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sabato 29 ottobre 2011

Una storia di vita impressionante. Un video troppo emozionante per non essere visto.



Si tratta di un giovane partecipante di "Korea's Got Talent" l'equivalente dell'italiano "Italian's got Talent". Ha 22 anni, dal passato poco felice: senza famiglia, ha vissuto in un orfanotrofio e dormito nei bagni pubblici ma ha una grande passione e talento per la musica ascoltata fuori, attraverso la finestra di un locale notturno.
Il ragazzo canta "Nella Fantasia" è un brano musicale italiano basato sul tema di Gabriel's Oboe dal film Mission, composto da Ennio Morricone e scritto da Chiara Ferraù. Questo video e troppo emozionante per non essere visto.

mercoledì 26 ottobre 2011

Dopo 30 anni, l'ILGA in Italia: a Torino il XV Congresso

Da domani a domenica il XV Congresso annuale di ILGA-Europe sul tema "Diritti umani e 'valori tradizionali': scontro o dialogo?". Più di 300 delegati di 43 nazioni. Presenti Emma Bonino e Vendola.

È ancora possibile un dialogo tra coloro che chiedono il riconoscimento dei diritti gay e chi sostiene i cosiddetti ‘valori tradizionali’? O lo scontro sarà inevitabile? Se ne parlerà per quattro giorni, da domani a domenica 30 ottobre, presso l’Hotel NH Ambasciatori di Torino in Corso Vittorio Emanuele 104.

L’evento in programma è il XV Congresso annuale di ILGA-Europe, sezione europea dell’ILGA - International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association, la più importante organizzazione federativa ‘ombrello’ che rappresenta le associazioni glbt a livello mondiale. Più che festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia, ILGA-Europe celebrerà un altro anniversario, il suo, ma anche i tre decenni trascorsi dalla prima conferenza italiana, quella di Torre Pellice nel 1981 (tra i fondatori c’era anche la storica associazione gay "Fuori!" di Torino). Per la prima volta, il Comitato organizzatore ha ottenuto i patrocini di Senato della Repubblica e Camera dei Deputati, oltre che del Ministero delle Pari Opportunità, della Provincia e della Città di Torino e di Esperienza 150. Il tema su cui verteranno i lavori è: "Diritti umani e ‘valori tradizionali’: scontro o dialogo?" e vedrà la partecipazione di oltre 300 delegati provenienti da più di 40 Paesi europei con un piccolo record: la massima presenza di esponenti dall’Europa dell’Est. Hanno confermato la loro presenza, tra gli altri, la senatrice Emma Bonino, il Presidente della Puglia Nichi Vendola e Anna Grodzka, neoeletta al Parlamento polacco di cui è la prima esponente trans, nonché presidente dell’organizzazione Trans-Fuzja che si occupa di diritti delle persone transessuali in Polonia.

Il programma del convegno comprende più di 30 workshop, tavole rotonde e spazi autogestiti. Tra i titoli degli incontri: "Può la Commissione Europea esserci di qualche aiuto?"; "Combattere l’omofobia a scuola"; "Misoginia e omofobia nell’Italia di Berlusconi: l’estetica femminile e il corpo lesbico". Il Comitato Organizzatore della XV Conferenza Ilga-Europe è stato costituito dal Coordinamento Torino Pride lgbt insieme alle organizzazioni nazionali italiane che aderiscono a ILGA, cioè Arcigay, Arcilesbica, Famiglie Arcobaleno, Associazione Radicale Certi Diritti e 3D (Democratici per Pari Diritti e Dignità di lesbiche, gay, bisessuali e trans).
Potete leggere il programma completo della manifestazione cliccando qui.

di Roberto Schinardi

Fonte:http://www.gay.it/channel/attualita/32622/Dopo-30-anni-l-ILGA-in-Italia-a-Torino-il-XV-Congresso.html

Cile: transessuali in lotta per i propri diritti

Solo poche settimane fa Valentina Verbal, 40 anni, stava seduta a un tavolo laccato lucido insieme alle sue tre allegre amiche. Nessuno le guardava di traverso in quel locale così alla buona, vicino al centro di Santiago, in Cile. Indossava jeans comodi, sneakers bianche non di marca ed un filo di trucco. In genere, è così che trascorre le giornate, ha detto, frequentando luoghi familiari come questo locale dove pranza. Ma quando abbandona la sua routine, come quando deve compilare una domanda di lavoro, il fatto che sui suoi documenti ci sia scritto “maschio” ma il suo rossetto fucsia urli femmina, può essere più che un ostacolo.

Grave comportamento discriminatorio della ASL di Terni.

Grave comportamento discriminatorio della ASL di Terni che rifiuta le cure ormonali a transessuale detenuta. Giudice di sorveglianza ordina alla ASL il mantenimento gratuito della cura e l'ASL fa ricorso.

Esposto di Certi Diritti alla Procura della Repubblica. Deputati Radicali presentano interrogazione parlamentare urgente a risposta scritta

Comunicato Stampa dell'Associazione Radicale Certi Diritti

Il gravissimo comportamento della Asl di Terni che ha deciso di non dare assistenza terapeutica ad una transessuale detenuta nel carcere di Tern, è gravissimo. Ancora più grave sono le ragioni addotte dalla Asl, basate sull'ignoranza e il pregiudizio discriminatorio, per le quali è dovuto intervenire il Giudice di Sorveglianza che con un'ordinanza ha detto alla Asl di garantire la somministrazione gratuita degli ormoni.

Non soddisfatta la Asl ha annunciato un ricorso alla Corte di Cassazione perchè 'nessuna legge impone la somministrazione di ormoni agli uomini'.

La gravissima vicenda verrà segnalata alla Procura della Repubblica di Terni.

I deputati Radicali, prima firmataria Rita Bernardini, hanno oggi depositato una interrogazione parlamentare urgente sulla vicenda.

Qui di seguito il testo integrale dell'interrogazione parlamentare:

Interrogazione urgente a risposta scritta:

Al Ministero della Sanità
Al Ministero della Giustizia

Secondo informazioni di stampa il magistrato di sorveglianza di Spoleto ha, con un'ordinanza, dato indicazioni alla Asl di Terni di sostenere le spese necessarie a garantire le cure ormonali ad una persona transessuale detenuta nel carcere di Terni motivando la decisione in quanto "la sua integrità psicofisica viene garantita unicamente dalle cure già intraprese prima della detenzione";

La Asl di Terni ha annuciato che farà ricorso contro questa ordinanza perchè sostiene che 'la legge non include la prescrizione di ormoni sessuali femminili a soggetto maschile';

A seguito del ricorso dovrà esprimersi la Corte di Cassazione

Per sapere:

  • In base a quali ragioni medico-scientifiche la Asl stabilisce che una persona transessuale detenuta non possa avere l'assistenza sanitaria necessaria così come previsto dalla legge?
  • quali sarebbero gli articoli di legge che impediscono ad una persona transessuale di ricevere le cure ormonali necessarie al suo stato fisico e comportamentale;
  • quanti sono i casi di Asl che stabiliscono al di fuori di competenze medico-sanitarie se un detenuto può ricevere assistenza sanitaria;
  • quali iniziative intende prendere il Ministero della Sanità nei confronti della Asl che rifiuta l'assistenza di terapie alla detenuta transessuale?

