per il giudice, quella punizione è un «mezzo pedagogico-disciplinare» perché «rispettoso dell’incolumità fisica e morale del minore e indispensabile per un’opera di convincimento e persuasione». Il giudice ha infatti potuto accertare che il bambino era già stato oggetto di scherno per la sua timidezza e l’insegnante aveva sul caso fatto riflettere tutta la classe. L’azione di «rieducare» l’alunno arrivava «stigmatizzando la sua condotta lesiva della sensibilità» del compagno» «per evitare che la convinzione di agire impunemente lo portasse a una progressiva assunzione di comportamenti antisociali». Secondo il gup c’era, da parte dell’insegnante «la volontà di realizzare un sostegno solidaristico-protettivo nei confronti del soggetto debole», «unitamente all’esigenza di non accreditare di fronte a tutta la classe modelli comportamentali di prevaricazione sugli altri». Per il gup, «l’apparente durezza dell’intervento» della professoressa «deve tener conto dell’esigenza di intervenire tempestivamente». Poi arriva l’accusa al contesto sociale in cui si trova la scuola, «connotato da un oggettivo stato di pericolo attuale per il ragazzino schernito, e da un ambiente sociale caratterizzato dalla cultura della prevaricazione». Per motivare l’«insussistenza dell’abuso nell’uso dei mezzi di correzione», il giudice ha tenuto conto di «fonti di prova» non usuali come i 15 biglietti redatti dai compagni di classe del piccolo bullo per commentare l’intera vicenda, come richiesto dalla stessa insegnante. Più sfumato arriva anche un riferimento all’alunno 16enne di Torino che si uccise nei mesi scorsi in quanto deriso perché considerato gay.
Alla lettura del dispositivo hanno assistito alcuni esponenti dell’associazione «Gay» cha hanno manifestato la loro solidarietà alla docente nella battaglia contro la discriminazione sessuale, con un cartello: «Invece di chiudere cento volte scusa hanno preferito denunciare».
G.V. dunque tornerà al suo posto. «Nella mia scuola, dove insegno da 15 anni e dove ho scelto di rimanere nonostante sia lontana da casa. Mi spiace solo di non aver potuto spiegare ai genitori il perché di quella punizione. Sono loro ad aver rifiutato il dialogo, dialogo che ho sempre avuto anche con loro figlio».
---
fonte: Il Manifesto
Una buona maestra
Mariuccia Ciotta
Sì, era un deficiente l'alunno dodicenne di Palermo che ha perseguitato e deriso davanti alla classe un suo compagno e gli ha impedito di entrare nel bagno dei maschi perché «sei una femminuccia, sei un gay». La maestra che lo ha punito nel gennaio scorso facendogli scrivere per cento volte sul quaderno «sono un deficiente» è stata assolta dall'accusa di abuso di mezzi di correzione. Il pm aveva chiesto la pena di due mesi di reclusione per «aver cagionato un danno morale» al bulletto, il quale non aveva mostrato nessuna reazione al castigo, confortato dai genitori che invece di redarguirlo avevano sporto denuncia contro l'insegnante. E perché avrebbe dovuto? Intorno a lui, in casa, in tv, in parlamento, negli spot pubblicitari la realtà gli è apparsa divisa in due tra prepotenti e il resto del mondo, le «femminucce». Naturale prendersela con il bambino che per timidezza non ha mai reagito e che, lo dice il giudice, avrebbe potuto ripetere il gesto dello studente sedicenne di Torino. Perseguitato perché considerato omosessuale, il ragazzo si uccise. Adesso la maestra assolta dice che non lo farebbe più, che non intendeva umiliare il bulletto ma fargli capire il significato etimologico del termine, «manchevole», «privo di». Quel deficit, sostiene, non si riferiva alla sua intelligenza, ma alla mancanza di rispetto per il compagno, e che adesso cercherà altri mezzi educativi. Ma dove lo troverà il coraggio l'insegnante di Palermo che ha rischiato il carcere per aver seguito un metodo da «Cuore», e messo virtualmente sulla testa del Franti un cappello con le orecchie da asino? Quando tutto intorno la violenza è legittimata, vince, procura notorietà, denaro e i bulli rivendicano il loro stile di vita, ne vanno fieri? La maestra è un'eroina dei nostri tempi e il suo metodo si dovrebbe esportare. Vedremo così finalmente un bel po' di umanità china sul banco con carta e penna.
ESSERE LESBICA IN IRAN, LA TESTIMONIANZA SHOCK DI TARANEH
28/06/2007) La prigione e le botte, il matrimonio con un parente, le frustate e la fuga. "Avete mai sentito parlare di persone legate ad una macchina e trascinate a terra? Bè a me è successo" racconta Taraneh, lesbica di 48 anni che vive da rifiutata in Europa. Il suo appello.
Camminiamo insieme verso la libertà, insieme, mano nella mano e a testa alta. Rompiamo le catene che ci legano - catene di prigionia, catene di paura. Solidali, forti e orgogliose alziamoci in piedi. Il tempo della censura, dell’oppressione e dell’isolamento è finito. È ora di parlare delle ingiustizia, della tirannia e della violenza che subiamo. Se non urliamo insieme il nostro grido di dolore moriremo nella prigione del terrore. Se rimaniamo in silenzio non solo i nostri diritti saranno sacrificati ma quelli di migliaia di donne. Cosa state aspettando?
A lanciare questo appello su irqo.net, sito dell’associazione Iranian Queer Organization, è Taraneh, una lesbica iraniana di 48 anni che da 17 vive da rifugiata in Europa dopo essere stata più volte picchiata ed arrestata nel suo paese. La sua straziante testimonianza in questa intervista.
Quando hai capito di essere lesbica?
Fin da piccola ho preferito avere fidanzate che fidanzati.
È il motivo della tua fuga e del conseguente asilo?
Sono lesbica. Per questo motivo sono stato arrestata diverse volte. Mi hanno rinchiuso e alla fine condannato a morte (per impiccagione). Ricordo ancora la prima volta sono stata arrestata. Avevo 21 anni e studiavo a Esfahan. Ero in macchina insieme alla mia ragazza quando la polizia ha aperto lo sportello. Sono stata presa a calci e cacciata dall’università. Ho trascorso 3 mesi in prigione. Una volta fuori sono andata in India per continuare la mia formazione ma la mia famiglia non ha voluto che restassi là e sono dovuta tornare in Iran. Lì sono ricominciati tutti i problemi.
Che problemi ha una ragazza lesbica in Iran?
Quando la mia famiglia lo ha scoperto mi ha costretta a sposarmi. Non avevo altra scelta. Sono stata data in sposa ad un parente. Ma avevo lo stesso una ragazza e quando i vicini ci hanno viste hanno riferito tutto alle autorità. Tante botte e ancora prigione.
Avevano le prove?
Sì hanno arrestato anche la mia ragazza perché hanno trovato le lettere che ci eravamo scritte. Sono stata costretta a confessare la mia omosessualità. Spero che Dio mi vendichi per ogni secondo della mia vita che sono stata picchiata in catene, e anche per la mia ragazza che allora aveva 17 anni. Mi hanno messa in isolamento, ero stata picchiata così tanto che sanguinavo in modo pesante ma nessuno mi ha aiutato. La corte di Esfahan mi ha proposto di cooperare ed aiutare gli agenti ad arrestare altre lesbiche. Ho rifiutato e sono arrivate altre botte.
E della tua ragazza cosa ne è stato?
Poiché era più giovane, hanno detto che era stata plagiata ed è stata liberata dopo sei mesi. Io per essere stata sposata ho trascorso in prigione altri due anni. Una volta mi hanno dato 160 frustate. Mi hanno legato ad un letto e le altre prigioniere hanno assistito alla mia tortura…tutto questo perché sono lesbica.
In prigione c’erano altre lesbiche?
Sì. Ho conosciuto 38 amiche tutte arrestate per lo stesso motivo. Alcune erano state costrette a sposarsi. Altre sono fuggite a Doubai o in Francia. Io sono stata liberata in occasione del compleanno dell’Imam Zaman.
Cosa hai fatto dopo essere stata rilasciata?
Ho cercato di fuggire dall’Iran. Stavo diventando matta. Ho viaggiato. Sono stata a Cipro, in Turchia e poi mi sono stabilita qui e ho chiesto asilo. Dopo 5 anni mio padre mi ha chiesto di far entrare illegalmente mio marito ma le autorità gli hanno detto “sua moglie è lesbica e ci hanno separato”.
Qual è la tua situazione ora?
Sono sola e impaurita. È questa paura che mi isola. Tutti hanno sofferto in un modo o nell’altro. Ma avete mai sentito parlare di gente legata ad una macchina e trascinata a terra? Bè a me è successo. Cosa dovrei dire? C’è un dio che punisce questi criminali? E i diritti dell’uomo dove sono?
Molti pensano che le lesbiche in Iran custodiscano il loro segreto invece di affrontare il problema. Cosa ne pensi?
