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mercoledì 27 febbraio 2008

NEPAL. ELEZIONI, 5 GAY CANDIDATI CONTRO TABU' SOCIETA'


KATHMANDU, 26 FEB - Tra i candidati alle elezioni del Nepal del 10 aprile, ci saranno anche cinque gay, pronti a difendere i diritti degli omosessuali e a sfidare i tabu' di una nazione conservatrice che discrimina e condanna

questo tipo di orientamento sessuale che viene considerato innaturale.

Lo ha reso noto uno dei candidati.

''Ci presenteremo alle elezioni per combattere le discriminazioni nella nostra societa''', ha detto oggi Sundil

Babu Pant, fondatore del gruppo per i diritti gay Blue Diamond Society.

I 5 candidati appartenenti alle liste del piccolo partito comunista nepalese, aspirano a diventare membri della nuova

assemblea costituente del Nepal composta da 601 seggi.

Pant punta alla vittoria appellandosi al voto di migliaia di gay e transgender del suo paese.

A dicembre, la corte suprema aveva ordinato al governo di porre fine alle discriminazioni contro i gay e di tutelarne i diritti. La legislazione del Nepal considera l'omosessualità un

crimine, tanto da punirla con la reclusione.

SONDAGGIO GAY.IT. I GAY AL 50% VOTANO IL PD, IL 5% SOCIALISTI

ROMA, 26 FEB - Il voto dei cittadini omosessuali premierebbe i partiti moderati e non quelli piu' radicali: al Pd andrebbe il 50% delle preferenze, al Pdl il 25%, alla Sinistra

Arcobaleno il 15%.

Almeno stando a quanto emerge da un sondaggio realizzato dal sito Internet Gay.it al quale hanno partecipato

circa 10.000 ''navigatori''.

Buono anche il risultato ottenuto dai Socialisti di Enrico Boselli, a cui andrebbe il 5% delle preferenze, ben piu' del dato nazionale generale, che li vede all'1%.

Merito, secondo il sito, delle posizioni sostenute da questo partito sui temi che riguardano la comunita' gay.

Il Pdl di Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini raccoglie quindi il voto di un gay su tre. Il dato rimane sostanzialmente immutato rispetto alle intenzioni espresse dai lettori alla

precedente tornata elettorale.

I ''piccoli'' del centro cattolico si spartiscono uno scarso 3%: Casini e' al 2%, Rosa Bianca ottiene lo 0,3%, Udeur lo 0,5%.

Meno di quanto riesca a conquistare La Destra di Storace alla quale va comunque il 4% delle simpatie degli elettori gay. Si deve accontentare del 1,6% il Pcl di Ferrando.

'Non mi sorprende vedere come, nonostante la Sinistra Arcobaleno sia piu' determinata del Pd a portare avanti le istanze dal mondo gay, Bertinotti raccolga solo un terzo delle

preferenze espresse - e' il giudizio di Daniele Nardini, direttore dei contenuti di Gay.it - la comunita' lgbt ha ancora fiducia nel partito di Veltroni, nonostante sui temi a lei cari - coppie di fatto, omofobia e stalking - abbia ricevuto delusioni cocenti dal precedente governo''. ''Per questo - conclude - Veltroni ha una grande responsabilita' nei confronti

della comunita' lgbt che, a quanto sembra, e' intenzionata a rinnovare la fiducia alla sua parte politica''.

NASCE L`ASSOCIAZIONE RADICALE LGBT `CERTI DIRITTI`

(26/02/2008) Si batterà in campo politico, giuridico e culturale per la tutela dei diritti civili in materia di identità di genere, contro la violenza omofobica e sulle donne, per la liberazione sessuale. Primo congresso a Roma l`1 marzo. Leggi come partecipare >

Il prossimo 1 marzo nascerà a Roma l'Associazione radicale 'Certi diritti' che ha, tra i suoi obiettivi, quello di battersi in campo politico, giuridico e culturale per l'accesso all'istituto del matrimonio per le persone omosessuali, la tutela dei diritti civili in materia di identità di genere ed intende caratterizzare il suo impegno in favore di campagne informative sull'educazione sessuale, contro la violenza omofobica, contro la penosa, umiliante e discriminatoria legge 40 sulla fecondazione assistita e per promuovere campagne contro la violenza domestica sulle donne.


Con questi e altri obiettivi l'Associazione intende essere protagonista della Conferenza permanente per la Riforma del Diritto di Famiglia e ispirerà il suo impegno alle lotte nonviolente di quanti hanno combattuto e vinto il razzismo, la segregazione e la discriminazione per garantire l'universalità dei diritti civili. Anche per questo vogliamo dedicare la nostra iniziativa alla memoria di Makwan Moloudzadeh (il ragazzo di 21 anni impiccato in Iran il 5 dicembre 2007 perchè accusato di aver commesso atti omosessuali) e a coloro che hanno sofferto abusi , discriminazioni e violenze a causa della propria condizione sessuale.

INFORMAZIONI LOGISTICHE SUL CONGRESSO COSTITUTIVO:

I lavori, si svolgeranno sabato 1 marzo, a Roma, dalle ore 9.30 alle ore 20, presso la Sala delle Bandiere del Parlamento Europeo, Via Quattro Novembre, 149 (tra Via Nazionale e Piazza Venezia).
Per partecipare e votare al Congresso costitutivo con inclusa l'iscrizione all'Associazione per il 2008 - occorre versare la quota di almeno 30 Euro. Ci si può iscrivere anche presso la sede congressuale. Senza l'iscrizione non si ha diritto di voto. Ovviamente anche i non iscritti possono assistere ai lavori.
Informazioni e preannunci di partecipazione all'indirizzo certidiritti@radicali.it

Nell'ambito del Congresso sono previste le seguenti relazioni:

Conferenza permanente per la Riforma del Diritto di Famiglia, Bruno De Filippis, Giurista;

Le famiglie nella Costituzione, cosa non dice l'art. 29. Trucchi e manipolazioni nel dibattito pubblico; Mario Di Carlo, Avvocato;

La rete Lenford, avvocatura per i diritti LGBT Associazione italiana di avvocati che si occupa della tutela giudiziaria delle persone (e coppie) omosessuali. Francesco Bilotta, Avvocato, Docente di Diritto Privato presso l'Universit di Udine.

Il movimento di liberazione sessuale, alcune proposte di azione , Enzo Cucco, Direttore Fondazione Sandro Penna di Torino;

L' Europa dei diritti, di Ottavio Marzocchi, radicale, funzionario del Gruppo Alde del Parlamento Europeo;

Le adozioni per le persone gay, perch no? di Chiara Lalli;

Il no al registro delle unioni civili a Roma, di Massimiliano Iervolino, Segretario Radicali Roma.

redazione@gay.tv

NOI E ANNA TATANGELO FIGLI DELLO STESSO DIO

(26/02/2008) Sono bastate poche note a farla entrare nei nostri piccoli cuori di gay. `Il mio amico`, la canzone che Anna Tatangelo ha presentato al 58° Festival di Sanremo, è già tormentone. Chi non vorrebbe farsi coccolare come un gatto da lei, ora? di Nadir

Per chiudere, vi lasciamo con il testo di 'Il mio amico'. Raccomandiamo vivamente di impararlo a memoria: il prossimo gay pride è alle porte.

Il mio amico che non dorme mai di notte
Resta sveglio fino a quando da mattina
Con il viso stanco e ancora di po’
Di trucco
lascia
I sogni chiusi dentro ad un cuscino
Il mio amico ha molta luce dentro gli occhi
Per guardare chi non c’è
Fa di tutto per assomigliarmi tanto vuole amare come me

Ma poi si chiude dentro di sé
Il mio amico s’incammina per la strada
Fa un accenno e ti saluta col sorriso
Nel suo sguardo attento e un poco malizioso
Per avvicinarsi trova mille scuse

Il mio amico avvolto dentro l’amarezza
Mi fa tanta tenerezza
Anche quando nasce l’alba più sicura
Poi di notte gli regala la paura

Dimmi che male c’è
Se ami un altro come te
L’amore non ha sesso
Il brivido è lo stesso
O forse un po’ di più

Dimmi che male c’è
Se ami un altro come te
Se il cuore batte forte
Dà la vita a quella morte che vive dentro te…

Il mio amico cerca un nuovo fidanzato
Perché l’altro già da un pezzo l’ha tradito
Dorme spesso accanto a me dentro al mio letto
E si lascia accarezzare come un gatto
Il mio amico mi confida le sue cose
Anche quelle che non sa
Poi mi guarda mentre spegne il suo sorriso
Spera sempre in quell’amore che non ha

Dimmi che male c’è
Se ami un altro come te
L’amore non ha sesso
Il brivido è lo stesso
O forse un po’ di più


Nel cammino dell’amore
Scende sempre quel dolore dentro te
C’è chi ti guarda con disprezzo
Perché ha il cuore di un pupazzo dentro
Se a chi dice che non sei normale
Tu non piangere su quello che non sei
Lui non sa che pure tu sei
Uguale a noi e che siamo figli dello stesso Dio

Dimmi che male c’è
Se ami un uomo come te
Se il cuore batte forte
Dà vita a quella morte che vive dentro te…

martedì 26 febbraio 2008


http://www3.varesenews.it/italia/articolo.php?id=89843

I commenti dei lettori, De Andrè e molti siti affrontano la questione salita alla ribalta grazie al reality del Grande Fratello e alla presenza della gallaratese Silvia Burgio

Senegal: due gay lapidati dalla folla inferocita


Un africano tra i 17 e i 18 anni ed un anziano europeo sarebbero stati vittime di un linciaggio pubblico da parte di una folla inferocita a causa della loro omesessualità. E' accaduto a Kaolack, nella parte ovest del Senegal, La fonte della notizia è il sito francese tetu.com che ha riportato il racconto di un testimone oculare che racconta di avere assistito a questi fatti lo scorso 14 febbraio. Il testimone ha chiamato la Polizia dal suo ufficio dopo avere assistitito inorridito al linciaggio.

