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giovedì 27 marzo 2008
A BOLOGNA IL 28 GIUGNO PER I DIRITTI ANCORA NEGATI
(ANSA) - BOLOGNA, 26 MAR - Tredici anni fa durante l'ultimo Gay pride a Bologna Marcella Di Folco, presidente del Movimento italiano transessuale (Mit) sali' sul palco e, con una parrucca bionda in testa, chiese alla Curia di ''lasciare anche a noi la possibilita' di amare''. Il 28 giugno quando il Gay pride nazionale tornera' sotto le Torri, il messaggio non sara' molto diverso. ''Stavolta direi a Caffarra (arcivescovo di Bologna, ndr) di farsi i fatti suoi - ha annunciato durante la presentazione del raduno - perche' il mio amore e' una cosa che riguarda solo me''.
Cosi' il movimento di gay, lesbiche, bisessuali e transgender si prepara al Pride 2008, pronto a replicare alle polemiche gia' nate a Bologna a tre mesi dalla manifestazione. ''Il Pride porta' in piazza identita' spesso negate come un elemento di rottura rispetto a ruoli predeterminati ma non e' solo questo - ha spiegato Sergio Lo Giudice, presidente onorario di Arcigay e consigliere comunale a Bologna - bensi' un elemento visibile di una grande lotta di liberazione per la conquista di diritti che spesso altri hanno gia' ottenuto''. A fargli eco Di Folco che, sempre rivolgendosi al vescovo bolognese, ha ricordato che dall'ultimo Gay Pride emiliano ''sono passati 13 anni e tutti i movimenti hanno ottenuto vittorie incredibili. Solo noi siamo ancora qui a lottare''. Una lotta anche contro chi contesta il percorso del raduno (''che non sara' un rave, lo spirito sara' completamente diverso'', ha puntualizzato Di Folco), previsto per ora a partire dai giardini Margherita, alle 15, e fino a piazza VIII Agosto, non molto lontano dalla stazione, mentre al parco Nord la serata sara' chiusa da tre concerti. Un percorso concordato con questura e prefettura anche se - hanno precisano gli organizzatori - resta da confermare. ''I permessi sono stati chiesti regolarmente ma quello di manifestare ed esprimere le proprie idee e' stato gia' chiesto nel 1948 con la Carta costituzionale'', ha replicato Lo Giudice.
Intanto in attesa di 30 mila manifestanti e con almeno una decina di camion che sfileranno per le strade di Bologna, la presidente del Mit ha agiunto che inizialmente l'amministrazione Cofferati aveva concesso piazza Maggiore ''ma noi abbiamo preferito declinare la piazza per problemi di sicurezza. Ci sembrava piu' opportuno farlo in una piazza piu' grande e con meno problemi di sicurezza''. (ANSA).
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