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martedì 30 ottobre 2007
GENDER BENDER 2007
30/10/2007) A Bologna da 30 ottobre al 4 novembre il Festival Internazionale sulle rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale.
All'indomani del convegno di Ready e del discusso manifesto con il neonato omosessuale, ecco quello del Gender Bender, il festival di cinema e arti visive organizzato dal Cassero di Bologna. Un giovane Hitler, assorto e casalingo, quasi sognante, è seduto in abito a quadri ad un tavolo da cucina mentre pela patate. Tutta un'altra storia. Daniele Del Pozzo, ideatore e direttore del festival, invita a pensare diversamente, nel vero senso della parola: "Mettersi nei panni degli altri, anche se si tratta di un’uniforme poco conforme alle nostre solite abitudini, a volte può aiutarci a vedere le cose da un’altra prospettiva, facendoci vivere ciò che altrimenti crederemmo impossibile".
Perchè più che parlare di nascita o scelta o ereditarietà o genetica, è interessante parlare di cambiamento, di possibilità, di transizione. Di diversità come opportunità e non come barriera e ghetto. Di confini che si spostano continuamente, piuttosto che di muri che separano. Per poter "vedere le persone e le loro differenze come portatrici di ricchezza anziché minacce da cancellare". Vi aspettiamo a Bologna, dove qualcuno pensa ancora che un'altra storia e un altro mondo siano possibili.
Dal 30 ottobre al 4 novembre Bologna è la sede di una serie di eventi, molti in anteprima nazionale, che vanno dalle proiezioni cinematografiche agli spettacoli di teatro e danza, installazioni, concerti dal vivo e dj set, incontri con autori e autrici, party. Sei giorni tra il Teatro San Martino, Il Cassero, il Cinema Lumiere e molte altre location che porteranno a Bologna il meglio di ciò che sta accadendo nel mondo dell'arte e che è stato visto nei festival cinematografici internazionali, nell'ambito delle rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale.
Noi vi segnaliamo cosa assolutamente non dovete perdervi.
RARA, di Sylvano Bussotti. Artista, compositore, nella sua lunghissima carriera ha collaborato con John Cage, Derek Jarman e Carmelo Bene. Al Gender Bender presenta in versione restaurata ed in prima assoluta RARA, un lungometraggio in cui compaiono molti dei protagonisti del panorama artistico italiano degli anni Sessanta, da Franca Valeri a Julian Beck, da Carlo Cecchi a Dacia Maraini, da Laura Betti a Dario Bellezza, fino al soprano Cathy Berberian, immortalati in una serie di ritratti ricchi di suggestioni oniriche e surreali. Realizzato tra il 1967 e il 1969, RARA (film) verrà accompagnato dall’esecuzione dal vivo di una nuova partitura, appositamente ideata ed eseguita dal Maestro Bussotti per l’evento.
Frans Poelstra, his dramaturg and Bach, di United Sorry. La United Sorry, duo formato dal ballerino austriaco Frans Poelstra e dal drammaturgo e artista performativo olandese Robert Steijin costruisce lo spettacolo sul confronto diretto tra le Variazioni Goldberg di Johan Sebastian Bach, la danza di Poelstra, i commenti di Steijn e lo sguardo del pubblico.
In questo apparente caos, le variazioni di Bach, la nudità dei corpi, la complicità amorosa della coppia danzatore-drammaturgo diventano tutte condizioni sperimentali ed intuitive messe in atto per rappresentare una forma particolare di bellezza, intesa come comunione fra lo spirito e la natura, fra il corpo e la ragione, fra lo humour e l’amore che passa, in maniera sorprendentemente inedita e spiazzante, attraverso la relazione tra due uomini nudi in scena.
Snow White, di Ann Liv Young. Trasposizione danzata e recitata della celebre fiaba dei fratelli Grimm, riletta secondo un immaginario contemporaneo dalla sorprendente Young, una delle più promettenti figure della scena performativa newyorkese.
La nuova versione della storia si concentra su Biancaneve - interpretata dalla stessa Young – sul Principe e sulla Matrigna, interpretati da due donne. La protagonista canta classici del pop portati al successo da Beyoncè, Mary J. Blige, Withney Houston, ma reinterpretandoli in chiave punk. In questa rilettura rabbiosa, le tre performer si presentano sul palco vestite di pesanti sneakers nere e body di lycra, spogliandosi e vestendosi compulsivamente, quasi a caso.
Seven Easy Pieces, di Babette Mangolte. Il film documenta le sette performance che Marina Abramovic tenne al Guggenheim Museum di New York nel 2005 e con cui reinterpretò alcune celebri performance di Bruce Nauman, Vito Acconci, Valie Export, Gina Pane, Joseph Beuys, realizzate dagli artisti tra il ’65 e il ’74. Sempre dedicata alla Abramovic, Imponderabilia, omaggio nel trentesimo anniversario della storica performance che l'artista eseguì alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna nel 1977.
SOGGETTIVA, una serie di incontri con le più importanti rappresentanti della letteratura lesbica contemporanea di area anglosassone, a cura di Arcilesbica Bologna.
Apre la rassegna Sarah Water, segnalata nel 2003 dalla prestigiosa rivista letteraria Granta, i suoi romanzi sono tutti ambientati nell’Inghilterra Vittoriana, restituita al lettore grazie ad un’impeccabile ricostruzione storica. I suoi complessi intrecci sentimentali tra le protagoniste, toccano diversi generi letterari – dal noir alla ghost story, al romanzo di formazione. L’autrice è nota in Italia per i successi editoriali Ladra e Affinità. Al Gender Bender presenta il suo ultimo libro Turno di notte. Poi ancora incontri con Stella Duffy, Ali Smith e Mary Dorcey.
Gennaro Cosmo Parlato, in Che cosa c'è di strano? Interprete versatile, raffinato e dalle strabilianti doti vocali. Il programma offre un particolare pomeriggio musicale: nel suo speattacolo, Gennaro - già ospite fisso di Piero Chiambretti nelle due ultime edizioni di Markette e autore della sigla del Dopofestival a Sanremo - presenta al pubblico una curiosissima rilettura del meglio e del peggio della canzone italiana degli Anni ’80.
E ancora: Give Piece of Ass a Chance, l’ultimo lavoro dell’enfant terrible del cinema canadese Bruce La Bruce; il lungometraggio Hedy di Andy Warhol, con protagonisti la sua prima “Superstar” Mario Montez e Jack Smith, con la colonna sonora dei Velvet Underground; il documentario Jack Smith and the Destruction of Atlantis di Mary Jordan, sul re dell'underground americano; Lagerfeld Confidential, un ritratto inedito e sorprendente dello stilista Karl Lagerfeld diretto da Rodolphe Marconi, selezionato dall’ultima Berlinale; Avant que j'oublie di Jacques Nolot, selezionato dall’ultima edizione del festival di Cannes, meditazione amara e disincantata sulla vita, l’amore e il tempo che passa
Per il programma completo vi rimandiamo al
http://www.genderbender.it/ita/home.asp
mercoledì 24 ottobre 2007
FORUM DI GAY.tv SFRUTTATO DAGLI OMOFOBI
23/10/2007) Un`associazione di genitori che vorrebbero guarire i propri figli dall`omosessualità usa un forum di GAY.tv per dimostrare che i giovani gay soffrono della propria condizione.
E' stato un utente di GAY.tv a scoprire che "l'omofoba e reazionaria" AGAPO, gruppo di genitori di omosessuali in difficoltà, ha inserito sul proprio sito, insieme al link della Narth (National Association dor Research & Therapy of Homosexuality, gente che cura l’omosessualità quindi), quello di un forum di GAY.tv. Esattamente è stato linkato il post dal titolo 'Motivi della sofferenza dei gay'. Un post che era stato aperto nel forum 'Gay e Chiesa', da un utente anonimo non registrato, tale SAB.
"I motivi del fatto che molti gay soffrono sono giù o arrivano al suicidio - scrive SAB - a volte non sono la chiesa e nemmeno la società come voi dite bensì sono i comportamenti di molti gay che sono infedeli, illudono, parlano dietro, sono molto traditori e non mantengono la parola, ti dicono cose, poi magari vanno alle saune con degli altri e lo sapete tutti quanti benissimo".
Nata nel 2006, AGAPO è un'associazione di genitori con figli omosessuali che "trova sterile la disputa sull’omosessualità come variante naturale del comportamento umano al pari dell’eterosessualità". E' un'associazione omofoba che odia i propri figli e li manda dallo psicologo. Punti di riferimento per questo gruppo sono la Chiesa (una parte del sito è ripresa da genitoricattolici.org) e l'associazione americana Narth di Joseph Nicolosi, che si occupa della 'terapia riparativa' dell’omosessualità. L’amaro in bocca scende quando vai a scoprire che in Italia una stretta collaboratrice del prof. Nicolosi è la dott.ssa Chiara Atzori, medico infettologo presso l’ospedale 'Sacco' di Milano.
EX PAZIENTE DI NICOLOSI: LA TERAPIA NON FUNZIONA
"A chi ritiene la nostra iniziativa omofoba e reazionaria - scrive AGAPO - consigliamo innanzitutto di leggere bene quello che c’è scritto davvero nel nostro sito". Lo abbiamo fatto, ecco cosa c’è scritto:
- nessuno di noi rigetta il figlio omosessusale nemmeno dopo mesi o anni di "militanza" di questi nostri stessi figli nei Cruising bar o analoghi locali dei circuiti Gay;
- Non vogliamo costringere nessuno alle cure dall’omosessualità... ci battiamo perchè chi soffre della sua condizione psicologica, abbia la possibilità di farsi aiutare nell’uscita dalla vita gay;
- consigli ad un ragazzo: effettivamente protezione una ragazza non te la potrà dare, ma anche un uomo (omosessuale) te la può dare solo in apparenza perché in fondo cerca protezione pure lui;
- un ragazzo che è contento di aver scoperto questa sua tendenza, che, nella società attuale è normalmente accettata, anzi è considerata di gran moda, o forse no, la vive con disagio;
- ...le cause dell’omosessualità siano da ricercare in genetica, e che, di conseguenza, propone la resa e l’accettazione di una natura più forte che occorre ragionevolmente assecondare per poter vivere meglio ed in modo libero. Quello che però spesso non sappiamo, o non vogliamo riconoscere, è che l’omosessualità nell’essere umano è un problema della sviluppo, quasi sempre il risultato di rapporti familiari problematici, che niente hanno a che fare con la genetica.
- amore è quella solidarietà possibile solo se confidiamo in Dio, amore a volte significa una parola in meno ma una preghiera in più, amore significa anche affidare tuo figlio alle cure di esperti che, come te, mettono l’amore al primo posto, anche nello strutturare una possibile terapia.