La Polizia è arrivata sul luogo una mezz'ora dopo l'allarme, provocando la fuga della folla riunita ed ha prelevato i due uomini: "il bianco era talmente malconcio che ho pensato fosse morto" conclude il testimone. Non è chiaro cosa ne sia stato dei due presunti omosessuali linciati, ma secondo le voci che circolano sarebbero "morti per le ferite riportate". Gli agenti, poi, hanno arrestato due persone sospettate di avere preso parte al linciaggio.
Ricordiam che il Senegal è lo stesso paese in cui qualche settimana fa furono arrestate delle persone per avere partecipato ad un finto matrimonio gay sulla spiaggia. Le autorità sono poi state costrette a rilasciare gli arrestati.

EX PIONERE MICROSOFT LASCIA 65 MLN DLR A FONDAZIONE GAY

Washington, 24 feb. - Ric Weiland, uno dei primi collaboratori di Microsoft, ha donato 65 milioni di dollari ad associazioni per la difesa dei diritti degli omosessuali. Lo ha annunciato oggi la Fondazione Pride, in cui Weiland ha svolto anche incarichi direttivi per diversi anni. Morto suicida due anni fa a seguito di una forte e lunga depressione, Weiland era compagno di scuola di Bill Gates e nel 1975 partecipo' alla nascita di Microsoft: all'epoca, ci lavoravano in cinque.

Lascio' poi l'impresa nel 1988.

Weiland era gia' noto per la sua filantropia: in beneficenza, infatti, ha donato in tutto 160 milioni di dollari a fondazioni gay, e ad associazioni impegnate nella lotta contro l'aids.

ARCILESBICA, ROMA SIA IN PRIMA FILA NELLA LOTTA PER ASILO POLITICO AI GAY


"Nessuno tocchi le lesbiche, i gay, i transessuali. Dopo la moratoria dell'Onu sulla pena di morte nulla sembra cambiato per chi nel mondo viene perseguitato e

condannato a morte. E' urgente manifestare e protestare perche' il

Governo Inglese conceda asilo a chi rischia la pena capitale perche'

omosessuale". Lo ha affermato Francesca Grossi, segretaria nazionale

di Arcilesbica e presidente del circolo di Roma che nel pomeriggio

prendera' parta alla manifestazione di protesta davanti all'ambasciata

britannica.



"E' altrettanto urgente - ha sottolineato la Grossi - che

l'Italia faccia un passo avanti. Le donne di Arcilesbica chiederanno

un incontro urgente ai candidati a sindaco di Roma, perche' Roma sia

promotrice di una iniziativa a favore dell'asilo politico per le

persone omosessuali e transessuali che rischiano la pena di morte solo

per il fatto di essere gay".



venerdì 22 febbraio 2008

L'Europa apre le porte alle adozioni per le coppie gay




Coppie eterosessuale conviventi, purchè registrate come unioni di fatto, single e coppie omosessuali potrebbero presto avere ogni diritto ad adottare un bambino. Lo potrebbe stabilire la nuova Convenzione europea sull'adozione dei minori: una svolta per tutti coloro che vogliono adottare un bambino e non sono sposati. Il nuovo testo, in elaborazione dal 2002 differisce da quella attualmente in vigore datata 1967 che prevedeva la possibilità di adozione solo per le coppie eterosessuali sposate. Il documento attualmente in esame, che dovrebbe essere firmato dal Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa nella prossima riunione del 5-6 maggio, estende il diritto di adozione anche alle coppie eterosessuale non sposate e ai single, e apre le porte all'adozione anche per le coppie gay.

La convenzione, fanno sapere dal Consiglio d'Europa, permette ai singoli Stati di scegliere in che modo aderirvi, optando, cioè, per un'adesione totale piuttosto che parziale (ad esempio preferendo attuare solo la parte che riguarda le coppie eterosessuale conviventi e non le altre). Nel primo caso, però, lo Stato che decidesse di ratificare la convenzione nella sua versione integrale, deve anche adeguarsi alle indicazioni riportate dal testo, ovvero permettere la registrazione di unioni civili eterosessuale o omosessuali e mettere in atto tutte quelle disposizioni che permettano l'attuazione totale della convenzione.

Per quanto riguarda le coppie omosessuali, la disposizione è ancora vaga, ma segna indubbiamente un notevole passo avanti, stabilendo quantomeno la possibilità dell'adozione da parte delle coppie gay o lesbiche, se lo Stato membro lo vuole. Ancora una volta, il documento, infatti, lascia ai singoli Stati la libertà di decidere se prevedere l'adozione per le coppie gay sia sposate, sia registrate come unione di fatto, sia conviventi stabilmente e in quali modalità.

martedì 19 febbraio 2008

Firmate, e passate parola alle donne, e agli uomini che hanno intelletto d'amore

16 febbraio 2008

LIBERADONNA

Per sottoscrivere la lettera-appello: www.firmiamo. it/liberadonna


Caro Veltroni, caro Bertinotti, cari dirigenti del centro-sinistra tutti, ora basta!

L'offensiva clericale contro le donne – spesso vera e propria crociata bigotta - ha raggiunto livelli intollerabili. Ma egualmente intollerabile appare la mancanza di reazione dello schieramento politico di centro-sinistra, che troppo spesso è addirittura condiscendenza.

Con l'oscena proposta di moratoria dell'aborto, che tratta le donne da assassine e boia, e la recente ingiunzione a rianimare i feti ultraprematuri anche contro la volontà della madre (malgrado la quasi certezza di menomazioni gravissime), i corpi delle donne sono tornati ad essere "cose", terreno di scontro per il fanatismo religioso, oggetti sui quali esercitare potere.

Lo scorso 24 novembre centomila donne – completamente autorganizzate – hanno riempito le strade di Roma per denunciare la violenza sulle donne di una cultura patriarcale dura a morire. Queste aggressioni clericali e bigotte sono le ultime e più subdole forme della stessa violenza, mascherate dietro l'arroganza ipocrita di "difendere la vita". Perciò non basta più, cari dirigenti del centro-sinistra, limitarsi a dire che la legge 194 non si tocca: essa è già nei fatti messa in discussione. Pretendiamo da voi una presa di posizione chiara e inequivocabile, che condanni senza mezzi termini tutti i tentativi – da qualunque pulpito provengano – di mettere a rischio l'autodeterminazion e delle donne, faticosamente conquistata: il nostro diritto a dire la prima e l'ultima parola sul nostro corpo e sulle nostre gravidanze.

Esigiamo perciò che i vostri programmi (per essere anche nostri) siano espliciti: se di una revisione ha bisogno la 194 è quella di eliminare l'obiezione di coscienza, che sempre più spesso impedisce nei fatti di esercitare il nostro diritto; va resa immediatamente disponibile in tutta Italia la pillola abortiva (RU 486), perché a un dramma non debba aggiungersi una ormai evitabile sofferenza; va reso semplice e veloce l'accesso alla pillola del giorno dopo, insieme a serie campagne di contraccezione fin dalle scuole medie; va introdotto l'insegnamento dell'educazione sessuale fin dalle elementari; vanno realizzati programmi culturali e sociali di sostegno alle donne immigrate, e rafforzate le norme e i servizi a tutela della maternità (nel quadro di una politica capace di sradicare la piaga della precarietà del lavoro).

Questi sono per noi valori non negoziabili, sui quali non siamo più disposte a compromessi.


PRIME FIRMATARIE:
Simona Argentieri
Natalia Aspesi
Adriana Cavarero
Cristina Comencini
Isabella Ferrari
Sabina Guzzanti
Margherita Hack
Fiorella Mannoia
Dacia Maraini
Alda Merini
Valeria Parrella
Lidia Ravera
Rossana Rossanda
Elisabetta Visalberghi


Per sottoscrivere la lettera-appello: www.firmiamo. it/liberadonna


lunedì 18 febbraio 2008

ULTIMA ORA, IL NOSTRO ORRORE QUOTIDIANO

Pensate ancora che essere transgender sia un vizio, un capriccio della mente o una libera e arbitraria scelta?
Guardate questo bambino:

Si chiamava Cameron McWilliams, viveva nello Yorkshire in UK,
aveva 10 anni e si sentiva una bambina.
In famiglia avevano sottovalutato il suo tormento.
E' stato trovato morto nella sua cameretta, in abiti parzialmente femminili, affacciato alla finestra di una casa da cui non usciva quasi mai
per l'ignoranza della gente.
Ulteriori indagini della polizia accerteranno le cause della sua morte.
N.B.: foto e articolo pubblicati originariamente sul quotidiano on line "The Star" il 15 febbraio 2008

Transgender Children-Out Of The Shadows


ISRAELE: ESTESO DIRITTO D'ADOZIONE ALLE COPPIE GAY


Gerusalemme, 10 feb. - Il ministro israeliano della Giustizia, Meni Mazuz, ha deciso che alle coppie omosessuali sara' consentita anche l'adozione di bambini non legati geneticamente a nessuno dei due partner.

