Translate

venerdì 2 gennaio 2015

La lettera di addio di Leelah Alcorn, ragazza trans di 17 anni che viveva a Kings Mills, in Ohio (Stati Uniti), morta suicida alle 2:20 di domenica scorsa

La comunità LGBTQ sta uscendo del 2014 con questa triste nota tragica, la morte di Joshua Alcorn, un 17 anni transgender dell'Ohio che, secondo quanto riferito , si suicidò Domenica mattina. L morte di Leelah Alcorn è diventata una storia internazionale a causa della natura pubblica dell suo suicidio, travolto da un camion mentre percorreva a piedi l'Intestate 71 a circa 4 miglia da casa. La madre, Carla Alcorn, l'ha ricordata su Facebook scrivendo: «Il mio dolce figlio di 16 anni, Joshua Ryan Alcorn, è andato in cielo questa mattina. Era fuori per una passeggiata mattutina ed è stato investito da un camion».

Passate le ore, però, è venuta a galla la verità. Leelah era transessuale e non è stato investito: si è suicidato. Il motivo è riconducibile all'atteggiamento che i suoi genitori avevano nei suoi confronti, motivo per cui le parole della madre appaiono ancor più gravi quasi a testimoniare come alcuni genitori possano essere capaci di risultare i carnefici dei loro stessi figli in virtù di presunte motivazioni religiose. È la stessa vittima a raccontare come l'abbiano cercata di "curare" credendo che la sua sessualità non piacesse a Dio.


Prima del suo estremo gesto, Leelah Alcorn aveva scritto un messaggio d'addio su Tumblr e aveva programmato la sua pubblicazione in modo da farlo apparire solo dopo una certa ora. In un secondo messaggio ha chiesto scusa al fratello e alle sorelle.

Ecco le ultime parole di
 Leelah Alcorn,


Se state leggendo questo messaggio, vuol dire che mi sono suicidata e quindi non sono riuscita a cancellare questo post programmato.
Per favore, non siate tristi, è meglio così. La vita che avrei vissuto non sarebbe stata degna di essere vissuta… perché sono transessuale. Potrei entrare nei dettagli per spiegare perché lo penso, ma questa lettera sarà già abbastanza lunga così. Per farla semplice, mi sento una ragazza intrappolata nel corpo di un ragazzo da quando avevo quattro anni. Per molto tempo non ho saputo dell'esistenza di una parola per definire questa sensazione, né che fosse possibile per un ragazzo diventare una ragazza, così non l'ho detto a nessuno e ho semplicemente continuato a fare cose convenzionalmente da maschi per cercare di adattarmi.

Quando avevo 14 anni ho imparato cosa volesse dire la parola "transessuale" e ho pianto di gioia. Dopo dieci anni di confusione avevo finalmente capito chi ero. L'ho detto subito a mia mamma e lei ha reagito molto negativamente, dicendomi che era una fase, che non sarei mai stato davvero una ragazza, che Dio non fa errori e che ero io a essere sbagliata. Se state leggendo questa lettera: cari genitori, non dite così ai vostri figli. Anche se siete cristiani o siete contro i transessuali, non dite mai questa cosa a nessuno: specialmente ai vostri figli. Non otterrete niente a parte far sì che odino se stessi. È esattamente quello che è successo a me.

Mia mamma ha iniziato a portarmi da terapisti ma solo da terapisti cristiani, tutti con molti pregiudizi, quindi non ho mai avuto le cure di cui avrei avuto bisogno per la mia depressione. Ho solo ottenuto che altri cristiani mi dicessero che sono egoista e sbagliata e che avrei dovuto cercare l'aiuto di Dio.
Quando avevo 16 anni mi sono resa conto che i miei genitori non mi avrebbero mai aiutata, e che avrei dovuto aspettare di compiere 18 anni per iniziare qualsiasi terapia e intervento di transizione, cosa che mi ha davvero spezzato il cuore. Più aspetti, più la transizione è difficile. Mi sono sentita senza speranze, sicura che avrei passato il resto della mia vita con le sembianze di un uomo. Quando ho compiuto 16 anni e ho capito che i miei genitori non avrebbero dato il loro consenso per farmi iniziare la transizione, ho pianto finché non mi sono addormentata.

Ho sviluppato nel tempo una specie di atteggiamento "vaffanculo" verso i miei genitori e ho fatto coming out come gay a scuola, pensando che forse sarebbe stato più facile così un giorno dire che in realtà sono transessuale. Per quanto la reazione dei miei amici sia stata buona, i miei genitori si sono arrabbiati. Hanno pensato che volessi compromettere la loro immagine e che li stessi mettendo in imbarazzo. Volevano che fossi il classico piccolo perfetto ragazzo cristiano e ovviamente non era quello che volevo io.