L'omosessualità è sempre definita un problema e ridotta a semplice attrazione sessuale. Così i genitori vengono rassicurati: il proprio figlio non è gay ma, più semplicemente, ha una sindrome da attrazione verso lo Stesso Sesso. Il sito contiene anche testimonianze e consigli per i genitori che, come le persone che vi scrivono, si sentono in colpa e non vogliono accettare la realtà: "non incolpatevi per l’omosessualità di vostro figlio, che non è necessariamente legata alla condizione familiare, come nel caso di coloro che sono stati sessualmente abusati o introdotti negli ambienti gay".
GAY.tv ai commenti preferisce le parole di Judy Shepard, la mamma del ragazzo pestato a sangue e lasciato morire a 21 anni nel deserto del Wyoming (USA). A nove anni dalla morte di Matthew, Judy ha lanciato il 12 ottobre il sito MatthewPlace con lo scopo di combattere l'omofobia e il suicidio dei giovani LGBT e ha lanciato un appello ai genitori che non accettano l'omosessualità del proprio figlio: "come possono dei genitori abbandonare i loro ragazzi solo per essere come sono? Mio figlio mi è stato portato via da due uomini che non avevano imparato altro che l'odio. I nostri figli hanno bisogno di noi e meritano di essere trattati meglio di quanto non siano".
Continuiamo a lottare per l’amore di tutti, anche di quelli che ci odiano.
E' stato un utente di GAY.tv a scoprire che "l'omofoba e reazionaria" AGAPO, gruppo di genitori di omosessuali in difficoltà, ha inserito sul proprio sito, insieme al link della Narth (National Association dor Research & Therapy of Homosexuality, gente che cura l’omosessualità quindi), quello di un forum di GAY.tv. Esattamente è stato linkato il post dal titolo 'Motivi della sofferenza dei gay'. Un post che era stato aperto nel forum 'Gay e Chiesa', da un utente anonimo non registrato, tale SAB.
"I motivi del fatto che molti gay soffrono sono giù o arrivano al suicidio - scrive SAB - a volte non sono la chiesa e nemmeno la società come voi dite bensì sono i comportamenti di molti gay che sono infedeli, illudono, parlano dietro, sono molto traditori e non mantengono la parola, ti dicono cose, poi magari vanno alle saune con degli altri e lo sapete tutti quanti benissimo".
Nata nel 2006, AGAPO è un'associazione di genitori con figli omosessuali che "trova sterile la disputa sull’omosessualità come variante naturale del comportamento umano al pari dell’eterosessualità". E' un'associazione omofoba che odia i propri figli e li manda dallo psicologo. Punti di riferimento per questo gruppo sono la Chiesa (una parte del sito è ripresa da genitoricattolici.org) e l'associazione americana Narth di Joseph Nicolosi, che si occupa della 'terapia riparativa' dell’omosessualità. L’amaro in bocca scende quando vai a scoprire che in Italia una stretta collaboratrice del prof. Nicolosi è la dott.ssa Chiara Atzori, medico infettologo presso l’ospedale 'Sacco' di Milano.
EX PAZIENTE DI NICOLOSI: LA TERAPIA NON FUNZIONA
"A chi ritiene la nostra iniziativa omofoba e reazionaria - scrive AGAPO - consigliamo innanzitutto di leggere bene quello che c’è scritto davvero nel nostro sito". Lo abbiamo fatto, ecco cosa c’è scritto:
- nessuno di noi rigetta il figlio omosessusale nemmeno dopo mesi o anni di "militanza" di questi nostri stessi figli nei Cruising bar o analoghi locali dei circuiti Gay;
- Non vogliamo costringere nessuno alle cure dall’omosessualità... ci battiamo perchè chi soffre della sua condizione psicologica, abbia la possibilità di farsi aiutare nell’uscita dalla vita gay;
- consigli ad un ragazzo: effettivamente protezione una ragazza non te la potrà dare, ma anche un uomo (omosessuale) te la può dare solo in apparenza perché in fondo cerca protezione pure lui;
- un ragazzo che è contento di aver scoperto questa sua tendenza, che, nella società attuale è normalmente accettata, anzi è considerata di gran moda, o forse no, la vive con disagio;
- ...le cause dell’omosessualità siano da ricercare in genetica, e che, di conseguenza, propone la resa e l’accettazione di una natura più forte che occorre ragionevolmente assecondare per poter vivere meglio ed in modo libero. Quello che però spesso non sappiamo, o non vogliamo riconoscere, è che l’omosessualità nell’essere umano è un problema della sviluppo, quasi sempre il risultato di rapporti familiari problematici, che niente hanno a che fare con la genetica.
- amore è quella solidarietà possibile solo se confidiamo in Dio, amore a volte significa una parola in meno ma una preghiera in più, amore significa anche affidare tuo figlio alle cure di esperti che, come te, mettono l’amore al primo posto, anche nello strutturare una possibile terapia.
L'omosessualità è sempre definita un problema e ridotta a semplice attrazione sessuale. Così i genitori vengono rassicurati: il proprio figlio non è gay ma, più semplicemente, ha una sindrome da attrazione verso lo Stesso Sesso. Il sito contiene anche testimonianze e consigli per i genitori che, come le persone che vi scrivono, si sentono in colpa e non vogliono accettare la realtà: "non incolpatevi per l’omosessualità di vostro figlio, che non è necessariamente legata alla condizione familiare, come nel caso di coloro che sono stati sessualmente abusati o introdotti negli ambienti gay".
GAY.tv ai commenti preferisce le parole di Judy Shepard, la mamma del ragazzo pestato a sangue e lasciato morire a 21 anni nel deserto del Wyoming (USA). A nove anni dalla morte di Matthew, Judy ha lanciato il 12 ottobre il sito MatthewPlace con lo scopo di combattere l'omofobia e il suicidio dei giovani LGBT e ha lanciato un appello ai genitori che non accettano l'omosessualità del proprio figlio: "come possono dei genitori abbandonare i loro ragazzi solo per essere come sono? Mio figlio mi è stato portato via da due uomini che non avevano imparato altro che l'odio. I nostri figli hanno bisogno di noi e meritano di essere trattati meglio di quanto non siano".
Continuiamo a lottare per l’amore di tutti, anche di quelli che ci odiano.
«Messaggio forte e chiaro. L'omosessualità non è una scelta ma un dato immutabile da rispettare»
(23/10/2007) Ancora una volta la Toscana si conferma la regione all`avanguardia sulla promozione dei diritti glbt. Questa volta lo fa con un manifesto shock.
— Il testimonial è un neonato. Un bel bambino roseo e paffuto, la mano sinistra protesa verso la bocca nel gesto, sublime e atavico, della suzione del pollice. Una perfetta e tranquillizzante icona dell'infanzia, quell'immagine, se non ci fosse qualcosa di inusuale e «diverso». Una fascetta da polso sulla quale, invece del nome del piccolo, c'è scritto homosexuel, omosessuale in francese. Il neonato gay è l'ultima trovata di una campagna pubblicitaria contro le discriminazioni di genere che la Regione Toscana ha presentato ieri con il patrocinio del ministero delle Pari opportunità provocando proteste e polemiche. Il manifesto, stampato in migliaia di copie, sarà affisso sui muri delle città toscane, negli uffici pubblici, davanti alle scuole
«Con questa immagine lanciamo un messaggio forte e chiaro — spiega De Giorgi —. L'omosessualità non è una scelta ma un dato immutabile da rispettare». L'immagine del neonato gay è stata realizzata dalla fondazione canadese Emergence, organismo che si batte contro la discriminazione di genere, e ceduta gratuitamente alla Toscana. Regione italiana all'avanguardia in questo campo, che già nel 2004 ha varato una legge contro le discriminazioni sessuali e pochi mesi fa ha presentato una carta prepagata, con un contributo pubblico, per agevolare l'inserimento nel mondo del lavoro di transessuali e transgender. Anche allora ci furono polemiche.
Dopo la card prepagata per le persone transgender, il divieto di discriminazione per orientamento sessuale e il Florence Queer Festival, la Toscana si conferma ancora una volta la regione italiana più all'avanguardia nella promozione dei diritti glbt. E lo fa con una campagna regionale patrocinata dal Ministero delle Pari opportunità che "affronta con forza ed in modo efficace una delle questioni di fondo di un tema eticamente discusso, sottolineando come l’omosessualità non possa essere considerato un vizio, ma una delle tante espressioni della personalità di un individuo".
Il manifesto sara' anche il logo di una due giorni di incontri contro le discriminazioni che si svolgerà a Firenze, il 26 e 27 ottobre prossimi nell'ambito del festival della creatività alla quale parteciperanno anche la ministra Barbara Pollastrini, i presidenti di Regione Toscana Claudio Martini e Puglia Nichi Vendola ed Oliviero Toscani. L'appuntamento sara' anche l'occasione per lanciare 'Ready', ovvero la rete nazionale delle pubbliche amministrazioni contro le discriminazioni per orientamento sessuale nata nel 2005 e di cui fanno parte anche i Comuni di Firenze, Roma, Torino e Bologna e le Regioni Toscana e Piemonte.
redazione@gay.tv
CORRIERE DELLA SERA.it
martedì 23 ottobre 2007
POLONIA: L`OMOFOBO KACZYNSKI PERDE LE ELEZIONI
(22/10/2007) Dopo due anni di politiche omofobe e ricatti all`Europa il partito `Legge e Giustizia` dei gemelli Kaczynski perde le elezioni anticipate. Il liberale Donald Tusk e la sua `Piattaforma Civica` formerà il nuovo governo.
VARSAVIA - La Polonia ha deciso: il partito nazionalista 'Legge e Giustizia' dei gemelli Kaczynski è stato sconfitto alle elezioni dal partito liberale di Donald Tusk con un vantaggio di circa 13 punti. Sarà 'Piattaforma Civica' a formare il governo con il 43,6% insieme al partito dei contadini all'8,6%.
In parlamento entra anche il LID degli ex comunisti e dissidenti laici con il 12,6% mentre il PIS dei Kaczynski ottiene il 31,3% (nel 2005 il PIS vinse con il 28,6% contro il 26,4% di Piattaforma Civica). Nei voti del partito nazionalista ed euroscettico vanno conteggiati anche i voti anche dei cattolici integralisti e antisemiti della Lega delle Famiglie Polacche, partito che nel 2005 era aveva conquistato l'8,2% ed ora quasi scomparso a causa degli scandali combinati in 2 anni di governo.