Sara' cosi' esteso il diritto all'adozione, finora riconosciuto soltanto nel caso che il bambino fosse di uno dei partner.

"E' stato deciso che non vi e' alcun impedimento giuridico a consentire che una coppia dello stesso sesso, o uno dei

partner, adotti un bambino che non appartenga a nessuno dei due", si legge in una nota del ministero.

L’EQUIVOCO

DI SODOMA





Nella bibbia ebraica non si trova un’esplicita condanna della omosessualità. La parola sodomia deriva infatti da un equivoco di fondo: la colpa degli abitanti di questa città di sale, infatti, fu quella di ignorare il dovere di ospitalità - principio questo fondamentale nelle società che abitano l’aspro deserto. Nulla, che abbia a che vedere con la sfera sessuale. La Torah proibisce di giacere con un uomo così come si giace con una donna. È sulla base di questo dettato, oltre che su un principio più generale di rispetto dell’ordine costituito originariamente da Dio - egli mise in terra un uomo e una donna, perché si conoscessero a vicenda - che la tradizione ebraica successiva interpreta la famiglia. Secondo il pensare comune di maestre e rabbini, l’omosessualità non rientra nel contesto ammissibile di quello che è stato per secoli e millenni l’unico ordine sociale del popolo ebraico: padre, madre e figli. Tanto che, quasi da sempre, gli ebrei chiamano se stessi «figli di Israele», in una ininterrotta catena di generazioni. L’ebraismo non condanna l’amore fisico, non lo considera una colpa - frutto dell’amaro boccone di Eva e Adamo - bensì una benedizione: l’eros, e con esso l’armonia della coppia, è il meccanismo che consente la sopravvivenza fisica e storica. Proprio in nome di quel «crescete e moltiplicatevi» che è più volte ripetuto nel testo sacro, l’ebraismo ha una posizione molto aperta nei confronti della fecondazione artificiale e di tutto ciò che aiuta la funzione «creativa» della famiglia. Il fatto che Israele approvi oggi in questo merito una legislazione fortemente innovativa, che consente l’adozione di bambini a coppie omosessuali, riconduce per un verso, e paradossalmente, a questo senso sacrale della famiglia, all’importanza che questa istituzione riveste da sempre nella storia del popolo ebraico. D’altro canto, questa normativa rivela, a dispetto di certe dita puntate, quanto poco teocratico sia Israele oggi, capace com’è di elaborare un’idea di famiglia così laica e capiente. Un’idea che è certamente una svolta rispetto alla tradizione religiosa e che pone questo antico-nuovo paese all’avanguardia.

ABORTO: ITALIA ALLO SBANDO?


Mettiamo un attimo da parte lo sbigottimento, del tutto legittimo quando ci si ritrova a parlare di rimettere mano ad una legge che esiste in Italia da 30 anni e che, soprattutto, funziona. Parliamo di aborto e della legge 194.

Lunedì sera Silvana S., 39enne di Arzano, rientra nella sua camera di degenza al Nuovo Policlinico di Napoli dopo aver subito alla 21esima settimana un aborto terapeutico: il figlio che aspettava soffriva della sindrome di Klinefelter, un'alterazione ormonale. Dopo 20 minuti 7 agenti di polizia l'hanno raggiunta nel reparto, senza mandato e con l'autorizzazione del magistrato Vittorio Russo che se ne assume la responsabilità telefonicamente. La polizia agiva in seguito ad una denuncia anonima in cui si diceva: "correte, correte, qui dentro stanno facendo un feticidio, una donna è chiusa nel bagno e sta buttando il feto nel water".
La polizia ha interrogato Silvana, la vicina di letto ricoverata per gravidanza a rischio, acquisito la cartella clinica e sequestrato il feto.
L'aborto era stato effettuato entro la 23esima settimana di gestazione, quindi entro i paramentri della legge 194. Due settimane fa Silvana aveva scoperto che il bambino che avrebbe dato alla luce aveva un difetto dei cromosomi che poteva comportare ritardo mentale, problemi al cuore, diabete e l'assenza di alcuni ormoni. Da venerdì 8 febbraio le sono stati somministrati i farmaci per stimolare le contrazioni dell'utero. Lunedì il feto era morto. Ha continuato la terapia e lunedì sera è stata operata per ripulire l'utero.

Oggi il quotidiano Liberazione è uscito con il titolo a tutta pagina "Siamo tutte assassine". Ieri in tutta Italia, da Milano a Bologna, da Firenze a Roma, migliaia di donne hanno manifestato in difesa della legge 194, poche giovani e più adulte. "Le donne che hanno più o meno la mia età hanno una grande reattività su questi temi - ha notato Emma Bonino - magari perché ricordano gli aborti clandestini, o hanno potuto usare la 194. Ma certo è che la generazione più giovane non sa cosa sta accadendo. Lo vedo con mia nipote Marta. Mi ascolta sgomenta. Lei è di una generazione che ha conosciuto la libera scelta su quando e come essere madre, quando e con chi vivere. Non ha segnali della messa in discussione di questa libertà".
Non ha evidentemente segnali del fatto che già quest'estate Avvenire, il quotidiano dei vescovi (quindi evidentemente persone che hanno a che vedere con l'aborto un giorno si e l'altro pure), auspicava un 'tagliando' per la legge 194: "Il ministero - scriveva il 29 agosto la ex militante femminista, poi portavoce del Family Day, Eugenia Roccella - potrebbe fornire indirizzi e regole, stilando delle linee guida, senza toccare la legge. Per mettere qualche paletto basta un atto amministrativo, senza modificare la legge, e probabilmente il ministro potrebbe contare su un'ampia area trasversale di consenso. C'è stato un tavolo dei volonterosi sui temi economici. Perché non provare a farne uno sui temi della vita umana?"
Ma, come sottolinea sempre Emma Bonino, più che attualizzare una legge che funziona perchè ha ridotto il numero degli aborti ed eliminato la piaga di quelli clandestini, o portare la questione sui tavoli della politica, si tratta di rendersi conto che la questione è già sui tavoli della politica. Ma molto probabilmente per i motivi sbagliati. "Vedo scatenarsi una cagnara politica (...) e lo scopo è solo quello di fare una crociata ideologica per portare scompiglio, in particolare nel centrosinistra. Leggo che Ferrara sarebbe pronto a lanciare su questo tema una 'lista civetta' di stampo sanfedista, ovviamente per spaccare il Partito democratico".

Dicevamo, la lista civetta di Ferrara. Il direttore del Foglio, già noto per le sue posizioni contro l'aborto, sta combattendo una guerra per far si che una moratoria che doveva essere presentata all'Onu per denunciare l’aborto a fini eugenetici in India e in Cina si trasformi in una battaglia per il diritto alla vita. Ed in una lista politica, la sua lista Pro life.
L'amico Silvio aveva annunciato di essere favorevole alla moratoria e all'inserimento all’interno dell'articolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, quelle che afferma che “ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona” della postilla “dal concepimento fino alla morte naturale”, come chiede da mesi l'amico Giuliano. Anche se nel Pdl c'è piena libertà di coscienza su questi temi. Questi temi tipo il paragonare una donna che abortisce ad un boia che esegue una sentenza di morte.
Poi c'è stato il caso del Policlinico di Napoli e a Berlusconi è sembrato il caso di lasciare "questi temi" fuori dalla campagna elettorale. "Negli ultimi mesi (n.d.r. Ferrara) è stato rapito da questa missione, ma io penso che l'aborto non è un problema da inserire nell'agone politico, è un tema che attiene alle coscienze (...) Io passo giorni e notti a concentrare 18 sigle di partiti in una, e ora l'amico Ferrara propone un'altra lista". Ah, ecco. Lasciamo l'aborto fuori dalla politica e dalla campagna elettorale.

