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mercoledì 23 ottobre 2013
Any Given Tuesday: corto sulla dura vita dei giovani gay senzatetto in USA
Il cortometraggio Any Given Tuesday sottolinea i dati allarmanti che provengono dagli Stati Uniti d’America: il quaranta per cento dei giovani senza tetto sono lesbiche, gay, bisessuali o transessuali.
È sempre più frequente, infatti, il caso di famiglie che, scoperto il vero orientamento sessuale del loro figlio, non si fanno problemi a cacciarlo di casa, anche se minorenne (a proposito di famiglie tradizionali in cui tutti si vogliono bene…!). In aiuto di questi ragazzi e ragazze senzatetto viene il Los Angeles Gay & Lesbian Center, progetto che vede tra le sue fila sostenitori come Jamie Foxx, Elton John, Lisa Ling, Lisa Vanderpump, James Woods, David Furnish e Bruno Tonioli.
I 50 manager gay o lesbiche più bravi al mondo. In vetta il capo di Hsbc
LONDRA – Il più importante quotidiano finanziario d’Europa dedica oggi un inserto di dodici pagine alla “executive diversity”, ovvero alla diversità sessuale nel management, pubblicando una classifica insolita per un giornale che si occupa di economia e finanza: la graduatoria dei 50 manager LGBT (Lesbiche Gay Bisessuali Transgender) più bravi del mondo. Una decisione ispirata dall’obiettivo di riflettere su come sta cambiando, anche da questo punto di vista, il business britannico e internazionale, con l’intento di promuovere più inclusione e combattere la discriminazione. “Un manager dovrebbe essere considerato per come lavora, non per il suo orientamento o la sua identità sessuale”, afferma il quotidiano della City. Il ranking comprende manager di numerosi paesi, ma neanche un italiano.
Per quanto ci siano progressi in questo ambito, osserva uno degli articoli del supplemento, c’è ancora molta strada da fare. Ci sono ancora molti omosessuali, lesbiche, bisessuali e transessuali che si sentono costretti a tenere nascosto il proprio orientamento. Un sondaggio condotto lo scorso anno negli Stati Uniti fra circa 1000 dipendenti gay di grandi aziende indicava che più della metà preferivano non dichiarare la propria sessualità. In Gran Bretagna, il gruppo per i diritti dei gay Stonewall riporta che un terzo dei colletti bianchi preferisce mantenere nascosta la propria sessualità e un altro terzo la confida soltanto a un numero ristrettodi colleghi. Associazioni per la difesa dei diritti delle minoranze sessuali riferiscono di ricevere quotidianamente lamentele da parte di lavoratori per un linguaggio omofobico o discriminante sul posto di lavoro.
E se negli Stati Uniti quasi tutte le maggiori aziende hanno adottato misure per proteggere gay e transgender, in Giappone essere apertamente gay rimane un tabù e in India otto persone su dieci non se la sentono di dichiararsi gay per timore di bullismo e discriminazioni. Ma il passaggio di leggi sul matrimonio gay, in America, in Gran Bretagna e in altri paesi europei, potrebbe migliorare la situazione anche all’interno delle aziende.
La lista pubblicata dal Financial Times, dice lord Browne, l’ex-amministratore delegato delle Bp che è stato uno dei primi grandi manager britannici a dichiararsi omosessuale, non rimuove di per sé le barriere che esistono ma dimostrerà a gay e lesbiche che è possibile fare un “coming out”, cioè vivere apertamente la propria sessualità, e avere successo nel business. Al numero uno del ranking dei 50 manager LGBT c’è Antonio Simoes, capo del gigante bancario Hsbc in Gran Bretagna e responsabile delle vendite in Europa. Una delle tipiche domande che si trova costretto ad affrontare a cene di lavoro e convegni, racconta Simoes, è: “Che lavoro fa sua moglie?”, e ammette che “ci vuole coraggio nel rispondere”. In seconda posizione c’è una donna, Beth Brooke, vicepresidente della Ey, un network mondiale di servizi di contabilità. Al terzo Paul Reed, un super manager del colosso petrolifero Bp. In classifica figurano manager al vertice di alcune delle più importanti società mondiali, come Yahoo, Google e la Ibm. Ma tra i “top 50” segnalati dal Ft non c’è neanche un manager italiano.
transessualità nel regno animale
La transessualità è un fenomeno che si presenta
indipendentemente dall’orientamento dell’individuo e può riguardare sia
gli esseri umani, sia gli animali, come più volte documentato in diversi
studi.
FOTOGALLERIA Alcuni animali sanno che, a volte, conviene fingersi del sesso opposto o cambiarlo del tutto; dalla seppia bifronte alla cimice, ecco alcune specie molto "flessibili"
Testicoli flash
Fotografia di Mark Conlin, Alamy
Sono millenni che l'uomo si traveste da donna - si pensi al teatro dell'antica Grecia - e viceversa.
Ma non siamo gli unici animali capaci di fingerci del genere opposto. Per esempio, il calamaro opalescente femmina può esibire per un attimo falsi testicoli per porre fine ad attenzioni maschili indesiderate (nella foto, due maschi di Doryteuthis opalescens con centinaia di uova al largo della California).
In questa fotogalleria vi mostreremo alcune creature particolarmente abili nel travestimento sessuale
L'ermafrodita del mito platonico esiste: è una seppia
Fotografia di Image Source/Corbis
Ammettiamolo: chi più, chi meno, tutti cambiamo a seconda della persona che abbiamo davanti. Certamente, però, non in modo così letterale quanto la seppia.
Il maschio della seppia Sepia plangon mostra davvero un lato diverso di sé in base alla compagnia, specialmente se questa è mista.
Uno studio della Macquarie University di Sydney ha scoperto che i maschi possono trasformarsi in modo da apparire femmine, ma solo da un lato.
Quando si trova in mezzo tra un altro maschio e una femmina, il maschio mostra a quest'ultima il suo vero aspetto, maschile, per sedurla, mentre al suo rivale esibisce colori femminili.
In questo modo il maschio rivale crederà di vedere due femmine, senza accorgersi del corteggiamento amoroso che si sta consumando sotto i suoi occhi.
I vantaggi del femminile
Fotografia di Norbert Rosing, National Geographic.
Di tutti i rituali amorosi del mondo animale, il groviglio formato dai serpenti mentre si accoppiano è di certo uno di quelli che più lascia a bocca aperta, anche per le sue sembianze orgiastiche.
A Manitoba, in Canada, che vanta la maggiore concentrazione al mondo di serpenti giarrettiera (nella foto), i maschi emergono lentamente dal letargo, storditi, dopo otto mesi trascorsi nella terra fredda.
Per quanto addormentati, sono già protesi alla ricerca di femmine con cui accoppiarsi. In quello stesso momento, però, ci sono alcuni maschi che invece preferiscono fingersi femmine.
Secondo i biologi questo comportamento è dovuto ad alcuni vantaggi di sopravvivenza di cui godono le femmine.
Quando le femmine emergono dal letargo, vengono infatti ben presto assalite in massa dai pretendenti maschi; questo vale anche per i maschi che si fingono femmine. I serpenti che si trovano al centro dei grovigli che si formano nella fase dell'accoppiamento sono quindi più riparati dai predatori (i maschi intontiti sono facile preda degli uccelli).
Inoltre tutto quel calore corporeo trasferito consente alle "finte femmine" di riscaldarsi più rapidamente e diventare presto più agili per poter avere più chance di non trasformarsi in un pasto.
Il mistero dello pseudo-pene
Fotografia di Frans Lanting, National Geographic
Nel regno animale non sono, però, soltanto i maschi a mostrare caratteristiche del sesso opposto.
Le femmine di iena maculata (nella foto) sono socialmente dominanti, più grandi e più aggressive dei maschi.
Ma non è solo il loro comportamento a risultare mascolino: il loro clitoride è così gonfio che spesso viene definito come uno "pseudo-pene". È capace di erezione, e la femmina lo usa per accoppiarsi, urinare e partorire.
Le femmine sono anche dotate di una struttura che sembra uno scroto. Distinguere un maschio da una femmina è quindi molto difficile anche da vicino.
Esistono alcune teorie per spiegare lo pseudo-pene della iena femmina, ma non si è arrivati ancora a una spiegazione definitiva.
Solo fiocchi azzurri
Fotografia di Tim Laman
Ci sono alcuni animali che, piuttosto che fingere di cambiare genere, lo cambiano davvero.
Il pesce pagliaccio, per esempio, nasce sempre maschio. Se la femmina muore, però, il maschio dominante può cambiare sesso e diventare femmina. A quel punto sarà un altro maschio a diventare il maschio dominante.
In questa foto un pesce pagliaccio fra i tentacoli di un'attinia (Actiniaria) al largo delle isole di Tukangbesi, in Indonesia.
La femmina "supermaschio"
Fotografia di Brian Skerry, National Geographic
Il pesce pappagallo (nella foto) comincia invece la sua vita come maschio o femmina, ma possiede gli organi sessuali di entrambi i sessi.
