La scelta del giorno non è casuale: il 17 maggio 1990, infatti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dichiarava per la prima volta che l’omosessualità non è una malattia. Malgrado siano passati già trent'anni, la comunità LGBTQI+ è ancora vittima di atti discriminatori e la consapevolezza delle questioni sottese è davvero poco diffusa, comportando nella maggioranza della popolazione un ampio livello di confusione soprattutto nelle differenze tra identità di genere e orientamento sessuale.
Il nostro è ormai l’ultimo tra i Paesi occidentali a non prevedere una norma speciale contro l’odio omotransfobico. Nel tentativo di sopperire ad un ritardo ormai decennale, il nuovo progetto di legge contro l’omotransfobia arriverà alla Camera dei deputati a Luglio. Qualora trovasse la maggioranza dei voti in entrambe le Camere del Parlamento, la legge contro l’omotransfobia andrebbe ad estendere la legge Mancino, che già esiste e che punisce ogni forma di violenza e discriminazione per motivi razziali, religiosi o nazionali, introducendo sanzioni e pene per chi istiga a commettere oppure commette direttamente violenza e odio di tipo omotransfobico.
Quest’anno, nel rispetto delle disposizioni di legge dovute alla gestione dell’emergenza Covid19, l’azione decisa durante l’ultimo incontro nazionale “Le parole che includono” si sposta online . A tutti noi, che oggi festeggiamo il 17 maggio, il monito di non smettere mai di credere ad una società uguale nelle diversità.
"Se non ti mobiliti per difendere i diritti di qualcuno che in quel momento ne è privato, quando poi intaccheranno i tuoi, nessuno si muoverà per te. E ti ritroverai solo." (Harvey Milk)