Sandro Bondi, ad inizio gennaio, all'indomani della richiesta di moratoria sull'aborto di Ferrara, e all'indomani della benedizione della richiesta di moratoria sull'aborto di Ferrara da parte del Cardinale Ruini, insomma Sandro Bondi ha pensato che fosse giusto "rivedere le linee guida della legge 194 sulla base delle necessità di tener conto delle nuove possibilità tecnologiche che rischiano di inficiarne i principi ispiratori". La Binetti non se lo era fatto ripetere due volte ed aveva addirittura rilanciato la proposta di Bondi con un "sono disponibile a dare il mio contributo alla formazione di una maggioranza trasversale (...), sulla salvaguardia della vita non valgono logiche di schieramento o posizioni di partito. Nel Pd e in parlamento siamo in più di quanti si creda a ritenere indispensabile la rivisitazione della legge 194. Sarebbe demenziale invocare disciplina di partito su temi che toccano al fondo la coscienza e le ragioni della convivenza civile". Apriti cielo. E in un'intervista al Secolo d'Italia rilasciata l'altro ieri ha tirato in ballo anche Veltroni, che fino ad ora si è limitato a dire che la legge 194 è " utile ed equilibrata", dichiarando che "è ovvio che Veltroni è d'accordo con me. Io ho sottoscritto un manifesto dei valori dove è esplicito il riferimento alla tutela della vita". Salvo dire, a Repubblica del 14 febbraio, che "no, la 194 e la 40, sulla fecondazione artificiale non vanno toccate". Durissima comunque la replica alla senatrice teodem di Ermete Realacci, responsabile comunicazione del Pd e vicinissimo a Veltroni: "la posizione del Partito democratico è che la 194 non va cambiata perché è una buona legge. Semmai ci possono essere parti della legge che vanno applicate meglio...la Binetti ovviamente può esprimere il suo punto di vista".

Del tutto evidente come, per quanto si tenti più o meno disperatamente di tenerlo fuori dalla politica e dalla campagna elettorale, l'aborto E' ora come 30 anni fa, politico. Ed è purtroppo campagna elettorale. Purtroppo per Silvana di Napoli. L'unica nota positiva, se così possiamo permetterci di definirla, è il fronte compatto che, come titolava Il Tempo ieri, ha fatto mettere la Binetti nell'angolo dal Pd ed ha fatto scendere in piazza il Pd, ma anche i verdi, comunisti, radicali, Arcigay, Cgil...Ha fatto in modo che anche le ragazze, anche quelle che come dice la Bonino la ascoltano sgomente e in quelle piazze non ci sono scese, cominciassero a rendersi conto che quello che viene dato per scontato, forse tanto scontato non è. E che probabilmente è arrivato veramente il momento di discuterne, nel Pd, come nel "paese reale".

Maurizia Paradiso in 24 ore candidata e scaricata


Arcigay e MIT, Movimento italiano transessuali, rendono pubblico un episodio di cui è stata protagonista la pornostar Maurizia Paradiso: «L'inesistente bacino elettorale che caratterizza il Partito per il Sud - si legge nel comunicato congiunto diramato dalle due associazioni - potrebbe lasciare indifferenti i lettori per questo comunicato. Per quanto ci riguarda il fatto che stiamo per denunciare non è che la punta di un iceberg del clima di odio ed omofobia che esiste in Italia.

Purtroppo ne è stata vittima un volto noto e amato della televisione e del popolo lgbt come Maurizia Paradiso. A Maurizia è stato chiesto di candidarsi come capolista al Senato, non si sa bene per quale ragione ma la più accreditata si presume sia l'utilizzo gratuito della sua immagine, per il sopradetto PPS e di farsi carico ella stessa delle spese per la campagna elettorale nel collegio.

Maurizia, donna tosta e tenace, un cane sciolto del movimento, non pensava minimamente che quella candidatura sarebbe sfociata in un'elezione ma sarebbe però servita per promuovere e portare a conoscenza i temi a noi più cari come l'omofobia, il razzismo e i diritti di gay lesbiche bisessuali e trans. Proprio quei diritti che a lei sono stati negati dal presidente del partito ing.

Domenico Iannantuoni che prima la tessera e la insigna avvolgendola con la bandiera e denominandola "Il nuovo Masaniello del Sud" e dopo la fa cacciare dal vicepresidente Luigi Cerritelli, candidato per il medesimo partito al Senato in Lombardia, nel giro di 24 ore. Il tutto è documentabile con immagini e filmati in nostro possesso che provvederemo a mettere a breve su youtube.

Capiamo che in questi momenti di convulse formazioni - conclude il comunicato - delle liste elettorali anche un partito irrilevante, come il Partito per il Sud, possa far comodo ma non capiamo veramente come un partito vicino alla destra abbia potuto sfruttare l'ingenuità politica di una persona e poi calpestarne la sua dignità.»

giovedì 14 febbraio 2008

Vladimir Luxuria

(8 febbraio 2008)

In attesa del voto d'aprile, la deputata transgender torna su Radio Capital e debutta al Piccolo Eliseo di Roma con "Ora d'aria". Il videoforum

Conduce Laura Pertici

UNIONE EUROPEA: PROCEDURA CONTRO GERMANIA E ITALIA VIOLANO LE DIRETTIVE CONTRO LA DISCRIMINAZIONE


14/02/2008) Il commissario per gli affari sociali ha aperto ufficialmente una procedura di infrazione contro 12 stati europei a causa del non corretto recepimento del trattato di Nizza contro le discriminazioni.


14/02/2008) Il commissario per gli affari sociali ha aperto ufficialmente una procedura di infrazione contro 12 stati europei a causa del non corretto recepimento del trattato di Nizza contro le discriminazioni.
Spidla ha accusato la Germania in particolare di aver avallato
una legge sulle civil partnership non paritaria rispetto all'istituto
matrimoniale, ma anche per l'Italia l'elenco delle rimostranze è lunghissimo: si va dalla non corretta definizione di discriminazione alla limitata protezione delle vittime.

Giorgio Lazzarini
redazione@gay.tv

mercoledì 13 febbraio 2008

La festa più dolce dell'anno sta per arrivare!!San Valentino


La festa degli innamorati nasce dal tentativo della Chiesa cattolica di porre fine ad un popolare rito pagano per la fertilità. Per gli antichi Romani il mese di Febbraio era considerato il periodo in cui ci si preparava all' avvento della primavera, considerata la stagione della rinascita. Si iniziavano i riti della purificazione e le celebrazioni dei Lupercali, festività in onore del dio Luperco protettore del bestiame ovino e caprino dall'attacco dei lupi. I luperci, sacerdoti di estrazione nobile del dio, sacrificavano ogni anno qualche capo di bestiame, colpendo gli spettatori con uno straccio di pelli. Erano soprattutto le donne non più giovani a ricevere quel particolare battesimo di fertilità, sperando di rimanere incinte. Ma il vero e proprio rituale consisteva in una specie di lotteria dell'amore: i nomi delle donne e degli uomini che adoravano questo dio venivano messi in un'urna e opportunamente mescolati. Quindi un bambino sceglieva a caso alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità, affinché il rito della fertilità, che avrebbe dovuto tradursi in prosperità per le terre dei campi e per gli allevamenti di bestiame, fosse concluso. L'anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamente con altre coppie. I padri precursori della Chiesa, determinati a mettere fine a questa pratica licenziosa, cercarono un santo “degli innamorati” per sostituire l’immorale Luperco. Nel 496 d.C Papa Gelasio soppresse questa festa pagana: ebbe inizio il culto di San Valentino, un vescovo che era stato martirizzato circa duecento anni prima. San Valentino nato a Terni nell'anno 175 d.C. divenne così il patrono dell'amore e protettore degli innamorati di tutto il mondo. Valentino dedicò la sua vita alla comunità cristiana e alla città di Terni dove infuriavano le persecuzioni contro i seguaci di Gesù. Fu consacrato vescovo della città nel 197 d.C. dal Papa San Feliciano. Esistono due differenti versioni sulla sua morte: secondo la prima, quando l'imperatore Aureliano ordinò le persecuzioni contro i cristiani, San Valentino fu imprigionato e flagellato lungo la via Flaminia, lontano dalla città per evitare tumulti e rappresaglie dei fedeli. La seconda versione racconta che, nel 270 d.C. il vescovo Valentino, famoso per aver unito in matrimonio un pagano ed una cristiana, fu invitato dall'imperatore pazzo Claudio II che tentò di persuaderlo a convertirsi nuovamente al paganesimo. San Valentino, con dignità, rifiutò di rinunciare alla sua fede e, imprudentemente, tentò di convertire a sua volta Claudio II al Cristianesimo. Il 24 febbraio 270 d.C. San Valentino fu lapidato e poi decapitato. La storia sostiene, inoltre, che mentre Valentino era in prigione in attesa dell'esecuzione si fosse innamorato della figlia cieca del guardiano, Asterius, e che con la sua fede avesse ridato miracolosamente la vista alla fanciulla. Si racconta che prima di morire Valentino le avesse mandato un messaggio d'addio che si concludeva con " dal vostro Valentino". Una frase che nel tempo è diventata sinonimo di Vero Amore.