È un ermafrodita proteroginico, che significa che può trasformarsi da femmina a maschio. Alcune femmine diventano "supermaschi", cioè maschi più grandi e dotati di una colorazione particolarmente brillante.
Trans "bidirezionali"
Fotografia di Octavio Aburto, ILCP
Il pesce falco è il più "aperto": è stato dimostrato che può cambiare sesso in entrambe le direzioni, trasformandosi sia da femmina a maschio che da maschio a femmina.
Si potrebbe dire che c'è qualcosa di poetico nel fatto che l'oceano ospiti una fluidità di genere così elegante.
In questa foto un pesce falco vicino a una stella corona di spine che sta per mangiare un corallo in Messico.
Accoppiamento alla Psycho
Fotografie di Richard Naylor
La cimice dei pipistrelli africana deve il suo nome all'abitudine di succhiare il sangue dai pipistrelli (qualche volta lo fa anche dagli esseri umani).
La cosa più interessante di questi insetti sono le strategie legate alla loro identità sessuale che hanno sviluppato per sopravvivere all'accoppiamento.
Come le cimici da letto, anche queste cimici praticano l'"inseminazione traumatica", in cui i maschi trafiggono l'addome delle femmine con il pene, simile a un ago, iniettando lo sperma direttamente nel loro flusso sanguigno, in un processo che può nuocere alla femmina. Talvolta i maschi riservano questo trattamento anche a individui del loro stesso genere.
Per tutelarsi le femmine hanno sviluppato paragenitali, un genitale a forma di imbuto che guida il pene all'interno di un'area con cellule immuni.
I maschi, a loro volta, hanno sviluppato una propria versione di questi paragenitali.
Allora le femmine hanno cominciato a imitare l'imitazione del maschio dei paragenitali femminili, che sembra essere ancora più efficace.
Femmine che imitano maschi che imitano femmine... A sentirlo fa girare la testa, eppure deve avere un senso, visto che queste cimici continuano a riprodursi.
Leonessa, ma con criniera
Fotografia per gentile concessione Deon De Villiers.
Sembra un leone maschio, e viene trattata come tale, ma non lo è. Succede ad alcune leonesse africane che sfoggiano una criniera come quella dei maschi e riescono persino a ingannare i propri simili.
Benché si tratti di una stranezza, leonesse con la criniera (come quella nell'immagine) sono state avvistate varie volte nella zona di Mombo lungo il Delta dell' Okavango, in Botswana. Secondo Luke Hunter, presidente di Panthera (l'organizzazione che collabora con National Geographic al progetto Big Cats Initiative per tutelare i grandi felini), la locale popolazione di leoni potrebbe essere portatrice di un'anomalia genetica che la rende esposta a questo fenomeno.
Fonte:http://www.nationalgeographic.it/natura/animali/2013/09/23/foto/animali_che_si_fingono_di_sesso_diverso-1818806/1/#media
FOTOGALLERIA Alcuni animali sanno che, a volte, conviene fingersi del sesso opposto o cambiarlo del tutto; dalla seppia bifronte alla cimice, ecco alcune specie molto "flessibili"
Testicoli flash
Fotografia di Mark Conlin, Alamy
Sono millenni che l'uomo si traveste da donna - si pensi al teatro dell'antica Grecia - e viceversa.
Ma non siamo gli unici animali capaci di fingerci del genere opposto. Per esempio, il calamaro opalescente femmina può esibire per un attimo falsi testicoli per porre fine ad attenzioni maschili indesiderate (nella foto, due maschi di Doryteuthis opalescens con centinaia di uova al largo della California).
In questa fotogalleria vi mostreremo alcune creature particolarmente abili nel travestimento sessuale
L'ermafrodita del mito platonico esiste: è una seppia
Fotografia di Image Source/Corbis
Ammettiamolo: chi più, chi meno, tutti cambiamo a seconda della persona che abbiamo davanti. Certamente, però, non in modo così letterale quanto la seppia.
Il maschio della seppia Sepia plangon mostra davvero un lato diverso di sé in base alla compagnia, specialmente se questa è mista.
Uno studio della Macquarie University di Sydney ha scoperto che i maschi possono trasformarsi in modo da apparire femmine, ma solo da un lato.
Quando si trova in mezzo tra un altro maschio e una femmina, il maschio mostra a quest'ultima il suo vero aspetto, maschile, per sedurla, mentre al suo rivale esibisce colori femminili.
In questo modo il maschio rivale crederà di vedere due femmine, senza accorgersi del corteggiamento amoroso che si sta consumando sotto i suoi occhi.
I vantaggi del femminile
Fotografia di Norbert Rosing, National Geographic.
Di tutti i rituali amorosi del mondo animale, il groviglio formato dai serpenti mentre si accoppiano è di certo uno di quelli che più lascia a bocca aperta, anche per le sue sembianze orgiastiche.
A Manitoba, in Canada, che vanta la maggiore concentrazione al mondo di serpenti giarrettiera (nella foto), i maschi emergono lentamente dal letargo, storditi, dopo otto mesi trascorsi nella terra fredda.
Per quanto addormentati, sono già protesi alla ricerca di femmine con cui accoppiarsi. In quello stesso momento, però, ci sono alcuni maschi che invece preferiscono fingersi femmine.
Secondo i biologi questo comportamento è dovuto ad alcuni vantaggi di sopravvivenza di cui godono le femmine.
Quando le femmine emergono dal letargo, vengono infatti ben presto assalite in massa dai pretendenti maschi; questo vale anche per i maschi che si fingono femmine. I serpenti che si trovano al centro dei grovigli che si formano nella fase dell'accoppiamento sono quindi più riparati dai predatori (i maschi intontiti sono facile preda degli uccelli).
Inoltre tutto quel calore corporeo trasferito consente alle "finte femmine" di riscaldarsi più rapidamente e diventare presto più agili per poter avere più chance di non trasformarsi in un pasto.
Il mistero dello pseudo-pene
Fotografia di Frans Lanting, National Geographic
Nel regno animale non sono, però, soltanto i maschi a mostrare caratteristiche del sesso opposto.
Le femmine di iena maculata (nella foto) sono socialmente dominanti, più grandi e più aggressive dei maschi.
Ma non è solo il loro comportamento a risultare mascolino: il loro clitoride è così gonfio che spesso viene definito come uno "pseudo-pene". È capace di erezione, e la femmina lo usa per accoppiarsi, urinare e partorire.
Le femmine sono anche dotate di una struttura che sembra uno scroto. Distinguere un maschio da una femmina è quindi molto difficile anche da vicino.
Esistono alcune teorie per spiegare lo pseudo-pene della iena femmina, ma non si è arrivati ancora a una spiegazione definitiva.
Solo fiocchi azzurri
Fotografia di Tim Laman
Ci sono alcuni animali che, piuttosto che fingere di cambiare genere, lo cambiano davvero.
Il pesce pagliaccio, per esempio, nasce sempre maschio. Se la femmina muore, però, il maschio dominante può cambiare sesso e diventare femmina. A quel punto sarà un altro maschio a diventare il maschio dominante.
In questa foto un pesce pagliaccio fra i tentacoli di un'attinia (Actiniaria) al largo delle isole di Tukangbesi, in Indonesia.
La femmina "supermaschio"
Fotografia di Brian Skerry, National Geographic
Il pesce pappagallo (nella foto) comincia invece la sua vita come maschio o femmina, ma possiede gli organi sessuali di entrambi i sessi.
È un ermafrodita proteroginico, che significa che può trasformarsi da femmina a maschio. Alcune femmine diventano "supermaschi", cioè maschi più grandi e dotati di una colorazione particolarmente brillante.
Trans "bidirezionali"
Fotografia di Octavio Aburto, ILCP
Il pesce falco è il più "aperto": è stato dimostrato che può cambiare sesso in entrambe le direzioni, trasformandosi sia da femmina a maschio che da maschio a femmina.
Si potrebbe dire che c'è qualcosa di poetico nel fatto che l'oceano ospiti una fluidità di genere così elegante.
In questa foto un pesce falco vicino a una stella corona di spine che sta per mangiare un corallo in Messico.
Accoppiamento alla Psycho
Fotografie di Richard Naylor
La cimice dei pipistrelli africana deve il suo nome all'abitudine di succhiare il sangue dai pipistrelli (qualche volta lo fa anche dagli esseri umani).
La cosa più interessante di questi insetti sono le strategie legate alla loro identità sessuale che hanno sviluppato per sopravvivere all'accoppiamento.
Come le cimici da letto, anche queste cimici praticano l'"inseminazione traumatica", in cui i maschi trafiggono l'addome delle femmine con il pene, simile a un ago, iniettando lo sperma direttamente nel loro flusso sanguigno, in un processo che può nuocere alla femmina. Talvolta i maschi riservano questo trattamento anche a individui del loro stesso genere.
Per tutelarsi le femmine hanno sviluppato paragenitali, un genitale a forma di imbuto che guida il pene all'interno di un'area con cellule immuni.
