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giovedì 9 maggio 2013

L'attrazione per i trans è nella natura dell’uomo moderno

La rubrica su OK di Umberto Veronesi.


 Il fenomeno dei travestiti è sempre più insistentemente sotto i nostri occhi e si rivela ormai come una realtà con radici ramificate nella nostra società.
La transessualità non ci deve inquietare, perché biologicamente potrebbe trattarsi non di una deviazione, ma semmai di un ritorno alle origini. Basti ricordare il mito dell'Ermafrodito.
Se ci pensiamo bene, dal punto di vista biologico potremmo essere tutti degli ermafroditi: i maschi hanno le mammelle (che possono in alcuni casi anche ammalarsi) e la loro prostata potrebbe essere considerata l'equivalente dell'utero.
In fondo, nasciamo con ormoni femminili e maschili e, per un certo periodo dello sviluppo embrionale, abbiamo delle gonadi che possono svilupparsi in senso femminile o maschile.

Poi nell'evoluzione umana si è delineato chiaramente il modello dei due sessi: un sesso "forte", che doveva procurare il cibo e difendere il territorio, e un sesso "debole", che doveva accudire la prole. Per millenni questo "schema organizzativo" ha essenzialmente determinato i rapporti sessuali, stimolando la produzione di ormoni maschili nell'uomo e femminili nella donna.
Oggi la riduzione delle differenze dei ruoli fra i due generi ha innegabilmente ridotto anche la polarità fra i sessi, incidendo di conseguenza sulle regole dell'attrazione sessuale. Si sa che in natura poli diversi si attraggono, mentre quelli uguali si respingono.
Questo non vuol dire, però, che andiamo verso un'umanità asessuata e sterile (anche se l'aumento della sterilità è un dato obiettivo su cui intervenire), ma che stiamo evolvendo verso una nuova sessualità, più ampia, che può comprendere anche il travestitismo, appunto come materializzazione del desiderio ancestrale di accoppiarsi con l'Ermafrodito.

Accettare i transessuali non vuol dire ignorare la loro esistenza e soprattutto i loro problemi. Il transessuale spesso soffre dal punto di vista psicologico di un disturbo che si chiama dell'identità di genere, vale a dire che la sua identità sessuale non corrisponde a quella psicologica. Sono persone comunque con un'evidente fragilità, che possono molto facilmente finire per essere manipolate e sfruttate.
Per questo, piuttosto che gridare allo scandalo, o voltare la testa dall’altra parte, io credo che dovremmo pensare a come integrarli civilmente nella nostra società.
Umberto Veronesi - OK La salute prima di tutto.

Fonte:http://www.ok-salute.it/sesso-psicologia/09_a_veronesi-pensieri-trans.shtml

 

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