Fonte:http://www.radicali.it/comunicati/20111021/grave-comportamento-discriminatorio-della-asl-di-terni-che-rifiuta-cure-ormonali

''Oltre le Differenze'' continua il viaggio tra le associazioni lgbtq


Su Antenna Radio Esse, una finestra sull’omosessualità e non solo
Venerdì 28 ottobre alle 21, il format radiofonico condotto da Natascia Maesi ed Eleonora Sassetti conosce meglio il comitato provinciale Arcigay e Arcilesbica Omphalos di Perugia.

Riparte il viaggio di “Oltre le Differenze” nelle associazioni lgbtq d’Italia. Questo mese la redazione del format radiofonico interamente dedicato al mondo gay, lesbico, bisex, transessuale e queer - condotto da Natascia Maesi e Eleonora Sassetti e in onda alle 21 sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50 99.10) e in diretta online dal sito www.antennaradioesse.it – andrà a Perugia per dedicare l'intera puntata di venerdì 28 ottobre all'associazione Omphalos - comitato provinciale Arcigay e Arcilesbica perugino.

Si comincia con Nikita Queen, al secolo Michele, la resident drag queen di Omphalos che aprirà la puntata accompagnando gli ascoltatori nel viaggio alla scoperta del personaggio drag di cui veste i panni e che anima le serate di divertimento lgbtq di tutta l'Umbria e non solo...

Spazio poi alla storia del circolo Omphalos e alle iniziative promosse dall’associazione... dal piccolo circolo nato neglio anni '90 all'organizzazione del XIII Congresso Nazionale di Arcigay nel 2010... con un’ampia intervista alla presidente Patrizia Stefani. Conclude il viaggio una divertente e un po’ irriverente carta d’identità di Omphalos, firmata dal segretario del comitato provinciale Giuliano Foca.

logo_omphalosImmancabile il consueto scaffale, che in questa puntata speciale consiglierà letture e film “scelti per voi” dall'associazione Omphalos e non mancheranno le segnalazioni di appuntamenti culturali e festaioli a tema.


Per chi ascolta “Oltre le differenze”, c'è la possibilità di interagire con la redazione del programma chiamando il 366 2809050 o scrivendo a redazione.oltreledifferenze@gmail.com. E’ possibile inoltre visitare la pagina facebook e il blog: http://oltreledifferenze.splinder.com/ in cui trovate i video di tutte le puntate già andate in onda.

Fonte:http://www.sienafree.it/eventi-e-spettacoli/256-eventi-e-spettacoli/27499-oltre-le-differenze-continua-il-viaggio-tra-le-associazioni-lgbtq

Riflesso della vita: THE IRREPRESSIBLES - "IN THIS SHIRT"

Forse ho già postato questo video prima, ma che importa .. E 'un bellissimo video .
riflesso della vita.

martedì 25 ottobre 2011

'Pulizia sessuale': in carcere 22 iracheni. Senza un’accusa

di Marta Ghezzi da Amman

Continuano i rastrellamenti della polizia irachena ai danni dalla comunità lgbt. Il 15 settembre scorso, 25 uomini sono stati arrestati, nella città di Kalar, a nord di Baghdad, durante una festa privata.



Di questi, ne sono stati scarcerati solo 3, e solo per le proteste di numerose associazioni per la difesa dei diritti umani. Degli altri 22 non si conoscono le condizioni di salute, né il luogo di detenzione. Tantomeno sono stati formalizzati capi di accusa.

A denunciare l’accaduto è la Iraqi Lgbt, associazione irachena transfuga a Londra a difesa dei diritti della comunità gay, lesbica e transgender in Iraq.Tra il 2003 e il 2009 sembra siano più di 700 le vittime di quella che sembra una vera e propria pulizia sessuale. Attivisti per i diritti dei gay e semplici cittadini vengono picchiati, arrestati, rapiti e spesso giustiziati sommariamente a causa del loro orientamento sessuale, vero o presunto.

Nell’immensa casistica registrata dall’associazione figura anche l’omicidio di un bambino, sospettato di comportamenti sessuali contrari alla morale. Dalla caduta del regime di Saddam Hussein, milizie sciite e plotoni di polizia compiacenti attuano sistematicamente una lotta extra-legale all’omossessualità nel paese. Sebbene nessuna legge condanni ufficialmente l’omosessualità, la pesante fatwa dell’ayatollah Ali Al-Sistani pesa sulle teste dell’intera comunità dal 2006.

Deposto il rais e distrutta la società civile e laica, i gay in Iraq si trovano a dover vivere in condizione di clandestinità e continuo pericolo: rastrellamenti casa per casa, raid nei luoghi di ritrovo, processi organizzati in corti islamiche non riconosciute dal governo centrale con il solo scopo di dichiarare colpevoli di immoralità gli imputati, sono ormai all’ordine del giorno.

Il gruppo di Iraqi Lgbt opera in segreto da diversi anni, garantendo protezione in case-rifugio per i cittadini iracheni vittime di persecuzione da parte della polizia e dei fanatici religiosi, arrivando anche a organizzarne la fuga all’estero.
25 ottobre 2011

lunedì 24 ottobre 2011

Segni particolari: "SEMBIANZE FEMMINILI" - Breve memoria storica di un Movimento alla deriva


Prima dell'Aprile 1982, anno in cui venne approvata la legge 164/82 - Norme in materia di riattribuzione di sesso - le persone transessuali erano una vera e propria razza con tanto di schedatura. I loro documenti, prima di quella data, erano uno strumento di devastazione e di selezione razziale. La mia carta d'identità sarebbe stata questa!

Le persone transgender in Italia sono incapaci all'organizzazione in un movimento di rivendicazione.
Ignorano le battaglie e la storia del movimento fatta di mazzate, galere e confino. Si nutrono di contrapposizioni e falsi ideologici, che fanno di un potenziale esercito, un contenitore di antagonismi e di immobilità patologica.. Le associazioni e la politica hanno fallito in tema di diritti civili, tuttavia anzichè identificare un terreno comune su cui costriure e condividere una nuova lotta di rivendicazione che abbia e sfrutti la sua forza autonoma, si preferisce galleggiare nelle sabbie mobili della "delega", evitando accuratamente consapevolezza e soggettività attiva e mirata.. Le giovani generazioni affidano le loro vite ad "altri", dimenticando che il diritto all'autodeterminazione è il fondamento di una efficace progettualità personale e collettiva.

Il momento che vive il nostro paese, dal punto di vista politico, economico e sociale, non è una scusa sufficiente , per continuare a fare finta che non ci sia più nessuna battaglia da combattere..
Il coraggio alla disobbedienza civile, ha un prezzo che più nessuno è disposto a pagare, e che inizia appena fuori la porta di casa, quando e se inizia!

Se si considera una conquista civile un giochetto di magia che permette a tutti di avere un doppio nome sui documenti, e lo si fa passare come una soluzione credibile da sostenere, beh, diventa davvero inevitabile appassionarsi ad altro. Il mio contributo alla causa, ammesso che ce ne sia stato e che qualcuno lo abbia recepito, finirà il 20 novembre con il video dedicato al TDOR 2011.


LauraDenu

Fonte:http://lauradenu.blogspot.com/

La prima transessuale non operata a cambiare nome è la presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Salerno

Tutto è nato da una scommessa con l'amica e avvocatessa Morena Rapallo; lei sosteneva che, non essendo io operata, non avrei mai ottenuto il cambio del nome: è quanto ha raccontato la Dott. Castellana, presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Salerno, che da ieri, infatti, ha una carta d’identità dove sotto lo spazio destinato al nome compare Michel Martina.

