Lo slogan della World AIDS Day di UNAIDS di quest’anno è “Global solidarity, shared responsibility“: un modo per mettere al centro la questione della solidarietà globale e della responsabilità condivisa, per difendere i diritti umani come quello alla salute che quest’anno è fortemente condizionato dalla lotta contro il coronavirus.
Il primo World AIDS Day si è tenuto nel 1988, in occasione del Summit Mondiale dei Ministri della Sanità sui programmi per la prevenzione dell’AIDS, ed è stata in seguito adottata da governi, organismi internazionali e associazioni. Dal 1987 al 2004 è stata organizzata da UNAIDS. Si tratta della prima giornata mondiale dedicata alla salute.
A livello globale, circa 37,9 milioni di persone convivono con l’HIV (si segna un +1,2 milioni rispetto all’anno scorso). Nonostante il virus sia stato identificato solo nel 1984, oltre 35 milioni di persone sono morte di HIV o AIDS, rendendola una delle pandemie più distruttive della storia.
Oggi sono stati fatti progressi scientifici nel trattamento dell’HIV, esistono leggi per proteggere le persone che vivono con l’HIV e comprendiamo molto di più sulla condizione. Tuttavia, la Giornata mondiale contro l’AIDS è importante perché ricorda al pubblico e al governo che l’HIV non è scomparso: c’è ancora un bisogno vitale di raccogliere fondi, aumentare la consapevolezza, combattere i pregiudizi e migliorare l’istruzione, soprattutto l’educazione sessuale.
La ricorrenza serve a informare e sensibilizzare sul tema: il virus HIV infetta in maniera specifica le cellule del sistema immunitario e rende le persone positive più vulnerabili a molte malattie che solitamente non causano problemi particolari nelle persone sane. Le persone sieropositive per l’HIV, ovvero quelle che sono entrate in contatto con il virus attraverso lo scambio di fluidi corporei infetti, non sviluppano automaticamente l’AIDS. Grazie a mirate e sempre più accurate terapie farmacologiche la maggior parte delle persone HIV positive non svilupperà mai la malattia e potrà condurre una vita normale.
Eliminare lo stigma intorno a questo argomento è importante per arrivare a un punto in cui verrà trattato normalmente da tutti.
Basta poco, Mascherina e preservativo, perché «l'Hiv non va in quarantena. Tocca a noi mettercelo». Ecco «l'unica forma di assembramento sicura» è la campagna di
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