I maschi, a loro volta, hanno sviluppato una propria versione di questi paragenitali.
Allora le femmine hanno cominciato a imitare l'imitazione del maschio dei paragenitali femminili, che sembra essere ancora più efficace.
Femmine che imitano maschi che imitano femmine... A sentirlo fa girare la testa, eppure deve avere un senso, visto che queste cimici continuano a riprodursi.
Leonessa, ma con criniera
Fotografia per gentile concessione Deon De Villiers.
Sembra un leone maschio, e viene trattata come tale, ma non lo è. Succede ad alcune leonesse africane che sfoggiano una criniera come quella dei maschi e riescono persino a ingannare i propri simili.
Benché si tratti di una stranezza, leonesse con la criniera (come quella nell'immagine) sono state avvistate varie volte nella zona di Mombo lungo il Delta dell' Okavango, in Botswana. Secondo Luke Hunter, presidente di Panthera (l'organizzazione che collabora con National Geographic al progetto Big Cats Initiative per tutelare i grandi felini), la locale popolazione di leoni potrebbe essere portatrice di un'anomalia genetica che la rende esposta a questo fenomeno.
Fonte:http://www.nationalgeographic.it/natura/animali/2013/09/23/foto/animali_che_si_fingono_di_sesso_diverso-1818806/1/#media
Miss T. Brasil 2013
Raika Ferraz, una formosa 21enne, sorride felice nonostante le gabbiette metalliche che le coprono i denti mentre viene incoronata Miss T Brasil 2013. Il concorso di bellezza trans, giunto alla seconda edizione, si è tenuto a Rio de Janeiro."L'importante è sentirsi bene ed essere rispettati per quello che si è, anche se sei una transessuale non operata puoi essere felice" dice Raika.
A contendersi il titolo 28 candidate che hanno sfilato in bikini e abiti da sera e affrontato alcune prove di abilità. Per la vincitrice del concorso un assegno da 4.700 euro da spendere in chirurgia estetica. Il prossimo passo per Raika sarà prendere parte a Miss International Queen 2013 a Pattaya, in Thailandia. Per lei, infatti, il prossimo 1 novembre 2013 ci sarà il concorso Miss International Queen 2013. Questa volta si svolgerà a Pattaya, in Thailandia.
Mentre in Italia ha recentemente trionfato la bellissima Alessia Bergamo . “Miss Italia Trans 2013”. Alessia Bergamo, 27 anni, siciliana di origine, è stata eletta sabato 21 settembre al locale Priscilla di Torre del Lago (in provincia di Lucca). Alessia, 185 centimetri di altezza, con una forte passione per il burlesque, ha conquistato la giuria per la spontaneità e la spigliatezza dimostrata davanti al pubblico.
La 21ma edizione del concorso è stata interamente dedicata alla memoria di Don Andrea Gallo,
sacerdote schierato nella battaglia per i diritti della comunità Glbt:
consegnato un riconoscimento a Domenico Chionetti, segretario della
Comunità di San Benedetto al Porto di Genova da parte
dell'organizzatrice Regina Satariano e del sindaco di Viareggio Leonardo
Betti, il quale ha annunciato che s'impegnerà perchè il viale Europa,
strada simbolo della movida gay di Torre del Lago, venga intitolato al
sacerdote scomparso lo scorso 22 maggio. Alba Parietti, madrina
dell'evento, ha ricordato l'amico Don Gallo paragonando la sua figura a
quella di papa Francesco dopo la sua apertura ai gay.
Fonte:http://g1.globo.com/rio-de-janeiro/noticia/2013/10/amo-ser-assim-e-nao-quero-operar-diz-vencedora-do-miss-t-no-rio.htmlhttp://www.ilmessaggero.it/societa/gossip/miss_trans_alessia_bergamo/notizie/329267.shtml
sabato 19 ottobre 2013
"Dalla Russia con amore": fotografa ritrai la vita delle coppie lesbiche nel paese.
Se la vita di una coppie gay in paesi che si definiscono liberali è una conquista quotidiana di rispetto e diritti, che si può dire in un paese dove il presidente incoraggia l'intolleranza nella società. Questa è la realtà della Russia, dove Vladimir Putin ha firmato lo scorso luglio, una legge con contenuto discriminatorio, noto come "anti-gay". Con la nuova legge, è vietata la diffusione di propaganda sesso "non tradizionale" tra i minori.
Aspramente criticato nella comunità internazionale, la legge ha generato un'ondata di sdegno nella comunità internazionale ed è stato denunciato come omofobi . Questa decisione mette in discussione l'omofobia anche 20 anni dopo che l'omosessualità è stata depenalizzata nel paese.
Con questa situazione effervescente nel paese , la fotografa russa Anastasia Ivanova ha deciso di ritrarre la vita delle donne omosessuali nel paese nel progetto "Dalla Russia con amore", in traduzione libera. "Ho avuto l'idea per il progetto ed era felice che la rivista MUFF accettato di farlo ", dice Ivanova a Marie Claire. " Il mio desiderio era quello di far conoscere ciò che realmente accade in Russia, quando vedano le mie foto . "
Per la direttrice della pubblicazione, Elisabeth Bukanova, il progetto ha l'opportunità di dimostrare " queste donne, senza alcun cliché o ripresentazione opprimente , a differenza che vorrebbero che noi facciamo qui in Russia. " "Il nostro desiderio era quello di catturare scene di vita quotidiana: si sono seduti insieme in cucina a fumare sul balcone, le cose semplici che chiunque fa , "dice.
Ivanova, che è bisessuale e ha studiato presso l'Università delle Arti di Londra, dice che le storie ritratte gli hanno sorprese lei. " Ogni storia d'amore è sempre diversa . " Per la giornalista Elisabeth, le immagini sono un modo non aggressivo di dimostrare che non c'è niente di insolito in essere gay. " In effetti, non percepiscono nulla di differente nelle immagini è il fatto che essi sono omosessuali non vieni menzionato . "
Come tutte le coppia, loro hanno molti sogni. " In futuro, tutti noi vogliamo mantenere la nostra piccola famiglia unita. Magari, se saremo fortunati, un giorno arrivi un bambino ", dice Irina, 27 e Antonina, 31, che sono anche parte della serie. unanimità tra tutti loro è la forma discreta che guidano il rapporto in pubblico. Evitano baci, abbracci o manifestazioni più affettuose . "Solo quando siamo certe che le persone intorno a noi sono tolleranti mostriamo nostro affetto. In Russia non esiste nessun diritti per i gay", finalizza Olga 32 e Ulia 28.
Aspramente criticato nella comunità internazionale, la legge ha generato un'ondata di sdegno nella comunità internazionale ed è stato denunciato come omofobi . Questa decisione mette in discussione l'omofobia anche 20 anni dopo che l'omosessualità è stata depenalizzata nel paese.
Con questa situazione effervescente nel paese , la fotografa russa Anastasia Ivanova ha deciso di ritrarre la vita delle donne omosessuali nel paese nel progetto "Dalla Russia con amore", in traduzione libera. "Ho avuto l'idea per il progetto ed era felice che la rivista MUFF accettato di farlo ", dice Ivanova a Marie Claire. " Il mio desiderio era quello di far conoscere ciò che realmente accade in Russia, quando vedano le mie foto . "
Per la direttrice della pubblicazione, Elisabeth Bukanova, il progetto ha l'opportunità di dimostrare " queste donne, senza alcun cliché o ripresentazione opprimente , a differenza che vorrebbero che noi facciamo qui in Russia. " "Il nostro desiderio era quello di catturare scene di vita quotidiana: si sono seduti insieme in cucina a fumare sul balcone, le cose semplici che chiunque fa , "dice.
Molte storie ...
"Spero davvero che la situazione degli omosessuali possa cambiare qui in Russia", dice Ivanova. "Dobbiamo fare qualcosa insieme. Nulla cambierà se nessuno dice niente . " Ecco perché le donne che hanno partecipato alla serie hanno deciso mostrare i loro volti e le loro vite nel tentativo di trasformare questo scenario.
"Spero davvero che la situazione degli omosessuali possa cambiare qui in Russia", dice Ivanova. "Dobbiamo fare qualcosa insieme. Nulla cambierà se nessuno dice niente . " Ecco perché le donne che hanno partecipato alla serie hanno deciso mostrare i loro volti e le loro vite nel tentativo di trasformare questo scenario.
" La società qui ha un atteggiamento molto aggressivo verso l'omosessualità . E 'soprattutto a causa del governo, che incoraggia l'omofobia e le persone LGBT diventano molto vulnerabile. La sua assurda legge sulla "pubblicità gay e transessuale" mostra che la discriminazione è illegale ", ha detto Victoria, 24 e Dasha, 27 che sono nelle foto.
