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martedì 13 gennaio 2015

Il Mit ricorre alla Consulta contro la “sterilizzazione forzata”

Immagine tratta dalla pagina Fb della campagna “Un altro genere è possibile
Bologna, 13 gen. – Dopo la campagna “Un altro genere è possibile” il Mit ha deciso di portare alla Corte Costituzionale il ricorso contro l’obbligo dell’intervento chirurgico per le persone trans che desiderano cambiare il genere sulla carta d’identità.

Ad aprire la strada al ricorso, spiega Cathy La Torre avvocata e vicepresidente del Mit, è stata l’ordinanza 228/2014 del Tribunale di Trento che ha sollevato la questione di costituzionalità sull'obbligo dell’operazione chirurgica prevista dalla legge 164 del 1982 “in materia di rettificazione di attribuzione di sesso”. L’imposizione di un intervento chirurgico, dice l’ordinanza, potrebbe essere lesivo del diritto alla salute (“sia il trattamento ormonale sia la RCS, sono – notoriamente – molto rischiosi per la salute umana” si legge) e dello stesso diritto a scegliere la propria identità di genere, previsto dalla legge 164.

Il Mit ha quindi deciso di aderire a quella interpretazione del Tribunale di Trento raccontando le storie di persone trans che, avendo rifiutato l’operazione, si trovano spesso in situazioni difficili o imbarazzanti perché i documenti non rispecchiano il loro aspetto esteriore. I problemi possono accedere alle frontiere, in aeroporto, alla posta per il ritiro di una raccomandata, racconta Cathy La Torre.

I tempi in cui verrà analizzata la questione dipendono ora dalla Corte Costituzionale, ma La Torre è ottimista. La Consulta ha già dimostrato in passato di avere una certa sensibilità sul tema. C’è il precedente del caso Bernaroli, nel quale La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma che annulla le nozze se uno dei due coniugi cambia sesso.


Damiana Aguiari

Fonte:http:http://www.radiocittadelcapo.it/archives/trans-mit-consulta-sterilizzazione-forzata-154566/

https://www.youtube.com/channel/UC3kvO2kgLuu4PB2UgneceLA

lunedì 12 gennaio 2015

La 72esima edizione dei Golden Globe 2015, Grandi vittorie per la comunità LGBT.


Golden Globes 2015, una serata che non ha visto grandi trionfi, ma un prevedibile successo: quello di «Boyhood», la pellicola indipendente di Richard Linklater, girata in 12 anni, che vince nelle categorie di miglior film drammatico, regia e attrice non protagonista. Tante le star che hanno voluto manifestare la propria solidarietà contro il massacro di Parigi.

A bocca asciutta Benedict Cumberbatch, acclamato protagonista di «The imitation game», che si è visto soffiare il premio da Eddie Redmayne e dalla sua interpretazione del genio della fisica Stephen Hawking in «La teoria del tutto».


Transparent, miglior serie comedy sulla vita di una transgender e The Normal Heart, premio a Matt Bomer come miglior attore non protagonista e Amazon si aggiudica subito, con la serie sulla vita del transgender impersonato da Jeffrey Tambor un ambito riconoscimento.

Transparent è una webserie statunitense che ha debuttato il 6 febbraio 2014, prodotta da Amazon Studios. La serie è creata e diretta da Jill Soloway. Siamo a Los Angeles, dentro una famiglia in cui il padre, divorziato, settantenne (un meraviglioso Jeffrey Tambor) si veste da donna e decide di uscire fuori e comunicare la novità ai tre figli, adulti.


Jeffrey Tambor miglior attore – premiato da Lily Tomlin e Jane Fonda – che riserva la vittoria a tutta la comunità transgender: “Questo premio è grande, è più grande di me. Lo dedico alla comunità transgender, grazie per il coraggio, l’ispirazione e la passione, e grazie per averci permesso di essere parte del cambiamento”. (Sky Atlantic trasmetterà in primavera la serie)


Matt Bomer premiato come miglior attore non protagonista per il tv movie The Normal Heart, (che verrà trasmesso nuovamente giovedì 15 gennaio alle 21.00 su Sky Cinema Cult) dove interpretava il giornalista del New York Times Felix Turner che si ammala e muore di AIDS, dando corpo a una trasformazione anche fisica piuttosto impressionante. E’ stata una premiazione commovente quella dell’attore, che ha deciso di confezionare una dedica speciale, indirizzata ai suoi affetti privati, oltre che a tutti i malati di Aids, protagonisti dell’opera stessa: “Dedico questo premio a mio marito e ai miei 3 figli, che mi sono stati vicini anche quando io ero costretto a dimagrire per questo ruolo e loro mangiavano pizza al mio fianco”. Non è mancato il bacio in sala con l’uomo, Simon Hill, con il quale si è sposato in segreto ben 3 anni fa. La coppia ha anche tre figli, due gemelli di 6 anni ed un bambino di 8, avuti tramite due gravidanze in surrogato. I fan, naturalmente, hanno acclamato moltissimo le parole di Bomer e lo hanno naturalmente sostenuto dopo la vittoria.