La sconfitta dei gemelli K e del motto 'Dio, patria e famiglia' è un'ottima notizia per la comunità glbt che è stata target di continui attacchi verbali, psicologici e fisici con campagne di intimidazione che ricordavano quelle naziste contro gli ebrei. Il governo Kaczinsky ha vietato ai professori gay di insegnare, ha messo al bando i teletubbies perchè sospettati di promuovere l'omosessualità sessuali ed ha sempre vietato i lGay Pride. Due anni di politica omofoba ma non solo. I gemelli Kaczynski hanno ricattato l'Europa sui temi etici fino a due giorni prima delle elezioni anticipate.
RICATTO 1 - Il 27 settembre scorso il Cosiglio d'Europa ha istituito per il 10 ottobre la prima Giornata Europea contro la Pena di Morte. D'accordo tutti gli stati membri eccetto la Polonia che ha posto il veto e voterà contro fino a quando una simile iniziativa non sarà adottata anche contro l'aborto e l'eutanasia.
RICATTO 2 - Il trattato semplificato, che prende il posto della Costituzione europera rigettato da Francia e Paesi Bassi con il referendum del 2005, è stato approvato nella notte tra giovedì e venerdì dai 27 capi di stato dell'Unione Europea riuniti a Lisbona. Mettere 27 paesi d'accordo significa fare compromessi e a perderci sono ancora una volta i gay. La Polonia ha ottenuto ciò che voleva: la non applicazione della Carta dei diritti Fondamentali e in particolare le disposizioni sui diritti delle miniranze sessuali. Ha esultato Kaczynski: "la Polonia ha riportato un enorme successo. Ha ottenuto tutto quell oche voleva".
LEGA CONTRO L`OMOSESSUALITA` ATTACCA SITO GAY
22/10/2007) Fantomatici quanto imbecilli hacker hanno raso a zero il database di gayspace. La nostra solidarietà
La redazione di GAY.tv esprime massima solidarietà agli amici e colleghi di gayspace.it per il brutale attacco omofobo ricevuto da hacker imbecilli appartenenti ad una fantomatica 'Lega contro l'omosessualità'. Invitiamo gli amici di gayspace.it ad agire legalmente contro queste persone che hanno evidenti problemi con la propria omosessualità repressa e trasformano la ricchezza di una diversità in un'occasione di violenza. Ai responsabili dell'attacco pernicioso auguriamo una vita di amore, pace, serenità ed accettazione di se' stessi.
redazione@gay.tv
La redazione di GAY.tv esprime massima solidarietà agli amici e colleghi di gayspace.it per il brutale attacco omofobo ricevuto da hacker imbecilli appartenenti ad una fantomatica 'Lega contro l'omosessualità'. Invitiamo gli amici di gayspace.it ad agire legalmente contro queste persone che hanno evidenti problemi con la propria omosessualità repressa e trasformano la ricchezza di una diversità in un'occasione di violenza. Ai responsabili dell'attacco pernicioso auguriamo una vita di amore, pace, serenità ed accettazione di se' stessi.
redazione@gay.tv
A Firenze la mostra omosex di Milanodal 26 ottobre nella palazzina reale della stazione di s.maria novella
«Vade retro» organizzata da Vittorio Sgarbi con alcune opere molto contestate
Napoli, Savona, Campobasso, Udine, Campione d’Italia e anche la città del Santo, Padova. Tra tutti quelli che si sono candidati ad ospitare la mostra omosex «Vade retro», organizzata da Sgarbi al Palazzo della Ragione di Milano negli scorsi mesi e mai aperta, l’ha spuntata Firenze. Qui, dal 26 ottobre, nella Palazzina Reale della Stazione di Santa Maria Novella, Artematica potrà esporre la mostra con la scultura di Paolo Schmidlin «Miss Kitty», con Papa Benedetto XVI con una molletta tra i capelli, un perizoma e delle autoreggenti, la fotografia di ConiglioViola con Silvio Sircana, portavoce del governo Prodi, che si ferma in auto vicino a un transessuale con Gesù al posto del transex e anche la foto di Paul M. Smith, modificata digitalmente, che mostra un uomo con i baffi seduto su una sedia con le gambe aperte e al posto del sesso maschile i genitali femminili.
160 OPERE - «Non abbiamo patrocini – afferma Sgarbi – e l’assessore Gozzini, che prima ci aveva appoggiati, ora ci contrasta. Ma noi andiamo avanti ed esponiamo tutte le 160 opere. Come si potrebbe vietare una mostra simile nella città di Michelangelo e Leonardo che erano omosessuali?». Oggi c’erano polemiche a Firenze e «Arcigay e Arcilesbica ci hanno sostenuti: hanno fatto cartoline con una foglia di fico che copre le vergogne (non è questa la parola usata da Sgarbi, ndr) del David». Insomma, Firenze vedrà (in sede chiusa, a pagamento, non vietata, ma senza patrocini) la mostra che non si è vista a Milano. «Poi – assicura Brunello di Artematica – si sono prenotate già Londra e Taormina».
sabato 20 ottobre 2007
La legge Levi-Prodi e la fine della Rete
Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo.
La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”.
Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.
Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico.
Ps: Chi volesse esprimere la sua opinione a Ricardo Franco Levi può inviargli una mail a : levi_r@camera.it
«Registro per blog e siti internet»
Spunta un ddl con i limiti. Prc, Rnp e Verdi contro, rivolta nel web. Grillo: no al bavaglio governativo
MILANO — «Non finiscono mai di provarci — scrive Valentino Spataro, su civile.it —. Potessero, chiederebbero la carta d'identità a chiunque parli in pubblico». E Paolo De Andreis, su «Punto informatico»: «Questo disegno di legge è un errore macroscopico, frutto di ostinata ignoranza. Ma nessuno glielo contesterà». Sbagliava, almeno su questo punto, perché a difendere i diritti di Internet è scesa in campo la corazzata dei blog, Beppe Grillo. Con un post dei suoi, lapidario e apocalittico, che denuncia «il bavaglio dell'informazione» e annuncia «la fine della rete», nonché un suo eventuale trasloco «in uno Stato democratico».
A difendere il provvedimento sull'editoria licenziato in sordina il 12 ottobre dal Consiglio dei ministri, è dovuto intervenire Ricardo Franco Levi. Che ha scritto a Grillo: «Non vogliamo tappare la bocca di nessuno». Ma, viste le reazioni, difficilmente il Parlamento varerà la legge così com'è. La temuta museruola sarebbe occultata nell'articolo 7 del ddl, che prevede l'iscrizione al Roc, registro degli operatori di comunicazione, per chi svolge «attività editoriale su Internet ». Cioè (art. 5) ogni attività di «realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali... anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative». Quanto basta per infiammare la blogosfera. Si potrebbe obiettare che la registrazione è una formalità burocratica — fastidiosa quanto si vuole — ma ininfluente. Se non fosse che l'iscrizione «rileva anche ai fini dell'applicazione delle norme sui reati a mezzo stampa». Nel senso che blog e siti dovrebbero avere un editore e un direttore responsabile che risponderebbero di diffamazione a mezzo stampa (quindi aggravata). Di qui, secondo Grillo, «il rischio galera», perché i blogger risponderebbero per «omesso controllo» anche dei commenti. Franco Levi prova a rassicurare: «Vogliamo solo regolamentare il settore».
Quanto all'obbligo di registrazione, «non pensiamo al ragazzo che fa un proprio sito o blog», ma a «un vero e proprio prodotto editoriale ». Levi ammette che «la distinzione è sottile», ma appunto per questo sarà affidata al Garante per le comunicazioni. Il quale però, nella persona di Nicola D'Angelo, gela tutti: «Attenti o finirà che i blog si faranno dall'estero». Quanto alla responsabilità, spiega Levi, «le stesse regole che valgono per i giornali stampati devono valere per quelli online». Replica di Grillo: «È un perfetto paraculo prodiano». Antonio Di Pietro, fiutato il rischio impopolarità, si è precipitato a seguire le orme di Grillo. Scusandosi dal suo blog per non aver «intercettato» il disegno di legge, che pure ha firmato, e annunciando la sua contrarietà allo stesso, «a costo di mettere in discussione l'appoggio al governo». Altri stop arrivano da Verdi, Rifondazione e Rosa nel Pugno. Tra i blogger lo sconcerto e la rabbia montano e scatta perfino una petizione con 600 firme in un giorno. Massimo Mantellini ( Manteblog) parla dell'Italia come di «una landa tecnologicamente depressa». E Giuseppe Granieri, autore del libro «Blog generation » di «una norma inapplicabile e pericolosa che va contro la grammatica della rete, aperta alla libera interazione». Roberto D'Agostino ( Dagospia) è indignato: «Neanche in Cina c'è una legge così. Questo è un Paese dove i giornalisti possono finire ancora in galera per diffamazione. Io ho ricevuto decine di querele per diffamazione e vengo già equiparato a un editore». Luca Sofri ( Wittgenstein): «Diffido dagli eccessivi allarmismi di chi vede i blogger in galera, ma queste regole rigide sono una sciocchezza. I reati devono essere puniti ovunque siano commessi, in strada, sui giornali o sui blog. Detto questo, già ora non c'è affatto licenza di diffamazione in rete».
Alessandro Trocino
20 ottobre 2007
CORRIERE DELLA SERA.it
venerdì 19 ottobre 2007
GAY TRAVESTITI DA SUORE RICEVONO L`EUCARESTIA. VIDEO
(18/10/2007) L`arcivescovo di San Francisco George Niederauer non si è accorto di aver dato l`eucarestia a due attivisti gay truccati e travestivi da suore.
L'arcivescovo di San Francisco George Niederauer è anziano e deve avere problemi di vista per non essersi accorto, domenica scorsa, di aver dato l'eucarestia a due attivisti gay truccati e travestivi da suore.
L'episodio ha fatto il giro del mondo grazie a YouTube tanto da spingere l'arcivescovo a scusarsi per l'errore. "Verso la fine della fila, due persone vestite stranamente sono venute a ricevere l'eucarestia" ha scritto in una lettera ai fedeli della diocesi pubblicata San Francisco Chronicle. Ma in realtà erano due militanti di 'Sisters of Perpetual Indulgence', gruppo nato nel 1979 nella comunita' gay di San Francisco.
redazione@gay.tv
MILANO: 18ENNE VIOLENTATO DA DUE EGIZIANI
18/10/2007) Accusati di stupro e rapina due ragazzi di 19 e 21 anni. Uno dei due avrebbe commesso materialmente l`abuso, l`altro faceva il palo.
Gli hanno chiesto una sigaretta per poi costringerlo a seguirli nel vicino Parco Lambro e violentarlo.