Ivanova, che è bisessuale e ha studiato presso l'Università delle Arti di Londra, dice che le storie ritratte gli hanno sorprese lei. " Ogni storia d'amore è sempre diversa . " Per la giornalista Elisabeth, le immagini sono un modo non aggressivo di dimostrare che non c'è niente di insolito in essere gay. " In effetti, non percepiscono nulla di differente nelle immagini è il fatto che essi sono omosessuali non vieni menzionato . "
Come tutte le coppia, loro hanno molti sogni. " In futuro, tutti noi vogliamo mantenere la nostra piccola famiglia unita. Magari, se saremo fortunati, un giorno arrivi un bambino ", dice Irina, 27 e Antonina, 31, che sono anche parte della serie. unanimità tra tutti loro è la forma discreta che guidano il rapporto in pubblico. Evitano baci, abbracci o manifestazioni più affettuose . "Solo quando siamo certe che le persone intorno a noi sono tolleranti mostriamo nostro affetto. In Russia non esiste nessun diritti per i gay", finalizza Olga 32 e Ulia 28.
Liverpool ha organizzato una mostra in onore della prima donna transessuale britannico
Una nuova mostra celebra la vita e il coraggio di Ashley, che è stata una delle prime persone al mondo a sottoporsi ad intervento chirurgico di cambiamento di sesso. il Museo di Liverpool rende omaggio ad aprile Ashley .
April Ashley, oggi una signora di 78 anni che vive nel quartiere londinese di Fullham, è stata il primo cittadino britannico ad eseguire l'intervento per cambiare sesso, e ha ricevuto dalla regina Elisabetta II la MBE, la medaglia di membro dell'Impero britannico, la massima onorificenza inglese, per il suo impegno a favore dei diritti dei transgender.
Il museo di Liverpool espone ora "April Ashley, Ritratto di signora", che rende omaggio a questa pioniera per la libertà nella scelta del genere. Ashley attualmente vive a Londra, ed è considerata un simbolo della lotta della discriminazione transgender.
April, nata uomo, si fece operare a Casablanca a 25 anni all'inizio degli anni Sessanta per poi tornare a casa ed iniziare a lavorare come modella per Vogue: uno dei suoi amici vendette la sua storia alla stampa, creando scandalo nella Londra di Mary Quant e dei Beatles, ma dove erano ancora in vigore le leggi severe contro omosessualità e transgender che a suo tempo erano costate il carcere ad Oscar Wilde. Ashley ha scritto la sua biografia, Odyssey, ed ha potuto essere riconosciuta come donna solo nel 2004, dopo una vita in cui conobbe da giovanissima, quando era ancora uomo, l'ospedale psichiatrico con l'elettoshock, la depressione, il rifiuto dei familiari, l'annullamento del suo matrimonio con il futuro lord Rowallan, ma anche la stima di migliaia di persone, che le hanno scritto raccontandole le loro vite e spesso ringraziandola per il suo coraggio.
Elisabetta II, che ha festeggiato i sessant'anni di regno, si è mostrata molto aperta verso i diritti delle persone omosessuali e transgender, e recentemente ha annunciato il suo essere a favore del matrimonio gay.
Elisabetta II, che ha festeggiato i sessant'anni di regno, si è mostrata molto aperta verso i diritti delle persone omosessuali e transgender, e recentemente ha annunciato il suo essere a favore del matrimonio gay.
Il museo di Liverpool espone ora "April Ashley, Ritratto di signora", che rende omaggio a questa pioniera per la libertà nella scelta del genere. Ashley attualmente vive a Londra, ed è considerata un simbolo della lotta della discriminazione transgender.
Sigourney Weaver: "I gorilla sono molto più evoluti degli omofobi"
Sigourney Weaver ha rilasciato un’intervista ad Advocate sottolineando come l’uomo, ancora oggi, sia avvolto e incastrato nella religione e nella vergogna. E in merito a questo, ha commentato, in maniera eccelsa la situazione assurda di oggi:
“Sono molto insofferente verso la nostra specie. Non credo che i gorilla in natura facciano questo. Essi sono superiori a noi in ogni modo”
L’attrice continua:
“Perché sento che abbiamo tante cose da imparare da altre specie. Forse perché i nostri cervelli sono grandi e abbiamo i pollici, rimaniamo qui (indica la testa) invece che qui (indicando il petto)”
Infine ha commentato la drammatica situazione omofoba in Russia:
“Sono incredibilmente sorpreso dal modo in cui Putin sta scavando e diventando un vero e proprio dittatore. Era una specie di dittatore segreto e adesso, con tutto ciò che ha che ha fatto, è radicale, è un momento spaventoso. E’ pazzesco avere qualcuno a cui dire: “Non puoi essere te stesso in questo paese”. Penso che sia molto difficile dire a questi giovani che si sono allenati così duramente che dovremmo boicottare le Olimpiadi. Ma penso che sia un’ottima occasione per far capire come il mondo pensa e vede questo. Credo che le Olimpiadi possano essere un ottimo modo, senza cercare di essere scioccanti, ma cercando di essere esuberanti e mostrando al mondo ciò che significa essere gay. Come si può resistere a questo?”
Fonte:http://www.gaystarnews.com/article/sigourney-weaver-gorillas-are-more-evolved-anti-gay-humans171013
“Sono molto insofferente verso la nostra specie. Non credo che i gorilla in natura facciano questo. Essi sono superiori a noi in ogni modo”
L’attrice continua:
“Perché sento che abbiamo tante cose da imparare da altre specie. Forse perché i nostri cervelli sono grandi e abbiamo i pollici, rimaniamo qui (indica la testa) invece che qui (indicando il petto)”
Infine ha commentato la drammatica situazione omofoba in Russia:
“Sono incredibilmente sorpreso dal modo in cui Putin sta scavando e diventando un vero e proprio dittatore. Era una specie di dittatore segreto e adesso, con tutto ciò che ha che ha fatto, è radicale, è un momento spaventoso. E’ pazzesco avere qualcuno a cui dire: “Non puoi essere te stesso in questo paese”. Penso che sia molto difficile dire a questi giovani che si sono allenati così duramente che dovremmo boicottare le Olimpiadi. Ma penso che sia un’ottima occasione per far capire come il mondo pensa e vede questo. Credo che le Olimpiadi possano essere un ottimo modo, senza cercare di essere scioccanti, ma cercando di essere esuberanti e mostrando al mondo ciò che significa essere gay. Come si può resistere a questo?”
Fonte:http://www.gaystarnews.com/article/sigourney-weaver-gorillas-are-more-evolved-anti-gay-humans171013
Artista trans sex worker Paola Revenioti in una mostra fotografica a Londra - dal 19 Ottobre - 3 Novembre a George East London e Dragon bar gay
Paola Revenioti è un’artista poliedrica Greca, che ha attraversato la scena LGBT anarco punk dagli anni 80 ad oggi. considerata ora artista, è stata prostituta, trans, fondatrice della fanzine trans-anarchica“Kraximo” di cui la mostra offre delle rare copie.
La sua rivista, che in Grecia ha fatto epoca, non fu ben accolta dalla morigerata borghesia ateniese. I temi trattati, come aids, diritti gay e prostituzione maschile “ fino a quel momento erano soltanto sussurrati nel retro dei locali ‘a tema’. Mi censurarono e, quando mi rifiutai di sospendere le stampe, mi misero in prigione. Tre mesi di carcere e violenze. Ma neanche lì smisi di gridare. Ero in cella e gridavo. Ero in cortile per l’ora d’aria e gridavo. Mi misero in isolamento dopo avermi fracassato le ossa. Tacqui perché non avevo più voce, ma dopo un po’ ripresi a gridare”. L’arresto di Paola Revenioti segna però la svolta nel mondo gay greco. L’indignazione della comunità LGBT e della società civile, che fino a quel momento aveva taciuto, fu incontenibile. In centinaia scesero in piazza per lei, arrivarono associazioni gay dall’estero, intervenne anche Amnesty International. Paola divenne il simbolo dell’oppressione della comunità LGBT che, chiedendo la liberazione della coraggiosa trans, si arrogava apertamente e legittimamente il diritto di esistere ed esprimersi. E anche loro, sotto l’esempio di Paola, lo facevano gridando. “Ad un certo punto si mise a gridare anche gli altri detenuti. Credo che allora i secondini capirono che il vento stava cambiando. Quando sulle nostre Isole il caldo si fa asfissiante, arriva un momento in cui l’aria si ferma. Dura pochi istanti. Poi si sente il gorgoglio del mare. L’Egeo cambia colore, si gonfia e inizia a soffiare il vento fresco di Meltémi. Così fu allora”. Paola, a cui si deve, tra le altre cose, l’organizzazione del primo Athens Pride, ebbe un rapporto privilegiato con molti dei grandi intellettuali greci del dopoguerra. Uno su tutti, Kostas Tachtsìs, uno dei primissimi scrittori greci a denunciare nel 1970 le atrocità perpetrate dalla Giunta dei Colonnelli. “Era un uomo di straordinaria saggezza.