Non hanno ancora raggiunto un livello di maturità nell’accettare se stesse e il oro lesbismo. E non hanno altra scelta. Non c’è chi le difende. Non c’è nessuna legge o più semplicemente qualcuno che le ascolta.
Qual è il tuo sogno?
Se potessi, salverei tutte le lesbiche [dell'Iran] e le porterei qui. Sono anni che i nostri gridi muoiono senza essere ascoltati.
www.irquo.net
traduzione di Giacomo Cellottini
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Camminiamo insieme verso la libertà, insieme, mano nella mano e a testa alta. Rompiamo le catene che ci legano - catene di prigionia, catene di paura. Solidali, forti e orgogliose alziamoci in piedi. Il tempo della censura, dell’oppressione e dell’isolamento è finito. È ora di parlare delle ingiustizia, della tirannia e della violenza che subiamo. Se non urliamo insieme il nostro grido di dolore moriremo nella prigione del terrore. Se rimaniamo in silenzio non solo i nostri diritti saranno sacrificati ma quelli di migliaia di donne. Cosa state aspettando?
A lanciare questo appello su irqo.net, sito dell’associazione Iranian Queer Organization, è Taraneh, una lesbica iraniana di 48 anni che da 17 vive da rifugiata in Europa dopo essere stata più volte picchiata ed arrestata nel suo paese. La sua straziante testimonianza in questa intervista.
Quando hai capito di essere lesbica?
Fin da piccola ho preferito avere fidanzate che fidanzati.
È il motivo della tua fuga e del conseguente asilo?
Sono lesbica. Per questo motivo sono stato arrestata diverse volte. Mi hanno rinchiuso e alla fine condannato a morte (per impiccagione). Ricordo ancora la prima volta sono stata arrestata. Avevo 21 anni e studiavo a Esfahan. Ero in macchina insieme alla mia ragazza quando la polizia ha aperto lo sportello. Sono stata presa a calci e cacciata dall’università. Ho trascorso 3 mesi in prigione. Una volta fuori sono andata in India per continuare la mia formazione ma la mia famiglia non ha voluto che restassi là e sono dovuta tornare in Iran. Lì sono ricominciati tutti i problemi.
Che problemi ha una ragazza lesbica in Iran?
Quando la mia famiglia lo ha scoperto mi ha costretta a sposarmi. Non avevo altra scelta. Sono stata data in sposa ad un parente. Ma avevo lo stesso una ragazza e quando i vicini ci hanno viste hanno riferito tutto alle autorità. Tante botte e ancora prigione.
Avevano le prove?
Sì hanno arrestato anche la mia ragazza perché hanno trovato le lettere che ci eravamo scritte. Sono stata costretta a confessare la mia omosessualità. Spero che Dio mi vendichi per ogni secondo della mia vita che sono stata picchiata in catene, e anche per la mia ragazza che allora aveva 17 anni. Mi hanno messa in isolamento, ero stata picchiata così tanto che sanguinavo in modo pesante ma nessuno mi ha aiutato. La corte di Esfahan mi ha proposto di cooperare ed aiutare gli agenti ad arrestare altre lesbiche. Ho rifiutato e sono arrivate altre botte.
E della tua ragazza cosa ne è stato?
Poiché era più giovane, hanno detto che era stata plagiata ed è stata liberata dopo sei mesi. Io per essere stata sposata ho trascorso in prigione altri due anni. Una volta mi hanno dato 160 frustate. Mi hanno legato ad un letto e le altre prigioniere hanno assistito alla mia tortura…tutto questo perché sono lesbica.
In prigione c’erano altre lesbiche?
Sì. Ho conosciuto 38 amiche tutte arrestate per lo stesso motivo. Alcune erano state costrette a sposarsi. Altre sono fuggite a Doubai o in Francia. Io sono stata liberata in occasione del compleanno dell’Imam Zaman.
Cosa hai fatto dopo essere stata rilasciata?
Ho cercato di fuggire dall’Iran. Stavo diventando matta. Ho viaggiato. Sono stata a Cipro, in Turchia e poi mi sono stabilita qui e ho chiesto asilo. Dopo 5 anni mio padre mi ha chiesto di far entrare illegalmente mio marito ma le autorità gli hanno detto “sua moglie è lesbica e ci hanno separato”.
Qual è la tua situazione ora?
Sono sola e impaurita. È questa paura che mi isola. Tutti hanno sofferto in un modo o nell’altro. Ma avete mai sentito parlare di gente legata ad una macchina e trascinata a terra? Bè a me è successo. Cosa dovrei dire? C’è un dio che punisce questi criminali? E i diritti dell’uomo dove sono?
Molti pensano che le lesbiche in Iran custodiscano il loro segreto invece di affrontare il problema. Cosa ne pensi?
Non hanno ancora raggiunto un livello di maturità nell’accettare se stesse e il oro lesbismo. E non hanno altra scelta. Non c’è chi le difende. Non c’è nessuna legge o più semplicemente qualcuno che le ascolta.
Qual è il tuo sogno?
Se potessi, salverei tutte le lesbiche [dell'Iran] e le porterei qui. Sono anni che i nostri gridi muoiono senza essere ascoltati.
www.irquo.net
traduzione di Giacomo Cellottini
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mercoledì 27 giugno 2007
E' una brasiliana Miss Trans 2007
La svolta a sinistra dei giovani americani
Più metà voterebbe i democratici, graditi Obama e Hillary. Sono inoltre favorevoli a nozze gay , aborto, sistema sanitario pubblico
WASHINGTON (Stati Uniti) - I giovani americani svoltano a sinistra e se fosse per loro il prossimo presidente degli Stati Uniti sarebbe certamente un democratico, probabilmente Hillary Clinton o Barrack Obama. Non solo: vorrebbero politiche nuove in tema di assistenza sanitaria e immigrazione, con l'attuazione di un vero sistema assistenziale universale e con meno restrizioni al movimento delle persone. E si dicono favorevoli ai matrimoni omosessuali e all'aborto.
IL SONDAGGIO - A scattare la nuova fotografia della generazione che si lascia alle spalle la fase teenager è un sondaggio commissionato congiuntamente dal New York Times, dal network tv Cbs e da Mtv che rivela come più della metà dei giovani di età compresa tra i 17 e i 29 anni, il 54%, intende votare per il partito democratico alle presidenziali del prossimo anno.
NOZZE GAY E IMMIGRATI - Il recupero dei democratici non è un fattore nuovo e lo dimostra anche la maggioranza, seppure esigua, ottenuta al Congresso. Il sondaggio mette però in evidenza una certa sterzata a sinistra delle nuove generazioni a stelle e strisce che si ritrovano decisamente distanti dai valori tradizionali e ridigamente conservatori ancora oggi fieramente ostentati dai repubblicani. Basti pensare ai matrimoni omosessuali: il 44% dei giovani sarebbe favorevole al riconoscimento del diritto alle nozze per persone dello stesso sesso, contro il 28% che invece si registra interpellando sullo stesso tema la popolazione nel suo complesso. O alla richiesta di un sistema sanitario diffuso e sostenuto dal governo, perorata dal 62% dei giovani, contro il 47% del dato nazionale. E, ancora, le politiche per l'immigrazione: il 30% degli under 30 dice sì a una maggiore apertura ai nuovi immigrati, a fronte del 24% rilevato tra l'intera popolazione.
SI' ALL'ABORTO - Per i giovani americani anche l'aborto non è più un tabù: vi si dicono assolutamente contrari solo in 24 su cento, mentre il 38% sostiene che dovrebbe essere permesso con restrizioni e il 37% che si dice favorevole senza particolari limitazioni.
A. Sa.
27 giugno 2007
WASHINGTON (Stati Uniti) - I giovani americani svoltano a sinistra e se fosse per loro il prossimo presidente degli Stati Uniti sarebbe certamente un democratico, probabilmente Hillary Clinton o Barrack Obama. Non solo: vorrebbero politiche nuove in tema di assistenza sanitaria e immigrazione, con l'attuazione di un vero sistema assistenziale universale e con meno restrizioni al movimento delle persone. E si dicono favorevoli ai matrimoni omosessuali e all'aborto.
IL SONDAGGIO - A scattare la nuova fotografia della generazione che si lascia alle spalle la fase teenager è un sondaggio commissionato congiuntamente dal New York Times, dal network tv Cbs e da Mtv che rivela come più della metà dei giovani di età compresa tra i 17 e i 29 anni, il 54%, intende votare per il partito democratico alle presidenziali del prossimo anno.
NOZZE GAY E IMMIGRATI - Il recupero dei democratici non è un fattore nuovo e lo dimostra anche la maggioranza, seppure esigua, ottenuta al Congresso. Il sondaggio mette però in evidenza una certa sterzata a sinistra delle nuove generazioni a stelle e strisce che si ritrovano decisamente distanti dai valori tradizionali e ridigamente conservatori ancora oggi fieramente ostentati dai repubblicani. Basti pensare ai matrimoni omosessuali: il 44% dei giovani sarebbe favorevole al riconoscimento del diritto alle nozze per persone dello stesso sesso, contro il 28% che invece si registra interpellando sullo stesso tema la popolazione nel suo complesso. O alla richiesta di un sistema sanitario diffuso e sostenuto dal governo, perorata dal 62% dei giovani, contro il 47% del dato nazionale. E, ancora, le politiche per l'immigrazione: il 30% degli under 30 dice sì a una maggiore apertura ai nuovi immigrati, a fronte del 24% rilevato tra l'intera popolazione.