Ed è dalla creatrice della serie Amazon Jill Soloway che arriva la dedica più potente della serata dei Golden Globes 2015, in fatto di tolleranza e diritti: “To Love”/“All’Amore”, dice mentre stringe in mano il premio e lo dedica alla memoria di Leelah Alcorn, adolescente trans che si è suicidata a dicembre.




The Imitation Game fa flop: La pellicola era stata candidata a 5 Golden Globe (Miglior film Drammatico, Migliore attore in un film Drammatico, Migliore Attrice non Protagonista in un film Drammatico, Miglior Sceneggiatura e Miglior Colonna Sonora),  miglior film a Toronto, ma è tornata a casa a mani vuote. Tratto dal romanzo di Andrew Hodges (“Storia di un Enigma”), il film, che ha la sceneggiatura di Graham Moore, narra la storia di Alan Turing, il matematico e cripto-logo di Cambridge che negli anni ’40, a capo di un pugno di "irregolari", autentici geni dell'enigmistica e della scacchistica, decifrò Enigma, il codice per le comunicazioni della Germania nazista (usato in particolare per i sommergibili U-Boot). Riuscì così ad anticipare attacchi e strategie e determinò in qualche modo la vittoria nella II guerra mondiale. Turing, mente eccelsa e personalità tormentata, a sua volta aveva un grande segreto, era gay, un crimine nel Regno Unito fino agli anni ’50. 

Così nell'inverno 1952 subì una denuncia per “atti osceni” che si tradusse in un’accusa di omosessualità, e fu castrato chimicamente. Una vicenda che due anni dopo lo portò, poco più che quarantenne, al suicidio. Ma quando la polizia inglese irruppe nella sua casa, non sapeva che stava arrestando il pioniere della moderna informatica e dell’intelligenza artificiale, che aveva indirettamente salvato milioni di persone da morte certa.

Eroe di guerra, ma dunque anche “colpevole” di essere omosessuale. Una storia che era giusto ricordare, e che viene qui rievocata in un film avvincente dal sapore classico, che sembra tener conto della lezione di film simili come “La talpa”, “The Beautiful Mind” o “The Social Network”, diligentemente diretto dal regista norvegese del momento, Morten Tyldum. Con una carriera televisiva alle spalle e temporaneamente adottato da Hollywood (dirigerà il prossimo kolossal “The Code”), Tyldum è anche l’ultimo di una serie recente di registi scandinavi “da Oscar” (Thomas Vinterberg, Tomas Alfredson, Susanne Bier, Henckel von Donnesmark, Nicolas Winding Refn, Lasse Hallstrom).


I premi al cinema

Miglior dramma: "Boyhood"
Miglior commedia: "The Grand Budapest Hotel"

Miglior attore, dramma: Eddie Redmayne, "The Theory of Everything"
Migliore atrice, dramma: Julianne Moore, "Still Alice"

Miglior attore, commedia: Michael Keaton, "Birdman"
Miglior attrice, commedia: Amy Adams, "Big Eyes"

Miglior attore non protagonista: J.K. Simmons, "Whiplash"
Migliore atrice non protagonista: Patricia Arquette, "Boyhood"

Miglior regista: Richard Linklater, "Boyhood"

Miglior film in lingua straniera: "Leviathan", Russia
Miglior film d’animazione: "How to Train Your Dragon 2"
Migliore sceneggiatura: Alejandro Gonzalez Inarritu, Nicolas Giacobone, Alexander Dinelaris, Armando Bo, "Birdman"

Miglior testo originale: Johann Johannsson, "The Theory of Everything"
Migliore canzone originale: "Glory", per "Selma" - John Legend, Common

I premi alla televisione

Migliore serie drammatica: "The Affair"
Migliore serie commedia: "Transparent"

Migliore miniserie: "Fargo"

Miglior attore per serie drammatica: Kevin Spacey, "House of Cards"
Migliore attore per serie drammatica: Ruth Wilson, "The Affair"

Migliore attore per serie commedia: Jeffrey Tambor, "Transparent"
Migliore attrice per serie commedia: Gina Rodriguez, "Jane the Virgin"


Sul tappeto rosso, oltre al glamour, l'attenzione all'attualità: molte star con cartelli e pilette con la scritta "Je suis Charlie" in omaggio ai fatti di Parigi.