PER TE.


vanessa mazza

Addio al re della bossanova -


Addio al re della bossanova - Henri Salvador, il musicista francese considerato l'ispiratore dela bossanova, è morto mercoledì nella sua abitazione, a causa di un aneurisma cerebrale. Aveva 90 anni. Salvador, che cominciò a calcare i palcoscenici di Parigi prima della Seconda guerra mondiale, era noto anche per le sue risate fragorose e la sua voce felpata

: Suor Letizia e l'Expo 2015 ::


- Prima il festival del cinema gay di Milano. Dopo la splendida mostra Arte e Omosessualità che per vederla ci è toccato andare a Firenze. Ma non basta: un'ordinanza del Comune di Milano impone ai bar della gay street la chiusura alle 22: certo, dire che la "gay street" è tutto fuorché un paradiso non deve offendere nessuno, ma imporre la chiusura alle 22 di locali storici - anche perché, come si legge in una lettera della Questura, sono frequentati da persone "dalla chiara ten-denza omosessuale" - fa davvero gridare allo scandalo. Che succede a Milano? Possibile che la capitale economica di questo Paese non riesca ad avere una amministrazione comunale che valorizzi e non comprima le espressioni della comunità lgbt cittadina? Possibile che Milano debba meritarsi una amministrazione comunale più in linea con Teheran o Il Cairo che con Londra o Berlino? Possibile che Suor Letizia Moratti non possa essere mandata a casa? O c'è bisogno di una nuova Stonewall milanese? E possibile - perdonatemi - che la comunità lgbt milanese, associazioni gay in testa, non si svegli e inizi a farsi sentire?

Alessio De Giorgi, Gay.it

Gay .it :: EveryOne scrive all'ambasciatore: "Salvi Hamzeh e Loghman"

Gay .it :: EveryOne scrive all'ambasciatore: "Salvi Hamzeh e Loghman": "E' possibile firmare la petizione per salvare la vita a Longhman e Hamzeh clickando qui."

EveryOne scrive all'ambasciatore: "Salvi Hamzeh e Loghman"



Il gruppo chiede un incontro al rappresentante dell'Iran in Italia perchè impedisca la condanna a morte dei due giovani per 'sodomia'. Continua la raccolta di firme giunte a quota 12.500.


Ha superato oggi le 12.530 sottoscrizioni la petizione per la vita di Hamzeh Chavi e Loghman Hamzehpour, i due ragazzi di 18 e 19 anni arrestati a Sardasht, nell’Azerbaijan Iraniano, lo scorso 23 gennaio, con le accuse di "mohareb" e "lavat" (essere nemici di Allah e sodomia), che hanno confessato sotto tortura di amarsi e rischiano la condanna a morte.

Gli attivisti del Gruppo EveryOne hanno indirizzato una lettera ad Abolfazl Zohrevand, Ambasciatore in Italia della Repubblica Islamica dell’ Iran in cui chiedono un urgente incontro per discutere del caso dei due giovani che sta suscitando clamore in tutto il mondo, e della preoccupante situazione sulla violazione dei diritti umani in corso nel Paese.

"Signor Ambasciatore," si legge nella lettera, firmata a nome di EveryOne da Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, "viviamo in un tempo difficile, in cui spesso la luce e il buio, l'amore e l'odio, la giustizia e l'ingiustizia si confondono. Le chiediamo di far sì che le supreme Autorità iraniane mostrino un po' di luce. Siamo a chiedere a Lei di mobilitarsi" continua la lettera "affinché quei due ragazzi, che stanno per essere condannati solo perché si amano in modo diverso, vengano risparmiati. L'omosessualità esiste in tutti i Paesi del mondo ed è sempre esistita, anche fra i grandi uomini del passato. Attraverso di Lei, vogliamo supplicare il presidente Ahmadinejad e i giudici della repubblica Islamica di restituire a quei giovani la loro libertà, i loro sogni, la loro possibilità di fare del bene".

Il Gruppo EveryOne invita tutti i sottoscrittori della petizione, e così tutti coloro che credono ancora nel valore della vita umana e della convivenza civile, a inviare all’Ambasciata Iraniana a Roma, in via Nomentana 361/363, una lettera o una cartolina – o un’e-mail a Ambassador@iranembassy.it, info@iranembassy.it e ebassiran.rome@hotmail.com – recante due brevi frasi: "Life for Hamzeh and Loghman. Stop executions in Iran".

"Vita per Hamzeh e Loghman. Stop alla pena di morte in Iran" ripetono Malini, Pegoraro e Picciau. "Due semplici frasi per un cambiamento che la maggior parte degli iraniani chiede insieme a noi: ci auguriamo che l'Ambasciatore sia disponibile al dialogo e che la nostra richiesta venga condivisa e supportata da tutti i cittadini, dalle forze politiche, dalle associazioni e organizzazioni per i diritti umani e civili a livello italiano e internazionale".

E all'appello di mobilitazione lanciato da EveryOne hano aderito anche i Radicali. "Il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito con Nessuno Tocchi Caino - si legge in un comunicato stampa - aderisce all'iniziativa del Gruppo EveryOne che ha indirizzato una lettera ad Abolfazl Zohrevand, Ambasciatore in Italia della Repubblica Islamica dell Iran in cui si chiede un incontro urgente per discutere del caso dei due giovani".

E' possibile firmare la petizione per salvare la vita a Longhman e Hamzeh http://www.gay.it/channels/click.php?url=http://www.petitiononline.com/irangay

Berlusconi tuona contro i gay di centrodestra


Si sono presentati al cospetto di Berlusconi per chiedere una legge. Invece, quelli di Gaylib, l'associazione che raggruppa i gay di centrodestra, sono stati accolti da un pubblico imbarazzato.



Come annunciato, i rappresentanti di Gaylib, l'associazione che raggruppa i gay di centrodestra, si sono presentati al Teatro Nuovo di piazza San Babila, location scelta dal Cavaliere per aprire la sua campagna elettorale e per ribadire al popolo di centrodestra i temi che avrebbe sostenuto da lì al 13 aprile. Erano andati lì con le loro bandiere fiduciosi di un riconoscimento dell'associazione e del riconoscimento delle istanze che volevano presentare. Invece nulla. Il Cavaliere li ha accolti ribadendo il suo concetto di famiglia "quella formata da un uomo e da una donna". E pensare che Keller, il presidente Enrico Oliari e gli altri di Gaylib avevano appena rilasciato un' intervista alla " Televisione della libertà" di Michela Brambilla, padrona di casa dell'evento, nella quale assicuravano che la loro proposta di legge avrebbe difeso anche la famiglia tradizionale.

Neanche questo è servito. L'imbarazzo di Berlusconi e del pubblico per quella presenza evidentemente ingombrante ha fatto percepire a quelli di Gaylib di essere "fuori luogo" anzi, nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Dalle pagine del sito ufficiale dell'associazione, Keller scrive: "Rimane la percezione di una giornata politica ordinaria, dove il leader Silvio Berlusconi ha ripetuto le cose di sempre, con un partito, nei fatti, disponibile solo a poche libertà."

sabato 9 febbraio 2008

Senegal: in 10 arrestati per omosessualità, altri in fuga

Fotografati durante un matrimonio gay un anno e mezzo fa, sono stati portati in carcere il 3 febbrario dalla polizia criminale senegalese. Da allora non si hanno più notizie dei 10 ragazzi omosessuali



Dieci persone sono state arrestate a Dakar, la capitale Senegalese, dalla mattina di domenica 3 febbraio, dopo che un popolare magazine locale, Icones, ha pubblicato fotografie di una cerimonia nuziale tra due uomini senegalesi. Il matrimonio dovrebbe aver avuto luogo a Dakar più di un anno e mezzo fa. Gli arresti si sono svolti per ordine di Asane Ndoye, capo della Divisione di Investigazione Criminale della Polizia Senegalese. Non risulta chiaro dove le donne e gli uomini siano detenuti.

"Gli arresti di massa di persone semplicemente perché sono gay terrorizza l’intera comunità," dice Paula Ettelbrick, direttore esecutivo di IGLHRC. "I trattamenti inumani verso gay e lesbiche devono finire. Ci appelliamo alla comunità internazionale perché faccia osservare la legge internazionale sui diritti umani rdquo;. L’Human Rights Committee delle Nazioni Unite nella sua decisione sul caso Toonen contro Australia (1994) ha affermato che l’attuale protezione contro le discriminazioni negli Articoli 2 e 26 della Convenzione Internazionale sui diritti Civili e Politici (ICCPR) include l’orientamento sessuale come uno status protetto.

"Temiamo per le nostre vite, specialmente quelli di noi che si vedono nelle foto" ha dichiarato Jean R., un attivista gay Senegalese che ha parlato a ILGA e IGLHRC dall’hotel dove sta cercando rifugio. "Alcuni di noi si sono nascosti e altri stanno lasciando il paese".

Il Senegal è uno dei pochi paesi africani francofoni che penalizzano l’omosessualità. Secondo l’articolo 3.913 del codice penale senegalese, gli atti omosessuali sono punibili con la detenzione da 1 a 5 anni e con una multa da 200 a 3000 dollari.


"Molti considerano il Senegal uno dei paesi africani più progressisti nei confronti dell’omosessualità," sostiene Joel Nana, dell’IGLHRC per l’Africa Occidentale, "Il Governo ha incluso un impegno per combattere l’HIV tra gli uomini che praticano sesso con altri uomini nel suo Piano nazionale di lotta all’ AIDS sin dal 2005. Ecco perché abbiamo trovato questi arresti molto preoccupanti e pericolosi".
Il Senegal ha forti legami politici ed economici con un numero di istituzioni e governi islamici conservatori, e ospiterà a marzo il summit dell’Organizzazione della Conferenza Islamica (Organization of Islamic Conference, OIC).
In queste circostanze IGLHRC (International Gay and Lesbian Human Rights Commission) e Pan-African ILGA esprimono preoccupazione e dubbi sul fatto che il Senegal sia adatto a ospitare La prossima Conferenza internazionale sull’ AIDS e le le malattie sessualmente trasmissibili in Africa (ICASA), prevista a Dakar per il dicembre 2008.