Il 29 settembre a Milano un diciottenne è stato rapinato e stuprato da due egiziani, di 19 e 21 anni, entrambi senza permesso di soggiorno, senza fissa dimora e con precedenti. Sarebbe stato il diciannovenne a trascinare il giovane dietro una siepe e costringerlo con botte e minacce ad avere un rapporto sessuale completo. Prima di darsi alla fuga i due hanno sottratto soldi e cellulare alla vittima, che ha riconosciuto i due egiziani e reso possibile il loro arresto.
Proprio ieri il parlamento ha votato a grande maggioranza il via libera ad una corsia preferenziale in Commissione Giustizia per lo stalking (molestia insistente) e la violenza omofobica. Ma il giorno in cui arriverà una legge contro i crimini d'odio verso i gay, sarà sempre troppo tardi.
fonte: corriere.it
redazione@gay.tv
giovedì 18 ottobre 2007
ARCIGAY: PRIMA VOLTA PARLAMENTO ITALIANO VICINO ALL'EUROPA
Dobbiamo esprimere soddisfazione per il fatto che oggi la Camera dei Deputati a larga maggioranza (hanno votato contro solo la Lega e La Destra di Storace) ha dato via libera alla corsia preferenziale alla commissione Giustizia di due importantissimi argomenti.
Le questioni stralciate dal pacchetto antiviolenza sono lo stalking e l'estensione della legge Mancino ai reati d'odio perpetrati contro le persone per il loro orientamento sessuale e identità di genere. Questo risultato è stato possibile grazie al lavoro paziente di tutti i deputati lgbt (lesbiche, gay, bisessuli e trangender), del Ministro Barbara Pollastrini, dei gruppi della sinistra e del presidente della Commissione Giustizia della Camera Pino Pisicchio. Ringraziamo inoltre i gruppi parlamentari del centro destra che hanno voluto con il loro voto dare un segnale di civiltà e di responsabilità civile coerentemente come avviene in quasi tutti i paesi d'Europa. La lotta contro la violenza sessuale alle donne e contro i crimini d'odio nei confronti delle persone omosessuali e transessuali da la misura di quanto una democrazia sia matura e attenta ad affrontare con serietà la tutela di ogni cittadina e di ogni cittadino.
Ci auguriamo che ora, visto il voto in aula, la commissione giustizia possa fra poche settimane discutere e approvare in sede legislativa questi due importanti provvedimenti. Confidiamo infine che anche al Senato si possa riproporre l'ampia maggioranza trasversale che è emersa alla Camera su argomenti che consento al Parlamento italiano di fare un passo verso l'Europa.
Aurelio Mancuso
presidente nazionale Arcigay
lunedì 15 ottobre 2007
INDIA: ARRIVA PRIMO PROGRAMMA TV SU OMOSESSUALI E TRANSEX
Per la prima volta,
l'omosessualita' sara' discussa in una trasmissione televisiva indiana. E, sempre per la prima volta nella storia televisiva del paese, a condurre sara' un transessuale.
La trasmissione sara' proposta dall'emittente Star Vijav a
Chennai, la capitale dello stato meridionale del Tamil Nadu.
Rose, un transessuale di 28 anni, e' stato il primo a ricorrere all'operazione di cambio del sesso di cui in India si abbia notizia ufficiale.
Proprio sulla scorta delle difficolta' incontrate con genitori e parenti sul suo nuovo stato, sui suoi nuovi abiti da donna, sul nuovo nome femminile, Rose ha deciso di proporre la
trasmissione per aiutare, dice, quelli come lui ad uscire allo
scoperto.
''Ogni anno - spiega Rose - noi transessuali ci ritroviamo a
Koovagam (un villaggio del Tamil Nadu, ndr), per discutere dei
nostri problemi. Il programma sara' come una riunione continua e
non e' riservato ai soli transessuali o omosessuali, ma e'
diretto a tutti, per cercare di far capire i nostri problemi e
tentare finalmente di farci accettare come parte della societa'.
Non vogliamo scioccare nessuno ne' offendere, solo far
prendere coscienza della nostra esistenza''.
Per ora il programma andra' in onda per un mese. Non ci sono
infatti i soldi per trasmetterlo piu' a lungo. Ma Rose, il
canale televisivo e i produttori sono certi del successo e
confidano in sponsor.
In India l'omosessualita' non e' solo un tabu', come tutto il
sesso, ma e' anche reato e si rischia la galera per sodomia. Gli
unici omosessuali accettati sono gli ''hijras'', eunuchi (anche
se non tutti sono fisicamente tali) che hanno una funzione
religiosa, apotropaica e beneaugurante. (ANSA)
l'omosessualita' sara' discussa in una trasmissione televisiva indiana. E, sempre per la prima volta nella storia televisiva del paese, a condurre sara' un transessuale.
La trasmissione sara' proposta dall'emittente Star Vijav a
Chennai, la capitale dello stato meridionale del Tamil Nadu.
Rose, un transessuale di 28 anni, e' stato il primo a ricorrere all'operazione di cambio del sesso di cui in India si abbia notizia ufficiale.
Proprio sulla scorta delle difficolta' incontrate con genitori e parenti sul suo nuovo stato, sui suoi nuovi abiti da donna, sul nuovo nome femminile, Rose ha deciso di proporre la
trasmissione per aiutare, dice, quelli come lui ad uscire allo
scoperto.
''Ogni anno - spiega Rose - noi transessuali ci ritroviamo a
Koovagam (un villaggio del Tamil Nadu, ndr), per discutere dei
nostri problemi. Il programma sara' come una riunione continua e
non e' riservato ai soli transessuali o omosessuali, ma e'
diretto a tutti, per cercare di far capire i nostri problemi e
tentare finalmente di farci accettare come parte della societa'.
Non vogliamo scioccare nessuno ne' offendere, solo far
prendere coscienza della nostra esistenza''.
Per ora il programma andra' in onda per un mese. Non ci sono
infatti i soldi per trasmetterlo piu' a lungo. Ma Rose, il
canale televisivo e i produttori sono certi del successo e
confidano in sponsor.
In India l'omosessualita' non e' solo un tabu', come tutto il
sesso, ma e' anche reato e si rischia la galera per sodomia. Gli
unici omosessuali accettati sono gli ''hijras'', eunuchi (anche
se non tutti sono fisicamente tali) che hanno una funzione
religiosa, apotropaica e beneaugurante. (ANSA)
sabato 13 ottobre 2007
Monsignore si dichiara gay, sospeso
CITTA' DEL VATICANO, 13 OTT - Il Vaticano ha confermato di aver sospeso un monsignore di Curia che aveva confessato di essere un gay attivo.Il presule - che aveva parlato sotto anonimato e con il viso oscurato - e' stato riconosciuto e allontanato immediatamente dal suo incarico. Su lui, la Santa Sede ha aperto un procedimento. A confermare sostanzialmente la notizia, anticipata da 'Repubblica ', e' intervenuto il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi.
Cacciata dal bagno delle donne fa causaKhadijah Farmer, 28enne lesbica ammette: «Non ho un aspetto femminile, ma sono stata donna tutta la vita»
è accaduto in un ristorante di new york. Il locale accusato di discriminazione
NEW YORK- Non deve essere stata una bella serata quella che Khadijah Farmer ha trascorso in un ristorante di New York. La donna è stata infatti cacciata dal bagno del locale riservato alle signore da un cameriere che non credeva che lei fosse donna. A Khadijah, 28 anni, è stato ordinato di lasciare il bagno delle donne anche dopo che lei aveva mostrato a un incredulo cameriere il suo documento d'identità.
AZIONE LEGALE - La Farmer, che è lesbica, ha ammesso di non avere un aspetto decisamente femminile. «Però sono stata una donna tutta la vita - ha detto - . La mia patente di guida indica chiaramente a che sesso appartengo». L'azione legale è stata presentata a nome di Khadijah dal Transgender Legal Defense and Education Fund presso la Supreme Court di Manhattan contro il locale, che è stato accusato di discriminazione.
NEW YORK- Non deve essere stata una bella serata quella che Khadijah Farmer ha trascorso in un ristorante di New York. La donna è stata infatti cacciata dal bagno del locale riservato alle signore da un cameriere che non credeva che lei fosse donna. A Khadijah, 28 anni, è stato ordinato di lasciare il bagno delle donne anche dopo che lei aveva mostrato a un incredulo cameriere il suo documento d'identità.
AZIONE LEGALE - La Farmer, che è lesbica, ha ammesso di non avere un aspetto decisamente femminile. «Però sono stata una donna tutta la vita - ha detto - . La mia patente di guida indica chiaramente a che sesso appartengo». L'azione legale è stata presentata a nome di Khadijah dal Transgender Legal Defense and Education Fund presso la Supreme Court di Manhattan contro il locale, che è stato accusato di discriminazione.
BARZELLETTINA...
Prodi in groppa al suo cavallo Furio sta aspettando il verde per attraversare la strada, quando una bambina su una bicicletta nuova di zecca si ferma accanto a lui.
"Bella bici - dice il premier - te l'ha portata Babbo Natale?"
"Certo che me l'ha regalata lui" risponde la bimba.
Dopo aver scrutato la bicicletta, il presidente del consiglio Prodi consegna nelle mani della piccina una multa da 5 euro.
"La prossima volta -le dice- dì a Babbo Natale di mettere sulla bicicletta una luce posteriore".
La bambina, per nulla intimorita, lo guarda e gli dice:"Bel cavallo, signore. Gliel'ha
portato Babbo Natale?"
"Certo che me lo ha portato lui" risponde Prodi con aria stupita e divertita.
"Allora - continua lei -la prossima volta dica a Babbo Natale che i coglioni vanno sotto il cavallo, non sopra"
P. S.:Tutte le persone che ricevono la presente comunicazione hanno l'obbligo civile e morale di trasmetterla ad almeno altre cinqueMILA
Simon
"Bella bici - dice il premier - te l'ha portata Babbo Natale?"
"Certo che me l'ha regalata lui" risponde la bimba.
Dopo aver scrutato la bicicletta, il presidente del consiglio Prodi consegna nelle mani della piccina una multa da 5 euro.
"La prossima volta -le dice- dì a Babbo Natale di mettere sulla bicicletta una luce posteriore".
La bambina, per nulla intimorita, lo guarda e gli dice:"Bel cavallo, signore. Gliel'ha
portato Babbo Natale?"
"Certo che me lo ha portato lui" risponde Prodi con aria stupita e divertita.