SI' ALL'ABORTO - Per i giovani americani anche l'aborto non è più un tabù: vi si dicono assolutamente contrari solo in 24 su cento, mentre il 38% sostiene che dovrebbe essere permesso con restrizioni e il 37% che si dice favorevole senza particolari limitazioni.
A. Sa.
27 giugno 2007
La GRANDE TRUFFA delle DANEISTOCRAZIE(*)Il dominio dei prestatori di denaro
Qui si spiega come con la creazione di denaro dal nulla e con l'usura a grande scala le banche centrali di emissione private e organizzazioni bancarie mondiali private (BIS, IMF, World Bank) il popolo è ridotto in schiavitù attraverso la creazione e l'uso della moneta-debito cartacea (non coperta da alcun bene reale se non dal lavoro di chi la riconosce e l'accetta) creata dai banchieri centrali attraverso la pura e semplice stampa e data in prestito da queste banche di privati agli Stati Nazionali con un interesse a scelta insindacabile dei banchieri e nella quantità che a loro aggrada maggiormente non per il costo di stampa ma per il valore facciale soprascrittoGli Stati Nazionali piuttosto che dichiarare la moneta di proprietà del cittadino sin dal momento dell'emissione ed emettere autonomamente e far circolare tutta la valuta e il credito necessari a soddisfare il potere di spesa del Governo per lo sviluppo del paese e il potere d'acquisto dei consumatori, abdicano a favore e nell'esclusivo interesse dei banchieri centrali privati la sovranità monetaria di interesse nazionale e si limitano ad occuparsi per conto dei banchieri di espropriare i cittadini del proprio reddito e patrimonio, tassandoli per pagare un "debito pubblico" fittizio e inestinguibile che nasce dall'uso della moneta-debito, inventato ad uso e consumo dei banchieri e che serve loro a mantenere ed espandere il potere e il controllo sull'economia, sfruttando le ricchezze produttive di una nazione dopo l'altra, mantenendone i popoli in schiavitù, esercitando con il loro potere condizionamenti e pressioni su governi di ogni regime politico, con il dominio dell'intera economia produttiva attraverso la regolazione del credito e la monetizzazione del debito ed, in particolare, esercitando il controllo sui mezzi di informazione di massa al fine di evitare che le masse diventino consapevoli delle tecniche e dei meccanismi bancari che sono stati architettati nel corso degli anni per la confisca occulta delle ricchezze e patrimonio dei cittadini e degli Stati:
creazione dal nulla di moneta-debito cartacea che viene fatta circolare negli Stati Nazionali nella forma di prestito ad interesse, il cui uso provoca per lo Stato Nazionale, e quindi per il cittadino, indebitamento (il cosiddetto "debito pubblico") nei confronti degli azionisti delle Banche Centrali emittenti private, sovranazionali e non democraticamente elette,
sottrazione alla Comunità Nazionale del reddito da signoraggio tramite appropriazione indebita,
fabbrica industriale di sottovalutazione monetaria (spacciata come misura contro l'inflazione) attraverso le Banche Centrali di emissione, che aumentano la massa di moneta-debito in circolazione (diluendone inesorabilmente il potere d'acquisto) e regolano i tassi di interesse, applicati non secondo le necessità dell'economia sottostante ma secondo i loro obiettivi di controllo/profitto,
invenzione dei sistemi di tassazione sul reddito per "pagare" l'uso della loro moneta-debito agli azionisti privati delle banche centrali private tramite l'azione di Stati-esattori,
creazione dal nulla di ulteriore moneta-debito tramite la "riserva frazionaria" delle banche commerciali,
e il sistema dei partiti politici finanziati e indebitati nei confronti dei daneistocrati per dividere il popolo e fargli spendere le proprie energie per lottare su questioni insignificanti.
http://www.sovranitamonetaria.org/
giovedì 21 giugno 2007
evento glamuor:Miss Georgia USofA 2007
Finale at Miss Georgia USofA 2007
Stasha Sanchez :molmento spetacollo.
Natasha Braxton
Bianca Nicole
mercoledì 20 giugno 2007
CUBA SUI GAY VOLTA PAGINA
havana il parlamento
l comitato centrale del Partito comunista cubano sta studiando un disegno di legge che riconosce tutti i diritti civili e patrimoniali ai gay. Una vera e propria revolución per una dittatura che ha sempre incarcerato gli omosessuali, come il grande e purtroppo defunto poeta Reinaldo Arenas. Lo stesso castro disse: «Nessuno ci convincerà mai che un omosessuale possa diventare un vero rivoluzionario, un vero comunista militante». L’annuncio della prossima fine del machismo-leninismo proviene da una fonte molto qualificata, la direttrice del Centro Nacional de Educación Sexual Mariela Castro (foto), 44 anni, nipote del Lider Máximo fidel Castro e figlia del presidente in fuzione, Raul Castro, fratello del Comandante. Ma c’è di più: il Partito comunista castrista studia persino un disegno di legge per operare gratis i trans.
l comitato centrale del Partito comunista cubano sta studiando un disegno di legge che riconosce tutti i diritti civili e patrimoniali ai gay. Una vera e propria revolución per una dittatura che ha sempre incarcerato gli omosessuali, come il grande e purtroppo defunto poeta Reinaldo Arenas. Lo stesso castro disse: «Nessuno ci convincerà mai che un omosessuale possa diventare un vero rivoluzionario, un vero comunista militante». L’annuncio della prossima fine del machismo-leninismo proviene da una fonte molto qualificata, la direttrice del Centro Nacional de Educación Sexual Mariela Castro (foto), 44 anni, nipote del Lider Máximo fidel Castro e figlia del presidente in fuzione, Raul Castro, fratello del Comandante. Ma c’è di più: il Partito comunista castrista studia persino un disegno di legge per operare gratis i trans.
19/06/2007CHRISTOPHER STREET DAY MILANO – 23 GIUGNO 2007
Come un ideale proseguimento del Pride Nazionale di Roma del 16 giugno 2007, il Christopher Street Day di Milano ne sottoscrive e sostiene il Manifesto politico e le rivendicazioni, che sono quelle di tutto il movimento LGBT italiano.
Chiediamo che sia data applicazione alla Risoluzione del Parlamento Europeo del 16 marzo 2000 che chiede di garantire “alle coppie dello stesso sesso parità di diritti rispetto alle coppie ed alle famiglie tradizionali”. E una misura di civiltà cui anche l'Italia si deve adeguare per non restare ai margini del cammino di allargamento dei diritti civili intrapreso dall'Europa.
Il Parlamento dovrebbe affrontare, dopo il disegno di legge proposto dal Governo, il tema delle unioni di fatto. Consideriamo il livello della discussione del tutto arretrato. Le esigenze e i bisogni delle coppie lesbiche e gay, comunque escluse dall’accesso al matrimonio per un’ingiusta discriminazione, non vengono tenuti nella dovuta considerazione.
Chiediamo, quindi, la parità dei diritti, attraverso l'estensione del matrimonio civile o istituto equivalente. Nel rispetto delle differenti modalità di legami sentimentali, ed in linea con ciò che è avvenuto in Europa chiediamo inoltre la creazione di istituti differenti e distinti dal matrimonio che prevedano il riconoscimento giuridico pubblico delle unioni civili.
Andrà affrontato con un’apposita legge il tema della responsabilità genitoriale dei partner di fatto, anche dello stesso, nell'interesse delle migliaia di figli di lesbiche e gay presenti nel paese.
LOTTA ALLE DISCRIMINAZIONI
La Risoluzione del Parlamento europeo del gennaio 2006 ha chiesta di “assicurare che le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender siano protette da violenze e dichiarazioni di odio omofonico”. La sentenza della Suprema Corte Europea del 30 aprile 1996, ha esteso alle persone “che transitano da un sesso all'altro” l'applicazione della Direttiva Europea 76/207 sulla parità di trattamento tra gli uomini e le donne e le leggi nazionali ad essa ispirata.
In Italia per le persone 1gbt continuano le discriminazioni sul lavoro, nella scuola, nella società.
Chiediamo una legge contro le discriminazioni motivate dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere, che rimuova gli ostacoli di natura sociale e normativa che limitano l'effettiva uguaglianza delle persone omosessuali e transgender e recepisca in modo pieno e sostanziale le Direttive Europee 207 del 1976 e 78 del 2000.
