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lunedì 18 febbraio 2008

ISRAELE: ESTESO DIRITTO D'ADOZIONE ALLE COPPIE GAY


Gerusalemme, 10 feb. - Il ministro israeliano della Giustizia, Meni Mazuz, ha deciso che alle coppie omosessuali sara' consentita anche l'adozione di bambini non legati geneticamente a nessuno dei due partner.

Sara' cosi' esteso il diritto all'adozione, finora riconosciuto soltanto nel caso che il bambino fosse di uno dei partner.

"E' stato deciso che non vi e' alcun impedimento giuridico a consentire che una coppia dello stesso sesso, o uno dei

partner, adotti un bambino che non appartenga a nessuno dei due", si legge in una nota del ministero.

L’EQUIVOCO

DI SODOMA





Nella bibbia ebraica non si trova un’esplicita condanna della omosessualità. La parola sodomia deriva infatti da un equivoco di fondo: la colpa degli abitanti di questa città di sale, infatti, fu quella di ignorare il dovere di ospitalità - principio questo fondamentale nelle società che abitano l’aspro deserto. Nulla, che abbia a che vedere con la sfera sessuale. La Torah proibisce di giacere con un uomo così come si giace con una donna. È sulla base di questo dettato, oltre che su un principio più generale di rispetto dell’ordine costituito originariamente da Dio - egli mise in terra un uomo e una donna, perché si conoscessero a vicenda - che la tradizione ebraica successiva interpreta la famiglia. Secondo il pensare comune di maestre e rabbini, l’omosessualità non rientra nel contesto ammissibile di quello che è stato per secoli e millenni l’unico ordine sociale del popolo ebraico: padre, madre e figli. Tanto che, quasi da sempre, gli ebrei chiamano se stessi «figli di Israele», in una ininterrotta catena di generazioni. L’ebraismo non condanna l’amore fisico, non lo considera una colpa - frutto dell’amaro boccone di Eva e Adamo - bensì una benedizione: l’eros, e con esso l’armonia della coppia, è il meccanismo che consente la sopravvivenza fisica e storica. Proprio in nome di quel «crescete e moltiplicatevi» che è più volte ripetuto nel testo sacro, l’ebraismo ha una posizione molto aperta nei confronti della fecondazione artificiale e di tutto ciò che aiuta la funzione «creativa» della famiglia. Il fatto che Israele approvi oggi in questo merito una legislazione fortemente innovativa, che consente l’adozione di bambini a coppie omosessuali, riconduce per un verso, e paradossalmente, a questo senso sacrale della famiglia, all’importanza che questa istituzione riveste da sempre nella storia del popolo ebraico. D’altro canto, questa normativa rivela, a dispetto di certe dita puntate, quanto poco teocratico sia Israele oggi, capace com’è di elaborare un’idea di famiglia così laica e capiente. Un’idea che è certamente una svolta rispetto alla tradizione religiosa e che pone questo antico-nuovo paese all’avanguardia.

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