Paola, al secolo Pàvlos Reveniòtis, è stata una delle prime transessuali ad impegnarsi nella lotta per i diritti gay in Grecia. Detto così non sembra nulla di speciale, ma se si considera che la Grecia in cui l’allora giovane Paola agiva era sotto una sanguinaria dittatura militare e che la comunità LGBT per meglio sfuggire alle persecuzioni della polizia doveva esprimersi in un lingua segreta, la sua lotta assume un altro più grande significato. Perché, Paola, infatti, lottava per il più grande valore che i suoi antenati hanno trasmesso alla nostra cultura occidentale: ” La libertà senza se e senza ma. C’era un tempo in cui essere transessuali era un reato. Io non riuscivo a capire il perché di questa ingiustizia. E sono certa che non lo capiva neanche la polizia che ci arrestava per gioco. Non riesco a ricordare più quante volte sono stata picchiata, malmenata, costretta a nascondermi per poi tornare più agguerrita di prima”. Nel 1982 fonda un giornale dal titolo più che mai emblematico: Kràximo, il grido.
“Kràximo è il grido dei corvi, il loro gracchiare senza sosta. Lo chiami così perché era quello che più volevo fare, gridare senza mai fermarmi a tutta la Grecia, dalle coste di Creta alla cima dell’Olimpo: sono trans, sono fiera di essere trans, non sono un mostro e voglio dimostrarvelo. E se non volete ascoltarmi io grido! Grido e grido ancora più forte, fin quando sarete stanchi di sentirmi urlare e mi darete la vostra attenzione. Allora parleremo con calma. Perché è dialogando che si giunge alla verità. Non ricordate il nostro Socrate?”.
“Kràximo è il grido dei corvi, il loro gracchiare senza sosta. Lo chiami così perché era quello che più volevo fare, gridare senza mai fermarmi a tutta la Grecia, dalle coste di Creta alla cima dell’Olimpo: sono trans, sono fiera di essere trans, non sono un mostro e voglio dimostrarvelo. E se non volete ascoltarmi io grido! Grido e grido ancora più forte, fin quando sarete stanchi di sentirmi urlare e mi darete la vostra attenzione. Allora parleremo con calma. Perché è dialogando che si giunge alla verità. Non ricordate il nostro Socrate?”.
La sua rivista, che in Grecia ha fatto epoca, non fu ben accolta dalla morigerata borghesia ateniese. I temi trattati, come aids, diritti gay e prostituzione maschile “ fino a quel momento erano soltanto sussurrati nel retro dei locali ‘a tema’. Mi censurarono e, quando mi rifiutai di sospendere le stampe, mi misero in prigione. Tre mesi di carcere e violenze. Ma neanche lì smisi di gridare. Ero in cella e gridavo. Ero in cortile per l’ora d’aria e gridavo. Mi misero in isolamento dopo avermi fracassato le ossa. Tacqui perché non avevo più voce, ma dopo un po’ ripresi a gridare”. L’arresto di Paola Revenioti segna però la svolta nel mondo gay greco. L’indignazione della comunità LGBT e della società civile, che fino a quel momento aveva taciuto, fu incontenibile. In centinaia scesero in piazza per lei, arrivarono associazioni gay dall’estero, intervenne anche Amnesty International. Paola divenne il simbolo dell’oppressione della comunità LGBT che, chiedendo la liberazione della coraggiosa trans, si arrogava apertamente e legittimamente il diritto di esistere ed esprimersi. E anche loro, sotto l’esempio di Paola, lo facevano gridando. “Ad un certo punto si mise a gridare anche gli altri detenuti. Credo che allora i secondini capirono che il vento stava cambiando. Quando sulle nostre Isole il caldo si fa asfissiante, arriva un momento in cui l’aria si ferma. Dura pochi istanti. Poi si sente il gorgoglio del mare. L’Egeo cambia colore, si gonfia e inizia a soffiare il vento fresco di Meltémi. Così fu allora”. Paola, a cui si deve, tra le altre cose, l’organizzazione del primo Athens Pride, ebbe un rapporto privilegiato con molti dei grandi intellettuali greci del dopoguerra. Uno su tutti, Kostas Tachtsìs, uno dei primissimi scrittori greci a denunciare nel 1970 le atrocità perpetrate dalla Giunta dei Colonnelli. “Era un uomo di straordinaria saggezza.
L'artista greco,sta facendo il suo debutto in Regno Unito (18 ottobre) a George, East London e Dragon bar. La mostra fotografica comprende immagini dei sue ex amanti e clienti e comprenderà anche le immagini da rivista Kraximo, che ha pubblicato 1.986-1.992.
Fotografie molto belle, al limite della pornografia, che esaltano la nudità di corpi maschili in pose diverse e sotto luci taglienti che rendono scultoree le forme.
La 7 ° Giornata Internazionale di Azione per la Depatologizzazione Trans
il 20 ottobre si ricorda che voler cambiare sesso non deve essere considerata una malattia psichiatrica. Una data scelta in tutto il mondo per chiedere all'Oms di togliere questo desiderio legittimo dalla lista del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali senza che questo comporti, però, la perdita del sostegno economico da parte dello stato.
Domani 20 ottobre è la giornata in cui si ricorda che la transessualità non deve essere considerata una malattia psichiatrica. Una data che è stata scelta in tutto il mondo per chiedere all’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) di togliere la transessualità dalla lista del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (Dsm, acronimo della sigla inglese Diagnostic and statistical manual), considerato la Bibbia della psichiatria ed attualmente in corso di revisione dopo 30 anni. Psichiatri, avvocati, associazioni e attivisti si stanno battendo perché la transessualità venga ufficialmente depatologizzata. Una richiesta che ha trovato adesioni anche negli ambienti istituzionali visto che il Parlamento europeo, nel settembre 2011, ha votato una risoluzione al riguardo.
In Italia si stima che ci siano circa 50mila persone transessuali: il 70 per cento sono MtF (Male to female, cioè uomini che diventano – o sono diventati – donne) e il 30 per cento sono FtM (Female to Male, donne che diventano – o sono diventate – uomini). Per fare il cambio di sessoe di documenti le persone transessuali devono passare attraverso una laboriosa e faticosa procedura dovuta proprio al fatto che la transessualità è considerata una malattia e classificata con il termine di “disforia di genere”.
Prima di tutto devono ottenere la diagnosi da due specialisti – psichiatra ed endocrinologo – che devono attestare la “malattia”. Poi possono procedere con la cura ormonale, che serve per iniziare la trasformazione (la transizione) del corpo da un sesso all’altro. Dopo questo iter che dura minimodai 2 ai 3 anni possono procedere con l’intervento chirurgico per la rimozione degli organi riproduttori (e per l’eventuale ricostruzione degli organi genitali). Finite le varie operazioni – isterectomia e mastectomia per le donne che diventano uomini e orchiectomia per gli uomini che diventano donne – devono intraprendere il lungo procedimento burocratico per il cambio del nome sui documenti.
Chi si batte per la depatologizzazione chiede, attraverso l’eliminazione della diagnosi, che la persona transessuale venga messa nella condizione di decidere da sola che cosa fare con il proprio corpo, senza dover far ricorso a diagnosi e tribunali. Una soluzione che è già realtà in alcuni Paesi come la Francia, ad esempio, dove dal 2010 la transessualità non è più considerata una malattia psichiatrica.
Depatologizzare la transessualità, però, potrebbe avere una conseguenza da non sottovalutare: la perdita del sostegno economico da parte dello Stato nel percorso di transizione e nell’operazione. Fino ad ora, infatti, proprio per il fatto che la transessualità è considerata una malattia, la maggior parte degli Stati (come ad esempio quello italiano) assicurano il pagamento delle cure principali alle persone transessuali che hanno ricevuto il via libera da psichiatra ed endocrinologo.
Il rischio è che lo Stato, nel momento in cui rinuncia ad avere giurisdizione su nomi, corpi o identità delle persone transessuali, possa sentirsi sollevato dal dovere di sostenere economicamente il percorso di transizione che, a quel punto, assumerebbe il valore di una pura scelta personale. Se così fosse, l’intero iter diventerebbe una prerogativa esclusiva di chi ha abbastanza soldi per permetterselo.
Nella petizione che è stata firmata nei giorni scorsi anche da Vladimir Luxuria, tra le testimonial italiane della campagna, questo rischio è stato preso in considerazione. “Come è successo con l’omosessualità – si legge nella petizione – che è stata tolta da tale elenco nel 1990, è arrivato il momento di smettere di stigmatizzare le persone transessuali. Questo non significa che dobbiamo essere esclusi dal sistema sanitario: le donne incinte non sono malate, ma ricevono assistenza medica. Lo stesso dovrebbe accadere con le persone transessuali”. Il che significa:depatologizzare senza perdere i diritti e le cure gratuite. Un’utopia, forse. Ma sono in molti e in molte a crederci.
di Stefania Prandi | 19 ottobre 2012
Domani 20 ottobre è la giornata in cui si ricorda che la transessualità non deve essere considerata una malattia psichiatrica. Una data che è stata scelta in tutto il mondo per chiedere all’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) di togliere la transessualità dalla lista del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (Dsm, acronimo della sigla inglese Diagnostic and statistical manual), considerato la Bibbia della psichiatria ed attualmente in corso di revisione dopo 30 anni. Psichiatri, avvocati, associazioni e attivisti si stanno battendo perché la transessualità venga ufficialmente depatologizzata. Una richiesta che ha trovato adesioni anche negli ambienti istituzionali visto che il Parlamento europeo, nel settembre 2011, ha votato una risoluzione al riguardo.