Conchita Wurst è stupenda in verde ai Golden Globe Awards 2015 al Beverly Hilton Hotel di Domenica (11 gennaio) in California.

 "I Golden Globes sono un evento che unisce il glamour di Hollywood nei salotti di tutto il pianeta.Ma non dimentichiamo che eventi come questo sono anche una forte vetrina della diversità e serietà nel campo dell'intrattenimento come forma d'arte. I recenti avvenimenti in Europa hanno dimostrato che la libertà di parola è sotto attacco. Uniamoci per continuare con la nostra lotta inarrestabile per la pace e la libertà -. E la liber
tà di espressione "

mercoledì 7 gennaio 2015

Addio Flavia Madaschi, la mamma della comunità gay

Il mondo Lgbt piange Flavia Madaschi, "mamma" del movimento gay bolognese e non solo. Questa notte la presidente di Agedo (associazione che riunisce i genitori di figli omosessuali) è morta a 72 anni. Sabato al Cassero di via Don Minzoni, lo storico avamposto omosex della città, alle 11 saranno celebrati i funerali laici in sua memoria.

7 gennaio 2015. E' morta Flavia Madaschi. La nostra storica compagna bolognese di Agedo, ci ha lasciat*. Flavia aveva lo spirito e la tensione di una combattente. Era punto di riferimento della comunità lgbt bolognese e italiana tutta. Una mamma Agedo che è stata la mamma di tante e tanti, una mamma che ci sosteneva, che combatteva per noi, che ci difendeva e promuoveva, che si arrabbiava anche con noi se serviva. 

Sempre con il rispetto e la fiducia di una madre verso i propri figli e di una compagna di lotta verso i propri compagni e compagne. Era bella Flavia. Perché era trasparente, diretta, energica. 

Noi tutt* abbiamo attinto dalla sua forza, dal suo coraggio, dalla sua straordinaria capacità di esserci sempre. E le sue parole dal palco dei Pride, le sue grida, il suo orgoglio per se stessa e per noi ci infiammavano e ci facevano sentire, come pochi, l'emozione per una lotta di giustizia, l'emozione per una lotta d'amore e fatta con amore.

Sarà più difficile continuare a lottare senza il tuo sorriso, senza le tue taglienti letture, senza la tua forza, senza una presenza che sembrava dire "non si può far altro che resistere, reagire, lottare". Sarà più difficile. Ma sappiamo che non ci permetterai di fare altro, anche ora. Continuare a lottare.
Grazie Flavia.


Paola Brandolini
ArciLesbica Bologna

Francia: La libertà di espressione è in lutto. Quello che è successo oggi a Charlie Hebdo non ha un nome ... Che tristezza!

"Un giorno uccideranno questa nostra libertà che loro tanto odiano, ma è questa libertà che permette loro di commettere questi atti abominevoli. "
Vanessa Mazza.
Un commando armato ha fatto irruzione nella redazione parigina del settimanale satirico Charlie Hebdo ed è stata strage: il bilancio della procura è di 12 morti, tra loro anche il direttoreStephane Charbonnier, che firma Charb le sue vignette. Tra le vittime anche i tre vignettisti Georges Wolinski, Cabu (Jean Cabut) e Tignous (Bernard Verlhac).

 Lo riferisce France Info. Venti i feriti, di cui 5 gravi. Ad aprire il fuoco con dei kalashnikov nella sede del giornale satirico francese, noto per il suo stile ironico e provocatorio, sono stati due uomini incappucciati e vestiti di nero. Secondo Le Monde gli attentatori potrebbero essere 3. Sarebbero almeno una trentina i colpi di arma da fuoco esplosi sul boulevard Richard-Lenoir, secondo quanto riferito da testimoni citati dai media francesi.