"Non ci sarà posto per un’aperta ed esauriente discussione sulle dimensioni dei diritti umani dell’HIV di fronte a queste vessazioni," ha dichiarato Danilo da Silva, co-presidente di Pan-Africa ILGA, una federazione che raccoglie oltre 40 gruppi gay e lesbici da tutte le parti dell’Africa. "Ci aspettavamo di più da un paese leader come il Senegal".

Il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli ha chiesto alle autorità italiane di intervenire tramite le sedi diplomatiche per chiedere e ottenere il rilascio dei dieci detenuti e per assicurarsi del rispetto dei diritti umani nei confronti delle persone omosessuali in Senegal.


di Gay.it
Giovedì 7 Febbraio 2008

Whitney Houston, Dionne Warwick - per voi.



Whitney Houston & Cissy Houston

Amy Winehouse - Back To Black:

La canzone parla della sua riluttanza a cercare aiuto, e il ritornello dice: "Hanno cercato di farmi andare in una clinica di riabilitazione/Io ho detto no, no, no".

Winehouse ha guadagnato la nomination al premio Grammy per il disco dell'anno, la canzone dell'anno, e la performance femminile dell'anno. Ed è in lizza anche per il premio di miglior nuovo artista e per un paio di altri riconoscimenti per il suo secondo disco intitolato "Back to Black".

Video di filosofia pura





Il denaro V2-day

La vignetta di Giannelli - La vignetta di Giannelli - Dal Corriere della Sera di sabato 9 febbraio 2008

venerdì 8 febbraio 2008

E' online il nuovo bando per tesi di laurea e dottorato di ricerca M

Si è da poco conclusa con successo la terza edizione del Premio Maria Baiocchi per le migliori tesi e siamo già pronti a tornare nell'arena presentandovi il Bando di Concorso per l'edizione 2008 del premio, premio oramai alla sua quarta edizione.

Il Premio Nazionale "Maria Baiocchi" che premia le migliori tesi di laurea e di dottorato in "gender studies" è l'unico esempio in Italia di cerniera tra movimento LGBT e ricerca accademica. Il suo presupposto è che la ricerca sulle identità di genere e sugli orientamenti sessuali costituisca un potenziale innovativo in tutti i campi del sapere e, al tempo stesso, che la ricerca sia un elemento di crescita culturale e civile ad ogni livello.

L'iniziativa del Premio intende censire e raccogliere ma, soprattutto, incoraggiare e valorizzare i lavori "GLBTQ" che vengono realizzati negli atenei italiani, con la speranza che sempre di più ne vengano realizzati in futuro.

Possono partecipare giovani studiosi laureatisi negli ultimi cinque anni accademici (a partire quindi dall'a.a. 2002-2003), presso università italiane o presso sedi italiane di università straniere/internazi onali con sedi in Italia, sui temi dell'orientamento sessuale etero, gay, lesbico, bi- e trans-sessuale, in campo umanistico (storico, giuridico e sociale), economico, medico e psicologico.

Le tesi dovranno pervenire alla sede dell'associazione – DGP, Via Costantino, 82 00145 Roma – sia in formato cartaceo (rilegato) in triplice copia, sia in formato digitale (word/pdf) entro e non oltre la data del 30 aprile 2008, con l'indicazione sul plico "concorso glbt studies".

Novità di quest'anno sono le tre sezioni di gara (invece che le due degli anni passati):

- 1 premo di € 1000 per la migliore tesi di laurea di I° livello (lauree triennali)
- 1 premio di € 1000 per la migliore tesi di laurea di II° livello (lauree specialistiche) o di vecchio ordinamento
- 1 borsa di studio di € 2500 per la migliore tesi di dottorato.

Il premio, giunto alla sua quarta edizione, ha avuto il patrocinio dal Ministero dell'Università e della Ricerca, dalla Presidenza della Regione Lazio e dagli Assessorati alla Cultura della Regione Lazio, alle Politiche della Scuola della Provincia di Roma, e da quelli Politiche Culturali e Comunicazione, Pari Opportunita' del Comune di Roma.

L'insieme dei partecipanti alle prime tre edizioni presenta alcuni elementi di interesse e, in qualche modo, restituisce un quadro della ricerca in Italia. Un primo dato riguarda lo scarto tra il livello di base e quello più avanzato: nei tre anni hanno concorso complessivamente 84 tesi di laurea e 9 tesi di dottorato. Si direbbe che operi una pressione "dal basso", da parte degli studenti, una pressione che sembra non trovare sbocco ai livelli superiori della ricerca accademica.

Proprio per provare a sbloccare questo tappo culturale che affligge i livelli superiori della ricerca accademica, Dì Gay Project lancia il Cantiere Omosapiens: uno spazio aperto e dialogico dove è possibile condividere le proprie competenze, al di là dei confini tra le varie discipline di appartenenza. Il Cantiere Omosapiens costruirà dibattiti/seminari in tutta Italia, con la collaborazione di docenti, ricercatori, studenti che vogliono approfondire e diffondere i loro studi e ricerche sull'orientamento sessuale e l'identità di genere.


Per informazioni:
Responsabile scientifico: Domenico Rizzo
Responsabile organizzativo: Marco Belfiore
Segreteria organizzativa: Valentina Pigliacelli
e-mail a: premiotesi@digaypro ject.org
Segreteria di Di'Gay Project: 065134741

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Marco Belfiore
marco.belfiore@ yahoo.it
Cell:+39 320.09.65.365
Fax: +39 06.622.01.911

LOBBYGAY

mercoledì 6 febbraio 2008

IO, SEQUESTRATO PERCHé GAY»


di Laura Frugoni

II «Sei un demente, un deviato. Sei un gay. Vattene fuori dai c...».

Quel bombardamento di insulti Mirco ce l'ha ancora nelle orecchie, mentre racconta una storia che si fa fatica ad ascoltare e a comprendere. Che ti risbatte in faccia un concetto, una parola che ci ostiniamo a pensare superata: discriminazione. «Sono stato insultato, minacciato e sequestrato da due giovani. Perché sono omosessuale».

Mirco Montoan ha 34 anni ed era arrivato da pochi giorni. Benvenuto pessimo. «Avevo l'urgenza di cercare un tetto. Vivevo a Milano, ma ho vinto un concorso per un posto di lavoro a Parma. Ho messo in vendita un piccolo monolocale ma intanto continuo a pagare 500 euro di mutuo e quindi, vista la mia situazione precaria, ho cercato una sistemazione economica».

Mirco risponde a un annuncio trovato sulla bacheca dell'Informagiovani. «Avevo trovato un posto letto in zona ospedale, un appartamento con altri due ragazzi, dove c'è una stanza con due letti dove avrei dormito io, e un'altra con un letto singolo».

I due inquilini, entrambi sui trent'anni (originari di due città del sud, uno è laureato e l'altro sta seguendo un master) gli spiegano le condizioni: 240 euro a testa più le spese, il 10 di ogni mese sarebbe arrivato il padrone di casa a ritirare l'affitto in contanti. Mirco accetta, non gli viene chiesta nessuna caparra e si trasferisce. I primi tre giorni tutto fila liscio, poi succede qualcosa. «Nella cifra dell'affitto era compresa anche la connessione a Internet. Uno dei due si è offerto di prestarmi il computer, visto che ne possiede due».

Quella sera Mirco torna a casa e accende il pc: «Ho guardato la posta, sono entrato in qualche chat e qualche sito gay».

Il giorno dopo, il computer era sparito. «Il proprietario aveva cambiato faccia, non mi ha neanche salutato. Ho inviato un sms al suo amico per chiedergli se il problema era perché aveva scoperto che sono gay. Non mi ha neanche risposto».

Quando Mirco rientra, sabato sera, gli altri due sono seduti sul divano ad aspettarlo. «Hanno cominciato a darmi del demente pervertito. Quello con cui dividevo la stanza urlava che non voleva dormire con un gay». L'altro gli dà manforte. «Voleva buttarmi fuori di casa, mi ordinava di restituirgli le chiavi. Ero in cucina a prepararmi un latte caldo e loro mi stavano di spalle. Ha cominciato a tirare una brutta aria, avevo paura. Ho reagito: “adesso vado dai carabinieri e vi denuncio”, e a quel punto loro sono andati a chiudere a chiave la porta blindata: “di qua non esci vivo se prima non ci dai le chiavi”. Uno diceva di avere un parente nelle forze dell'ordine: “non ti crederanno mai”».

Mirco si precipita in camera per chiedere aiuto col cellulare «ma mi sono venuti dietro, hanno dato una spallata alla porta facendomi scivolare e cadere a terra. Finalmente mi sono chiuso dentro e ho chiamato il 113, mentre da dietro la porta continuavano a deridermi: “vediamo cos'hai da dire alla polizia” ».