In particolare chiediamo:
l'estensione della legge Mancino all’orientamento sessuale e all’identità di genere:
l'applicazione della direttiva europea 207 del 1976 sulla parità di trattamento tra gli uomini e le donne anche alle persone che transitano da un sesso all'altro, secondo la sentenza della Suprema Corte Europea del 30 aprile 1996:
la modifica del Decreto legislativo 216 del 2003 “Attuazione della Direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro”, anche per eliminare le nuove discriminazioni introdotte, come quelle contro gay e lesbiche in divisa; il recepimento della direttiva europea 38 del 2000 sulla libertà di movimento dei cittadini europei in modo rispettoso dei diritti delle coppie di fatto o registrate gay e lesbiche;
l'applicazione della direttiva europea 85 del 2005 sullo status di rifugiato anche a gay, lesbiche, bisessuali e transgender perseguitati nei loro paesi.
Chiediamo inoltre che vengano pianificate azioni positive contro il pregiudizio omofobico e transfobico e le discriminazioni: interventi nelle scuole, campagne di sensibilizzazione, buone pratiche.
L'Italia assuma un ruolo propositivo per il rispetto dei diritti umani nel mondo, per l'abolizione della pena di morte, per la depenalizzazione del reato di omosessualità e transessualità presente nelle legislazione di decine di paesi.
SALUTE E BENESSERE DELLE PERSONE LGBT
Va garantito il diritto alla salute delle persone lgbt ponendo fine alle discriminazioni in ambito sanitario, riattivando le campagne ministeriali di informazione sulla prevenzione, garantendo i diritti delle persone sieropositive.
Chiediamo una modifica della legge 40 per consentire l'accesso alla procreazione medicalmente assistita alla singola maggiore e la revisione della legge 164 del 1982 sul cambiamento di sesso, per consentire il cambio anagrafico di nome proprio e identificativo di genere senza l'obbligo di intervento chirurgico genitale.
Chiediamo lo gratuita delle terapie necessarie alla transizione di genere e che si affronti il tema dell’intersessualismo.
info@arcigaymilano.org
http://www.pridemilano.org/
martedì 19 giugno 2007
PATTY: CANTO L’ANIMA DARK DI DALIDA
19/06/2007) Nicoletta Strambelli dedica un album all`amica Dalida, `Spero che ti piaccia`. Canzoni in francese e arabo che parlano di morte, amori finiti e vecchiaia. "E se per promuoverle sarò costretta ad indossare il burqa lo farò".
Il progetto discografico top secret di Patty Pravo ora non lo è più. Nicoletta ha realizzato un album che uscirà a settembre dal titolo 'Spero che ti piaccia...' in omaggio all’amica Dalida, scomparsa nel 1987. "Ci eravamo incontrate in varie occasioni anche a cena – ha ricordato la cantante – Era una donna molto problematica. A 30 anni si preoccupava in maniera ossessiva del fatto che potesse caderle la pelle delle ginocchia. Era in ogni caso terrorizzata dall'idea di invecchiare".
Ora Dalida rivivrà grazie ad un album ambizioso che contiene brani francesi, tre eseguiti in arabo e un’unica canzone in italiano, 'Col tempo'. Tutti rivisitati, Patty ha scelto tra gli indimenticabili successi di Dalida 'Salma Y Salama', 'Bambino', 'Il venait d'avoir 18 ans', 'Comme si tu eté là', 'J'attendrai'. "'Bambino' è un pezzo splendido – ha detto Patty – dove l'arabo sembra napoletano e il napoletano arabo. E se per promuovere l’album sarò costretta ad indossare il burqa lo farò".
Nell’intervista del Corriere la ragazza del Piper spiega a Mario Luzzato Fegiz anche la scelta del repertorio: "Dalida aveva due filoni: un repertorio un po' dark che le era congeniale e poi canzoni di varia provenienza, molte italiane, davvero improbabili come per esempio 'Viva la pappa col pomodoro'". Repertorio dark? "Sì, quando i pezzi parlano di morte sul palcoscenico in maniera anche piuttosto diretta, di amori finiti, di una vecchia che si innamora di un giovane, beh insomma si vede che lei amava questo repertorio".
redazione@gay.tv
lunedì 18 giugno 2007
16/06/2007GAY PRIDE, ROMA INVASA: “SIAMO UN MILIONE
ROMA - Colorato, allegro, chiassoso. Quaranta carri allegorici, slogan, bandiere, fischietti, palloncini colorati, cori, costumi, musica, giovani "spartani" che distribuiscono preservativi, qualche topless (nonostante le raccomandazioni di Vladimir Luxuria), bandiere dell'arcobaleno, coriandoli: è Roma invasa dal Gay Pride 2007. In centinaia di migliaia hanno risposto all'appello. “Siamo un milione!” azzardano a un certo punto gli organizzatori del corteo partito da piazzale Ostiense e arrivato in piazza San Giovanni: una scelta anche simbolica visto che lì si era tenuto il Family Day. Dietro lo striscione che apre la manifestazione (la madrina è l'attrice Monica Guerritore) sfilano le diverse sigle dei movimenti omosessuali, lesbiche, gay, bisessuali e transgender; sfilano i movimenti anticlericali, quelli di 'No Vat' e 'No God'; sfilano l'Arcigay, il circolo Mario Mielis e l'associazione dei genitori con figli omosessuali. Dai carri che accompagnano il corteo le casse sparano musica a tutto volume: sopra, 'drag queen' e ragazzi svestiti o mascherati come al carnevale di Rio. Molti gli striscioni: 'Che lo riconosciate o no, siamo già una famiglia', recita uno; 'L’amore è tutto sano, non dirlo al Vaticano', scandisce un altro. A bordo di un'Alfetta color crema c'è anche Daniele Silvestri, la cui ultima canzone “Gino e l'Alfetta“ è stata scelta come inno ufficiale del Gay pride romano.
SCRITTE FASCISTE - La giornata romana era stata preceduta anche dalle polemiche per le scritte contornate da svastiche e croci celtiche apparse alla vigilia. “Gay Raus”, “La Roma fascista non vi vuole” sono gli slogan apparsi nella notte a Villaggio Italia. “Il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli e la manifestazione di oggi - afferma Rossana Praitano, presidente dell'associazione e portavoce del Pride - sono da giorni sotto attacco da parte di Forza Nuova e gruppuscoli di anonimi fascisti”. Poi l'appello: “Oltre a condannare il gesto e l'attacco da parte di questi gruppi antidemocratici, che evidentemente si sentono leggittimati anche da incaute dichiarazioni di esponenti politici, rivolgiamo per l'ennesima volta un pressante appello al ministro Amato e al prefetto di Roma Achille Serra perché si attivino affinché sia garantita l'incolumità e la sicurezza dei partecipanti alla manifestazione di oggi e che la squadra decoro del Comune di Roma si attivi immediatamente per cancellare l'ennesimo schiaffo alla dignità della comunità omosessuale e transessuale”.
Fonte
Corriere della sera
Una parte politica incapace di fare proprio, senza se e senza ma, il più fondante, basilare e perfino elementare dei princìpi repubblicani: quello dell'uguaglianza dei diritti. L'uguaglianza degli esseri umani indipendentemente dalle differenze di fede, di credo politico, di orientamento sessuale. Ci andrei perché ho il fondato timore che la nuova casa comune dei democratici, il Pd, nasca mettendo tra parentesi questo principio pur di non scontentare la sua componente clericale (non cattolica: clericale. I cattolici sono tutt'altra cosa).
Nessuna "famiglia tradizionale" si è mai sentita censurata o impedita o sminuita dalle scelte differenti di altre persone. Nessun eterosessuale ha potuto misurare, nel suo intimo, la violenza di sentirsi definire "contro natura". Chi si sente minacciato dall'omosessualità non ha ben chiaro il concetto di libertà. Che è perfino qualcosa di più del concetto di laicità.
Fonte
repubblica.it
sabato 16 giugno 2007
Gay Pride, scritte fasciste nella notte
Svastiche e croci celtiche accanto a slogan come «Gay Raus», «La Roma fascista non vi vuole» nel parco di Villaggio Italia STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
«Gay Raus», «La Roma fascista non vi vuole»: scritte contornate da svastiche e croci celtiche sono apparse nella notte a Villaggio Italia, il parco romano sulla Tiburtina che ospiterà stasera la festa di chiusura del Gay Pride Roma 2007. Simboli e slogan nazifascisti sono comparsi anche sulle strutture all'interno dell'area privata, riferisce il circolo Mario Mieli in prima fila nell'organizzare l'evento. «Il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli e la manifestazione di oggi - afferma Rossana Praitano, presidente dell'associazione e portavoce del Pride- sono da giorni sotto attacco da parte di Forza Nuova e gruppuscoli di anonimi fascisti». Poi l'appello: «Oltre a condannare il gesto e l'attacco da parte di questi gruppi antidemocratici, che evidentemente si sentono leggittimati anche da incaute dichiarazioni di esponenti politici, rivolgiamo per l'ennesima volta un pressante appello al ministro Amato e al prefetto di Roma Achille Serra perché si attivino affinché sia garantita l'incolumità e la sicurezza dei partecipanti alla manifestazione di oggi e che la squadra decoro del Comune di Roma si attivi immediatamente per cancellare l'ennesimo schiaffo alla dignità della comunità omosessuale e transessuale».
