“Questo è un momento storico - ha commentato, subito dopo il giuramento - e io sono onorata di assumere l’incarico, per l’impatto che avrà nella vita delle persone e per ciò che rappresenta”. Da mesi Levine è diventata la voce di persone che vivono ai margini, o senza rivelarsi, e uno dei simboli più forti del passaggio da un presidente sessista e transomofobo a uno che, nonostante sia più vecchio, ha aperto fin da subito al riconoscimento di una sessualità più ampia. L’ammiraglia Levine indosserà regolarmente la divisa blu da primo ufficiale e guiderà un esercito di seimila professionisti sanitari in uniforme.
“Siamo estremamente orgogliosi”, ha commentato il chirurgo generale Vivek Murthy, capo esecutivo e portavoce della sanità. “È un momento di grande orgoglio per tutti noi”, ha aggiunto il segretario alla Sanità Xavier Becerra. Nata da una famiglia ebraica a Wakefield, Massachusetts, 64 anni, sposata nell’88 e divorziata nel 2013, due figli, la transizione a donna completata nel 2011, nella sua carriera di dirigente sanitario Levine ha sempre conquistato una approvazione bipartisan, tanto da essere confermata tre volte dal senato della Pennsylvania nel ruolo di ministra statale della Sanità. A farla emergere come personaggio nazionale è stata la sua battaglia contro la dipendenza da oppioidi, che in Usa è causa di circa 300 mila morti ogni anno, e nel contrastare la pandemia da Covid.
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