
Il Tribunale presso cui si è rivolto il paziente obbligava il medico, l'azienda Asl e l'assicurazione al risarcimento per il danno subito. La Corte d'Appello ha però ribaltato il verdetto, rigettando la domanda risarcitoria dell'accusa, e assolvendo l’azienda ospedaliera da ogni responsabilità, in quanto era “del tutto carente la prova della pretesa imperizia del chirurgo”.
Il paziente insoddisfatto della sentenza ha deciso di rivolgersi alla Suprema Corte che invece ha accolto il ricorso. Secondo i giudici la transessuale che aveva subito l' intervento sbagliato “doveva limitarsi a denunciare l'aspetto colposo dell'attività del medico. Diversamente si sarebbe finito per far gravare sul richiedente un onere supplementare”.
Inoltre la Cassazione ha riscontrato altre responsabilità da parte del medico e dell’azienda ospedaliera: a partire dall'omessa informazione delle conseguenze dell'intervento, l'adozione di tecniche non sperimentate in luogo di protocolli ufficiali e collaudati (com'era accaduto in quel caso), nonchè la mancata conoscenza dell'evoluzione della metodica interventistica, oltre ai classici criteri di imprudenza, imperizia e negligenza dell'operatore. Gli ermellini hanno seguito il principio per cui l’intervento diretto al transessualismo deve sempre e comunque garantire l’integrale modifica dei caratteri sessuali di una persona, con il conseguente diritto del soggetto transessuale a vivere la nuova vita, secondo l’identità prescelta, anche per quel che riguarda la sfera sessuale. Le parti in causa sono state dunque condannate ad un cospicuo risarcimento del paziente, che non ha potuto gioire della sua nuova identità a causa di un errore, che aveva modificato il suo aspetto fisico, ma senza soddisfare pienamente le sue esigenze sessuali.
Fonte:http://www.justicetv.it/index.php/news/1049-cassazione-trans-operato-male-si-a-risarcimento
Nessun commento:
Posta un commento