Due minuti e nell'appartamento arrivano due pattuglie delle Volanti: la situazione non si placa subito («mi insultavano anche davanti ai poliziotti, volevano indietro le chiavi e gli agenti davano ragione a me: “le chiavi gliele avete date voi, non potete togliergliele”»). Mirco si sente male e va al pronto soccorso in preda a una crisi d'ansia: lo trattengono una notte in ospedale. Alle 9 del mattino dopo torna nell'appartamento. «C'era anche il padrone di casa e dava ragione agli altri due: avrei dovuto dire prima che sono omosessuale, voleva farmi firmare un foglio in cui mi impegnavo a lasciare l'appartamento entro 15 giorni. Ho chiamato il mio avvocato e stavo per firmare ma lui poi ha aggiunto due righe in cui specificava che ero un ospite. Macché ospite, io ero entrato come un normale inquilino, quei due non li avevo mai visti prima. Non ho firmato niente e lui si è incavolato nero. A quel punto ho preso la mia roba e sono andato a cercarmi un'altra stanza».

L'ha trovata, Mirco («da una signora anziana gentilissima che è venuta perfino a prendermi con la sua auto»). Però aveva un'altra cosa urgente da fare. Insieme al suo avvocato s'è presentato dalla guardia di finanza per denunciare quello che aveva subito. «Li abbiamo querelati per sequestro di persona, lesioni personali, minacce e ingiurie», conferma l'avvocato reggiano Fabrizio Sessa, che ha aggiunto l'aggravante dei motivi abietti: «Uno dei due teneva un busto del duce sul comodino e il mio cliente, che è un tipo puntiglioso, l'ha fotografato: ci potrà servire come prova oltre al referto del pronto soccorso. La parte giudiziaria me la sbrigherò io e, al di là di quella, è giusto che l'opinione pubblica sappia che un omosessuale ai giorni nostri può subire soprusi del genere». Discriminato Mirco Montoan, il 34enne che ha raccontato la sua allucinante avventura.

DANIELE SCALISE: «SONO LIBERO GRAZIE A MIA FIGLIA»


«Quando ho detto a mia figlia: “Sono gay”»

Delia Vaccarello



«Mia figlia mi ha radicato nella vita, prima di lei ero depresso e angosciato, mi ha obbligato a essere un uomo libero».

Daniele Scalise, giornalista e scrittore, attraversa la sua storia nella Lettera di un padre omosessuale alla figlia (Rizzoli). Narra del padre, accenna il ritratto della madre, si sofferma sulla moglie da cui poi divorzierà, introduce il compagno, Franco. Percorre i temi che riguardano l’omosessualità e si rivolge sempre a lei, Chiara, il cui nome nel libro non compare, né vediamo i suoi occhi, verdi-marroni come quelli del padre.

«Ho voluto lasciarla fuori», dice al telefono l’autore. La figlia, oggi trentaduenne, è il suo tu interno, l’altro che ha il potere di legarlo alla vita ogni qual volta la depressione fa sentire i suoi echi, ogni qual volta le minacce di morte all’omosessualità sferrano i loro attacchi. Minacce pubbliche: «Nell’Islam vogliono farci la pelle, in Italia l’invisibilità sociale è una vera condanna a morte. Hanno tentato di annientarci con l’Aids, e tanti di noi sono morti. Noi gay abbiamo dato due prove straordinarie: superare l’emergenza Hiv e riappropriarci della genitorialità, con le tecniche di fecondazione assistita e con l’adozione dove è possibile», aggiunge. Non c’è salto tra il padre e l’intellettuale, per Scalise le risposte pubbliche alla morte sono anche le sue personali.

L’inizio è dolente, lo scrittore ripercorre gli anni che lo portarono a non eludere la propria omosessualità. Ci fa sedere a tavola con il padre, la madre, la figlioletta di appena un anno e il televisore acceso che annuncia la morte di Sandro Penna. Il padre che pur apprezza il poeta dice: «Adesso quel perverso brucerà di sicuro nel fuoco eterno». Lo scatto di Scalise è frase secca che allontana dalla pelle quelle fiamme divampate in casa: «Anche io lo sono». «Mio padre doveva sapere che quando parlava dei cosiddetti perversi, parlava anche di me. Questo non potevo permetterglielo, a costo di uscire dalla sua casa per sempre». Il padre azzarda: «C’è la bambina...». E lui nasce alla vita della dignità con una risoluzione ferma: «È una ragione di più perché sia chiaro che io non sopporterò mai né da te né da nessuno un insulto contro un omosessuale. È bene che mia figlia sappia che io non ho nulla da nascondere». Lo choc è benefico, come vagito al primo refolo d’aria. È inverno, Daniele e Chiara tornano a casa imbacuccati: «nella sera avanzata mi parve di intravedere un barlume più chiaro, un passar di macchine più sciolto. Ti tenni la manina e poi ti issai tra le mie braccia stringendoti, come dovessi proteggerti da chissà cosa», scrive l’autore.

La madre di Scalise, «donna milanese senza vezzi, pure forgiata da una religione severa», accoglie Daniele e la famiglia che lui ha formato con Franco. E gli offre un insegnamento: «Sai qual è il segreto di un matrimonio riuscito? Il compatirsi. Sì mio caro bisogna sapersi compatire. Oggi succede così di rado». Scalise ha «desiderato e molto amato le donne», per la moglie provò «innamoramento che tiene a galla», adorazione per «una giovane fresca e ridente, solida e morbida», mentre una parte di sé restava immersa nella depressione. E quando, tempo dopo, le dirà di aver fatto l’amore con un uomo la risposta sarà limpida: «Finalmente». «Evidentemente sapeva di me molte più cose di quante io stesso non ne immaginassi».

Appropriarsi dell’omosessualità serena è un percorso che prende il lento volo con Sandro Gindro e la sua psicanalisi. Scalise intreccia riflessioni e informazioni sulla nascita del movimento omosessuale, con il Fuori di Pezzana e l’Arcigay del prete del dissenso, Marco Bisceglie. Sono gli anni Ottanta e papà Scalise esplora il mondo «finalmente» da omosessuale, mentre con il terapeuta esplora se stesso e il suo «tu». «La psicanalisi mi aiutò molto anche nel gestire il rapporto con te, perché mi aveva fatto capire un concetto fondamentale: ciò che i genitori trasmettono ai figli è ciò che passa attraverso lo stomaco, non attraverso la testa». Così dinanzi a un altro televisore, quello della casa di Chiara, padre e figlia vedono la puntata di «Dinasty» in cui il nonno porta in tribunale il figlio gay, padre pure lui, per strappargli il nipote. Niente fiamme eterne questa volta. «Seguivi intensamente la vicenda, finché mi guardasti e allargando gli occhi commentasti: “scusa papà ma dove sta il problema, la carne è carne, no?”. Risi di gusto, ti abbracciai con tenerezza divertita e mi accorsi che ne sapevi una più del diavolo».

L’adolescenza di Chiara segna il primo impatto con il mondo. La soluzione per il conflitto a scuola tra i silenzi e il bisogno di definire liberamente la propria famiglia viene trovata in stile scalisiano. In classe si parla di omosessualità e un ragazzo sbotta: «Vorrei vedere cosa succederebbe se aveste un omosessuale in casa». Chiara si alza: «Te lo posso dire io cosa succede, visto che in casa ne uno: mio padre». Dopo di lei un compagno svela la propria omosessualità. L’effetto è liberatorio. Scalise gode: «Mi piaceva che tu avessi ereditato da me la passione per la verità al limite della provocazione». L’anno successivo nel corso di una occupazione Chiara chiede al padre di tenere una lezione sull’omosessualità: «Ne sarei fiera». Lui accetta timoroso dinanzi al pubblico di giovanissimi. Inizia con il tono da prof. Ma quando chiede se ci sono domande la raffica è assicurata: «Quando hai scoperto di essere omosessuale? Ti fanno schifo le donne? Hai mai provato vergogna?». Diventa per quei ragazzi affamati di sincerità un punto di riferimento. Anche di giovani parla Scalise nella lettera che si muta in libello per il continuo susseguirsi di dimensioni pubbliche a ondate, annodate dai «te lo ricorderai», dai «tu conosci bene»... Cita i nostri adolescenti morti, i casi di Matteo suicida a Torino e di Matthew assassinato dagli omofobi americani. Il tema dell’adolescenza è giro di boa. Dopo, nel libro, arrivano le tematiche scottanti dell’oggi.