In Italia si stima che ci siano circa 50mila persone transessuali: il 70 per cento sono MtF (Male to female, cioè uomini che diventano – o sono diventati – donne) e il 30 per cento sono FtM (Female to Male, donne che diventano – o sono diventate – uomini). Per fare il cambio di sessoe di documenti le persone transessuali devono passare attraverso una laboriosa e faticosa procedura dovuta proprio al fatto che la transessualità è considerata una malattia e classificata con il termine di “disforia di genere”.
Prima di tutto devono ottenere la diagnosi da due specialisti – psichiatra ed endocrinologo – che devono attestare la “malattia”. Poi possono procedere con la cura ormonale, che serve per iniziare la trasformazione (la transizione) del corpo da un sesso all’altro. Dopo questo iter che dura minimodai 2 ai 3 anni possono procedere con l’intervento chirurgico per la rimozione degli organi riproduttori (e per l’eventuale ricostruzione degli organi genitali). Finite le varie operazioni – isterectomia e mastectomia per le donne che diventano uomini e orchiectomia per gli uomini che diventano donne – devono intraprendere il lungo procedimento burocratico per il cambio del nome sui documenti.
Chi si batte per la depatologizzazione chiede, attraverso l’eliminazione della diagnosi, che la persona transessuale venga messa nella condizione di decidere da sola che cosa fare con il proprio corpo, senza dover far ricorso a diagnosi e tribunali. Una soluzione che è già realtà in alcuni Paesi come la Francia, ad esempio, dove dal 2010 la transessualità non è più considerata una malattia psichiatrica.
Depatologizzare la transessualità, però, potrebbe avere una conseguenza da non sottovalutare: la perdita del sostegno economico da parte dello Stato nel percorso di transizione e nell’operazione. Fino ad ora, infatti, proprio per il fatto che la transessualità è considerata una malattia, la maggior parte degli Stati (come ad esempio quello italiano) assicurano il pagamento delle cure principali alle persone transessuali che hanno ricevuto il via libera da psichiatra ed endocrinologo.
Il rischio è che lo Stato, nel momento in cui rinuncia ad avere giurisdizione su nomi, corpi o identità delle persone transessuali, possa sentirsi sollevato dal dovere di sostenere economicamente il percorso di transizione che, a quel punto, assumerebbe il valore di una pura scelta personale. Se così fosse, l’intero iter diventerebbe una prerogativa esclusiva di chi ha abbastanza soldi per permetterselo.
Nella petizione che è stata firmata nei giorni scorsi anche da Vladimir Luxuria, tra le testimonial italiane della campagna, questo rischio è stato preso in considerazione. “Come è successo con l’omosessualità – si legge nella petizione – che è stata tolta da tale elenco nel 1990, è arrivato il momento di smettere di stigmatizzare le persone transessuali. Questo non significa che dobbiamo essere esclusi dal sistema sanitario: le donne incinte non sono malate, ma ricevono assistenza medica. Lo stesso dovrebbe accadere con le persone transessuali”. Il che significa:depatologizzare senza perdere i diritti e le cure gratuite. Un’utopia, forse. Ma sono in molti e in molte a crederci.
di Stefania Prandi | 19 ottobre 2012
Fonte:http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/19/transessualita-depatologizzare-senza-perdere-diritti-e-cure-gratuite-richiesta-alloms/387615/
PER CONOSCERE LA REALA' MONDIALE E AMERICANA LEGGETE QUI.http://www.huffingtonpost.com/jack-harrison/international-day-of-action-for-trans-depathologization_b_4118023.html
Fonte: http://www.stp2012.info/old/it
PER CONOSCERE LA REALA' MONDIALE E AMERICANA LEGGETE QUI.http://www.huffingtonpost.com/jack-harrison/international-day-of-action-for-trans-depathologization_b_4118023.html
Fonte: http://www.stp2012.info/old/it
Nuovo progetto di legge per rafforzare i diritti delle persone transgender in Islanda
Ministro degli Interni islandese, Hanna Birna Kristjánsdóttir, ha proposto un nuovo disegno di legge in cui verrà punito chi prende in giro le persone transgender.
In un documento che accompagna la legge Alþingi emendamento si afferma che il disegno di legge è composto dal comitato del codice penale, su richiesta di Hanna Birna, visir.is rapporti.
Il disegno di legge è una delle azioni attualmente intraprese per correggere lo stato delle persone transgender.
L'obiettivo del progetto di legge è duplice: fornire agli individui con identità di genere protezione in base alla legge in concordanza con altri gruppi di minoranza che hanno bisogno anche di protezione speciale, ma anche di aderire alla prossima validazione del Consiglio dell'Islanda, del protocollo d'Europa per quanto riguarda i reati informatici.
Fonte:http://icelandreview.com/icelandreview/daily_news/New_Bill_to_Strengthen_Rights_of_Transgender_People_in_Iceland_0_403635.news.aspx
In un documento che accompagna la legge Alþingi emendamento si afferma che il disegno di legge è composto dal comitato del codice penale, su richiesta di Hanna Birna, visir.is rapporti.
Il disegno di legge è una delle azioni attualmente intraprese per correggere lo stato delle persone transgender.
L'obiettivo del progetto di legge è duplice: fornire agli individui con identità di genere protezione in base alla legge in concordanza con altri gruppi di minoranza che hanno bisogno anche di protezione speciale, ma anche di aderire alla prossima validazione del Consiglio dell'Islanda, del protocollo d'Europa per quanto riguarda i reati informatici.
Fonte:http://icelandreview.com/icelandreview/daily_news/New_Bill_to_Strengthen_Rights_of_Transgender_People_in_Iceland_0_403635.news.aspx
Matrimoni gay, in Francia Consulta: “Sindaci non possono rifiutare nozze”
Non ci saranno più scuse, giustificazioni, rifiuti: tutti i sindaci di Francia dovranno accettare di celebrare matrimoni fra omosessuali, come ormai prevede la legislazione francese. Oggi, a Parigi, la Corte costituzionale ha rigettato la richiesta di un gruppo di primi cittadini, che chiedevano di poter rinunciarvi, in nome della libertà di coscienza. Proprio loro, comunque, hanno già assicurato che non si fermeranno qui. Ma faranno appello alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
“Faremo dire all’Europa quello che la Corte costituzionale non ha detto”, ha sottolineato Jean-Michel Colo, sindaco di Arcangues, un paesino di poco più di 3mila abitanti, nell’Aquitania (Sud-Ovest del Paese). Secondo Colo “la Corte costituzionale (che ha dato il via libera a maggio, ndr)è stata strumentalizzata dalla politica”. Il battagliero sindaco fa parte del Parti chrétien démocrate, una piccola formazione di destra, creata nel 2009 da Christine Boutin, già ministro responsabile delle Politiche per la casa e riferimento dei cattolici tradizionalisti. Colo a lungo si era rifiutato di celebrare il matrimonio di una coppia di gay nel suo municipio, fino ad accettare che lo facesse il suo vicesindaco. Non è un caso isolato. Da quando la legge è entrata in vigore (il 18 maggio scorso) e dopo che i matrimoni sono iniziati (il primo a Montpellier, roccaforte socialista, il 29 maggio) casi di questo tipo si sono ripetuti i tutto il Paese, praticamente uno strascico delle vivaci polemiche che accompagnarono il dibattito in Parlamento sulla nuova legge, che autorizza anche l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso.
Da quel movimento di protesta è nata la Manif pout tous, un’associazione che resta ancora molto attiva, sempre pronta ad intervenire su questioni sociali, morali e religiose, meglio se in polemica con François Hollande e la sinistra al potere. E dopo l’annuncio da parte della Corte costituzionale, Ludovine de la Rochère, alla guida di Manif pour tous, ha assicurato che adesso ci saranno i motivi per “manifestare ancora ampiamente”. I sindaci che avevano fatto appello alla Corte sulla legge hanno ricordato come Hollande, un anno fa, avesse sottolineato che la legge sul matrimonio gay “deve applicarsi nel rispetto della libertà di coscienza”. Ma aveva poi ritratto quelle dichiarazioni. Per la Corte costituzionale, comunque, “il legislatore non ha recato pregiudizio alla libertà di coscienza. Le disposizioni contestate sono conformi alla Costituzione francese”.
di Leonardo Martinelli | 18 ottobre 2013
Fonte:http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/18/matrimoni-gay-in-francia-consulta-sindaci-non-possono-rifiutare-nozze/748356/
W la laicità. La chiesa faccia la chiesa, rispettando la democrazia.