 Il governo ha deciso l’immediato aumento del livello di allerta attentati terroristici in tutta l’Ile-de-France, la regione di Parigi. Polizia e gendarmi sono stati schierati davanti ascuole, edifici pubblici e redazioni di giornali. Al momento dell’irruzione i due assalitori gridavano “Allah akbar“: lo testimoniano le immagini girate dal giornalista Martin Boudot, trasmesse da France Televisions. Si tratta di “un attentato terroristico: non c’è alcun dubbio”, ha detto il presidente franceseFrancois Hollande. 

martedì 6 gennaio 2015

"Stripes" - by Brandy Clark

Ritratto di Islan Nettles. Per non dimenticare


Ritratto di Islan Nettles, Nelle prime ore del 17 agosto, Islan Nettles, una 21-anni ,donna transgender, è stata picchiata a morte . Lei è stata attaccata di fronte alla polizia in una area di Servizio di New York City in Harlem

Nei giorni che seguirono, la polizia ha arrestato un sospetto, di 20 anni, Paris Wilson. Qui l'assassino è stato accusato di un reato per aggressione. Secondo i rapporti, Wilson ha iniziato a picchiarla con pugni mentre giaceva inerme a terra. Testimoni hanno dichiarato che lo sfogo di Wilson iniziò quando si rese conto che Nettles era una transgender, e che il suo continuo colpire mentre scagliava insulti transfobi a lei. L'attacco si è concluso con la sua morte nei giorni più tardi in ospedale.


Le donne transgender devono affrontare tassi estremi di discriminazione, e per le donne trans di colore che spesso si presenta sotto forma di violenza. Il tasso di omicidi per le donne trans di colore è follemente alto rispetto al resto della popolazione in generale. Le vittime sono dimenticati, gli autori sono lasciati liberi, e il mondo si muove come se non fosse successo niente.e. E Questo è scandaloso.

Per saperne di più sulla storia Islan Nettles, e la situazione giuridica intorno alla violenza contro le persone trans in questo articolo di Parker Molloy

Per non dimenticare Islan.




Vanessa Mazza.

Donna transgender turca si suicida e posta video d'addio poche ore prima su facebook.



Eylül Cansin, 24 anni, un'altra tragica perdita per la comunità transgender. Il 5 gennaio 2015, poco dopo aver postato su Facebook il suo addio. nelle prime ore del mattino del 4 gennaio 2015 03:30 si e suicidata, saltando da un ponte a Istanbul .


"Sono nata nel 1992. Ora ho 24 anni e sto finendo i miei 24 anni. Baci a tutti. Non posso più. Non psso perché la gente non mi permetti. Non riesco trovare lavoro, volevo fare tante cose, non ho potuto ... mi spiego?Hanno impedito me molte volte; mi hanno fatto soffrire molto. Lascio tutti solo con Dio e ora sto andando al ponte sul Bosforo. Baci a tutti, Dio vi benedica. "

Cansin a chiesto che la madre curasi suo piccolo cane al suo posto, con enorme disperazione nelle sue parole: "Ogni volta che lo guardi, ricorda di me e non darlo a chiunque altro. Quando lo vedi, dire 'questo è mio figlio'. Non ti arrabbiare per questo. "

Cansin ha condiviso questo video su Facebook poche ore prima del suo suicidio:
"Io non posso più fare, ho imparato. Sto facendo quello che tutti volevano.


Riposa in pace Eylül Cansin.

Alcuni delle più famosi donne Transgender del mondo su la copertina di CANDY Magazine


Il 2014 è stato un grande anno di visibilità per la comunità transgender mondiale. E appena finito un anno storico per gli individui che si identificano come trans. E Io non potevo dimenticare di questa splendida copertina di Candy magazine, che ha celebrato le donne e uomini che vivono autenticamente e apertamente in prima linea nella battaglia per i diritti transgender.

Per il suo 5 ° anniversario, nella 8° edizione di Inverno 2014-2015, C ☆ NDY Magazine ha riunito quattordici delle donne più importanti, che sono diventati i volti del movimento transgender mondiale . Candy e la prima pubblicazione di moda dedicata alla comunità trans.


Da sinistra a destra: Laverne Cox, Janet Mock, Carmen Carrera, Geena Rocero, Isis Re, Gisele Alicea, Leyna Ramous, Dina Marie, Nina Poon, Juliana Huxtable, Niki M'nray, Pêche Di, Carmen Xtravaganza e Yasmine Petty. Attrici, scrittrice e musicisti, provenienti da esperienze diverse, ma tutte condividono il desiderio di aiutare con la loro immagini la accettazione nella società tradizionale. E LA Prima rivista a portare tutte queste donne insieme e onorare i loro successi, speriamo che non sia l'ultima. 