Michel Martina Castellana, è questo il nuovo nome di Michele Castellana, la prima transessuale non operata a cambiare nome.

Alla transessuale, eletta tra le file del Pdl a Salerno, è bastato presentare la richiesta alla prefettura di Salerno per ricevere poi una risposta positiva dal Ministero dell'Interno, l'affissione all'albo pretorio della richiesta l'undici settembre scorso e infine l'ufficialità del cambio di nome l'undici ottobre.

L'undici settembre, nel giorno del Ground Zero, è nata Michel Martina – continua la Dott. Castellana - è il primo caso in Italia per una transessuale non operata. Quanto accaduto conferma che anche la burocrazia, quando è di buon senso, può contribuire a regalare un sogno. Ho avuto l'opportunità di riequilibrare il mio aspetto fisico e la mia anima al mio documento d'identità: è una grande gioia >>.

La Dott. Michel Martina Castellana, dermatologa - responsabile del primo consultorio dell'Asl in Italia sui disturbi di identità di genere – dopo aver rotto un grande tabù con la sua candidatura prima e con la sua elezione poi, con “il cambio ufficiale del nome” segna una vera e propria svolta nella storia dei diritti della realtà transgender.

Vorrei confrontarmi in maniera leale e corretta. Non aspiro certo a diventare una soubrette. Trovo bella la mia presenza in politica – è quanto dichiarava Michel Martina Castellana, durante la sua campagna elettorale – Voglio essere votata non perché sono transessuale, ma perché sono un medico. In un mondo in cui ci sono sogni e speranze che possono essere tradite da dure realtà, possiamo anche provare a trasformare i sogni in una realtà un po' più vivibile e serena. A spingermi a questo passo è stata l'idea di poter fare qualcosa di utile. Trovo una cosa bella la mia presenza in politica. In quanto persona e in quanto medico mi è stata offerta la possibilità di fare qualcosa di buono, di offrire il mio contributo. Ed è quello che intendo fare, con un occhio di riguardo per la sanità: un aspetto che mi piacerebbe molto curare. Per me, la politica significa ascoltare le persone, farsene carico e diventarne l'interprete principale. Credo che il disaccordo sia la via più breve per l'incontro tra due anime. Non si può essere simpatici a tutti, non si può essere amati da tutti.

Fonte:http://www.levanteonline.net/index.php/cronaca/regione/5268-la-prima-transessuale-non-operata-a-cambiare-nome-e-la-presidente-della-commissione-pari-opportunita-della-provincia-di-salerno.html

Transgender Day of Remembrance in Zona 2 a Milano

Articolo pubblicato il 24/10/2011 nella sezione Associazioni

Dichiarazione di Yuri Guaiana, Gruppo Radicale - Federalista europeo, Vicepresidente Consiglio di Zona 2 a Milano e membro del direttivo di Certi Diritti.

Mentre il PdL affida la Commissione Pari Opportunità della Provincia di Salerno alla transessuale Michel Martina Castellana che ieri ha ottenuto il cambio del nome sul proprio documento d'identità, Libero e Il Giornale di Milano pubblicano due sciatti articoli di critica all'iniziativa della Zona 2 in occasione del Transgender Day of Rememberance (20 novembre) che, per chi avesse problemi con idiomi non padani, commemora la giornata mondiale in ricordo delle vittime dell'odio e del pregiudizio contro le persone transessuali e non l'orgoglio trans che invece si celebra insieme a quello lesbico e gay il 28 giugno.

I due articoli sono profondamente transfobici e giustificherebbero da soli l'iniziativa promossa dal Gruppo Radicale - Federalista Europeo. In entrambi i pezzi infatti si usano ancora solo gli articoli al maschile per riferirsi sia alle persone in transito dal femminile al maschile sia le persone in transito dal maschile al femminile, mostrando la più totale mancanza di rispetto per il genere della persona transessuale che è quello di destinazione del loro percorso, l'unico col quale deve concordare l'articolo in un italiano corretto e rispettoso delle singole individualità.

L'iniziativa di Zona 2 si rivolge a tutta la cittadinanza proprio per combattere l'ignoranza e il pregiudizio che stanno alla base di quella transfobia che è dilagata in 18 anni di totale indifferenza da parte dell'amministrazione di centro-destra e che ha portato a ripetute aggressioni a danno di cittadine milanesi transessuali, l'ultima in ordine di tempo l'11 luglio scorso, e l'Italia a detenere il triste primato al modo di maggior numero di vittime di transfobia, vittime sacrificate da un pregiudizio insensato.

Il consiglio di Zona 2 rivendica quindi il merito di aver preso autonomamente l'iniziativa facendosi così carico di una delle problematiche di una zona di Milano in cui molte persone transessuali vivono e sono costrette a esercitare l'unica professione a loro accessibile: la prostituzione. L'obiettivo primario è infatti quello d'innalzare il livello di conoscenza sulla transessualità, svincolandola possibilmente dalla prostituzione, dove è perennemente confinata.

Si precisa infine che l'iniziativa non prevede solo una mostra sulla rappresentazione storica, sociale e culturale del transessualismo ma anche una serata con la partecipazione di vari referenti istituzionali per iniziare a interrogarsi su come le politiche sociali possano contribuire al fiorire di una cultura della diversità e la proiezione di un video in cui cinque transessuali milanesi hanno voluto provare a rappresentare la loro realtà da un punto di vista inconsueto e molto umano facendo emergere uno spaccato esistenziale lontano dai concetti di trasgressione, prostituzione e spettacolarizzazione che solitamente i media accompagnano al concetto di transessualità.

Forse i membri del gruppo consiliare della Lega Nord dovrebbero andare a lezione dai loro colleghi di maggioranza a Salerno prima di assumere certe posizioni.

www.radicalisenzafissadimora.org

Fonte: http://www.certidiritti.it/transgender-day-of-remembrance-in-zona-2-a-milano

giovedì 20 ottobre 2011

Filippine, concorso per eleggere la più bella transessuale


Filippine. Miss Amazing Philippines Beauties 2O11. Per eleggere la più bella transessuale del paese. 21 candidate che concorrono per il titolo di più bella. Mercoledi ( 19) sono state fotografate in un albergo di Manila.
. Il concorso mira a rafforzare l'amicizia tra i partecipanti, oltre a dare una chance per i transessuali,transgender e travestiti di mostrare la loro bellezza e talento.





Fonte

mercoledì 19 ottobre 2011

Alessandra Di Martino: Finalmente Donna

Vittoria - Pubblicato da Ismeca libri di Bologna, dai primi di ottobre si trova in tutti i bookstore online e anche nella pagina del sito della casa editrice.
E' il libro di Alessandra Di Martino, una storia vissuta con dignità e raccontata con pudore.

"Finalmente donna" narra la vicenda umana di una transessuale, la sua transizione, in una Sicilia dell’inizi anni 90, in cui non esistono Facebook, né gruppi sociali di sostegno, e dove chi trova il coraggio di affrontare questo percorso incontra come tappa obbligata l'emarginazione e l'oscurità.