Arriva la rabbia freddaper la Chiesa, per le ipocrisie sull’omosessualità che ben conosce e guarda con odio. Scalise cita un’indagine secretata e interna per la quale «il 72 per cento del clero maschile si definisce o è definibile come omosessuale». Repressione sessuale legata dall’autore allo scandalo dei preti pedofili in America che conta oltre diecimila vittime. «Senza giustificare i predatori dell’infanzia, è chiaro che le pulsioni represse e condannate appena ne hanno la possibilità esplodono nelle maniere più inconsulte». La rabbia di Scalise divampa contro gli stati che mettono a morte i gay, Iran in prima fila. E si scaglia sui falsi miti della sinistra che hanno fatto esaltare a tante menti una Cuba luogo di sevizie e persecuzioni ai danni degli omosex. Poi parla di nuove famiglie, dove l’unico cardine è l’amore che però attende da noi riconoscibilità sociale. E ci porta per mano nel Parlamento di Zapatero quando viene varata la legge sui matrimoni gay. Qui Scalise, con una piroetta retorica, inverte i suoi termini di fondo: vita e morte. E definisce, come aveva già fatto sul Foglio, la legge di Zapatero il «funerale dell’omosessualità», si riferisce a quella clandestina o eccezionale che una normativa a garanzia di parità può spazzare via. È una fine che segna l’inizio della vita vera come negli scenari classici dell’inconscio. Ma, Daniele, è un pamphlet o uno scritto d’amore? «È una lettera d’amore a mia figlia. E alla libertà».





ESSERE PADRE per Daniele Scalise ha significato radicarsi nella vita. Racconta il rapporto con i suoi genitori, con la bambina, con la moglie, con il compagno, in una lettera-pamphlet sulle ingiustizie contro i gay

NEW YORK RICONOSCE I MATRIMONI GAY CONTRATTI ALL`ESTERO




ROCHESTER - La corte di appello dello Stato di New York ha votato a favore del riconoscimento dei matrimoni gay celebrati all'estero.
La corte ha quindi rovesciato la sentenza di primo grado che revocava ad una coppia lesbica sposata regolarmente in Canada i benefit previsti dalle aziende per i partner di un dipendente.

La coppia, Patricia Martinez e Lisa Ann Golden, aveva denunciato il
college presso cui lavora la Martinez, per la mancata estensione della copertura assicurativa sanitaria alla moglie.
Ma la corte d'appello di New york ha stabilito che "il matrimonio deve essere riconosciuto a New York in mancanza di una norma esplicita che lo vieti" e che "la legge puo' decidere di proibire il riconoscimento dei matrimoni omosessuali, ma fino a quel momento tali matrimoni vanno riconosciuti a New York".
Negli Usa il matrimonio gay è consentito solo in Massachussets, altri stati consentono le unioni civili, mentre in ben 25 stati l'unione tra persone dello stesso sesso è esplicitamente vietata dalla legge.

Giorgio Lazzarini
redazione@gay.tv

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ZAPATERO: LA CHIESA CATTOLICA NON INTERVENGA NELLA CAMPAGNA ELETTORALE


AGGIORNAMENTO 5 FEBBRAIO 2008

Nonostante i colloqui della settimana scorsa tra l'ambasciatore spagnolo presso la Santa Sede, Francisco Vazquez, e l'arcivescovo Fernando Filoni, della Segretaria di Stato in Vaticano, siano stati sereni e finalizzati esclusivamente a comunicare il malessere del governo socialista di Madrid nei confronti delle ingerenze ecclesiastiche nei riguardi della politica di governo, la crisi sembra essersi tutt'altro che appianata.
Mentre il vice presidente della Conferenza Episcopale, cardinale Antonio Cañizares, ha ribadito che "la Chiesa non starà zitta, anche se questo le attira giudizi falsi e ingiusti e nonostante i poteri di questo mondo che vorrebbero ridurla al silenzio", Zapatero ha reso noto a chi non lo ricordasse che "in democrazia il potere appartiene soltanto ai cittadini". All'indomani José Blanco, segretario di partito, ha invece sottolineato che "nulla potrà tornare come prima nei rapporti con la gerarchia ecclesiastica", ventilando in in in'intervista televisiva la possibilità di rivedere i finanziamenti pubblici alla Chiesa.
Per i partiti minori alleati del governo, come Izquierda Unida, il prossimo passo dovrebbe essere la denuncia del Concordato e la fine dei privilegi della Chiesa cattolica.

Sfila con mini copri-sesso, scandalo a Rio



La fotomodella Viviane Castro, 25 anni, ha lasciato senza fiato il pubblico del sambodromo di Rio de Janeiro, dando l'impressione (anche più di un'impressione a dire il vero) di essere completamente nuda. Il nudo frontale è proibito categoricamente nelle sfilate allegoriche di Carnevale, ma Viviane si è difesa: «Ho un copri sesso regolamentare, solo che è di quattro centimetri». Mai si era visto nel Carnevale di Rio un nudo simile (Afp)

domenica 3 febbraio 2008

SPAGNA. INDICAZIONI VOTO VESCOVI, MADRID PROTESTA CON SANTA SEDE


Il ministro degli Esteri spagnolo Miguel Angel Moratinos ha espresso alla Santa Sede la "perplessità e la sorpresa" del governo di Madrid per il documento dei vescovi spagnoli nel quale si davano indicazioni di voto per le prossime elezioni politiche del 9 marzo.



"Voglio esprimere la mia opinione di cattolico, e non solo di militante socialista, nonché la mia indignazione e perplessità" sulle indicazioni dei vescovi spagnoli, ha dichiarato in conferenza stampa Moratinos, secondo il quale "molti cattolici in Spagna non comprenderanno" il motivo dell'iniziativa della Conferenza Episcopale, una "gerarchia integralista, fondamentalista, neoconservatrice che non è in grado neanche di rappresentare il parere della maggioranza dei cattolici spagnoli".



"Come cattolico non poso identificarmi con chi utilizza politicamente il terrorismo per dividere i democratici spagnoli, dimenticando che molti rappresentanti cattolici spagnoli hanno partecipato o partecipano, come in Colombia, a negoziati - e non semplici colloqui - per porre fine alla violenza, avendo come interlocutori dei gruppi terroristici", ha continuato Moratinos, che ha concluso: "Credevo che la separazione fra Stato e Chiesa fosse una questione ormai superata e non capisco perché si torni ad utilizzare la politica in materia di religione".



Il vescovo di Siguenza, José Sanchez, ha assicurato oggi in un'intervista rilasciata all'emittente radiofonica Cadena Ser di aver voluto solo ribadire quale sia la "dottrina consolidata della Chiesa", e che quanto affermato dai vescovi non è che un riassunto si quanto già approvato nel novembre del 2006 nel documento "Orientamento morale nella situazione attuale della Spagna" (non certo tenero con alcune leggi quali quella sui matrimoni gay). Sta di fatto che i vescovi, pur senza citare direttamente alcun partito, si sono schierati sulle posizioni difese dal conservatore Partido Popular, invitando quindi per esclusione i cattolici a non appoggiare i socialisti.

BACI E LECCATE TRA ETERO ... CURIOSI?



Nel corso del programma tv “Make me a supermodel”, in onda in UK, è stato chiesto a due aspiranti modelli di realizzare un servizio fotografico di moda.. molto hot. I due, entrambi fidanzati, hanno iniziato a baciarsi e a leccarsi. Etero curiosi?

sabato 2 febbraio 2008

dionne warwick

CANDELORA DAY 2008Libero amore in libero stato.Vecchie tradizioni e nuovi diritti.


Organizzato dall’associazione I-Ken ONLUS di Napoli.

Per il secondo anno consecutivo l’associazione I-Ken Onlus organizza una serie di eventi in occasione della Candelora (nella giornata del 2 febbraio in cui nella tradizione cattolica, si celebra la Presentazione del Signore).
Presso il Santuario di Montevergine si svolge la tradizionale festa dedicata a Mamma Schiavona, a cui sono particolarmente devoti i femminielli napoletani, caratterizzata dalle tipiche tammurriate. Un misto di sacro e profano che, nonostante alcune polemiche negli scorsi anni, è stata sempre tollerata dai padri Virgiliani che custodiscono il santuario.

Quest’anno gli appuntamenti sono tre e mescolano la tradizione alla rivendicazione dei diritti e la riflessione al divertimento. Venerdì 1 febbraio prologo con la tombolata dei femminielli presso l’Agorà, locale nel centro storico di Avellino.

Sabato 2 febbraio, giorno della Candelora, l’appuntamento è all’ingresso della funicolare di Mercogliano (AV) per il Candelora Pride e la Juta a Montevergine (ovvero il tradizionale pellegrinaggio al Santuario).

Nel pomeriggio, alle 17.00, presso il Centro Culturale V. Hugo di Avellino ci sarà un dibattito moderato da Leila Daianis (presidente nazionale Libellula) a cui parteciperanno tra gli altri l’On. Vladimir Luxuria, Carlo Cremona (presidente di I-ken) e Laura Matrone (presidente MIT Napoli).

Nell’occasione sarà presentato il dvd “La Candelora a Montevergine: nuove tradizioni, antichi diritti” realizzato dal Prof. Paolo Valerio del dipartimento di Neuroscienze dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” insieme al regista e ricercatore Nicola Nisci.

La giornata si concluderà in discoteca al GarageRecords di Avelino (a partire dalle 22.00), mentre domenica 3 febbraio l’appuntamento è al Rising Mutiny con il “Gran Ballo in Maschera”

Per maggiori info: i-ken.org

carnaval 2008. festas gays

http://www.abalo.com.br/