Questa edizione include un portafoglio di moda di 22 pagine con modelli transmen(FtM) Da sinistra a destra:Amos Mac, Chris Mosier, Chase Strangio, Sawyer DeVuyst, Scout Rose and Tiq Milan photographed by Daniel Riera and styled by Grant Woolhead. (C☆NDY Transversal 8th issue, Winter 2014-2015.)


Inoltre nella rivista ci sono i direttore creativo di Balmain Olivier Rousteing , la coppia di artisti francesi Pierre & Gilles , e un servizio fotografico bollente con la top model Brasilia di fama internazionale Lea T .


Lea T. ha dato il primo passo in questa rivoluzione trans nella moda quando, nel 2011, stata ingaggiata per la più importante campagna di moda globale e ha fatto la copertina di Vague Francia, ecc Poi è arrivata molti di coloro che sono sulla copertina di Candy oggi.

Luis Venegas, fondatore della C ☆ NDY, ha trovato ispirazione per la copertina da Vanity Fair 's Issue annuale Hollywood. "E 'la prima volta che un numero così elevato di donne trans sono stata messe sulla copertina di una rivista," ha dichiarato. "E' troppo audace dire che abbiamo fatto la storia? Il tempo lo dirà. "


Ci piace tantissimo questa copertina, per me e già storica. Se volette ordinare questo nuovo numero di Candy magazine qui

Vanessa Mazza

25 fumettiste queer e transgender da seguire

La blogger May Rude di Autostraddle, sito dedicato alla comunità omosessuale femminile, ha stilato una lista di 25 fumettiste queer e transgender da seguire. La maggior parte di queste pubblica fumetti online ed è poco conosciuta in Italia, altre invece sono più affermate e seguite, anche qui da noi (come Mariko Tamaki, autrice di E la chiamano estate assieme alla cugina Jillian). Tutte però meritano di essere scoperte. Trovate la lista qui.



L'India ha la sua prima sindaca transgender: è Madhu Kinnar

In un Paese oggi a guida conservatrice, dove l'omosessualità è un reato punito con multe e con la detenzione in carcere, Madhu Kinnar segna una svolta. E' diventata la sindaca trans di Raigarh, vicino al confine con il Bangladesh


Per la prima volta, una cittadina indiana ha una sindaca transgender. Candidata come indipendente, Madhu Kinnar, 35 anni, ha vinto le elezioni a Raigarh, battendo avversari di partiti più forti come il Partito Bharatiya Janata Party, superato di 4.537 voti, secondo quanto riporta GayStarNews.

"La gente ha votato per me - ha dichiarato la neo sindaca - perché le promesse del BJP e dei partiti in parlamento sono state disattese. La mia vittoria è il risultato dell'amore e della benedizione della gente. Ho avuto un supporto inaspettato durante la campagna elettorale".

Madhu Kinnar, prima di essere eletta, cantava e ballava sui treni per guadagnarsi da vivere. In India le persone trans fanno parte di una casta e la transessualità è considerata terzo sesso.
"I poveri stanno con me, ma mi prenderò cura di tutti i cittadini di Raigarh" ha concluso.


La 35enne è così entrata nella storia di un Paese che ancora oggi si distingue da una parte per la sua omofobia e dall'altra per la continua violenza nei confronti delle donne.

riporta GayStarNews.

sabato 3 gennaio 2015

L'Expo, che si appresta ad essere la vetrina d'Italia e di Milano, Cosa c’entra con questo evento? "I gay vanno curati": anche Maroni partecipa al convegno omofobo.

Questa è la locandina dell'iniziativa che vedrà come ospiti il Presidente Roberto Maroni.
Che quella da difendere non sia la famiglia nella sua accezione più ampia e inclusiva, risulta subito evidente dall'immagine usata come sfondo della locandina, quella più usata dalle campagne di comunicazione di Manif pour Tous, per capirci. Un incontro a cui partecipano alcuni nomi noti delle battaglie contro i diritti delle famiglie e delle persone lgbt e ideologi di organizzazioni quali le Sentinelle in Piedi e, appunto, Manif pour Tous. Parliamo di Costanza Miriano, Mario Adinolfi, Massimo Introvigne, Padre Maurizio Botta, il direttore di Tempi Luigi Amicone e Marco Schicchitano. Non mancano, poi, i fautori delle cosiddette terapie riparatevi, come "Obiettivo Chaire".