Alessandra oggi si racconta, senza veli, perché è proprio la comunicazione cambia la pubblica opinione. Il libro vuole essere un aiuto a chi inizia questo percorso. Scrive Alessandra: "Ognuno di noi, prima o poi, si trova faccia a faccia con la propria metà oscura. E' difficile rimanere illesi da questo scontro. Siamo immersi nella luce e nel buio. Vaghiamo tra le sensazioni. Vaghiamo".
Si può ordinare il libro inviando una mail a segreteria@ismeca.it. Il libro sarà presentato a Ragusa il 12 novembre, all'Hotel Antica Badia, alle 16,30.
fonte:

POLONIA Il fattore Palikot cambia la politica

"La rivoluzione di Palikot", titola Wprost a proposito del movimento che ha raccolto oltre il 10 per cento delle preferenze alle ultimeelezioni, diventando il terzo partito.

Il settimanale di Varsavia pubblica in prima pagina la foto di tre dei leader del Movimento Palikot (Rp): il fondatore Janusz Palikot, La transessuale Anna Grodzka e l'attivista gay Robert Biedroń. "Cambieranno la politica, la chiesa e i polacchi?", si domanda Wprost.

Di sicuro hanno grandi ambizioni. La loro prima proposta – la rimozione della croce dal parlamento – ha già scatenato un dibattito infuocato con i partiti tradizionali. Secondo un sondaggio di Gazeta Wyborcza, la maggior parte dei polacchi (71 per cento) non è d'accordo con la proposta. Ma Palikot non si scoraggia facilmente. In un'intervista a Wprost sostiene che il suo obiettivo non è "creare un altro partito politico" ma "portare avanti il cambiamento". "La società polacca si trasformerà comunque, anche se non faremo parte di nessuna coalizione di governo o se le nostre proposte verranno bocciate. La diversità verrà accettata su larga scala", promette Palikot, che chiede un finanziamento pubblico della procreazione assistita, la legalizzazione delle unioni omosessuali e della marijuana e la liberalizzazione dell'aborto. Il messaggio del Movimento Palikot è stato accolto con imprevisto entusiasmo da un elettorato da sempre considerato conservatore. "Palikot non ha soltanto risposto al forte sentimento anticlericale della società polacca, ha anche capito che da ovest soffia il vento del cambiamento", conclude il filosofo e opinionista Marcin Król.

Cuba: morta Laura Pollan, la fondatrice delle “Damas de blanco” .

L'AVANA – E’ morta all’età di 63 anni, a causa di un arresto cardiaco, LauraPollan Inés Toledo. La donna è stata un importante leader dell'opposizione cubana, malata da tempo, si ricorda per essere stata la fondatrice delle “Damas de blanco” .

Il gruppo dissidente, delle “Donne in bianco”, nei primi anni della dittatura castrista, organizzò cortei di protesta pacifica con le mogli dei prigionieri politici a Cuba per chiedere la loro scarcerazione. Fin dalla nascita dell'organismo, mogli e madri dei dissidenti, vestendosi di bianco, hanno cominciato a mobilitarsi organizzando inusuali manifestazioni pubbliche, durante le quali chiedevano il rilascio dei loro congiunti. Pollan ha lavorato, fino al pensionamento, come insegnante di letteratura. Suo marito, Héctor Maseda Gutiérrez, faceva parte del Gruppo dei 75, giornalisti, attivisti e commentatori che furono arrestati durante la “Primavera Nera” di Cuba . Il gruppo aveva più volte denunciato i soprusi del governo cubano .

La Pollan soffriva di diabete e le complicazioni polmonari l’hanno stroncata. I funerali si svolgeranno nella sua abitazione. Secondo quanto aveva dichiarato al momento del ricovero il marito Hector Maseda, la moglie era stata portata nella clinica a causa di un'infezione virale ai polmoni.

Martin Luther King. Simbolo della «rivoluzione nera»


Washington - «Oggi è un giorno importante di cui tutti dobbiamo andare orgogliosi: non è la festa di noi afroamericani, ma di tutto il Paese». Urla al microfono davanti al monumento dedicato al padre, Bernice King, la figlia di Martin Luther King, aprendo la giornata dedicata al simbolo della lotta contro la segregazione razziale. Una celebrazione, programmata lo scorso 28 agosto, la data del `I have a dream speach´, ma che è stata rinviata per colpa del passaggio dell’uragano Irene. Oggi, sul mall di Washington batte un sole primaverile e da tutta l’America sono arrivati in migliaia nella capitale per rendere omaggio alla memoria di dottor King.

Barack Obama è arrivato alle celebrazioni per Martin Luther King e ha scatenato l’entusiasmo della folla, per la stragrande maggioranza nera, verso il primo presidente afro-americano della storia degli States. È un abbraccio forte e convinto, malgrado i dissapori degli ultimi mesi tra la Casa Bianca e il gruppo parlamentare nero. «Four More years», altri quattro anni», urlano a squarciagola appena i maxischermi posti sulla spianata del Mall mostrano l’arrivo di Barack e Michelle nei pressi del palco da dove sta cantando Aretha Franklyn.

Barack Obama, il primo presidente nero della storia americana, parla così all’inaugurazione del monumento dedicato a Martin Luther King, che con colpevole ritardo trova il suo posto, anche fisico, tra i `Padri d’America´. Obama non delude, anche se nel suo discorso parla al cervello di tutta l’America, più che alle viscere degli afro-americani. Evitando ogni retorica, non cerca applausi facili. Anzi, in modo seppure implicito, propone un paragone tutto politico tra Mlk e se stesso.

Era il 28 agosto del 1963 quando 300mila manifestanti giunti da ogni parte degli Stati Uniti si radunarono davanti al Lincoln Memorial a Washington per quella che era stata chiamata 'Marcia su Washington per il lavoro e la libertà'. In quell' occasione il pastore battista e premio Nobel per la pace 1964, Martin Luther King, leader del movimento per i diritti civili, pronunciò dai gradini del Memorial il suo discorso più famoso: "I have a dream", in cui chiedeva la fine della discriminazione razziale e pari diritti per gli afroamericani.


"I have a dream"

(di Martin Luter King)

Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla storia come la più grande dimostrazione per la libertà nella storia del nostro paese. Cento anni fa un grande americano, alla cui ombra ci leviamo oggi, firmò il Proclama sull’Emancipazione. Questo fondamentale decreto venne come un grande faro di speranza per milioni di schiavi negri che erano stati bruciati sul fuoco dell’avida ingiustizia. Venne come un’alba radiosa a porre termine alla lunga notte della cattività.

Ma cento anni dopo, il negro ancora non è libero; cento anni dopo, la vita del negro è ancora purtroppo paralizzata dai ceppi della segregazione e dalle catene della discriminazione; cento anni dopo, il negro ancora vive su un’isola di povertà solitaria in un vasto oceano di prosperità materiale; cento anni dopo; il negro langue ancora ai margini della società americana e si trova esiliato nella sua stessa terra.

Per questo siamo venuti qui, oggi, per rappresentare la nostra condizione vergognosa. In un certo senso siamo venuti alla capitale del paese per incassare un assegno. Quando gli architetti della repubblica scrissero le sublimi parole della Costituzione e la Dichiarazione d’Indipendenza, firmarono un "pagherò" del quale ogni americano sarebbe diventato erede. Questo "pagherò" permetteva che tutti gli uomini, si, i negri tanto quanto i bianchi, avrebbero goduto dei principi inalienabili della vita, della libertà e del perseguimento della felicità.

E’ ovvio, oggi, che l’America è venuta meno a questo "pagherò" per ciò che riguarda i suoi cittadini di colore. Invece di onorare questo suo sacro obbligo, l’America ha consegnato ai negri un assegno fasullo; un assegno che si trova compilato con la frase: "fondi insufficienti". Noi ci rifiutiamo di credere che i fondi siano insufficienti nei grandi caveau delle opportunità offerte da questo paese. E quindi siamo venuti per incassare questo assegno, un assegno che ci darà, a presentazione, le ricchezze della libertà e della garanzia di giustizia.