"Allora - continua lei -la prossima volta dica a Babbo Natale che i coglioni vanno sotto il cavallo, non sopra"
P. S.:Tutte le persone che ricevono la presente comunicazione hanno l'obbligo civile e morale di trasmetterla ad almeno altre cinqueMILA
Simon
ROMA, 11 OTT
La commissione Giustizia della Camera ha approvato all'unanimita' la proposta di stralcio, dal pacchetto in materia di violenza sessuale, dei reati di stalking (molestia insistente) e di omofobia. Proposta che ora dovra' passare al vaglio dell'Assemblea.
''Si tratta di un gesto politico di grande significato - commenta il presidente della Commissione Giustizia, Pino Pisicchio - e al tempo stesso di un atto di responsabilita' compiuto anche dalle opposizioni' '.
''Nelle scorse settimane - aggiunge - ci siamo trovati di fronte a un bivio: o continuare a discutere dell'articolato provvedimento governativo nel suo insieme, che prevedeva una serie di fattispecie di reati contro i soggetti deboli quali
donne, ma anche anziani, bambini e omosessuali, accettando
comunque di impegnare la Commissione in un percorso complesso;
oppure stralciare quelle parti del provvedimento, essenzialmente
contenute in proposte di legge parlamentari, che concernevano il
reato di molestia insistente. Reato non previsto dal nostro
codice e rispetto al quale un'ulteriore vacatio legis avrebbe
avuto conseguenze drammatiche sulle vittime''.
''Sullo stalking e sulla proposta avanzata da Grillini
relativa ai reati di omofobia - conclude il presidente della
commissione Giustizia - la Commissione ha ritenuto che si
dovesse procedere con l'urgenza necessaria, anche per
raggiungere l'obiettivo della sede legislativa. Con un adeguato
coordinamento con il Senato, questi provvedimenti potrebbero
essere approvati e diventare leggi in poche settimane''.
---
amera, Mancuso (Arcigay): Bene voto in commissione Giustizia
Roma, 11 OTT (Velino) - "Grazie all'intervento deciso e
argomentato di Franco Grillini, presidente onorario di
Arcigay, questa mattina, la commissione Giustizia della
Camera ha votato all'unanimita' lo stralcio del pacchetto
antiviolenza e la decisione di avviare la discussione su due
questioni urgenti: lo stalking, ovvero le molestie reiterate
nei confronti delle donne, e l'estensione dei reati d'odio
previsti nella legge Mancino anche per quelli commessi contro
le persone omosessuali" . Lo afferma Aurelio Mancuso,
presidente nazionale dell'Arcigay. "Se i capogruppo della
Camera, su proposta del presidente, daranno il via libera, la
commissione potra' discutere e approvare i provvedimenti
direttamente, senza passare dall'aula, il che velocizzera' di
molto l'iter parlamentare. Ringraziamo per il lavoro svolto
in questi mesi tutti i gruppi del centrosinistra, in
particolare i parlamentari della sinistra tra cui i Titti De
Simone, che ha seguito con attenzione i vari delicati
passaggi e tessuto un ottimo lavoro di raccordo tra i vari
gruppi. Chiediamo ora a tutti i capogruppo della Camera di
sostenere questo stralcio e di consentire finalmente che in
questo paese si possano varare misure efficaci contro la
violenza sulle donne e delle persone lgbt". (com/udg)
''Si tratta di un gesto politico di grande significato - commenta il presidente della Commissione Giustizia, Pino Pisicchio - e al tempo stesso di un atto di responsabilita' compiuto anche dalle opposizioni' '.
''Nelle scorse settimane - aggiunge - ci siamo trovati di fronte a un bivio: o continuare a discutere dell'articolato provvedimento governativo nel suo insieme, che prevedeva una serie di fattispecie di reati contro i soggetti deboli quali
donne, ma anche anziani, bambini e omosessuali, accettando
comunque di impegnare la Commissione in un percorso complesso;
oppure stralciare quelle parti del provvedimento, essenzialmente
contenute in proposte di legge parlamentari, che concernevano il
reato di molestia insistente. Reato non previsto dal nostro
codice e rispetto al quale un'ulteriore vacatio legis avrebbe
avuto conseguenze drammatiche sulle vittime''.
''Sullo stalking e sulla proposta avanzata da Grillini
relativa ai reati di omofobia - conclude il presidente della
commissione Giustizia - la Commissione ha ritenuto che si
dovesse procedere con l'urgenza necessaria, anche per
raggiungere l'obiettivo della sede legislativa. Con un adeguato
coordinamento con il Senato, questi provvedimenti potrebbero
essere approvati e diventare leggi in poche settimane''.
---
amera, Mancuso (Arcigay): Bene voto in commissione Giustizia
Roma, 11 OTT (Velino) - "Grazie all'intervento deciso e
argomentato di Franco Grillini, presidente onorario di
Arcigay, questa mattina, la commissione Giustizia della
Camera ha votato all'unanimita' lo stralcio del pacchetto
antiviolenza e la decisione di avviare la discussione su due
questioni urgenti: lo stalking, ovvero le molestie reiterate
nei confronti delle donne, e l'estensione dei reati d'odio
previsti nella legge Mancino anche per quelli commessi contro
le persone omosessuali" . Lo afferma Aurelio Mancuso,
presidente nazionale dell'Arcigay. "Se i capogruppo della
Camera, su proposta del presidente, daranno il via libera, la
commissione potra' discutere e approvare i provvedimenti
direttamente, senza passare dall'aula, il che velocizzera' di
molto l'iter parlamentare. Ringraziamo per il lavoro svolto
in questi mesi tutti i gruppi del centrosinistra, in
particolare i parlamentari della sinistra tra cui i Titti De
Simone, che ha seguito con attenzione i vari delicati
passaggi e tessuto un ottimo lavoro di raccordo tra i vari
gruppi. Chiediamo ora a tutti i capogruppo della Camera di
sostenere questo stralcio e di consentire finalmente che in
questo paese si possano varare misure efficaci contro la
violenza sulle donne e delle persone lgbt". (com/udg)
mercoledì 10 ottobre 2007
TR Knight's National Coming Out Day PSA
E in America è nato anche il giorno del Coming Out, che tutto il mondo (forse l'Italia non lo sa) festeggia l'11 ottobre di ogni anno dal 1988. L'idea è di Robert Eichberg e Jean O'Leary che hanno deciso di istituire la giornata del coming out in occasione della seconda marcia di Washington per i diritti di gay e lesbiche.
Fra qualche giorno festeggerà il suo primo anno da gay dichiarato anche T.R. Knight che insieme ad altre star è il protagonista della campagna della GLAAD 'Be an ally. Be a friend'.
25 spot contro l'omofobia e la discriminazione realizzati dall'associazione gay americana per il giorno del Coming Out e che la partecipazione tra gl ialtri di Martina Navratilova, Eric Mabius, Lance Bass, John Amaechi, Sara Ramirez e Kate Walsh. "Sempre più omosessuali come T.R. Knight decidono di vivere alla luce del sole - ha detto in conferenza stampa il presidente della GLAAD Neil G. Giuliano - il suo coming out ha avuto un fortissimo impatto contribuendo a creare sensibilità e accettazione".
Un gruppo di giovani contesta il ministro, lui risponde con un "vaffa". Il video sul web
Mastella litiga con i grillini a NY
L'hanno seguito mentre sfilava sulla Quinta Strada in occasione del Columbus Day. Gli hanno mostrato cartelloni di sostegno al pm De Magistris («e adesso trasferiteci tutti»). Gli hanno chiesto di dimettersi, urlando a voce alta per sovrastare il frastuono della banda. Lo hanno "pregato" di dire qualcosa, di parlare, di fare una dichiarazione («ridi sempre, mentre l'Italia affonda»). Fino a che l'hanno "beccato" con la videocamera mentre rispondeva con un "vaffa" ai suoi contestatori. E il filmato, manco a dirlo, è finito sul web.
LA CONTESTAZIONE - Non c'è proprio pace per Clemente Mastella. Nemmeno in America. Il ministro della Giustizia è stato contestato a New York da alcuni membri del 'Beppe Grillo meetup Group' durante la parata per il Columbus Day. Il piccolo gruppo di manifestanti ha seguito dal marciapede la Maserati Ghibli bianca sulla quale era seduto il Guardasigilli assieme alla moglie Sandra Lonardo. Il ministro, tra un saluto e l'altro, si è scurito in volto quando ha visto i "grillini" in azione. Secondo quanto riferiscono alcune agenzie, Mastella avrebbe risposto duramente ai suoi contestatori: «Pensavo foste 50 mila, invece siete cinque str...». Fino a che il ministro ha sillabato un inequivocabile "vaffa": «Vi rispondo con quello che dice Beppe Grillo».
Mastella al Columbus Day
NO A PROCESSI SULLE PIAZZE - In precedenza, sempre dagli Stati Uniti, Mastella era tornato sulle discusse dichiarazioni a proposito del rischio di un nuovo terrorismo legato al clima politico italiano. Scambiando alcune battute con i giornalisti prima dell'inizio della parata, il ministro aveva fatto riferimento al discorso che Aldo Moro pronunciò alla Camera il 18 novembre 1977. «Lui disse "non ci faremo processare sulle piazze", io ripeto non ci lasceremo processare sulle piazze mediatiche o su qualsiasi piazza».
QUI CON VOLO LINDBERG - Il ministro della Giustizia ha anche liquidato con una battuta le polemiche sui costi del volo che lo ha portato a New York. «Ogni anno viene qualcuno e non ci sono polemiche, quest’anno sono venuto io e ci sono state polemiche. La verità - ha concluso - è che sono venuto con il volo di Lindberg».
martedì 9 ottobre 2007
DIRITTI TRANS: BUONE NOTIZIE DAL MESSICO. MALE L`AMERICA
(08/10/2007) In Messico arriva la pdl per la `non discriminazione dei diritti umani e civili dei Trans`. La Camera americana approva la legge ENDA contro la discriminazione sul lavoro che però discrimina le persone trans.
Dopo che nei mesi scorsi gli stati di Città del Messico e Coahuila hanno approvato le unioni civili, sono in arrivo buone notizie anche per le persone transgender. In Messico esperti del settore dei diritti umani insieme all'associazione 'Frente Ciudadano Pro Derechos de Transexuales' stanno preparando una pdl federale per 'la non discriminazione dei diritti umani e civili dei Trans'. "Tutti gli individui devono essere trattati nel rispetto della loro identità e avere il diritto di avvicinarsi senza problemi al servizio sanitario nazionale" recita il testo, sostenuto anche dal deputato del Partido Alternativa, Delio Hernandez, e dall'atttivista Roshell Terranova, che ha parlato della carenza dei servizi sanitari e della discriminazione sul lavoro che tante trans subiscono.