“Faremo dire all’Europa quello che la Corte costituzionale non ha detto”, ha sottolineato Jean-Michel Colo, sindaco di Arcangues, un paesino di poco più di 3mila abitanti, nell’Aquitania (Sud-Ovest del Paese). Secondo Colo “la Corte costituzionale (che ha dato il via libera a maggio, ndr)è stata strumentalizzata dalla politica”. Il battagliero sindaco fa parte del Parti chrétien démocrate, una piccola formazione di destra, creata nel 2009 da Christine Boutin, già ministro responsabile delle Politiche per la casa e riferimento dei cattolici tradizionalisti. Colo a lungo si era rifiutato di celebrare il matrimonio di una coppia di gay nel suo municipio, fino ad accettare che lo facesse il suo vicesindaco. Non è un caso isolato. Da quando la legge è entrata in vigore (il 18 maggio scorso) e dopo che i matrimoni sono iniziati (il primo a Montpellier, roccaforte socialista, il 29 maggio) casi di questo tipo si sono ripetuti i tutto il Paese, praticamente uno strascico delle vivaci polemiche che accompagnarono il dibattito in Parlamento sulla nuova legge, che autorizza anche l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso.
Da quel movimento di protesta è nata la Manif pout tous, un’associazione che resta ancora molto attiva, sempre pronta ad intervenire su questioni sociali, morali e religiose, meglio se in polemica con François Hollande e la sinistra al potere. E dopo l’annuncio da parte della Corte costituzionale, Ludovine de la Rochère, alla guida di Manif pour tous, ha assicurato che adesso ci saranno i motivi per “manifestare ancora ampiamente”. I sindaci che avevano fatto appello alla Corte sulla legge hanno ricordato come Hollande, un anno fa, avesse sottolineato che la legge sul matrimonio gay “deve applicarsi nel rispetto della libertà di coscienza”. Ma aveva poi ritratto quelle dichiarazioni. Per la Corte costituzionale, comunque, “il legislatore non ha recato pregiudizio alla libertà di coscienza. Le disposizioni contestate sono conformi alla Costituzione francese”.
di Leonardo Martinelli | 18 ottobre 2013
Fonte:http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/18/matrimoni-gay-in-francia-consulta-sindaci-non-possono-rifiutare-nozze/748356/
W la laicità. La chiesa faccia la chiesa, rispettando la democrazia.
venerdì 18 ottobre 2013
citazioni sui diritti umani
BRASILE : La Campagna Bellezza contro la transfobia della serie ‘desiderio’!
progetto Grafico Majorie Marchi. Arte finale Rafael Menezes/Eddylene Agua Suja
Fotografia Roberta Brandão
Modelle transessuale
con Marcela Ohio, San Lopes, Rafaela Manfrini e Roberta Holanda
Fonte: https://www.facebook.com/majorie.marchi
giovedì 3 ottobre 2013
'Privilegio di essere un uomo': La storia di un transessuale(ftm) Pakistano a Londra
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Crescere come una ragazza che si sente un bambino è una sfida per chiunque, in qualsiasi parte del mondo. Ma culture diverse possono reagire in modi sorprendenti.
Sabah Choudrey,, 23 anni, ha recentemente guadagnato una certa fama per aver organizzato una delle prime tappe in Gran Bretagna del Pride esclusivamente per transgender, Orgoglio Trans nella città di Brighton, nel sud del paese.
Il giovane britannico, nato biologicamente una ragazza, a ovest di Londra, ha nonni pakistani e genitori nati in Gran Bretagna, che mantengono le loro tradizioni originali.
In un'intervista con la BBC Brasile, dice che dopo l'adolescenza si è identificato come lesbica, e visse tre anni così, dopo il "coming out" ha trovato molta resistenza nella sua famiglia, trovando molta difficoltà a trattare del suo orientamento sessuale.
"I ricordi del tempo in cui mi sono rivelato sono bui e distanti. E' stata dura, ma cerco di dimenticare la prima conversazione, le sensazioni iniziali, tutte le cose che sono state dette. Non mi piace ricordare," dice.
Sabah, che ha una sorella gemella, era una ragazza paffuta e introspettiva. Non è stata bersaglio di bullismo , ma non era neanche tra i bambini più popolari della scuola. Ha trascorso la maggior parte della sua infanzia sui libri sognando di essere un ragazzo. Spesso mi veniva da pensare che non ci sarebbe stata alcuna soluzione, ma ha conservato il dilemma per se stessa, temendo la reazione della famiglia.
"Penso che il modo in cui i miei genitori sono stati educati sicuramente ha influenzato le loro opinioni sul sesso e la sessualità, semplicemente perché era un argomento che non è mai stato esplorato nella loro istruzione ed educazione. La cultura dell'Asia meridionale è così", spiega.
Tre anni fa, dopo aver deciso di iniziare il trattamento per un cambiamento di sesso, però, ha dovuto affrontare un secondo "coming out", ma questa volta la notizia è stata accolta con molta tranquillità
'Privilegio di essere un uomo'
Sabah afferma che, contrariamente a quello che è successo con la sua prima rivelazione, quando ha detto che si sarebbe relazionata con altre donne per spiegare ai genitori che aveva deciso di cambiare sesso la reazione è stata positiva.
"Nella cultura pakistana c'è molto pregiudizio contro i transessuali che passano da maschio a femmina, già che essere un uomo e'visto come un grande privilegio. La verità e'che per loro essere un uomo è la cosa migliore che possa capitare nella vita di una persona, allora il voler diventare una donna semplicemente non ha senso. Penso che sia per questo che non sentivo pregiudizio dalla parte della mia famiglia per quanto riguarda questa decisione ", dice.
Eppure, Sabah ha avuto anche a che fare con la reazione di amiche lesbiche. Alcuni hanno visto la sua decisione di diventare un uomo come una sorta di tradimento, ma a poco a poco hanno imparato ad accettare la notizia. Vivere a Brighton dopo aver lasciato la casa dei genitori afferma che non è stato facile affrontare la comunità locale.
"Per me, personalmente, è stato più difficile che sono del sud dell'Asia meridionale non aver mai conosciuto una persona transgender del sud dell''Asia di Brighton. Beh credo che non ci sono molte lesbiche nella regione del sud-est asiatico. 'E una zona prevalentemente occidentale, e ho dovuto affrontare e superare anche i due stereotipi. "
Sabah afferma che, contrariamente a quello che è successo con la sua prima rivelazione, quando ha detto che si sarebbe relazionata con altre donne per spiegare ai genitori che aveva deciso di cambiare sesso la reazione è stata positiva.
"Nella cultura pakistana c'è molto pregiudizio contro i transessuali che passano da maschio a femmina, già che essere un uomo e'visto come un grande privilegio. La verità e'che per loro essere un uomo è la cosa migliore che possa capitare nella vita di una persona, allora il voler diventare una donna semplicemente non ha senso. Penso che sia per questo che non sentivo pregiudizio dalla parte della mia famiglia per quanto riguarda questa decisione ", dice.
Eppure, Sabah ha avuto anche a che fare con la reazione di amiche lesbiche. Alcuni hanno visto la sua decisione di diventare un uomo come una sorta di tradimento, ma a poco a poco hanno imparato ad accettare la notizia. Vivere a Brighton dopo aver lasciato la casa dei genitori afferma che non è stato facile affrontare la comunità locale.
"Per me, personalmente, è stato più difficile che sono del sud dell'Asia meridionale non aver mai conosciuto una persona transgender del sud dell''Asia di Brighton. Beh credo che non ci sono molte lesbiche nella regione del sud-est asiatico. 'E una zona prevalentemente occidentale, e ho dovuto affrontare e superare anche i due stereotipi. "
Sabah ritiene che la comunità transgender è ancora alle prese con molti problemi e pregiudizi che i gay hanno dovuto affrontare nel 1970, in particolare gli stereotipi negativi e il rifiuto della società che nega il loro ingresso nel mercato del lavoro e le altre aree in cui gli omosessuali ora viaggiano con più libertà.
"Spero che questo evento aumenti la nostra visibilità, mostrando alla gente che siamo una comunità, non un feticcio, un caso medico, o un qualche tipo di scherzo. La storia Transgender è piuttosto oscura e non si vede molto progresso come sono stati con i gay, "dice.
Stephanie Scott, che ha anche partecipato all' organizzazione della manifestazione, spiega che i transessuali soffrono pregiudizi e sono vittime di attacchi non solo della società in generale, ma anche da parte di omosessuali.
"Io stesso ho subito attacchi in luoghi presumibilmente LGBT e Gay Pride, e ho pensato che era il momento per i transessuali di avere uno spazio per celebrare la loro vita con i loro amici, partner e colleghi", dice.
Per Sabah, l'evento è anche una celebrazione di un intenso percorso
personale, pieno di traumi e difficoltà - soprattutto per quanto riguarda la famiglia.