Siamo anche venuti in questo santuario per ricordare all’America l’urgenza appassionata dell’adesso. Questo non è il momento in cui ci si possa permettere che le cose si raffreddino o che si trangugi il tranquillante del gradualismo. Questo è il momento di realizzare le promesse della democrazia; questo è il momento di levarsi dall’oscura e desolata valle della segregazione al sentiero radioso della giustizia.; questo è il momento di elevare la nostra nazione dalle sabbie mobili dell’ingiustizia razziale alla solida roccia della fratellanza; questo è il tempo di rendere vera la giustizia per tutti i figli di Dio. Sarebbe la fine per questa nazione se non valutasse appieno l’urgenza del momento. Questa estate soffocante della legittima impazienza dei negri non finirà fino a quando non sarà stato raggiunto un tonificante autunno di libertà ed uguaglianza.

Il 1963 non è una fine, ma un inizio. E coloro che sperano che i negri abbiano bisogno di sfogare un poco le loro tensioni e poi se ne staranno appagati, avranno un rude risveglio, se il paese riprenderà a funzionare come se niente fosse successo.

Non ci sarà in America né riposo né tranquillità fino a quando ai negri non saranno concessi i loro diritti di cittadini. I turbini della rivolta continueranno a scuotere le fondamenta della nostra nazione fino a quando non sarà sorto il giorno luminoso della giustizia.

Ma c’è qualcosa che debbo dire alla mia gente che si trova qui sulla tiepida soglia che conduce al palazzo della giustizia. In questo nostro procedere verso la giusta meta non dobbiamo macchiarci di azioni ingiuste.

Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima.

Questa meravigliosa nuova militanza che ha interessato la comunità negra non dovrà condurci a una mancanza di fiducia in tutta la comunità bianca, perché molti dei nostri fratelli bianchi, come prova la loro presenza qui oggi, sono giunti a capire che il loro destino è legato col nostro destino, e sono giunti a capire che la loro libertà è inestricabilmente legata alla nostra libertà. Questa offesa che ci accomuna, e che si è fatta tempesta per le mura fortificate dell’ingiustizia, dovrà essere combattuta da un esercito di due razze. Non possiamo camminare da soli.

E mentre avanziamo, dovremo impegnarci a marciare per sempre in avanti. Non possiamo tornare indietro. Ci sono quelli che chiedono a coloro che chiedono i diritti civili: "Quando vi riterrete soddisfatti?" Non saremo mai soddisfatti finché il negro sarà vittima degli indicibili orrori a cui viene sottoposto dalla polizia.

Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri corpi, stanchi per la fatica del viaggio, non potranno trovare alloggio nei motel sulle strade e negli alberghi delle città. Non potremo essere soddisfatti finché gli spostamenti sociali davvero permessi ai negri saranno da un ghetto piccolo a un ghetto più grande.

Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri figli saranno privati della loro dignità da cartelli che dicono:"Riservato ai bianchi". Non potremo mai essere soddisfatti finché i negri del Mississippi non potranno votare e i negri di New York crederanno di non avere nulla per cui votare. No, non siamo ancora soddisfatti, e non lo saremo finché la giustizia non scorrerà come l’acqua e il diritto come un fiume possente.

Non ha dimenticato che alcuni di voi sono giunti qui dopo enormi prove e tribolazioni. Alcuni di voi sono venuti appena usciti dalle anguste celle di un carcere. Alcuni di voi sono venuti da zone in cui la domanda di libertà ci ha lasciato percossi dalle tempeste della persecuzione e intontiti dalle raffiche della brutalità della polizia. Siete voi i veterani della sofferenza creativa. Continuate ad operare con la certezza che la sofferenza immeritata è redentrice.

Ritornate nel Mississippi; ritornate in Alabama; ritornate nel South Carolina; ritornate in Georgia; ritornate in Louisiana; ritornate ai vostri quartieri e ai ghetti delle città del Nord, sapendo che in qualche modo questa situazione può cambiare, e cambierà. Non lasciamoci sprofondare nella valle della disperazione.

E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. E’ un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.

Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. E’ questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi avvio verso il Sud.

Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fratellanza.

Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi. Quello sarà il giorno in cui tutti i figli di Dio sapranno cantare con significati nuovi: paese mio, di te, dolce terra di libertà, di te io canto; terra dove morirono i miei padri, terra orgoglio del pellegrino, da ogni pendice di montagna risuoni la libertà; e se l’America vuole essere una grande nazione possa questo accadere.

Risuoni quindi la libertà dalle poderose montagne dello stato di New York.

Risuoni la libertà negli alti Allegheny della Pennsylvania.

Risuoni la libertà dalle Montagne Rocciose del Colorado, imbiancate di neve.

Risuoni la libertà dai dolci pendii della California.

Ma non soltanto.

Risuoni la libertà dalla Stone Mountain della Georgia.

Risuoni la libertà dalla Lookout Mountain del Tennessee.

Risuoni la libertà da ogni monte e monticello del Mississippi. Da ogni pendice risuoni la libertà.

E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: "Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente".







Fonte:http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2011/10/16/AOcktFEB-luther_martin_giorno.shtml


venerdì 14 ottobre 2011

Brasile: trio di musicisti rivoluzionano il pop con molta irriverenza e personalità..


Penso sia la prima volta che posto e parlo di musica Brasiliana qui nel blog. Ma questo gruppo che viene dal nord del brasile conosciuto come "Banda UO" che mischia musica regionale con punk/elettronico, sono già diventata una fan della Banda UO tra cover e brani originali. Il trio gay / trans che ha rielaborato canzoni di Katy Perry, Willow Smith, Foreigner, e molti altri ancora, guadagnando fama nella loro città natale, un album prodotto da un altro gruppo Brasiliano Bonde Do Role sul loro prossimo cd il debutto, nella premiazione più importante della musica in Brasile che sarà presentato su MTV con una nomination per miglior video.
Sono diventati una febbre nel web, con oltre 250.000 visualizzazioni su you tube.

Costituita solamente nel 2010, il trio Davi Sabbag, Mateus Carrilho, e Candy Mel sono già diventati sensazioni di Internet. La vocalista femminile ( guarda caso è una transessuale).


"Abbiamo incontrato l'intolleranza nel nostro percorso di vita, ma come band non ancora.
La nostra sessualità non è, e non sarà mai, il nostro obiettivo principale. Si tratta di un mero dettaglio e ci occupiamo con finezza tale che, nonostante la curiosità, a volte la gente non ricorda nemmeno. Vogliono conoscere la nostra musica, ed è quello che vogliamo mostrare a loro."

La "Banda UO" sta avendo un enorme successo con diversi stili musicali, sia esso pop americano, elettronico, elettropopolare, o tecnobrega. Davi Sabbag, Mateus Carrilho la band sta anticipando il loro debutto del loro album completo che sarà tutto con composizioni originali. Nella loro intervista con MTV IGGY, hanno espresso il loro desiderio di "rompere pregiudizi nella musica e di fare ballare tutti."


Il trio comincia a raccogliere i buoni frutti del loro lavoro irriverente e non convenzionale. Prova di ciò è la conferma della band nella presentazione della VMB, il premio più importante della musica in Brasile che sarà trasmessa su MTV il 20 ottobre, dove concorrono a miglior video. Il trio è in tour in Brasile, sfruttando l'impatto online delle loro canzoni.