A Cuba invece è già possibile il cambio d'identità grazie al Cenesex (Centro nazionale di educazione sessuale) e al lavoro della direttrice, la sessuologa e nipote del Rais Mariela Castro. Il Cenesex sostiene gratuitamente chi decide di sottoporsi alla riconversione chirurgica del sesso e promuove campagne di sensibilizzazione in modo che la popolazione si abitui a non discriminare.
Negli Stati Uniti invece le persone transgender quasi sicuramente saranno escluse dalla legge contro la discriminazione sul posto di lavoro. La ENDA rischiava di non aver abbastanza voti alla Camera proprio a causa dell'identità di genere e così il deputato gay Barney Frank insieme alla Speaker Nancy Pelosi ha presentato un nuovo pdl che contempla esclusivamente l'orientamento sessuale. Joe Solmonese, presidente di Human Rights Campaign, ha dichiarato che l'associazione per i diritti dei gay non può sostenere una versione dell'ENDA che discrimina le persone trans ma non chiederà ai membri della Camera di votare contro il provvedimento.
DETENUTE TRANS, ARCIGAY E ANTIGONE VISITANO IL CARCERE DI REBIBBIA
Le associazioni denunciano la necessità di una maggiore assistenza sanitaria, sociale e psicologica per le detenute trans di Rebibbia.
Sono sole, lontane dalle famiglie e non possono interagire né con gli uomini né con le donne perché non sono operate. Sono le transessuali detenute nel carcere romano di Rebibbia all’interno di un braccio speciale della sezione maschile. Al momento sono nove: sette trans sudamericane, una italiana e un omosessuale. Il 30 agosto hanno visitato il reparto l’assessore al Bilancio della Regione Lazio Luigi Nieri, il presidente nazionale di Arcicay Aurelio Mancuso e Gennaro Santoro dell’associazione Antigone, che recentemente insieme a Rifondazione Comunista aveva denunciato la situazione di disagio e ''la quasi assoluta mancanza di controlli endocrinologici''.
Istituzioni e associazioni sono d’accordo nel constatare la necessità di una maggiore assistenza sanitaria, sociale e psicologica nei confronti delle detenute trans di Rebibbia. "Queste transessuali non sono state ancora operate - spiega Mancuso - dunque non possono interagire né con le donne né con gli uomini, nemmeno durante l’ora d’aria, e sono praticamente sole, anche perché quasi tutte straniere e lontane dalle famiglie. Sollecitano una maggiore assistenza medica specialistica, l’intervento di associazioni per ridurre il loro isolamento sia all’interno che all’esterno del carcere e chiedono assistenti volontari nella loro stessa condizione".
redazione@gay.tv
Sono sole, lontane dalle famiglie e non possono interagire né con gli uomini né con le donne perché non sono operate. Sono le transessuali detenute nel carcere romano di Rebibbia all’interno di un braccio speciale della sezione maschile. Al momento sono nove: sette trans sudamericane, una italiana e un omosessuale. Il 30 agosto hanno visitato il reparto l’assessore al Bilancio della Regione Lazio Luigi Nieri, il presidente nazionale di Arcicay Aurelio Mancuso e Gennaro Santoro dell’associazione Antigone, che recentemente insieme a Rifondazione Comunista aveva denunciato la situazione di disagio e ''la quasi assoluta mancanza di controlli endocrinologici''.
Istituzioni e associazioni sono d’accordo nel constatare la necessità di una maggiore assistenza sanitaria, sociale e psicologica nei confronti delle detenute trans di Rebibbia. "Queste transessuali non sono state ancora operate - spiega Mancuso - dunque non possono interagire né con le donne né con gli uomini, nemmeno durante l’ora d’aria, e sono praticamente sole, anche perché quasi tutte straniere e lontane dalle famiglie. Sollecitano una maggiore assistenza medica specialistica, l’intervento di associazioni per ridurre il loro isolamento sia all’interno che all’esterno del carcere e chiedono assistenti volontari nella loro stessa condizione".
redazione@gay.tv
PATTAYA: ESPLODE LA GUERRA TRA LADY-BOYS
THAILANDIA – Centinaia di travestiti, qui chiamati lady boys e di prostituti uomini sono stati coinvolti in una guerra gay che dura ormai da tre giorni nella località turistica di Pattaya.
La località è famosa in tutto il mondo per mettere a disposizione giovani ragazzi per cifre ridicolmente basse, 12 euro. Da quel che si sa, pare che la polizia abbia arrestato 2 giovani prostituti per aver dato fuoco a un bar di lady boys. Gli attacchi sarebbero la risposta di centinaia di lady boys esasperati dalla situazione che vengono minacciati dalla polizia, vedono i loro locali bruciati dal racket e vengono abusati dai clienti che spesso impongono con la violenza il loro volere. The Sun riporta che nella zona i turisti britannici sono scappati, anche se i locali sono proprietà di inglesi.
Giorgio Lazzarini
redazione@gay.tv
LUXURIA: ECCO LA LEGGE SUI DIRITTI DELLE PERSONE TRANSGENERE
05/10/2007) Vladimir Luxuria presenterà la pdl il 10 ottobre durante una conferenza stampa a Montecitorio. Il testo >
L'ordinamento italiano è stato uno dei primi in Europa ad attribuire, nel 1982, rilevanza giuridica al transessualismo. Un'importante passo rafforzato dalla sentenza del 1985 che affermò la legittimità costituzionale della legge e riconobbe anche l’esistenza di un diritto inviolabile all’identità di genere. Da allora l'Europa è andata avanti, l'Italia no.
Una proposta di legge in materia di 'cambio di nome' per le persone transessuali e transgender è stata presentata nel 2003 da alcuni deputati (tra i quali De Simone, Belillo, Vendola, Cossutta, Realacci e Zanella) ma è scaduta per fine legislatura. E' invece della Rosa nel Pugno la pdl del 2006 per una maggiore dignità per le persone transessuali. (da Crisalide-Azione Trans)
Ora tocca all'Onorevole Vladimir Luxuria. Il 10 ottobre l'onorevole di Rifondazione presentarà la sua proposta di legge durante una conferenza stampa a Montecitorio. La legge sui diritti delle persone transgenere "vuole porre rimedio alle gravi problematiche che la persona transgenere quotidianamente si trova ad affrontare con tutte le intuibili conseguenze in termini di disagio psicologico e, conseguentemente, di difficoltà a livello sociale".
Uno sicuramente il punto più importante: la possibilità di cambiare nome sui documenti d'identità senza dover ricorrere alla riassegnazione chirurciga del sesso.
IL TESTO DELLA ODL PER I DIRITTI DELLE PERSONE TRANSGENERE SU GAYNEWS.IT >>>>
CAMERA DEI DEPUTATI N. 2733
—
PROPOSTA DI LEGGE
d’iniziativa del deputato GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA
Norme in materia di diritti e libertà delle persone transgenere
Presentata il 5 giugno 2007
ONOREVOLI COLLEGHI ! — La presente proposta di legge introduce nel nostro ordinamento nuove norme a tutela delle persone transgenere.
L’ordinamento italiano ha attribuito rilevanza giuridica al transessualismo a partire dal 1982, con l’approvazione della legge 14 aprile 1982, n. 164, in materia di rettificazione del nome e dell’identificativo di genere; un fondamentale intervento dell’affermazione dei diritti delle persone transessuali, sul quale pure intervenne la Corte costituzionale che, nella sentenza del 6-24 maggio 1985, n. 161, affermò non solo la legittimità costituzionale della stessa legge, ma riconobbe anche l’esistenza di un diritto inviolabile all’identità di genere.
Tuttavia, ad anni di distanza, anche in
considerazione dei passi importanti compiuti nell’ultimo periodo a livello di legislazione da alcuni Paesi europei, si impone la necessità di introdurre nuove norme a tutela delle persone transgenere, alla luce dei princìpi e dei diritti riconosciuti dalla Costituzione, ivi compreso il diritto inviolabile all’identità di genere, riconosciuto dalla Corte costituzionale con la citata sentenza del 1985.
E` di tutta evidenza, infatti, che per le persone transgenere – e, nel periodo di transizione, per le persone transessuali – ad esempio, la divergenza tra l’aspetto esteriore e il sesso psicologico, da un lato, e il nome e il sesso anagrafico, dall’altro, usualmente costituisce motivo di grave disagio psicologico.
Nonostante, quindi, l’ordinamento italiano sia stato uno dei primi in Europa a introdurre una disciplina sul cambiamento di sesso, la disciplina prevista dalla citata legge n. 164 del 1982 e, in generale, lo stesso ordinamento, non offrono adeguate soluzioni in relazione al cambiamento del nome.
Il proponente ha quindi ritenuto di porre all’attenzione del Parlamento la presente proposta di legge al fine di risolvere tale aspetto e porre rimedio alle altre gravi problematiche – non ultima la discriminazione – che la persona transgenere quotidianamente si trova ad affrontare con tutte le intuibili conseguenze in termini di disagio psicologico e, conseguentemente, di difficoltà a livello sociale.
PROPOSTA DI LEGGE
ART. 1.
(Princı`pi).
1. La Repubblica:
a) garantisce il diritto all’autodeterminazione di ogni persona in ordine al proprio orientamento sessuale e alla propria identita` di genere;
b) promuove i diritti e le libertà fondamentali della persona transgenere e la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella socieà;
c) predispone interventi volti a superare stati di emarginazione e di esclusione sociale, nonché di discriminazione della persona transgenere;
d) predispone interventi volti a garantire il diritto alla salute delle persone transgenere ai sensi dell’articolo 32 della Costituzione e secondo la definizione contenuta nel Preambolo della Costituzione dell’Organizzazione mondiale della sanità, quale « stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non solo assenza di malattia o di infermità».
ART. 2.
(Criteri di identificazione della persona transgenere).
1. Ai sensi della presente legge, si intende per persona transgenere l’individuo che presenta le seguenti caratteristiche:
a) totale, prevalente o parziale identificazione verso il genere sessuale opposto a quello attribuito alla nascita;
b) disagio profondo nel continuare a vivere nel proprio sesso cariotipico e genere anagrafico, e desiderio persistente o già messo in atto, anche parzialmente, di vivere come ruolo sociale e di genere con identita` di genere opposta a quella di nascita;
c) assenza di patologie psichiatriche che determinano l’incapacita` di intendere e di volere.
