Querela chi la insulta per aver invocato Hitler contro il Gay Pride, la procura: "E' stata lei a provocare, sono giustificati"

Il pm respinge la denuncia di Stella Manente: «È stata lei a rievocare le persecuzioni naziste contro gli omosessuali»

Chi l’ha insultata non è perseguibile penalmente, avendo agito in risposta a un comportamento ingiusto: questa, in sintesi, la motivazione con cui la procura di Milano ha chiesto l’archiviazione della denuncia contro ignoti per diffamazione, minaccia aggravata e molestie presentata dalla modella-influencer Stella Manente che, durante l’ultimo Gay Pride, lo scorso giugno a Milano, aveva invocato Hitler sul suo profilo Instagram, perché a causa del corteo - spiegava sui social - rischiava di perdere il treno.


Subissata di proteste e insulti, la giovane si era scusata, ma poi aveva deciso di far denuncia. Denuncia per cui il pm di Milano Mauro Clerici ha chiesto l’archiviazione: “il comportamento della denunciante - si legge - costituisce palesemente un fatto ingiusto perché evocare ad alta voce Hitler nel corso di una manifestazione quale il Gay Pride significa evocare e giustificare le persecuzioni naziste contro gli omosessuali”.


L’influencer “inoltre ha dato ulteriore seguito dandovi pubblicità su Instagram e pertanto le numerose persone che hanno reagito a tale condotta, contro cui viene presentata denuncia, appaiono giustificate dal disposto di cui all’art. 599 c.p.”. Articolo per il quale “Non è punibile chi ha commesso alcuno dei fatti preveduti dall’articolo 595 (diffamazione, ndr) nello stato d’ira determinato da un fatto ingiusto altrui, e subito dopo di esso”.

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