Per voi:

Vanessa Mazza

mercoledì 12 ottobre 2011

Cinema d'autore con tematica transessuale.



Nella categoria dei film "GLBT" che in genere vieni rifiutati dal pubblico. Forse proprio perché teme di riconoscere in se stesso almeno una “dose” della verità confessata. Qui vi segnalo due bellissimi film di autore con tematica transessuali.

La pelle che abito. Di Pedro Pedro Almodòvar.

Ecco cosa troviamo. Un uomo maturo sequestra un ragazzo. Lo castra. O più precisamente: essendo lui un chirurgo plastico, lo trasforma in una donna. Dal momento che sua moglie ha subito ustioni su tutto il corpo in un incidente stradale, il dottor Robert Ledgard(Antonio Banderas), un chirurgo plastico di rilievo, è interessato a creare una nuova pelle che potrebbe salvarla. Dodici anni dopo, di far crescere nel proprio laboratorio, una pelle sensibile al tatto, ma un vero e proprio scudo contro tutti gli attacchi, sia esterni che interni, che è contro il nostro più grande organo. Per farlo ha utilizzato le opportunità offerte dalla terapia cellulare.

Ci sono processi irreversibili, percorsi di non ritorno, di sola andata. "La pelle che vivo" racconta la storia di uno di questi processi. Il protagonista viaggia involontariamente in una di quelle strade, è violentemente costretto ad imbarcarsi in un viaggio che non si può tornare. Il suo racconto kafkiano corrisponde ai dettami di una frase la cui giuria è composta da una sola persona, il tuo peggior nemico. Il verdetto, dunque, non è che una forma estrema di vendetta.
"La pelle che vivo" è la storia della vendetta.

Le prime immagini del film mostra una villa circondata da alberi, un luogo idilliaco. Si chiama "Il Cigarral" ed è protetto da un alto muro e una porta con le sbarre. Attraverso le finestre del palazzo, intravediamo una figura femminile in movimento. Una volta dentro la stanza, la donna sembra essere nuda, a prima vista si vedi che è interamente coperta da un color carne del corpo, vicino al corpo una seconda pelle.

Nei sei anni di detenzione , Vera ( Elena Anayaha) ha perso, tra gli altri organi, il più grande membro della pelle del suo corpo.

La pelle è il confine che ci separa dagli altri, determina la razza a cui apparteniamo, riflette le nostre radici, sia biologica che geografica. Spesso riflette lo stato d'animo, ma la pelle non è l'anima. Anche se la pelle di Vera è cambiata, lei non ha perso la sua identità. (L'identità e la invulnerabilità è un altro tema del film). Comunque sia, è una perdita terribile. Questa è solo una delle molte perdite che mettono Vera sul punto di morte, per scelta o in sala operatoria per mano di Dr. Robert. Ma lei è una che non mola, dopo molte vicissitudini, decide che "deve imparare a vivere all'interno di quella pelle", anche se la pelle imposta dal Dr. Robert. Dopo l'accettazione della seconda pelle, Vera prende la seconda decisione più importante per sopravvivere, imparare ad aspettare.



Della regista francese Céline Sciamma, Tomboy.

E un film che affronta un tema complicato e difficile da rappresentare sullo schermo cinematografico: l’identità sessuale durante il periodo “anticamera” dell’adolescenza. L’autrice rifugge i facili cliché che compongono il genere cinematografico infantile e riesce in modo sapiente a non scivolare vertiginosamente nello scabroso, raccontando in modo semplice e lineare la storia di una ragazza che in realtà vorrebbe essere qualcosa di diverso.

Protagonista del film è Laure, 10 anni, appena arrivata in un nuovo quartiere di Parigi con i genitori e la sorella più piccola, Jeanne. Un po' per gioco, un po' per realizzare un sogno segreto, Laure decide di presentarsi ai nuovi amici come fosse un maschio, Mickaël: il modo in cui si veste e si pettina, l'impeto con cui si azzuffa e gioca a calcio, non sembrano lasciar dubbi sulla sua identità e Mickaël è accettato nella comitiva. L'inizio della scuola però è dietro l'angolo e il gioco dei travestimenti si complica, tanto più che i genitori sono all’oscuro di tutto e Laure/Mickaël ha stretto un legame speciale con la coetanea Lisa.



Vanessa Mazza.

lunedì 10 ottobre 2011

La Polonia avrà per la prima volta un deputato transessuale.


Varsavia, 10 ott.- Polonia per la prima volta nella sua storia ha un deputato transgender, Anna Grodzka, Ryszard Grodzki prima di cambiare il sesso, oggi ha ottenuto un posto dopo le elezioni generali presentati dal Movimento Palikot .

La donna, 57 anni, rappresenta il distretto di Cracovia, la città dove fu vescovo Karol Wojtyla prima di diventare Papa Giovanni Paolo II."Non ho mai pensato che nel nostro paese potrebbe essere eletto una persona come me, ma vedo che la società sta cambiando, e in particolare a Cracovia ci sono molte persone che vedono che il mondo è in movimento e vuole unirsi a questo cambiamento", ha detto: Grodzka alla stazione TVN24 televisione.

Il partito Movimento Palikot, è stata la grande sorpresa di queste elezioni, che ha vinto con il dieci per cento dei voti.

Questa formazione è stata creata mesi fa dall'imprenditore e uomo politico Janusz Palikot, che una volta apparteneva alla Piattaforma civica.
Definito da alcuni media come il "Berlusconi polacco" Palikot rappresenta un amalgama di liberismo economico, l'anticlericalismo radicale, europeo convinto e altri impensabili fino ad ora in Polonia, come la difesa della legalizzazione della marijuana.
Il successo di questa elezione è dovuta principalmente ad un voto di giovani delusi dei partiti tradizionali, che hanno visto questo "showman" della politica di cambiare un simbolo della società polacca.

Attualmente presiede la Fondazione Trans-Fuzja che si batte per la parita' dei diritti dei transessuali. Il Movimento Palikot, dal nome del fondatore Janusz Palikot - un ricco, eccentrico imprenditore, e' destinato ad esercitare un'azione dirompente nella societa' polacca, tradizionalmente conservatrice e cattolica.

Turchia: una giovane transessuale è stata assassinata da suo fratello in un nuovo crimine " d'onore"


Come riportato dal Hurriyet Daily News , un nuovo reato "d'onore" in Turchia è stato commesso contro una persona LGBT. In questo caso, la vittima è stata Ramazan Çetin,
è stata assassinata una giovane transessuale di 24 anni dal fratello, di 27. " Ho purificato il mio onore.
ha detto l'assassino dopo aver posto fine alla vita di sua sorella.


L'omicidio ha avuto luogo venerdì, nella provincia turca di Gaziantep. La ragazza era stata ricoverata in ospedale a causa di fratture subite giorni prima da una caduta da un luogo elevato. Suo fratello, Fevzi Çetin, è apparso lì e ha sparato tre colpi a distanza ravvicinata, uno alla testa. poi si è consegnato alla polizia. "Mio fratello era caduto. L'ho ucciso " , ha continuato a dire. "Ho purificato il mio onore", ha aggiunto.

Ramazan Çetin, era a conoscenza dell'ostilità della sua famiglia, cosi si era allontanata di casa per due anni. Purtroppo non è stata in grado di evitare di essere alla fine uccisa. Riposa in pace.