Giusto per capire il mood dell’incontro basta recarsi sul sito dell’Associazione e ci si renderà conto che uno degli obiettivi della Chaire è quello di individuare “le cause (spirituali, psicologiche, culturali, storiche) che contribuiscono alla diffusione di atteggiamenti contrari alla legge naturale, riconoscibile dalla ragione rettamente formata”. Per farla breve i gay sarebbero contro natura e questo a causa di piccoli intoppi nel corso della vita.Se ne disquisirà in questa giornata evento sulla cui locandina campeggia proprio il logo dell’Expo e della Regione Lombardia e a cui prenderà parte pure Maroni

Tutti sono liberi di esporre le proprie idee (per quanto dannose e balzane), ma il logo di Expo 2015 Milano e il patrocinio di Regione Lombardia sulla locandina di un evento di questo genere è vergognoso.


“Difendere la famiglia per difendere la comunità”.


l’incontro è organizzato da associazioni che considerano l’omosessualità una malattia, come ( Alleanza cattolica, Fondazione Tempi, Obiettivo Chaire e Nonni 2.0 ) e che la locandina che lo pubblicizza riporta in bella vista il logo dell’Expo. Così sul convegno organizzato dalla Regione Lombardia.

– Il senatore Andrea Marcucci (PD) si indigna e annuncia un ‘interrogazione al ministroMaurizio Martina per un convegno di due associazioni che sostengono posizioni al limite con l’omofobia. Il fatto inaccettabile per il parlamentare democratico è che sia la Regione Lombardia, con il presidente Roberto Maroni, sia Expo 2015abbiano concesso il patrocinio ufficiale a tale manifestazione.

Scrive Marcucci: «Il 17 gennaio si terrà a Milano un convegno organizzato da Chaire ed Alleanza Cristiana per aiutare le persone ‘ferite nella loro identità sessuale, in particolare per tendenze di natura omosessuale’. In pratica per curare i gay! Ognuno è libero di dibattere le assurdità che vuole – dice Marcucci - ma è intollerabile che a questa iniziativa la Regione Lombardia conceda la sala, il patrocinio e l'intervento conclusivo di Roberto Maroni, coinvolgendo anche il logo di Expo 2015. Per questo presenterò un'interrogazione al ministro Martina, commissario di Expo Milano 2015, affinché il governo chieda alla Regione Lombardia di fare un passo indietro, rifiutando sala e dignità istituzionale».

Expo 2015 anche a nome degli altri enti locali che la partecipano rispondendo ufficialmente sulle sue piattaforme social alle critiche degli utenti afferma «Expo è in prima istanza una piattaforma di confronto, e il confronto ha senso quando ci sono posizioni differenziate. Expo non esprime una posizione univoca e/o di sintesi, ma lascia il terreno aperto a voci molteplici. Questo sia in termini di attività durante il semestre espositivo che per quello che riguarda i patrocini e le attività che si svolgono in questi mesi. La natura di Expo non è quella di essere ‘esclusiva’, quanto piuttosto ‘inclusiva’, lasciando spazio a voce molteplici rispetto ai diversi temi affrontati».

Non solo, nel manifesto dell’iniziativa compare in bella vista il logo di Expo. «Cosa c’entra con Expo questo evento? Quella della Regione è una deriva omofoba che ci preoccupa e ci chiediamo chi ha permesso l’utilizzo del logo dell’esposizione», spiega Fabio Galantucci dell’Arcigay. «È sconcertante — dice il consigliere comunale del Pd Ruggero Gabbai — perché oltre a negare l’evidenza dei fatti e dell’evoluzione della società, ci si ostina a sostenere e propagandare tesi oscurantiste e omofobe. L’Expo, che si appresta ad essere la vetrina d’Italia e di Milano nel mondo, non può e non deve essere associata a iniziative che promuovono una cultura superata».

I Giovani democratici hanno già annunciato un presidio fuori dall’auditorium durante il convegno: «Andiamo a ricordare a Maroni che di famiglia non ce n’è una sola». Al presidio si uniranno anche i militanti dell’associazionismo gay e dell’Altra Europa con Tsipras. «Da una parte c’è la Milano dei diritti estesi a tutti e che riconosce le unioni tra persone dello stesso sesso e dall’altra chi crede sia normale discriminare con spirito medievale. Contenti di stare dalla parte giusta e confidiamo che Expo si sottragga», commenta Luca Gibillini (Sel).

L’evento, che si tera il 17 gennaio, a Palazzo Lombardia, Osservo che l'evento avrà luogo presso l'Auditorium Giovanni Testori, noto scrittore omosessuale lombardo del Novecento, autore dell'indimenticabile "Il dio di Roserio".