ATTESI IN OLTRE 100 MILA - Intanto per la giornata dell'orgoglio omosessuale sono attesi a Roma 200 pullman da tutta Italia, molti dei quali arrivati già in mattinata. Si prevedono tra i 100 e i 200 mila partecipanti, 50 associazioni, 40 carri allegorici. Il corteo, aperto da un bus a due piani, partirà alle 16 da piazza di Porta San Paolo, alla Piramide, per arrivare a piazza San Giovanni, una scelta anche simbolica come risposta al family day che in quella piazza si è svolto. Madrina della manifestazione l'attrice Monica Guerritore che aprirà il corteo a fianco di un'Alfetta gialla con a bordo Daniele Silvestri, autore della canzone scelta come inno del Roma Pride, «Gino e l'Alfetta». Alla manifestazione parteciperanno anche i tre gay radicali russi picchiati durante i disordini verificatisi al Gay Pride a Mosca. L'Unione partecipa tra le divisioni: dai ministri solo un saluto (con Ferrero e Pecoraro alla partenza).
Alla manifestazione seguirà un party, Euphoria, a Tor Cervara dalle 22 fino a notte inoltrata.
«Da secoli viviamo sotto l’ossessiva dittatura della cultura eterosessuale che ormai non funziona più, monolitica com’è, perché provoca mille ritardi rispetto ai diritti civili. In più qui in Italia purtroppo per voi vivete sotto il Vaticano che aggiunge un enorme peso di ipocrisia, di apparenze rancide, anacronistiche, lontane dalla verità complessa della società contemporanea. Per fortuna nel resto del mondo non abbiamo il vostro problema morale e religioso». Tornando al Gay Pride di questo pomeriggio a Roma e alle sfilate secondo alcuni così troppo carnevalesche? «I lustrini, il carnevale? Ma qui parliamo solo della superficie, di un modo di comunicare che dovrebbe essere metabolizzato senza ridicoli moralismi. Siamo solo a una illustrazione colorata. Sul fondo c’è il nodo delle libertà individuali. Di quelle dobbiamo discutere seriamente. Al più presto. Anzi, subito». In che modo? «Io dico che la società dovrebbe scusarsi con chi raggiunge la propria serenità nel travestimento e viene ancora segnato a dito. E magari non fargli pagare le tasse come risarcimento dovuto alla perdita della dignità e del diritto ad essere se stessi. Perché poco importa la ragione per cui sceglie di travestirsi. Un impulso biologico. Una necessità psicologica. Un modo per ritrovarsi. Poco ci importa. L’importante è che si abbia il pieno diritto al rispetto altrui». Come andò con Almodóvar? «Fu meraviglioso. Pieno di difficoltà. Ma proprio per questo professionalmente arrapante, tanto per rimanere nel vocabolario del nostro discorso». Grande risata, solo una delle tante durante il dialogo, lunghe e sincere. Imbarazzo nel ritrovarsi con i famosi tacchi a spillo ai piedi? «Nessuno. Io sono un privilegiato. Sono cresciuto circondato da sette donne: mia madre, mia nonna, le mie due sorelle, la tata, zie... Non ho mai avuto alcun problema nell’indagare nelle pieghe della mia personalità. Nello scoprire quelle che, per altri uomini, sono solo debolezze.(miguel bosè)
16 giugno 2007
mercoledì 13 giugno 2007
MATRIMONIO GAY, GOVERNO SVEDESE A RISCHIO
12/06/2007) Otto membri del partito conservatore moderato del premier minacciano la rivolta se il partito non da il suo sì ufficiale alla legge sui matrimoni gay. 46% degli svedesi sono favorevoli all’istituto, contro il 31%.
STOCCOLMA – La coalizione del ministro Fredrik Reinfeldt è in pericolo a causa del matrimonio gay. Otto membri del partito del premier, il partito conservatore moderato minacciano la rivolta se il partito non da il suo si ufficiale alla legge sui matrimoni gay. Due dei partner della coalizione, il partito di centro e i liberali, hanno annunciato il loro supporto della legge. Il terzo partito, i democratici cristiani, sono contrari alla legge e porranno il veto.
La Svezia ha già le civil partnership grazie a una legge del 1995 che garantisce quasi gli stessi diritti e doveri delle coppie sposate. Ma le comunità GLBT e i politici di centro si sono focalizzati sulla legge che concede il matrimonio. I polls di opinione mostrano che il 46% degli svedesi supportano la legge mentre il 31% si dichiara contro. Reinsfeldt prenderà una decisione finale al congresso del prossimo autunno.
redazione@gay.tv
STOCCOLMA – La coalizione del ministro Fredrik Reinfeldt è in pericolo a causa del matrimonio gay. Otto membri del partito del premier, il partito conservatore moderato minacciano la rivolta se il partito non da il suo si ufficiale alla legge sui matrimoni gay. Due dei partner della coalizione, il partito di centro e i liberali, hanno annunciato il loro supporto della legge. Il terzo partito, i democratici cristiani, sono contrari alla legge e porranno il veto.
La Svezia ha già le civil partnership grazie a una legge del 1995 che garantisce quasi gli stessi diritti e doveri delle coppie sposate. Ma le comunità GLBT e i politici di centro si sono focalizzati sulla legge che concede il matrimonio. I polls di opinione mostrano che il 46% degli svedesi supportano la legge mentre il 31% si dichiara contro. Reinsfeldt prenderà una decisione finale al congresso del prossimo autunno.
redazione@gay.tv
martedì 12 giugno 2007
FAMIGLIA CATTOLICA TRADIZIONALE ITALIANA
(27/05/2007) Omicidi e pedofilia. La famiglia è un laboratorio di efferatezze che dovrebbero aiutare a smitizzarla e a guardare ad essa con razionalità e oggettività. Ma non è così.
Ogni 2 giorni, 2 ore, 20 minuti e 41 secondi nelle famiglie tradizionali italiane fondate sul matrimonio si compie un omicidio (fonte: ‘Madri che uccidono’, scritto dal criminologo della Sapienza di Roma Vincenzo Mastronardi, di prossima pubblicazione). L’arma più usata è quella da fuoco. Primi nella classifica interna alla famiglia i coniugi: si ammazzano soprattutto fra loro. In un ottimo secondo posto si piazzano i genitori che uccidono i figli (e viceversa).
L’ultima spettacolare notizia degna di menzione proviene dalla cattolica terra veneta, da Rovigo per l’esattezza: il marito uccide a martellate la moglie, ferisce il figlio e poi col rasoio si taglia la gola. Il pover’uomo è in fin di vita quando scrivo. Si tratta di un direttore di banca. Per dire che i bugiardi che relegano gli omicidi familiari a sacche di ignoranza meridionale devono solamente tacere e informarsi.
Chi parla di famiglia naturale come principio fondante del diritto è un pericoloso reazionario di stampo nazista
La pedofilia. Secondo CICLOPE, il comitato interministeriale di coordinamento per la lotta alla pedofilia, il 76,4% dei reati di abusi sessuali verso minori si consuma all’interno della famiglia (70% verso bambine, 30% verso bambini, dati 2001).
Direi che è l’ora di smetterla, sia con le demonizzazioni (e certo so bene che questo articoletto usa un linguaggio demonizzante), sia con le mitizzazioni. La famiglia può essere intesa solo come un concetto umano astratto e fluido, che aiuta l’essere umano nella sua evoluzione e cambia in relazione ai tempi, alle culture, alla localizzazione. Chi parla di famiglia naturale come principio fondante del diritto è, oltre che di un’ignoranza sinceramente imbarazzante, un pericoloso reazionario di stampo nazista. Se il modello familiare da tutelare con il diritto è quello naturale (dunque legami di sangue uomo-donna e procreazione), allora torniamo tutti nelle caverne, ammazziamo i figli che nascono storpi e ripuliamo la specie umana da deboli e malati. C’è in giro una cappa di disonestà intellettuale macroscopica e aberrante, che mi sovrasta e mi toglie il fiato.
Giuliano Federico
TAVOLA ROTONDA: "LA NATURA DELL'AMORE - OMOFOBIE FAMIGLIE E DIRITTI"
Venerdì 15 giugno ore 16,00 - 19,00
Aula VIII
Facoltà di Scienze della Formazione
Università degli Studi Roma Tre
Piazza della Repubblica, 10
Il dibattito intorno alle questioni dei diritti e del riconoscimento
della comunità GLBT ha assunto negli ultimi mesi toni di una violenza
devastante; la recrudescenza di un pesante clima
omofobo ha ricadute sulla qualità della vita delle persone
omosessuali e transessuali, fino all'estremo del suicidio del giovane
Matteo a Torino che ne rappresenta la sintesi drammatica.
L'iniziativa nasce dall'esigenza di interrogarsi, partendo da
considerazioni di tipo antropologico, sulla questione dell'uso
distorto dei termini "naturale" e "innaturale" , e di
fornire risposte alle richieste di aiuto che quotidianamente arrivano
da gay e lesbiche attraverso il servizio di consulenza on line sul
nostro sito www.digayproject. org.