Turchia: una realtà difficile per le persone LGBT

La Turchia offre molta più libertà all'interno dei paesi alla comunità LGBT di altri paese musulmani, ma questo gruppo soffre ancora di gravi problemi di discriminazione e violenza. Le relazioni omosessuali non sono reato, ma ci sono leggi contro "pubblico scandalo" e pendono come una spada di Damocle sul gay e lesbiche, mentre l'omosessualità è considerata una malattia da parte dell'esercito.

Ma la realtà sociale è, purtroppo, peggio di quella giuridica. Secondo Amnesty International, diversi mesi fa ha pubblicato un rapporto sulla situazione delle persone LGBT in Turchia, 16 di loro sono stati uccisi nel 2010 per il loro orientamento sessuale o identità di genere. Si sospetta che questa figura è in realtà superiore. Delitti d'onore, per la quale vengono uccise le persone LGBT dalla propria famiglia, come è successo a Ramazan Çetin, restano una realtà. Un esempio familiare ai lettori di dosmanzanas fu l'omicidio del giovane Ahmet Yildiz, nel 2008.

La situazione è peggiore per le donne transessuali, mentre si può entrare nel processo di riassegnazione sessuale e cambiare il loro stato di registrazione, sono spesso rinnegate dalle loro famiglie e costrette a prostituirsi. Ogni giorno vengono arrestati con l'accusa di condotta disordinata e portati alla stazione di polizia dove sono spesso vittime della violenza della polizia, come Amnesty International ha anche denunciato. Diciotto mesi fa, la violenza a un gruppo di attivisti transgender del gruppo Pembe Hayat.

venerdì 7 ottobre 2011

Qualcuno lo paragona a Einstein, altri a Leonardo. Tutti, comunque, piangono Steve Jobs.


"Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e le vostre intuizioni. In qualche modo loro sanno che cosa volete veramente. Tutto il resto è secondario."
Steve Jobs.

Discorso di Steve Jobs a Stanford (2005)

Leggete il discorso in lingua originale:
http://news.stanford.edu/news/2005/june15/jobs-061505.html

.È per me un onore essere qui con voi, oggi, alle vostre lauree in una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. Anzi, per essere onesto, questa è l’esperienza più vicina ad una laurea che mi sia mai capitata. Oggi voglio raccontarvi tre storie della mia vita. Tutto qui, niente di eccezionale: solo tre storie.

La prima storia riguarda l’unire i puntini.

Lasciai il Reed College dopo il primo semestre, ma continuai a frequentare in maniera ufficiosa per circa 18 mesi prima di abbandonare definitivamente. Perché mollai?

Tutto cominciò prima che nascessi. Mia madre biologica era una giovane studentessa di college non sposata e decise di darmi in adozione. Credeva fortemente che avrei dovuto essere cresciuto da persone laureate e fece in modo che tutto fosse organizzato per farmi adottare alla nascita da un avvocato e da sua moglie. Quando arrivai al mando, però, loro decisero all’ultimo minuto che preferivano una bambina. Così i miei genitori, che erano in lista d’attesa, ricevettero una chiamata nel bel mezzo della notte: “C’è un bambino, un maschietto, non previsto. Lo volete?”. Loro risposero: “Certamente”. Solo dopo, mia madre biologica scoprì che mia madre non si era mai laureata e che mio padre non aveva neanche finito il liceo. Rifiutò di firmare le ultime carte per l’adozione. Accettò di farlo mesi dopo, solo quando i miei genitori promisero formalmente che un giorno io sarei andato al college.Diciassette anni dopo andai al college.

Ma ingenuamente ne scelsi uno costoso tanto quanto Stanford e tutti i risparmi dei miei genitori finirono nelle tasse universitarie. Dopo sei mesi, non riuscivo a vederci nessuna vera opportunità. Non avevo idea di quello che avrei voluto fare della mia vita e non vedevo come il college potesse aiutarmi a capirlo. Eppure ero là, a spendere tutti quei soldi che i miei genitori avevano messo da parte lavorando una vita intera. Così decisi di mollare e avere fiducia che tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi. Era piuttosto spaventoso all’epoca, ma guardandomi indietro è stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell’attimo stesso in cui abbandonai il college, smisi di seguire i corsi che non mi entusiasmavano e cominciai invece a frequentare quelli che trovavo più interessanti.

Non fu tutto rose e fiori. Non avevo più una camera nel dormitorio ed ero costretto a dormire sul pavimento delle camere dei miei amici. Riportavo al negozio le bottiglie di Coca Cola vuote per avere i cinque centesimi di deposito e poter comprare da mangiare. E tutte le domeniche camminavo per sette miglia attraverso la città per avere finalmente l’unico buon pasto della settimana all’Hare Krishna. Adoravo tutto questo. E quello che trovai seguendo la mia curiosità e la mia intuizione risultò, solo dopo, essere senza prezzo.

Vi faccio subito un esempio. Il Reed College all’epoca offriva probabilmente la migliore formazione del Paese in calligrafia. In tutto il campus ogni poster, ogni etichetta, ogni cartello era scritto a mano con grafie bellissime. Dato che avevo mollato i corsi ufficiali, decisi che avrei seguito il corso di calligrafia per imparare a scrivere così. Fu lì che imparai i caratteri serif e sans serif, la differenza tra gli spazi che dividono le differenti combinazioni di lettere, quello che rende eccezionale un’eccezionale stampa tipografica. Era bello, storico, artistico e raffinato in un modo che la scienza non è in grado di offrire e io ne ero completamente affascinato.

Nessuna di queste cose però aveva alcuna speranza di trovare un’applicazione pratica nella mia vita. Ma dieci anni dopo, quando ci trovammo a progettare il primo Macintosh, tutto quello che avevo imparato mi tornò utile. E lo utilizzammo tutto per il Mac. E’ stato il primo computer dotato di una bellissimo tipografia. Se non avessi mai lasciato il college e non avessi mai partecipato a quel singolo corso, il Mac non avrebbe probabilmente mai avuto caratteri tipografici differenti o font spaziati in maniera proporzionale. E dato che Windows ha copiato Mac, è probabile che non ci sarebbe stato nessun personal computer con quelle capacità. Se non avessi mollato il college, non avrei mai frequentato quel corso di calligrafia e i personal computer potrebbero non avere quelle stupende capacità tipografiche che ora hanno. Chiaramente, quando ero al college, era impossibile unire i puntini guardando al futuro. Ma è diventato molto, molto chiaro dieci anni dopo, quando ho potuto guardarmi indietro.

Di nuovo, non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete solo unirli guardandovi indietro. Dovete aver fiducia che, in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire. Dovete credere in qualcosa – il vostro ombelico, il destino, la vita, il karma, qualsiasi cosa. Questo tipo di approccio non mi ha mai lasciato a piedi e ha sempre fatto la differenza nella mia vita.