Vanessa Mazza 

venerdì 2 gennaio 2015

La lettera di addio di Leelah Alcorn, ragazza trans di 17 anni che viveva a Kings Mills, in Ohio (Stati Uniti), morta suicida alle 2:20 di domenica scorsa

La comunità LGBTQ sta uscendo del 2014 con questa triste nota tragica, la morte di Joshua Alcorn, un 17 anni transgender dell'Ohio che, secondo quanto riferito , si suicidò Domenica mattina. L morte di Leelah Alcorn è diventata una storia internazionale a causa della natura pubblica dell suo suicidio, travolto da un camion mentre percorreva a piedi l'Intestate 71 a circa 4 miglia da casa. La madre, Carla Alcorn, l'ha ricordata su Facebook scrivendo: «Il mio dolce figlio di 16 anni, Joshua Ryan Alcorn, è andato in cielo questa mattina. Era fuori per una passeggiata mattutina ed è stato investito da un camion».

Passate le ore, però, è venuta a galla la verità. Leelah era transessuale e non è stato investito: si è suicidato. Il motivo è riconducibile all'atteggiamento che i suoi genitori avevano nei suoi confronti, motivo per cui le parole della madre appaiono ancor più gravi quasi a testimoniare come alcuni genitori possano essere capaci di risultare i carnefici dei loro stessi figli in virtù di presunte motivazioni religiose. È la stessa vittima a raccontare come l'abbiano cercata di "curare" credendo che la sua sessualità non piacesse a Dio.


Prima del suo estremo gesto, Leelah Alcorn aveva scritto un messaggio d'addio su Tumblr e aveva programmato la sua pubblicazione in modo da farlo apparire solo dopo una certa ora. In un secondo messaggio ha chiesto scusa al fratello e alle sorelle.

Ecco le ultime parole di
 Leelah Alcorn,


Se state leggendo questo messaggio, vuol dire che mi sono suicidata e quindi non sono riuscita a cancellare questo post programmato.
Per favore, non siate tristi, è meglio così. La vita che avrei vissuto non sarebbe stata degna di essere vissuta… perché sono transessuale. Potrei entrare nei dettagli per spiegare perché lo penso, ma questa lettera sarà già abbastanza lunga così. Per farla semplice, mi sento una ragazza intrappolata nel corpo di un ragazzo da quando avevo quattro anni. Per molto tempo non ho saputo dell'esistenza di una parola per definire questa sensazione, né che fosse possibile per un ragazzo diventare una ragazza, così non l'ho detto a nessuno e ho semplicemente continuato a fare cose convenzionalmente da maschi per cercare di adattarmi.

Quando avevo 14 anni ho imparato cosa volesse dire la parola "transessuale" e ho pianto di gioia. Dopo dieci anni di confusione avevo finalmente capito chi ero. L'ho detto subito a mia mamma e lei ha reagito molto negativamente, dicendomi che era una fase, che non sarei mai stato davvero una ragazza, che Dio non fa errori e che ero io a essere sbagliata. Se state leggendo questa lettera: cari genitori, non dite così ai vostri figli. Anche se siete cristiani o siete contro i transessuali, non dite mai questa cosa a nessuno: specialmente ai vostri figli. Non otterrete niente a parte far sì che odino se stessi. È esattamente quello che è successo a me.

Mia mamma ha iniziato a portarmi da terapisti ma solo da terapisti cristiani, tutti con molti pregiudizi, quindi non ho mai avuto le cure di cui avrei avuto bisogno per la mia depressione. Ho solo ottenuto che altri cristiani mi dicessero che sono egoista e sbagliata e che avrei dovuto cercare l'aiuto di Dio.
Quando avevo 16 anni mi sono resa conto che i miei genitori non mi avrebbero mai aiutata, e che avrei dovuto aspettare di compiere 18 anni per iniziare qualsiasi terapia e intervento di transizione, cosa che mi ha davvero spezzato il cuore. Più aspetti, più la transizione è difficile. Mi sono sentita senza speranze, sicura che avrei passato il resto della mia vita con le sembianze di un uomo. Quando ho compiuto 16 anni e ho capito che i miei genitori non avrebbero dato il loro consenso per farmi iniziare la transizione, ho pianto finché non mi sono addormentata.

Ho sviluppato nel tempo una specie di atteggiamento "vaffanculo" verso i miei genitori e ho fatto coming out come gay a scuola, pensando che forse sarebbe stato più facile così un giorno dire che in realtà sono transessuale. Per quanto la reazione dei miei amici sia stata buona, i miei genitori si sono arrabbiati. Hanno pensato che volessi compromettere la loro immagine e che li stessi mettendo in imbarazzo. Volevano che fossi il classico piccolo perfetto ragazzo cristiano e ovviamente non era quello che volevo io.