Quindi mi hanno tirato via dalla scuola pubblica, mi hanno sequestrato il computer e lo smartphone e mi hanno impedito di frequentare qualsiasi social network, isolandomi così completamente dai miei amici. Questa è stata probabilmente la parte della mia vita in cui sono stata più depressa, e sono ancora stupita di non essermi uccisa già allora. Sono stata completamente sola per cinque mesi. Nessun amico, nessun sostegno, nessun amore. Solo la delusione dei miei genitori e la crudeltà della solitudine.

Alla fine dell'anno scolastico i miei genitori finalmente mi hanno restituito il mio smartphone e mi hanno permesso di tornare sui social network. Ero felicissima, finalmente potevo riavere indietro i miei amici. Ma solo all'inizio. Alla fine mi sono resa conto che anche a loro non importava molto di me, e mi sono sentita persino più sola di quanto fossi prima. Piacevo agli unici amici che pensavo di avere per il solo motivo che mi vedevano per cinque giorni ogni settimana.

Dopo un'estate praticamente senza amici unita al peso di dover pensare al college, di risparmiare per quando avrei lasciato casa, di tenere alti i miei voti, di andare in chiesa ogni settimana e sentirmi di merda perché in chiesa tutti sono contrari a quello che sono, ho deciso che ne ho abbastanza. Non completerò mai nessuna transizione, nemmeno quando andrò via di casa. Non sarò mai felice con me stessa, col modo in cui appaio e con la voce che ho. Non avrò mai abbastanza amici da esserne soddisfatta. Non troverò mai un uomo che mi ami. Non sarò mai felice. Potrò vivere il resto della mia vita come un uomo solo che desidera essere una donna oppure come una donna ancora più sola che odia se stessa. Non c’è modo di averla vinta. Non c'è via d'uscita. Sono già abbastanza triste, non ho bisogno di una vita ancora peggiore di così. La gente dice che "le cose cambiano" ma nel mio caso non è vero. Le cose peggiorano. Le cose peggiorano ogni giorno.

Questo è il succo, questo è il motivo per cui mi sento di uccidermi. Mi dispiace se per voi non sarà abbastanza una buona ragione, lo è per me. Per quel che riguarda le mie volontà, voglio che il 100 per cento delle cose che possiedo sia venduto e che il denaro (più i soldi che ho da parte in banca) siano donati a un movimento per il sostegno e per i diritti delle persone transessuali, non importa quale. L'unico momento in cui riposerò in pace arriverà quando le persone transessuali non saranno più trattate come sono stata trattata io: quando saranno trattate da esseri umani, con sentimenti validi, sinceri e legittimi, e con dei diritti umani. Le questioni di genere devono essere insegnate a scuola, prima è e meglio è. La mia morte deve significare qualcosa. La mia morte dev'essere contata tra quelle dei transessuali che si sono suicidati quest'anno. Voglio che qualcuno guardi a quel numero e dica "questa cosa è assurda", e si occupi di sistemarla. Sistemate la società. Per favore.
Addio.


La triste ironia di tutto questo è che Alcorn sta finalmente ottenendo il riconoscimento e l'affermazione che aveva bisogno nella vita solo adesso, dopo la sua morte. Non sarebbe costato nulla per la sua famiglia, prendere il piccolo passo di chiamarla con il suo nome scelto e rispettare la sua identità di genere quando lei ha chiesto, ma il loro rifiuto ha un costo molto alto, che dovranno pagare per il resto della loro vita.

Per me, Il dio in cui credono i suoi genitori ha ucciso Leelah Alcorn
La religione in cui credono i "cristiani, obiettori di coscienza" hanno ucciso Leelah Alcorn


Anche se sembra improbabile che ciò accada, voglio sperare che i genitori di Leelah Alcorn perlomeno onorino i desideri della figlia, che finalmente rispettino la sua vera identità al funerale e che rispettino la sua richiesta, che i suoi bene, venga direzionato a una associazione di aiuto alle persone trans.

E 'tempo che imparate  ad accettarci  per quello che siamo veramente.  Che iniziate a rispettare il nostro sé autentico è quello che tutti noi vogliamo, e qualcosa che tutti noi meritiamo. 

Riposa in pace piccola Leelah Alcorn,


Vanessa Mazza 

1 commento:

Maurizio Ghignatti ha detto...

Storia incredibile pazzesca. I genitori a volte sono strani anche se la maggior parte dichiarano di volere il bene dei propri figli, molte volte agiscono dimostrando il contrario. Il mestiere del genitore è difficile è vero, ma non si può non capire quando si rende la vita del proprio figlio/a impossibile da vivere. Probabilmente questi genitori non hanno mai parlato al proprio figlio sono stati solo capaci di imporre i loro pregiudizi e questo li ha condonnati a una vita di sofferenza quando sarebbe stato molto semplice e bellissimo creare insieme una nuova vita.