2. Ai fini della presente legge si intende:
a) per « transgenere »: la condizione che rientra nella diagnosi di «disforia di genere»;
b) per «disforia di genere»: la condizione di disagio determinata dal contrasto tra genere sessuale di nascita e interiorità psichica e affettiva, così denominata dalla Classificazione statistica internazionale delle malattie e dei problemi sanitari correlati, decima edizione, (ICD-10) dell’Organizzazione
mondiale della sanita`;
c) per « test di vita reale »: la fase della durata di almeno un anno, prevista dai protocolli internazionali per il trattamento della disforia di genere, durante la quale la persona transgenere sperimenta la propria vita nella dimensione del genere di elezione, prima di procedere a trattamenti medico-chirurgici non reversibili;
d) per « terapia ormonale sostitutiva»: la terapia basata sulla somministrazione
di estrogeni, progestinici, antiandrogeni e testosterone in base alla transizione da maschio a femmina, o viceversa.
ART. 3.
(Cambiamento del genere e del nome).
1. Le persone transgenere che hanno compiuto il diciottesimo anno di eta` possono ottenere il cambio dell’identificativo di genere e del nome qualora, ai sensi della presente legge, sia certificata la condizione
personale corrispondente alle caratteristiche e alle predisposizioni psicologiche che dimostrino una totale, prevalente o parziale identificazione con il sesso opposto a quello attribuito alla nascita in riferimento al cariotipo e all’analisi dei genitali.
ART. 4.
(Cambiamento del solo nome).
1. Qualora la persona transgenere intenda cambiare il solo nome, può attivare le procedure previste del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396, come modificato dell’articolo 10 della presente legge.
ART. 5.
(Istituzione della Commissione
di riconoscimento di genere).
1. E` istituita, presso il Dipartimento per i diritti e le pari opportunita` della Presidenza del Consiglio dei ministri, la Commissione di riconoscimento di genere, di seguito denominata « Commissione ».
2. La Commissione opera in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di valutazione.
3. La Commissione e` un organo collegiale costituito dal presidente, nominato con determinazione adottata di concerto dal Ministro della salute, dal Ministro per i diritti e le pari opportunita` e dal Ministro della solidarieta` sociale, e da altri sei componenti scelti tra persone che assicurino indipendenza e idoneita` alla funzione e che possiedano una esperienza pluriennale nel campo della diagnosi della disforia di genere. Le deliberazioni della Commissione sono adottate con la maggioranza dei tre quarti dei componenti.
4. Il presidente e gli altri componenti della Commissione durano in carica quattro anni e non possono essere confermati per piu` di una volta. Almeno tre mesi prima della scadenza del mandato, sono attivate le procedure per la nomina del nuovo presidente e dei nuovi componenti.
5. Con apposito regolamento, adottato dalla Commissione entro due mesi dalla data della sua costituzione, sono disciplinate l’organizzazione interna della Commissione e le sue modalita` di funzionamento.
6. La Commissione ha il compito di coordinare l’attivita` delle Commissioni regionali di cui all’articolo 6 e di vigilare affinche´ sia assicurata l’uniformita` di trattamento delle persone transgenere.
La Commissione nomina i presidenti delle Commissioni regionali.
ART. 6.
(Commissioni regionali per il riconoscimento di genere).
1. In ogni capoluogo di regione e` istituita la Commissione regionale per il riconoscimento di genere (CR) composta da professionalita` appartenenti al campo della medicina con competenze specifiche nella diagnosi della disforia di genere e nelle terapie per l’adeguamento fisico della persona al suo genere di elezione, nonche´ da rappresentanti di organizzazioni non lucrative di utilita` sociale che operano nel
campo della transessualita` e delle problematiche legate alla condizione transgenere e da rappresentanti dell’Osservatorio nazionale dell’identita` di genere secondo le modalita` stabilite dal regolamento di cui al comma 5 dell’articolo 5.
2. La CR rilascia il certificato di pieno riconoscimento di genere (CPRG) e le autorizzazioni a tutte le operazioni chirurgiche di adeguamento di genere sia per i caratteri sessuali secondari, quali la rinoplastica, la mastectomia aggiuntiva o demolitiva, le terapie ormonali e ogni intervento ritenuto importante per la piena salute della persona transgenere sia per i caratteri sessuali primari, in particolare il cambiamento chirurgico dei genitali.
3. La CR agisce anche come centro di coordinamento di tutte le realta` comunali e provinciali che si dedicano alla tutela della salute delle persone transgenere.
4. La CR opera in stretta collaborazione con i servizi ospedalieri, le aziende sanitarie locali, i centri universitari o le altre sedi gia` accreditate nella diagnosi della disforia di genere e nella assistenza delle persone transgenere.
5. La CR rilascia una tessera plastificata con un codice alfanumerico identificativo che vale come certificato di presa di incarico e che attesta che il titolare ha intrapreso un percorso di riconoscimento della disforia di genere.
6. Alla CR possono rivolgersi anche persone transgenere di eta` inferiore ai diciotto anni affinche´ siano assistite da personale competente prima di maturare il diritto al cambio di genere e nome al raggiungimento della maggiore eta` ai sensi dell’articolo 3.
ART. 7.
(Rettificazione di attribuzione del genere).
1. La rettificazione di attribuzione del genere e` eseguita in forza di sentenza del giudice di pace che attribuisce all’istante un genere sessuale diverso da quello enunciato nell’atto di nascita, previo rilascio del CPRG da parte della CR. Il giudice di pace competente e` quello nel cui territorio si trova il luogo di residenza della persona interessata.
2. Con la sentenza che accoglie la
domanda di rettificazione di attribuzione del genere, il giudice di pace ordina all’ufficiale di stato civile del comune dove e` stato compilato l’atto di nascita di effettuare la rettificazione nel relativo registro.
ART. 8.
(Aggiornamento del cambiamento
di genere e nome).
1. La sentenza del giudice di pace da` diritto alla rettificazione del genere e del nome.
2. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, da adottare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono individuate le procedure per l’aggiornamento e il rilascio della carta di identita` e di altri atti dello stato civile, nonche´ del codice fiscale, della tessera sanitaria, della tessera elettorale e del passaporto. In ogni caso, i nuovi documenti di riconoscimento conservano il numero precedentemente assegnato al fine di agevolare l’identificazione della persona.
3. Le attestazioni di stato civile riferite alla persona della quale sia stata rettificata l’attribuzione del genere e del nome sono rilasciate con la sola indicazione del nuovo genere e del nuovo nome. Su richiesta dell’interessato, l’ufficiale di stato civile del comune di residenza puo` rilasciare attestazioni precedenti alla rettificazione del nome.
ART. 9.
(Tutela della riservatezza).
1. Per tutti i casi contemplati dalla presente legge, l’iscrizione del nuovo genere e del nuovo nome sui registri di stato civile produce l’immediata cancellazione del nome e del genere dati alla nascita con riferimento ad ogni tipo di documentazione, sia su supporto cartaceo sia telematico, con assoluto divieto per chiunque di usarlo, richiamarlo in atti o divulgarlo in ogni forma o modo.
2. Ferme restando le disposizioni del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, e successive modificazioni, l’uso personale o da parte di terzi del nome precedente alla rettificazione e` perseguibile a norma degli articoli 494, 495 e 496 del codice penale, fatta salva la sussistenza di ulteriori fattispecie delittuose.
ART. 10.
(Modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396).
1. Al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre Atti Parlamentari 2000, n. 396, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1 dell’articolo 89, dopo le parole: « origine naturale » sono inserite le seguenti: « o perche´, nel solo caso del nome, ha ottenuto il certificato di pieno riconoscimento di genere »;
b) al comma 1 dell’articolo 93, dopo le parole: « origine naturale » sono inserite le seguenti: «o perche´, nel solo caso del nome, l’interessato ha ottenuto il certificato di pieno riconoscimento di genere».
ART. 11.
(Inapplicabilita` del divieto di comparire mascherato in luogo pubblico).
1. Il divieto di cui all’articolo 85 del testo unico di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, non si applica a coloro che sono in possesso della tessera rilasciata dalla Commissione regionale per il riconoscimento di genere, ai sensi del comma 5 dell’articolo 6 della presente legge.
ART. 12.
(Scioglimento del matrimonio).
1. La sentenza di accoglimento della domanda di rettificazione di attribuzione del genere di cui all’articolo 7 produce lo scioglimento del matrimonio civile o la cessazione degli effetti civili conseguenti alla trascrizione del matrimonio celebrato con rito religioso. Si applicano le disposizioni del codice civile vigenti in materia e della legge 1o dicembre 1970, n. 898, e successive modificazioni.
ART. 13.
(Genitorialita`).
1. In presenza di figli minorenni, ove uno dei genitori sia transgenere, il tribunale per i minorenni e` competente in merito all’esercizio della potesta` genitoriale della persona transgenere.
2. Nei casi di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio la condizione transgenere di uno dei genitori non costituisce motivo di discriminazione in materia di affidamento dei figli.
ART. 14.
(Adozioni).
1. Chiunque ha ottenuto il cambio di genere e di nome ai sensi della presente legge ed e` in possesso dei requisiti previsti dalla legge per l’adozione e l’affidamento dei minori puo` avviare le relative procedure dalla data della sentenza di accoglimento della domanda di rettificazione di attribuzione del genere di cui all’articolo 7.
L’avvenuta modificazione del genere e del nome non puo` costituire in alcun modo fattore discriminante ai fini della valutazione del giudice in merito all’idoneita` degli adottanti.
ART. 15.
(Fecondazione medicalmente assistita).
1. In caso di cambio di genere e di nome ai sensi della presente legge, l’interessato puo` accedere alle tecniche di fecondazione medicalmente assistita secondo le norme vigenti in materia.
ART. 16.
(Pensione e ammortizzatori sociali).
1. In caso di cambio di genere e di nome ai sensi della presente legge, gli enti previdenziali provvedono ad adeguare il trattamento pensionistico e il regime degli ammortizzatori sociali sulla base del genere assegnato, a far data dall’inizio della vita lavorativa.
ART. 17. (Eredita`).
1. La presente legge non modifica i diritti di eredita` e l’asse ereditario.
ART. 18.
(Adeguamento dei titoli di studio o degli attestati professionali).
1. Ogni titolo di studio, diploma o
attestato di partecipazione rilasciato al termine di corsi di formazione o professionali, effettuato presso enti pubblici o privati deve essere nuovamente emesso con l’indicazione del nuovo nome ed eventualmente del nuovo genere, mantenendo la data della prima emissione e previa restituzione all’interessato dell’esemplare recante l’indicazione del genere e del nome precedentemente posseduti.
2. In caso di smarrimento o furto dell’attestazione originale, ovvero qualora gli enti coinvolti non abbiano conservato nei loro archivi copia dei diplomi o riconoscimenti emessi, il nuovo attestato deve essere emesso utilizzando i dati di cui al presente articolo in proprio possesso, previa
consegna di una copia conforme di denuncia di smarrimento o furto presso le autorita` preposte. Il diritto e` esteso a chi ha ottenuto il cambiamento del solo nome ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396, come modificato dall’articolo 10 della presente legge.
