Paola, al secolo Pàvlos Reveniòtis, è stata una delle prime transessuali ad impegnarsi nella lotta per i diritti gay in Grecia. Detto così non sembra nulla di speciale, ma se si considera che la Grecia in cui l’allora giovane Paola agiva era sotto una sanguinaria dittatura militare e che la comunità LGBT per meglio sfuggire alle persecuzioni della polizia doveva esprimersi in un lingua segreta, la sua lotta assume un altro più grande significato. Perché, Paola, infatti, lottava per il più grande valore che i suoi antenati hanno trasmesso alla nostra cultura occidentale: ” La libertà senza se e senza ma. C’era un tempo in cui essere transessuali era un reato. Io non riuscivo a capire il perché di questa ingiustizia. E sono certa che non lo capiva neanche la polizia che ci arrestava per gioco. Non riesco a ricordare più quante volte sono stata picchiata, malmenata, costretta a nascondermi per poi tornare più agguerrita di prima”. Nel 1982 fonda un giornale dal titolo più che mai emblematico: Kràximo, il grido.
“Kràximo è il grido dei corvi, il loro gracchiare senza sosta. Lo chiami così perché era quello che più volevo fare, gridare senza mai fermarmi a tutta la Grecia, dalle coste di Creta alla cima dell’Olimpo: sono trans, sono fiera di essere trans, non sono un mostro e voglio dimostrarvelo. E se non volete ascoltarmi io grido! Grido e grido ancora più forte, fin quando sarete stanchi di sentirmi urlare e mi darete la vostra attenzione. Allora parleremo con calma. Perché è dialogando che si giunge alla verità. Non ricordate il nostro Socrate?”.
“Kràximo è il grido dei corvi, il loro gracchiare senza sosta. Lo chiami così perché era quello che più volevo fare, gridare senza mai fermarmi a tutta la Grecia, dalle coste di Creta alla cima dell’Olimpo: sono trans, sono fiera di essere trans, non sono un mostro e voglio dimostrarvelo. E se non volete ascoltarmi io grido! Grido e grido ancora più forte, fin quando sarete stanchi di sentirmi urlare e mi darete la vostra attenzione. Allora parleremo con calma. Perché è dialogando che si giunge alla verità. Non ricordate il nostro Socrate?”.
La sua rivista, che in Grecia ha fatto epoca, non fu ben accolta dalla morigerata borghesia ateniese. I temi trattati, come aids, diritti gay e prostituzione maschile “ fino a quel momento erano soltanto sussurrati nel retro dei locali ‘a tema’. Mi censurarono e, quando mi rifiutai di sospendere le stampe, mi misero in prigione. Tre mesi di carcere e violenze. Ma neanche lì smisi di gridare. Ero in cella e gridavo. Ero in cortile per l’ora d’aria e gridavo. Mi misero in isolamento dopo avermi fracassato le ossa. Tacqui perché non avevo più voce, ma dopo un po’ ripresi a gridare”. L’arresto di Paola Revenioti segna però la svolta nel mondo gay greco. L’indignazione della comunità LGBT e della società civile, che fino a quel momento aveva taciuto, fu incontenibile. In centinaia scesero in piazza per lei, arrivarono associazioni gay dall’estero, intervenne anche Amnesty International. Paola divenne il simbolo dell’oppressione della comunità LGBT che, chiedendo la liberazione della coraggiosa trans, si arrogava apertamente e legittimamente il diritto di esistere ed esprimersi. E anche loro, sotto l’esempio di Paola, lo facevano gridando. “Ad un certo punto si mise a gridare anche gli altri detenuti. Credo che allora i secondini capirono che il vento stava cambiando. Quando sulle nostre Isole il caldo si fa asfissiante, arriva un momento in cui l’aria si ferma. Dura pochi istanti. Poi si sente il gorgoglio del mare. L’Egeo cambia colore, si gonfia e inizia a soffiare il vento fresco di Meltémi. Così fu allora”. Paola, a cui si deve, tra le altre cose, l’organizzazione del primo Athens Pride, ebbe un rapporto privilegiato con molti dei grandi intellettuali greci del dopoguerra. Uno su tutti, Kostas Tachtsìs, uno dei primissimi scrittori greci a denunciare nel 1970 le atrocità perpetrate dalla Giunta dei Colonnelli. “Era un uomo di straordinaria saggezza.
L'artista greco,sta facendo il suo debutto in Regno Unito (18 ottobre) a George, East London e Dragon bar. La mostra fotografica comprende immagini dei sue ex amanti e clienti e comprenderà anche le immagini da rivista Kraximo, che ha pubblicato 1.986-1.992.
Fotografie molto belle, al limite della pornografia, che esaltano la nudità di corpi maschili in pose diverse e sotto luci taglienti che rendono scultoree le forme.
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