Se il matrimonio e' tra una transessuale brasiliana e un italiano diventato donna, la carta di soggiorno al familiare del cittadino Ue può' essere rilasciata. Questo il risultato della decisione del Tribunale monocratico di Rimini, che ha accolto il ricorso della coppia, dichiarando illegittimo il decreto col quale la Questura aveva rifiutato il permesso di soggiorno prolungato per la transessuale brasiliana.
Nel verbale la Questura scriveva infatti che la moglie era 'persona sottopostosi a conversione androgenica, prima della quale rispondeva a generalita' maschili' e che nel sopralluogo per verificare la convivenza dei coniugi 'veniva rinvenuto nell'appartamento solamente abbigliamento e calzature femminili verosimilmente riconducibili ad entrambi i coniugi'. Tali circostanze, secondo la Questura di Rimini erano 'incompatibili con i presupposti che stanno alla base dell'istituto del matrimonio' che veniva ritenuto strumentale per l'ottenimento del titolo di soggiorno.
I due si erano sposati in Brasile nel febbraio del 2010. Poi la moglie, cittadina italiana di 38 anni, nata a Napoli, che in precedenza era un uomo, si era trasferita a Rimini dove era stata raggiunta dal marito, transessuale brasiliano di 35 anni, che nella citta' romagnola aveva presentato la domanda di soggiorno prolungato perche', appunto, sposato con un'italiana.
La Questura aveva rifiutato il permesso, cosi' la coppia si e' rivolta ai legali Andrea Cappelli e Genny Quadrelli, che hanno ottenuto ragione in tribunale, anche perche' all'anagrafe la moglie risulta a tutti gli effetti una donna, mentre il brasiliano e' uomo. Il giudice riminese ha quindi accolto il ricorso definendo illegittimo il provvedimento della questura sottolineando 'come le circostanze dedotte dalla pubblica amministrazione per negare il titolo di soggiorno riguardano unicamente la sfera personale dei coniugi ed i loro gusti sessuali'.
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