ART. 19.
(Adeguamento di polizze assicurative, contratti per utenze, prestiti personali, mutui o contratti di altra natura).
1. In caso di cambio di genere e di nome ai sensi della presente legge, le polizze assicurative, i contratti relativi alle utenze, i prestiti personali, i mutui e qualsiasi contratto pubblico o privato sono aggiornati con le nuove indicazioni anagrafiche mantenendo lo stesso numero di pratica e adeguando i relativi importi nel caso di differenziazioni di trattamento basate sul genere a, far data dalla sentenza di accoglimento della domanda di rettificazione di attribuzione del genere di cui all’articolo 7.
2. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le aziende e gli enti pubblici e privati provvedono all’aggiornamento dei programmi informatici in uso, al fine di consentire le modifiche dei dati anagrafici e di genere conseguenti all’accoglimento della domanda di rettificazione di attribuzione del genere ai sensi della presente legge, ovvero del solo nome ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396, come modificato dall’articolo 10 della presente legge.
ART. 20. (Protezione dei dati sensibili).
1. Alla condizione transgenere nonche´ ad ogni variazione di identita` di genere, in quanto dati sensibili, si applicano le disposizioni di tutela e protezione stabilite dal citato codice di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, e successive modificazioni, per quanto concerne genere, abitudini sessuali e salute. A partire dall’inizio del percorso di transizione fino al suo compimento sono garantiti tutti i diritti previsti dal citato codice di cui al decreto legislativo n. 196 del 2003, e successive modificazioni, in materia di tutela e di protezione dei dati sensibili e dei dati personali.
2. Eventuali concessioni di utilizzo dei propri dati sensibili offerte in data anteriore al rilascio del CPRG decadono, salvo interessino concessione di diritti in corso.
In tale ultimo caso, i dati contenuti nelle concessioni sono modificati mediante l’indicazione del nuovo nome e del genere di elezione.
3. Qualsiasi ulteriore elemento di protezione dei dati sensibili e dei dati personali delle persone transgenere non previsto dalla presente legge e` demandato al Garante per la protezione dei dati personali.
ART. 21. (Titoli onorifici e militari).
1. Il rilascio del CPRG o il cambio del
solo nome non incidono su titoli o cariche onorifici concessi precedentemente al riconoscimento, ne´ determinano la decadenza della persona da eventuali cariche o gradi militari ovvero dai relativi benefı`ci acquisiti in precedenza.
ART. 22. (Luoghi di socializzazione obbligatori o facoltativi: scuole, luoghi di lavoro, università , palestre, ospedali, carceri).
1. Negli ambienti di socializzazione a tempo parziale la persona transgenere ha diritto al rilascio di documenti scolastici o aziendali senza valore legale, quali l’indirizzo di posta elettronica, il tesserino di riconoscimento, la targhetta identificativa, il libretto scolastico o universitario, recanti l’indicazione del nome e del genere verso cui e` in transizione dietro presentazione della tessera rilasciata dalla CR o dietro presentazione di una autocertificazione nella quale l’interessato dichiara che ogni responsabilita` evidenziata con il nome transitorio corrisponde al codice o matricola identificativa aziendale o scolastica relativa alla propria persona.
2. L’utilizzo dei bagni o di eventuali spogliatoi deve garantire anche alla persona transgenere dignita` e riservatezza. Ai responsabili di aziende, scuole, universita` , palestre e` demandato il compito di individuare
la migliore soluzione possibile che non sia discriminante, ascoltata la persona in transizione. L’utilizzo dei bagni e di eventuali spogliatoi seguono le indicazioni del genere di elezione.
3. Per quanto attiene alle visite ambulatoriali o di pronto soccorso, degenze in strutture ospedaliere pubbliche o cliniche private, ovvero in caso di day hospital e day surgery, il ricovero e` effettuato secondo le indicazioni del genere di elezione.
4. In caso una persona transgenere sia
stata condannata a pena detentiva, il direttore dell’istituto di pena, sentita la persona interessata, ne dispone la sistemazione con le modalita` piu` utili a evitarne la discriminazione e nel reparto di genere
piu` consono alla persona transgenere, assicurando un pari trattamento con gli altri detenuti con riferimento alla permanenza all’aria aperta, all’utilizzo di emeroteche e biblioteche, allo svolgimento di attivita` ludiche, lavorative e corsi di studio. L’isolamento puo` essere disposto nei soli casi previsti dalla legge.
ART. 23. (Assistenza sanitaria).
1. La CR certifica la diagnosi di disforia di genere e autorizza la presa di incarico a vita della persona transgenere da parte del Servizio sanitario nazionale (SSN) per gli interventi di natura chirurgica e ormonale ai sensi del comma 2 dell’articolo 6, facendosi carico, sotto il profilo finanziario e realizzativo, di tutte le cure necessarie. E` posto a carico del SSN l’eventuale supporto psicologico o psicoterapeutico, qualora ritenuto necessario. Lo stesso diritto di cura e supporto e` garantito alla persona transgenere che ha ottenuto la certificazione necessaria da strutture accreditate ai sensi del comma 4 dell’articolo 6.
2. Tutti i farmaci estrogeni, progestinici, antiandrogeni, testosteronici che presentano dosaggi adeguati alla terapia ormonale sostitutiva per persone transgenere
devono riportare fra le indicazioni terapeutiche la condizione « transgenere », secondo l’inquadramento nosologico della condizione. Il compito di approntare le indicazioni e` affidato alla Agenzia italiana del farmaco che vi provvede entro tre mesi
dalla data di entrata in vigore della presente legge.
3. E` posta a carico del SSN la somministrazione delle seguenti categorie di farmaci: estrogeni, progestinici, antiandrogeni, testosterone, analoghi dell’LHRH, antiaggreganti, piastrinici, anticoagulanti, diuretici.
ART. 24.
(Raccolta di dati statistici).
1. Il Ministero della salute, in collaborazione con l’Istituto nazionale di statistica, effettua una verifica annuale dei dati statistici relativi alle persone transgenere che si sono rivolte alle strutture del SSN. E` assicurata la diffusione e l’accesso ai dati statistici raccolti ai sensi del presente articolo.
ART. 25. (Riconoscimento delle pari opportunita`).
1. Alle persone transgenere sono riconosciute pari opportunita` in tutti gli ambiti previsti dalle norme vigenti in materia. Il licenziamento e ogni tipo di discriminazione sul lavoro o nell’assunzione dovuti alla condizione transgenere sono vietati.
2. Il Ministro per i diritti e le pari opportunita` , di concerto con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale e con il Ministro della giustizia, verifica lo stato di attuazione delle disposizioni di cui al comma 1, e presenta a tale fine una relazione annuale al Parlamento.
3. E` fatto divieto di rifiutare la stipula di contratti di locazione e di compravendita di unita` immobiliari ad uso abitativo a causa della condizione transgenere di uno dei contraenti.
4. Il presente articolo si applica ad ogni ambito previsto dai codici civile, penale, di procedura civile e di procedura penale.
ART. 26. (Attivita` inerenti al superamento del biasimo sociale nei confronti delle persone transgenere).
1. Il Ministro per i diritti e le pari
opportunita` , di concerto con il Ministro della solidarieta` sociale, promuove ogni attivita` e campagna informativa idonea a valorizzare e tutelare i diritti delle persone transgenere, anche tenendo conto delle esperienze maturate dalle principali associazioni nazionali e internazionali impegnate nella tutela e nella protezione dei diritti delle persone transgenere, con particolare riferimento al diritto di non essere escluse dal mondo del lavoro per il fatto di essere transgenere.
sabato 6 ottobre 2007
TRANSESSUALI DENUNCIATE A PESCARA. INTERROGAZIONE DEI RADICALI
Roma, 5 ottobre 2007
I deputati radicali della Rosa nel Pugno, Maurizio Turco, Donatella Poretti, Sergio D'Elia, Bruno Mellano e Marco Beltrandi, hanno depositato oggi un'interrogazione urgente ai Ministri della Giustizia, Interni, Pari Opportunità, Difesa e Solidarietà Sociale contro un grave episodio di persecuzione delle persone transessuali, denunciate dai Carabinieri perché vestite da donna.
Di seguito il testo integrale:
Per sapere - Premesso che:
- Il 4 ottobre a Montesilvano, in provincia di Pescara, durante un controllo antiprostituzione dei Carabinieri, alcune transessuali sono state sanzionate perchè vestite da donna, in base all'articolo 85 del testo unico di pubblica sicurezza del 1931;
Premesso altresì - che l'articolo 85 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con Regio Decreto n. 773, il 18 giugno 1931, recita: " È vietato comparire mascherato in luogo pubblico. Il contravventore è punito con la sanzione amministrativa da lire 20.000 a lire 200.000. È vietato l'uso della maschera nei teatri e negli altri luoghi aperti al pubblico, tranne nelle epoche e con l'osservanza delle condizioni che possono essere stabilite dall'autorità locale di pubblica sicurezza con apposito manifesto. Il contravventore e chi, invitato, non si toglie la maschera, è punito con la sanzione amministrativa da lire 20.000 a lire 200.000.";
- se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
- se, i Ministri della Giustizia; degli Interni, della Difesa, dei Diritti delle Pari Opportunità e della Solidarietà Sociale, non ritengano che nel caso di specie non sussistano i requisiti per comminare l'ammenda prevista dal Regio Decreto del 1931 anche in considerazione della legge numero 164, del 14 aprile 1982, recante: "Norme in materia di rettificazione di attribuzione di sesso" e delle necessarie maggiori attenzioni verso i bisogni e le necessità di persone che vivono drammi e difficoltà personali già molto gravi;
- se non ritengano anacronistico, persecutorio, discriminante e confliggente con lo spirito e i vincoli del diritto dell'Unione europea il contenuto e l'applicazione nel contesto descritto della norma prevista dall'art. 85, R.D. 773/1931;
- se non ritengano necessario adottare ogni misura volta a rivedere l'articolo di legge sopra citato considerando il cambiamento dei costumi e le maggiori garanzie di tutela dei diritti delle persone transessuali rispetto al contesto in cui fu emanata tale norma;
- se non ritengano che tale applicazione della legge, volto a colpire una parte della popolazione già discriminata da atteggiamenti omofobici diffusi nel paese, non costituisca una violazione dei diritti civili e umani della persona.
I deputati radicali della Rosa nel Pugno: Maurizio Turco, Donatella Poretti, Sergio D'Elia, Marco Beltrandi, Bruno Mellano.
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