La mia seconda storia riguarda l’amore e la perdita
Io sono stato fortunato: ho trovato molto presto quello che amo fare. Io e Woz fondammo la Apple nel garage della casa dei miei genitori quando avevo appena 20 anni. Lavorammo duramente e in 10 anni Apple, da quell’azienda fatta di noi due e un garage, si è trasformata in una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti. L’anno prima realizzavamo la nostra migliore creazione – il Macintosh – e io compivo 30 anni. L’anno seguente fui licenziato. Come si fa ad essere licenziati dall’azienda che tu stesso hai creato? Facile: quando Apple divenne più grande, assunsi qualcuno che ritenevo avesse molto talento e capacità per guidare l’azienda insieme a me e per il primo anno le cose andarono molto bene. Ma poi le nostre visioni del futuro cominciarono a divergere e alla fine arrivammo ad uno scontro. Quando questo successe, la commissione dei direttori si schierò dalla sua parte. Quindi, a 30 anni, io ero fuori. E in maniera piuttosto plateale. Quello che era stato il principale scopo della mia vita adulta era perso e io devastato.Per alcuni mesi non seppi assolutamente che cosa fare. Mi sentivo come se avessi tradito la generazione di imprenditori prima di me – come se avessi lasciato cadere la fiaccola che mi era stata passata. Incontrai David Packard e Bob Noyce e tentai di scusarmi per aver rovinato tutto così malamente. Fu talmente un fallimento pubblico che presi anche in considerazione l’ipotesi di scappare via dalla Silicon Valley. Ma qualcosa lentamente cominciò a crescere in me: amavo ancora quello che avevo fatto. Ciò che era successo alla Apple non aveva cambiato di un bit questo amore. Ero stato respinto, ma ero sempre innamorato. E per questo decisi di ricominciare da capo.Non me ne resi conto allora, ma essere licenziato dalla Apple era stata la miglior cosa che mi potesse capitare. La pesantezza del successo era stata rimpiazzata dalla leggerezza di essere di nuovo un debuttante, senza più certezze su niente. Mi liberò dagli impedimenti consentendomi di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita.Durante i cinque anni successivi fondai un’azienda chiamata NeXT, un’altra azienda chiamata Pixar e mi innamorai di una donna meravigliosa che sarebbe poi diventata mia moglie. Pixar produsse il primo film d’animazione digitale, Toy Story, e adesso è lo studio di animazione più famoso al mondo. In un significativo susseguirsi di eventi, la Apple comprò NeXT, io ritornai alla Apple e la tecnologia sviluppata da NeXT è ora il cuore dell’attuale rinascita di Apple. E io e Laureen abbiamo una meravigliosa famiglia.Sono sicuro che niente di tutto questo sarebbe successo se non fossi stato licenziato dalla Apple. Fu una medicina molto amara, ma credo che il paziente ne avesse bisogno. Qualche volta la vita ci colpisce come un mattone in testa. Ma non perdete la fede. Sono convinto che l’unica cosa che mi trattenne dal mollare tutto sia stato l’amore per quello che ho fatto. Dovete trovare quello che amate. E questo vale sia per il vostro lavoro che per i vostri affetti. Il vostro lavoro riempirà una buona parte della vostra vita e l’unico modo per essere realmente soddisfatti è fare quello che riterrete un buon lavoro. E l’unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate. Se ancora non l’avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Con tutto il cuore, sono sicuro che capirete quando lo troverete. E, come in tutte le grandi storie, diventerà sempre più bello con il passare degli anni. Perciò continuate a cercare finché non lo avrete trovato. Non vi accontentate.

La mia terza storia riguarda la morte
Quando avevo 17 anni lessi una citazione che suonava più o meno così: “Se vivrai ogni giorno come se fosse l’ultimo, sicuramente una volta avrai ragione”. Mi colpì molto e da allora, per gli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni qualvolta la risposta era “no” per troppi giorni di fila, capivo che c’era qualcosa che doveva essere cambiato.Ricordarmi che morirò presto è il più importante strumento che io abbia mai trovato per fare le grandi scelte della mia vita. Perché quasi tutte le cose – tutte le aspettative di eternità, tutto l’orgoglio, tutte le paure di imbarazzi o fallimenti – svaniscono di fronte all’idea della morte, lasciando solo quello che c’è di realmente importante. Ricordarsi che dobbiamo morire è il modo migliore per non cadere nella trappola di pensare che abbiamo qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione per non seguire il vostro cuore.

Circa un anno fa mi fu diagnosticato un cancro. Alle sette e mezzo del mattino feci la scansione che mostrava chiaramente un tumore al pancreas. Non sapevo neanche che cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che si trattava di un cancro che era quasi sicuramente di tipo incurabile e che avrei avuto si e no 3 mesi di vita. Mi dissero di andare a casa e sistemare le mie faccende (che è il codice dei dottori per dirti di prepararti a morire). Questo significa che dovevo prepararmi a dire ai miei figli, in pochi mesi, tutto quello che pensavo di avere ancora una vita per dire. Significa che dovevo essere sicuro che tutto fosse organizzato in modo tale che per la mia famiglia fosse il più semplice possibile. Significa che dovevo dire i miei “addii”.Vissi con il responso di quella diagnosi per tutto il giorno. Quella sera mi fecero una biopsia, in cui ti infilano un endoscopio giù per la gola, attraverso lo stomaco fino all’intestino per inserire un ago nel pancreas e prelevare alcune cellule del tumore. Io ero sotto anestesia, ma mia moglie – che era lì – mi raccontò che quando i medici videro le cellule al microscopio iniziarono a piangere, perché avevano appena scoperto che avevo una forma di cancro molto rara e curabile con un intervento chirurgico. Mi sottoposi all’intervento chirurgico e adesso sto bene.

Quella fu la volta in cui mi avvicinai di più alla morte e spero che, per qualche decennio, sia anche l’ultima. Essendoci passato, posso parlarvi adesso con un po’ più di certezza di quando la morte fosse per me solo un concetto astratto.

Nessuno vuole morire. Anche le persone che vogliono andare in paradiso non vogliono morire per andarci. Ma comunque la morte è la meta che tutti abbiamo in comune. Nessuno gli è mai sfuggito. Ed è come deve essere, perché molto probabilmente la morte è la più grande invenzione della vita. E’ l’agente di cambiamento della vita. Spazza via il vecchio per far posto al nuovo. Ora, il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo lontano diventerete gradualmente il vecchio e sarete spazzati via. Mi dispiace essere così drammatico, ma è la pura verità.

Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e le vostre intuizioni. In qualche modo loro sanno che cosa volete veramente. Tutto il resto è secondario.

Quando ero ragazzo esisteva una meravigliosa rivista che si chiamava The Whole Earth Catalog, che era una delle bibbie della mia generazione. Fu creata da Stewart Brand non molto lontano da qui, a Menlo Park, e Stewart ci mise dentro tutto il suo tocco poetico. Era la fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer e dell’editoria elettronica, quindi la rivista era interamente creata con macchine da scrivere, forbici e polaroid. Era una specie di Google in versione cartacea, 35 anni prima che Google fosse inventato: era idealistica, traboccante di strumenti chiari e concetti meravigliosi.

Stewart e il suo gruppo pubblicarono vari numeri di The Whole Earth Catalog e quando arrivarono alla fine del loro percorso, pubblicarono il numero finale. Era più o meno la metà degli anni Settanta e io avevo la vostra età. Nell’ultima pagina di questo numero c’era una fotografia di una strada di campagna al mattino presto, quel tipo di strada dove potreste trovarvi a fare l’autostop se siete abbastanza avventurosi. Sotto la foto erano scritte queste parole: “Stay Hungry. Stay Foolish”, siate affamati, siate folli. Era il loro messaggio di addio. Stay Hungry. Stay Foolish. Io me lo sono sempre augurato per me stesso. E adesso che vi laureate per cominciare una nuova vita, lo auguro a voi. Stay Hungry. Stay Foolish. Grazie a tutti.

Traduzione di Carlotta Cerri.