Quindi mi hanno tirato via dalla scuola pubblica, mi hanno sequestrato il computer e lo smartphone e mi hanno impedito di frequentare qualsiasi social network, isolandomi così completamente dai miei amici. Questa è stata probabilmente la parte della mia vita in cui sono stata più depressa, e sono ancora stupita di non essermi uccisa già allora. Sono stata completamente sola per cinque mesi. Nessun amico, nessun sostegno, nessun amore. Solo la delusione dei miei genitori e la crudeltà della solitudine.

Alla fine dell'anno scolastico i miei genitori finalmente mi hanno restituito il mio smartphone e mi hanno permesso di tornare sui social network. Ero felicissima, finalmente potevo riavere indietro i miei amici. Ma solo all'inizio. Alla fine mi sono resa conto che anche a loro non importava molto di me, e mi sono sentita persino più sola di quanto fossi prima. Piacevo agli unici amici che pensavo di avere per il solo motivo che mi vedevano per cinque giorni ogni settimana.

Dopo un'estate praticamente senza amici unita al peso di dover pensare al college, di risparmiare per quando avrei lasciato casa, di tenere alti i miei voti, di andare in chiesa ogni settimana e sentirmi di merda perché in chiesa tutti sono contrari a quello che sono, ho deciso che ne ho abbastanza. Non completerò mai nessuna transizione, nemmeno quando andrò via di casa. Non sarò mai felice con me stessa, col modo in cui appaio e con la voce che ho. Non avrò mai abbastanza amici da esserne soddisfatta. Non troverò mai un uomo che mi ami. Non sarò mai felice. Potrò vivere il resto della mia vita come un uomo solo che desidera essere una donna oppure come una donna ancora più sola che odia se stessa. Non c’è modo di averla vinta. Non c'è via d'uscita. Sono già abbastanza triste, non ho bisogno di una vita ancora peggiore di così. La gente dice che "le cose cambiano" ma nel mio caso non è vero. Le cose peggiorano. Le cose peggiorano ogni giorno.

Questo è il succo, questo è il motivo per cui mi sento di uccidermi. Mi dispiace se per voi non sarà abbastanza una buona ragione, lo è per me. Per quel che riguarda le mie volontà, voglio che il 100 per cento delle cose che possiedo sia venduto e che il denaro (più i soldi che ho da parte in banca) siano donati a un movimento per il sostegno e per i diritti delle persone transessuali, non importa quale. L'unico momento in cui riposerò in pace arriverà quando le persone transessuali non saranno più trattate come sono stata trattata io: quando saranno trattate da esseri umani, con sentimenti validi, sinceri e legittimi, e con dei diritti umani. Le questioni di genere devono essere insegnate a scuola, prima è e meglio è. La mia morte deve significare qualcosa. La mia morte dev'essere contata tra quelle dei transessuali che si sono suicidati quest'anno. Voglio che qualcuno guardi a quel numero e dica "questa cosa è assurda", e si occupi di sistemarla. Sistemate la società. Per favore.
Addio.


La triste ironia di tutto questo è che Alcorn sta finalmente ottenendo il riconoscimento e l'affermazione che aveva bisogno nella vita solo adesso, dopo la sua morte. Non sarebbe costato nulla per la sua famiglia, prendere il piccolo passo di chiamarla con il suo nome scelto e rispettare la sua identità di genere quando lei ha chiesto, ma il loro rifiuto ha un costo molto alto, che dovranno pagare per il resto della loro vita.

Per me, Il dio in cui credono i suoi genitori ha ucciso Leelah Alcorn
La religione in cui credono i "cristiani, obiettori di coscienza" hanno ucciso Leelah Alcorn


Anche se sembra improbabile che ciò accada, voglio sperare che i genitori di Leelah Alcorn perlomeno onorino i desideri della figlia, che finalmente rispettino la sua vera identità al funerale e che rispettino la sua richiesta, che i suoi bene, venga direzionato a una associazione di aiuto alle persone trans.

E 'tempo che imparate  ad accettarci  per quello che siamo veramente.  Che iniziate a rispettare il nostro sé autentico è quello che tutti noi vogliamo, e qualcosa che tutti noi meritiamo. 

Riposa in pace piccola Leelah Alcorn,


Vanessa Mazza