Ne discutono con noi:
Francesco Pompeo, coordinatore Osservatorio sul razzismo e le
diversità "M.G.Favara" , Università di Roma Tre;
Maria Ciccopiedi, Psicologa e psicoterapeuta;
Luca Trappolin, ricercatore Dipartimento di Sociologia Università
degli Studi di Padova;
Michela Fusaschi, ricercatrice Docente di Antropologia culturale e
sociale Università Roma Tre;
Domenico Rizzo, ricercatore Storia contemporanea Università degli
Studi "L'Orientale" di Napoli, dove insegna Storia delle donne e
dell'identità di genere;
Conclusioni: Imma Battaglia
L'incontro si inserisce nell'ambito del programma di eventi
organizzati in occasione del Pride Nazionale di Roma 2007.
Siete tutti invitati!
Organizzato da:
Di'Gay Project onlus
Con la collaborazione di:
Osservatorio sul Razzismo
www.osservatorio- razzismo. it
Aula VIII
Facoltà di Scienze della Formazione
Università degli Studi Roma Tre
Piazza della Repubblica, 10
Il dibattito intorno alle questioni dei diritti e del riconoscimento
della comunità GLBT ha assunto negli ultimi mesi toni di una violenza
devastante; la recrudescenza di un pesante clima
omofobo ha ricadute sulla qualità della vita delle persone
omosessuali e transessuali, fino all'estremo del suicidio del giovane
Matteo a Torino che ne rappresenta la sintesi drammatica.
L'iniziativa nasce dall'esigenza di interrogarsi, partendo da
considerazioni di tipo antropologico, sulla questione dell'uso
distorto dei termini "naturale" e "innaturale" , e di
fornire risposte alle richieste di aiuto che quotidianamente arrivano
da gay e lesbiche attraverso il servizio di consulenza on line sul
nostro sito www.digayproject. org.
Ne discutono con noi:
Francesco Pompeo, coordinatore Osservatorio sul razzismo e le
diversità "M.G.Favara" , Università di Roma Tre;
Maria Ciccopiedi, Psicologa e psicoterapeuta;
Luca Trappolin, ricercatore Dipartimento di Sociologia Università
degli Studi di Padova;
Michela Fusaschi, ricercatrice Docente di Antropologia culturale e
sociale Università Roma Tre;
Domenico Rizzo, ricercatore Storia contemporanea Università degli
Studi "L'Orientale" di Napoli, dove insegna Storia delle donne e
dell'identità di genere;
Conclusioni: Imma Battaglia
L'incontro si inserisce nell'ambito del programma di eventi
organizzati in occasione del Pride Nazionale di Roma 2007.
Siete tutti invitati!
Organizzato da:
Di'Gay Project onlus
Con la collaborazione di:
Osservatorio sul Razzismo
www.osservatorio- razzismo. it
Tre milioni di persone al Gay Pride di San Paolo
SAN PAOLO - Più di tre milioni di persone in piazza per quella che è stata la manifestazione gay più grande del mondo. L'undicesima Parata dell'orgoglio di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (Glbt), tra festa, trasgressione e provocazione, ha invaso la centralissima Avenida Paulista di San Paolo del Brasile. Una folla immensa e colorata, ha ballato con i ritmi di samba e rock, sparati dai 'trios eletricos', ovvero dai tir carichi di amplificatori e altoparlanti. E la manifestazione ha avuto, per la prima volta, anche grandi sponsor.
Il Brasile è un Paese con sempre meno pregiudizi", ha detto il sindaco di San Paolo, Gilberto Kassab, nell'inaugurare le grande marcia della terza città più popolosa del pianeta. Gli organizzatori calcolano che oltre 300 mila persone siano arrivate per l'occasione da altre città brasiliane.
L'enorme massa ha formato un corteo che si è esteso per oltre quattro chilometri, mandando in tilt il traffico in città: vistose drag queen, donne vestite da Wonder Woman. E anche qualche, immancabile, provocazione, come un sosia di Benedetto XVI con la stola e la mitra del Papa, accompagnato dal suo compagno vestito da vescovo.
Il tema della parata di quest'anno è stato 'Per un mondo senza razzismo, machismo e omofobia' e l'appoggio del 'presidente operaio' Luiz Inacio Lula da Silva è stata la più importante novità. Per la prima volta, inoltre, l'evento ha avuto grandi sponsor come la banca federale 'Caixa Economica', il ministero del turismo e il gigante petrolifero brasiliano 'Petrobras'. E molte ong, associazioni e sindacati hanno contribuito rendendo possibile un maggior numero di 'trios eletricos'.
L'ex sindaco di San Paolo e oggi ministro del turismo, la sessuologa Marta Suplicy, ha esclamato felice:"Oggi siamo tre milioni nell'Avenida Paulista: la parata gay ha superato il Gran Premio di Formula 1 come maggior evento della città". In un sondaggio realizzato dalla segreteria speciale del presidente Lula per i diritti umani, il 59 per cento dei partecipanti alla parata gay dell'anno scorso ha dichiarato che nella sua vita è stato almeno una volta vittima di aggressione perché omosessuale.
Ma i pregiudizi sono duri a morire. Giovedì scorso nella metropoli paulista, un milione di persone sono scese in piazza a San Paolo con lo slogan "Vade retro Satana. Vade retro omosessualità". La cosiddetta 'marcia di Gesù', era stata organizzata dagli evangelici. In un sondaggio realizzato dalla segreteria speciale del presidente Lula per i diritti umani, il 59 per cento dei partecipanti alla parata gay dell'anno scorso ha dichiarato che nella sua vita è stato almeno una volta vittima di aggressione perchè omosessuale.
PARADA Gay RIBEIRÃO PRETO 2007
le altri capitale del brasile.confira.
brasilia
bahia
NEL MUNDO 2007.
Moscow:-GAY protesters kicked and punched in PRIDE PARADE
Gay and Lesbian Mardi Gras Parade Sydney 2007
Long Beach Gay Pride Parade 2007
DC Gay Pride parade 2007: Baptists and other church groups
Gay Parade Brussels 2007 - PSE Rue Lombard
cincinnati ohio gay pride parade june 2007
Bourbon Street's Float at Pridefest 2007
lunedì 11 giugno 2007
Brasile: Gay pride, opuscolo spiega come sniffare cocaina
ANSA) - SAN PAOLO, 8 GIU - Un opuscolo distribuito in 40 mila esemplari al Gay Pride di San Paolo,che spiega come sniffare cocaina riducendo i rischi per la salute . E' l'iniziativa del governo federale brasiliano e del comune di San Paolo in occasione della Parada Gay di domenica prossima. Il fascicolo, che sara' distribuito in 40 mila esemplari, suggerisce ad esempio l'uso di 'una cannuccia o altro materiale usa e getta, piuttosto che le banconote, che possono trasmettere molte malattie, in particolare l'epatite'.
sabato 9 giugno 2007
COMUNICATO STAMPA
SABATO 9 GIUGNO A FIRENZE IL CONGRESSO NAZIONALE LINFA,
LEGA ITALIANA NUOVE FAMIGLIE
Si svolgerà sabato 9 giugno a Firenze, presso la sala dell’ex carcere Le Murate, in Piazza Madonna della Neve 1, il congresso fondativo della LINFA, Lega italiana nuove famiglie, che sostituirà la LIFF, Lega italiana famiglie di fatto.
Famiglie di fatto, famiglie con un solo genitore, famiglie ricomposte, famiglie unipersonali, famiglie miste.
“La famiglia cambia, ma nessuno la mette in discussione” dichiara Alessandro Zan, che come coordinatore nazionale di tante campagne e manifestazioni per le unioni civili – ultima, la grande manifestazione del 10 marzo in piazza Farnese a Roma –, si candida a prossimo presidente dell’Associazione. “Calano i matrimoni, crescono divorzi e separazioni, aumentano le famiglie di fatto e la politica e il Parlamento continuano a ignorare queste nuove realtà. L’aumento delle nuove famiglie – continua Zan – attesta il venir meno della tradizione matrimoniale e della sua indissolubilità , nonché la crescente volontà degli individui di riaffermare la propria identità all’interno della società”.
Il congresso, oltre al saluto delle autorità locali, vedrà la partecipazione di importanti esponenti del governo come:
Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro dell’Ambiente
Maria Chiara Acciarini, Sottosegretario alla Famiglia
Luigi Manconi, Sottosegretario alla Giustizia
Franco Grillini, parlamentare Sinistra Democratica
Riceverà il titolo onorifico l’on. Franco Grillini, deputato della Sinistra Democratica, e saranno presenti Alessio De Giorgi e Christian Panicucci, la famosa coppia che ha sottoscritto il PACS all’ambasciata di Francia, e Francesco Piomboni e Matteo Pegoraro, che hanno fatto regolare richiesta di unirsi in matrimonio con rito civile al Comune di Firenze – richiesta poi respinta in via ufficiale – e hanno intrapreso la loro battaglia legale presentando in questi giorni il ricorso al Tribunale di Firenze.