"Ora vedono che sono felice, anzi, possono anche essere fieri di me", dice
"Trans e transgender sono termini usati per descrivere le persone che non sono all'interno della visione tradizionale di ciò che è maschile e femminile.
Questo include i transessuali , le persone che hanno un forte e costante desiderio di vivere e di essere accettati come membri del sesso opposto. Molti subiscono il trattamento ormonale e la chirurgia di riallineamento di genere.
Il termine include anche i trans travestiti e crossdressers che non necessariamente vivono tutto il tempo vestiti come membri del sesso opposto, così come coloro che si sentono parte del femminile e maschile al tempo stesso."
mercoledì 2 ottobre 2013
Transessuale vuole essere presidente della Russia
Masha Bast è la presidente dell'associazione degli Avvocati russi per i diritti umani e ha lavorato su alcuni dei più importanti casi della nazione.
L'avvocato, Masha Bast, attivista per i diritti umani e transessuali ha annunciato che pensa di candidarsi alla presidenza della Russia nel 2018. Ha detto che la sua candidatura difenderà un paese in cui "i valori più grandi siano l'uomo, i suoi diritti e le libertà, la giustizia e le garanzie sociali per tutti.
Masha Bast, recentemente ha fatto notizia per aver annunciato ufficialmente che lei è una transessuale MtF e che continuerà la sua attività di avvocato e la carriera civile e politica in Russia. Attualmente Masha e' sposata con un'altra donna, e sostiene che la Russia ha bisogno di muoversi in una direzione progressista e ha detto che intende fare "la transizione di una società egoista ad una società di altruista" .
Bast ha anche il suo proprio canale su YouTube , dove parla di transfobia, la transizione, e la sua vita in Russia. Guarda di seguito l'ultimo video di Bast, "A proposito di transfobia", completo di sottotitoli in inglese.
Donna cambia sesso e diventa uomo, non soddisfatta si uccide
I suoi familiari hanno trovato solo stamattina la sua lettera d'addio
Un transessuale belga ha scelto di morire tramite l’eutanasia dopo essersi sottoposto a una operazione per il cambiamento di sesso, fatta per completare la sua trasformazione in un uomo, lui però si vedeva come un ‘mostro’. Nathan Verhelst, 44 anni, è morto ieri pomeriggio dopo aver chiesto e ottenuto l’ok ad uccidersi per ‘insopportabile sofferenza psicologica‘.
Verhelst è morto dopo una iniezione letale somministrata dallo stesso medico che l’anno scorso mise fine alla vita di due gemelli nati sordi e che stavano diventando ciechi. Nathan era nato donna e si chiamava Nancy, la sua trasformazione in un uomo è cominciata con la terapia ormonale nel 2009, seguita da una mastectomia e, infine, un intervento per la costruzione del pene avvenuto nell’ultimo anno. Ma le cose non sono andate come l’uomo si auspicava.
Poche ore prima della sua morte, Nathan aveva detto al quotidiano belga Het Laatse Nieuws : “Ero pronto a festeggiare la mia nuova nascita. Ma quando mi sono guardato allo specchio, ero disgustato da me stesso. Il mio petto non era come mi aspettavo e il mio nuovo pene ha avuto problemi di rigetto. Io non voglio essere … un mostro“‘. La sua famiglia ha appreso della sua decisione di questa mattina attraverso una lettera d’addio.
Un transessuale belga ha scelto di morire tramite l’eutanasia dopo essersi sottoposto a una operazione per il cambiamento di sesso, fatta per completare la sua trasformazione in un uomo, lui però si vedeva come un ‘mostro’. Nathan Verhelst, 44 anni, è morto ieri pomeriggio dopo aver chiesto e ottenuto l’ok ad uccidersi per ‘insopportabile sofferenza psicologica‘.
Verhelst è morto dopo una iniezione letale somministrata dallo stesso medico che l’anno scorso mise fine alla vita di due gemelli nati sordi e che stavano diventando ciechi. Nathan era nato donna e si chiamava Nancy, la sua trasformazione in un uomo è cominciata con la terapia ormonale nel 2009, seguita da una mastectomia e, infine, un intervento per la costruzione del pene avvenuto nell’ultimo anno. Ma le cose non sono andate come l’uomo si auspicava.
Poche ore prima della sua morte, Nathan aveva detto al quotidiano belga Het Laatse Nieuws : “Ero pronto a festeggiare la mia nuova nascita. Ma quando mi sono guardato allo specchio, ero disgustato da me stesso. Il mio petto non era come mi aspettavo e il mio nuovo pene ha avuto problemi di rigetto. Io non voglio essere … un mostro“‘. La sua famiglia ha appreso della sua decisione di questa mattina attraverso una lettera d’addio.
La decisione del sig Verhelst ha aperto un aspro dibattito sull’eutanasia in Belgio, dove il numero di decessi dovuti alla pratica controversa è salito del 25 per cento rispetto all’anno scorso. I dati ufficiali hanno mostrato che le persone che scelgono di porre fine alla loro vita è passato da 1.133 nel 2011 a 1.432 nel 2012, una cifra che rappresenta circa il due per cento di tutti i decessi nel paese. L’eutanasia è legale secondo la legge belga, ed è il giudizio di un medico che stabilisce se quella decisione è frutto di una precisa volontà e se chi la chiede soffre di un dolore considerato insopportabile.
La legge belga è diversa da quella della Svizzera, famosa per la sua clinica Dignitas, dove è consentito solo il ‘suicidio assistito’. Ciò significa che i pazienti devono avere un ruolo attivo nella gestione del farmaco che pone fine alla loro vita.
La legge belga è diversa da quella della Svizzera, famosa per la sua clinica Dignitas, dove è consentito solo il ‘suicidio assistito’. Ciò significa che i pazienti devono avere un ruolo attivo nella gestione del farmaco che pone fine alla loro vita.
Lulù. La transessuale di 6 anni in Argentina riconosciuta come femmina anche all'anagrafe
Di :Antonia Laterza, L'Huffington Post
Lulu ha sei anni e da quando è nata si sente e vede come una bambina. Poco importa che all'anagrafe sia stata registrata come "Manuel" e che, per la comunità, i genitori abbiano partorito un figlio maschio. Dopo il caso americano di Coy Mathis (la bimba transessuale di 7 anni a cui è stato legittimato, in tribunale, il diritto di frequentare, a scuola, le toilette femminili), la bimba argentina ha ora ottenuto il riconoscimento ufficiale del sesso scelto, dalle autorità di Buenos Aires, che la hanno registrata come femmina anche all'anagrafe.
La mamma Gabriela ha raccontato che la consapevolezza di essere una donna è stata presente in Lulù fin dalla nascita, riferendosi a se stessa sempre al femminile. Da due anni a questa parte, Manuel ha insistito per essere chiamato con il nuovo nome. In Argentina le leggi sui transgender si sono molto liberalizzate negli ultimi anni, quando è stato permesso, ai cittadini, di registrarsi con il sesso con cui ci si identifica senza aver prima compiuto l'operazione per il cambio di sesso e senza previa diagnosi di "disturbi dell'identità di genere".
In Italia, invece, è concesso il cambio all'anagrafe, dopo la sentenza favorevole, senza bisogno di sottoporsi all'operazione chirurgica. Mentre se ci si vuole operare per effettuare il cambio è necessaria la diagnosi di "disturbi dell'identità di genere" da parte di uno psicologo, secondo la legge 164 nel 1982(più volte modificata negli anni a seguire).
Lulu ha sei anni e da quando è nata si sente e vede come una bambina. Poco importa che all'anagrafe sia stata registrata come "Manuel" e che, per la comunità, i genitori abbiano partorito un figlio maschio. Dopo il caso americano di Coy Mathis (la bimba transessuale di 7 anni a cui è stato legittimato, in tribunale, il diritto di frequentare, a scuola, le toilette femminili), la bimba argentina ha ora ottenuto il riconoscimento ufficiale del sesso scelto, dalle autorità di Buenos Aires, che la hanno registrata come femmina anche all'anagrafe.
La mamma Gabriela ha raccontato che la consapevolezza di essere una donna è stata presente in Lulù fin dalla nascita, riferendosi a se stessa sempre al femminile. Da due anni a questa parte, Manuel ha insistito per essere chiamato con il nuovo nome. In Argentina le leggi sui transgender si sono molto liberalizzate negli ultimi anni, quando è stato permesso, ai cittadini, di registrarsi con il sesso con cui ci si identifica senza aver prima compiuto l'operazione per il cambio di sesso e senza previa diagnosi di "disturbi dell'identità di genere".
In Italia, invece, è concesso il cambio all'anagrafe, dopo la sentenza favorevole, senza bisogno di sottoporsi all'operazione chirurgica. Mentre se ci si vuole operare per effettuare il cambio è necessaria la diagnosi di "disturbi dell'identità di genere" da parte di uno psicologo, secondo la legge 164 nel 1982(più volte modificata negli anni a seguire).
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