Per ulteriori informazioni:
Matteo Pegoraro
Segretario, Responsabile Comunicazione Arcigay Firenze
Tel. 340-8135204 :: Fax 055-0518897
ufficiostampa@ arcigayfirenze. it
LEGA ITALIANA NUOVE FAMIGLIE
Si svolgerà sabato 9 giugno a Firenze, presso la sala dell’ex carcere Le Murate, in Piazza Madonna della Neve 1, il congresso fondativo della LINFA, Lega italiana nuove famiglie, che sostituirà la LIFF, Lega italiana famiglie di fatto.
Famiglie di fatto, famiglie con un solo genitore, famiglie ricomposte, famiglie unipersonali, famiglie miste.
“La famiglia cambia, ma nessuno la mette in discussione” dichiara Alessandro Zan, che come coordinatore nazionale di tante campagne e manifestazioni per le unioni civili – ultima, la grande manifestazione del 10 marzo in piazza Farnese a Roma –, si candida a prossimo presidente dell’Associazione. “Calano i matrimoni, crescono divorzi e separazioni, aumentano le famiglie di fatto e la politica e il Parlamento continuano a ignorare queste nuove realtà. L’aumento delle nuove famiglie – continua Zan – attesta il venir meno della tradizione matrimoniale e della sua indissolubilità , nonché la crescente volontà degli individui di riaffermare la propria identità all’interno della società”.
Il congresso, oltre al saluto delle autorità locali, vedrà la partecipazione di importanti esponenti del governo come:
Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro dell’Ambiente
Maria Chiara Acciarini, Sottosegretario alla Famiglia
Luigi Manconi, Sottosegretario alla Giustizia
Franco Grillini, parlamentare Sinistra Democratica
Riceverà il titolo onorifico l’on. Franco Grillini, deputato della Sinistra Democratica, e saranno presenti Alessio De Giorgi e Christian Panicucci, la famosa coppia che ha sottoscritto il PACS all’ambasciata di Francia, e Francesco Piomboni e Matteo Pegoraro, che hanno fatto regolare richiesta di unirsi in matrimonio con rito civile al Comune di Firenze – richiesta poi respinta in via ufficiale – e hanno intrapreso la loro battaglia legale presentando in questi giorni il ricorso al Tribunale di Firenze.
Per ulteriori informazioni:
Matteo Pegoraro
Segretario, Responsabile Comunicazione Arcigay Firenze
Tel. 340-8135204 :: Fax 055-0518897
ufficiostampa@ arcigayfirenze. it
Brasile: Gay pride, opuscolo spiega come sniffare cocaina
Pubblicità
(ANSA) - SAN PAOLO, 8 GIU - Un opuscolo distribuito in 40 mila esemplari al Gay Pride di San Paolo,che spiega come sniffare cocaina riducendo i rischi per la salute . E' l'iniziativa del governo federale brasiliano e del comune di San Paolo in occasione della Parada Gay di domenica prossima. Il fascicolo, che sara' distribuito in 40 mila esemplari, suggerisce ad esempio l'uso di 'una cannuccia o altro materiale usa e getta, piuttosto che le banconote, che possono trasmettere molte malattie, in particolare l'epatite'.
mercoledì 6 giugno 2007
Le nuove coppie gay? Sempre più fedeli
Stabili e con un rapporto paritario: «Sembrano eterosessuali». Bologna la capitALE STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
ROMA — Una volta, seconda metà del '400, l'omosessualità era «vizio nefando». E c'erano, a Firenze, gli «Ufficiali di Notte», incaricati di investigare su chi indulgeva al vizio sodomitico. Dopo quasi sei secoli, oggi vivono nelle città italiane coppie omosessuali che sempre più somigliano a quelle eterosessuali. Due uomini o due donne che hanno un rapporto paritario, con ruoli intercambiabili, sia sessuali che di vita quotidiana, che portano un anello come simbolo del legame (45 per cento dei gay, 65 per cento delle lesbiche), che si chiamano fra loro «ciccio», «cucciola», «tato», «orsetto». È dunque questa l'epoca degli «Omosessuali moderni», titolo del libro dei sociologi bolognesi Marzio Barbagli e Asher Colombo, che esce domani con una seconda edizione aggiornata e ampliata (Il Mulino editore). Vanno in minoranza alcuni modelli e stereotipi: il rapporto fra un superiore e un inferiore, un adulto e un ragazzo, un attivo e un passivo. Il maschio effeminato e la femmina mascolina. I gay che vivono oggi a Bologna («la San Francisco italiana»), a Milano o a Roma sono assai diversi da Benvenuto Cellini, da Pier Paolo Pasolini o dal Michel Serrault del «Vizietto». «Gli omosessuali moderni — si legge — non fanno più l'amore con gli eterosessuali o con le persone dell'altro sesso, ma solo con altri omosessuali. Non vivono più soltanto nel segreto di un sofferto isolamento e non si incontrano più soltanto in luoghi clandestini». C'è una rete di imbianchini, falegnami, posatori di moquette, fotografi, agenti di viaggio che si rivolgono esplicitamente a una clientela omosessuale.
In questo importante passaggio di costume, Barbagli e Colombo approfondiscono le differenze fra gay e lesbiche. Fra il 58 e il 70 per cento delle lesbiche hanno una relazione fissa, contro il 40-49 per cento dei gay. «Il primo rapporto dei gay ha carattere prevalentemente fisico, quello delle lesbiche è di solito romantico e sentimentale». Le lesbiche frequentano meno dei gay i locali «di genere» e non esistono per le lesbiche le «dark room» dove fare l'amore con sconosciuti. Un'altra differenza sta nella relazione con la Chiesa. Esempio: fra i 18 e i 24 anni, non va mai a messa il 51 per cento delle lesbiche e il 43 per cento dei gay, mentre in tutta la popolazione italiana i dati sono al contrario, 35% degli uomini e il 24% delle donne. Anche nella dimensione moderna la vita omosessuale resta densa di ostacoli. Prendiamo il coming out, la rivelazione di non appartenere alla «normalità». Il 51% delle madri — raccontano Barbagli e Colombo — reagisce negativamente alla notizia dell'omosessualità della figlia, ma se si tratta dell'omosessualità del figlio questa reazione si riscontra solo nel 40 per cento dei casi. Tra i padri la reazione negativa verso l'omosessualità delle figlie femmine — come quella verso i maschi — scende al 35%. L'ultimo capitolo della nuova edizione tratta delle norme introdotte per riconoscere e regolare la vita delle coppie omosessuali, a partire dalla Danimarca (1986), alla Norvegia (1993), a tutti gli altri paesi del mondo occidentale, con l'eccezione di Italia e Grecia e Portogallo e dell'est Europa. Crescono tuttavia, negli ultimi tredici anni, gli italiani che pensano che le copie omosessuali debbono potersi sposare (dal 28 al 40 per cento), convivere con i vantaggi delle coppie sposate (dal 39 al 56), ereditare l'uno dall'altro (dal 50 al 58). Quanto al diritto per gli omosessuali di adottare figli, gli italiani proprio non ci stanno: si è passati dal 14 per cento appena al 19.
Andrea Garibaldi
06 giugno 2007
05/06/2007Alle donne piace il pacco
Una splendida candid camera fatta per testare che le donne, a differenza di quanto dicano, al pacco fanno attenzione eccome! Un cameriere inserisce una barra di gomma nei pantaloni e si appresta a prendere l'ordinazione ai tavoli, dove le clienti, rigorosamente donne, non appena accortesi dell'attrezzo, perdono completamente l'attenzione per ciò che il cameriere sta leggendo loro. Guardare (in basso) per credere :-P
Fantastico quando la donna cerca di spiegargli che ha qualcosa di grosso nei pantaloni e lui svela il mistero, le appoggia l'oggetto sul tavolo e lei dice : "Beh questo intanto me lo porto a casa che non si sa mai!".
Ed ecco un altro filmato sul genere di quello qui sopra, un po' più palese che si tratti di uno scherzo, ma pur sempre divertente.
http://ilove.myblog.it/archive/2007/06/04/le-donne-e-il-pacco.html
Fantastico quando la donna cerca di spiegargli che ha qualcosa di grosso nei pantaloni e lui svela il mistero, le appoggia l'oggetto sul tavolo e lei dice : "Beh questo intanto me lo porto a casa che non si sa mai!".
Ed ecco un altro filmato sul genere di quello qui sopra, un po' più palese che si tratti di uno scherzo, ma pur sempre divertente.
http://ilove.myblog.it/archive/2007/06/04/le-donne-e-il-pacco.html
martedì 5 giugno 2007
CANADA: LA CHIESA DEVE CELEBRARE I MATRIMONI GAY?
04/06/2007) Una mozione deve decidere se lasciare le singole parrocchie canadesi libere di celebrare le unioni omosessuali
WINNIPEG – Inizia il processo finale all'interno della chiesa canadese per decidere se celebrare matrimoni gay. E a tutt'oggi il clima generale è di incertezza. La chiesa anglicana canadese, la terza nel paese, ha speso gli ultimi 30 anni cercando di capire come introdurre le relazioni gay all'interno della propria fede.
Ora la parola spetta ai fedeli elettori."Semplicemente, non lo sappiamo" dice l'arcivescovo Andrew Hutchinson.
La mozione deve decidere se lasciare libere le singole parrocchie di celebrare matrimoni gay. Finora, solo una diocesi nella British Columbia ha deciso di celebrarli. Ma anche se passasse, ogni pastore ha comunque il diritto di non adeguarsi e non celebrare il matrimonio. Fortissime le pressioni dal mondo esterno perchè non si voti o comunque si abbia un risultato negativo.
Il capo della chiesa anglicana Williams in visita nel paese ha minacciato di espellere la chiesa canadese dalla chiesa anglicana se i sì prevalessero. Il voto del 22 giugno è quindi una data storica.
Giorgio Lazzarini
redazione@gay.tv
GERUSALEMME: OK DELLA POLIZIA PER IL PRIDE
(04/06/2007) La settimana scorsa la polizia aveva dato al pride un’autorizzazione con riserva. Poi è arrivato il sì definitivo ma il pride ma resta il rischio di sospensione per problemi di sicurezza.
GERUSALEMME – La polizia ha dato il suo sì definitivo alle celebrazioni per il gay pride previsto per il 21 giugno, ma con la clausola che la parata puo' essere sospesa.
I capi della polizia si sono incontrati con i membri di Open House, l'organizzazione leader dei diritti GLBT in Israele, spiegando che uno dei partiti ultra ortodossi ha minacciato pubblicamente di usare le armi contro i partecipanti alla parata. Le parole sono venute da un rabbino, Oded Schmueli, che incita pubblicamente alla violenza contro gli omosessuali.
Lo scorso anno la parata è stata cancellata per colpa del partito religioso Harari, lo stesso che minaccia il pride di quest’anno.
Giorgio Lazzarini
redazione@gay.tv
IL PRINCIPE GAY DI MANCHESTER:01/06/2007) Il Manchester United ha acquistato per 30 milioni di euro il fantasista brasiliano Anderson: talentuoso,
Un fantasista brasiliano, nero, giovanissimo e gay alla corte di Cristiano Ronaldo. Il Manchester United ha annunciato l’acquisto dal Porto di uno dei più promettenti centrocampisti d’attacco al mondo: Anderson Luís de Abreu Oliveira (in fondo alla pagina la sua gallery). Nato il 13 Aprile 1988 a Porto Alegre e acquistato nel Novembre del 2005 dalla squadra portoghese, Anderson è stato vicecampione del mondo Under 17 nel 2005 in Perù, e fu proprio in quella occasione che mise in mostra il suo talento calcistico (vinse una sorta di Pallone d’Oro dei giovani), fino ad essere notato dai talent scout calcistici che sempre affollano tornei di questo tipo.
Fu appunto il Porto a metterlo sotto contratto, ma il Manchester, il Barcellona, l’Arsenal e il Milan avevano già adocchiato i virtuosismi e la solidità del giovane calciatore. Alto 176 centimetri con un peso di 69 kg, Anderson è il “terzo predestinato”. Prima di lui, in Brasile, solamente Ronaldo e Ronaldinho potevano vantare una fama ed una gloria in così tenera età.
Veloce nello scatto, dotato di un forte senso della regia sulla tre quarti, ma capace anche di propulsioni in attacco fino al goal, il ragazzo ha soprattutto un grandissimo talento: il carattere. Vederlo giocare e sbraitare in mezzo al campo è uno spettacolo. Lui, piuttosto piccolino e giovane, grida e incita compagni di ben più solida carriera, dispensa indicazioni (oltre che assist d'un certo pregio), trascina chiunque con entusiasmo e rabbia. A prova del suo carattere, la nota più bella e indicativa della sua ancor breve carriera: nel gennaio 2006, poche settimane dopo essere stato acquistato dal Porto, l’allora 17enne enfant prodige, già idolo di curve e ultrà, annuncia al suo spogliatoio e alla stampa portoghese “Sono gay”. Un mito. Il Manchester ha pagato 30 milioni di euro per accaparrarsi talento e carattere di quello che si preannuncia come il primo grande calciatore gay dichiarato. Dopo il grigio di tanti campioni omosessuali nascosti nell’armadietto, un uomo vero e gay si appresta a scalare le vette del calcio europeo. E ad insegnare cosa significa davvero avere le palle.
giuliano.federico@gay.tv
Paris Hilton entra in carcere: «Ho paura»
LOS ANGELES – Paris Hilton ha iniziato a scontare la sua pena nel carcere di Los Angeles. La 26enne si è consegnata nella notte tra domenica e lunedì, accompagnata dalla madre Kathy, alle autorità del carcere della contea di Los Angeles, nel sobborgo di Lynwood. Entrambe le Hilton, madre e figlia, sono apparse turbate e in lacrime in un video pubblicato sul sito Tmz.com mentre l'auto si avvicinava all'istituto di pena. Tuttavia nella foto segnaletica fatta in carcere Paris si è mostrata, paradossalmente, più serena, mettendosi anche in posa davanti ai fotografi. L'ereditiera avrebbe dovuto consegnarsi entro martedì per iniziare a scontare la pena per ripetute violazioni al divieto di guidare in stato di ebbrezza e alle regole della libertà vigilata. La pena è già stata ridotta da 45 giorni a 23.
01/06/2007DALLA REGIONE TOSCANA UNA LEZIONE DI CIVILTA’ 2.500 EURO ALLE PERSONE TRANSGENDER
Inserire le persone transgender nel mondo del lavoro è lo strumento migliore per combattere da una parte lo stigma e i pregiudizi nei confronti di chi transiziona da un sesso all’altro e dall’altra per ridurre il fenomeno della prostituzione transgender, quasi sempre dovuta all’impossibilità di trovare lavoro.
La Regione Toscana, in stretta collaborazione con le Ass.ni che si occupano di persone Transgender sul territorio, con coraggio applica le Direttive Europee che indicano agli Stati membri l’obbligo di azioni positive per le Pari Opportunità anche per le persone transgender e transessuali.
“L’assessore all’istruzione, formazione e lavoro, della regione toscana, presenta l’iniziativa con parole di chi ha pienamente compreso le nostre”, è il commento di Fabianna Tozzi Daneri, presidente nazionale di Crisalide AzioneTrans, che ha direttamente seguito la vicenda per conto della propria Associazione di riferimento, presente in Toscana a Pisa e Livorno.
Ha dichiarato infatti l’Assessore: “Destinatari di questo provvedimento sono persone con un disturbo dell'identità di genere accertato clinicamente, che crea loro pesanti difficoltà e li mette a fortissimo rischio di esclusione sociale, specie nella delicata fase di passaggio da un sesso all'altro, in cui non sempre c'è, purtroppo, il sostegno della famiglia di origine ed il rischio di cadere nella prostituzione è alto. Siamo intervenuti proprio su questo disagio sociale, dando a queste ragazze ed a questi ragazzi opportunità di ricrearsi una propria professionalità nel mondo del lavoro. In quest’ottica l’assessorato alle riforme istituzionali è fortemente impegnato ed ha attivato una task force per combattere discriminazioni di gay, lesbiche e transessuali, e in generale per costruire una Toscana dei diritti e delle pari opportunità per tutti e tutte”
Tecnicamente l’iniziativa si appoggia per ora al centro per il lavoro di Pistoia, pur essendo aperto già da ora a tutti i cittadini transgender e transessuali toscani. Sarà sufficiente presentare una documentazione emessa dai centri ASL competenti, che attesti la diagnosi di Disturbi dell’Identità di Genere e non avere lavoro o averlo in condizioni di forte difficoltà ambientale (mobbing) o con contratti atipici che non hanno prospettive di uno sbocco continuativo. Se l’esperimento funzionerà, sarà esteso alle altre province toscane.
“Un segnale forte e concreto, una volta tanto non solo bla bla opportunistici, che proviene da una Regione che già si è distinta nel recente passato nel considerare cittadini italiani a pieno titolo anche gay, lesbiche e trans. Tutti i giorni si leggono lamentele contro la prostituzione trans, ma in Italia non si fa nulla per favorire l’inserimento al lavoro di persone che vivono una condizione davvero bizzarra: soffrono di una patologia che è la causa dello stigma sociale e delle discriminazioni che subiscono! Dichiara Mirella Izzo, presidente onoraria dell'Associazione. “Auspichiamo che altre Regioni seguano l’esempio della Toscana e soprattutto che lo Stato Italiano assuma provvedimenti stabili di Azioni Positive nei confronti delle persone con disturbo dell’identità di genere, ovvero transgender o transessuali. In questo senso lanciamo un appello alla Ministra Pollastrini che inizi a proporre qualcosa di concreto”, aggiungono entrambe.
Ad oggi, in ogni caso, una buona notizia dentro il mare di occasioni mancate per rendere il nostro paese degno dell’Europa per quanto attiene i diritti civili.
Livorno-Genova, 31 maggio 2007
Per Crisalide AzioneTrans – onlus
Fabianna Tozzi Daneri – presidente nazionale
Mirella Izzo – presidente onoraria
Fonte
Crisalide AzioneTrans
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