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giovedì 19 aprile 2012

Identità di genere e transgenderismo?



Rispondendo a tante persone che mi chiedano spiegazione su transessualità,transgederrismo e identità di genere, penso che serva anche ai giovani transgender, ai genitori che scoprono che il loro bambino(a) possa essere transgender. Questi persone sono alla ricerca di informazione per se stessi, ma anche per loro familiari e amici. Nel mio sforzo per raggruppare questi risposte concrete a queste domande, ho cercato per le risorse. La maggior parte della letteratura potette trovare su internet, ho cercato di prendere le informazione in particolare dai  professionisti che aiutano che hanno già una conoscenza di base di transgenderismo. Spero che questo articolo possa essere utile e utilizzato dai genitori, insegnanti, parenti, amici, professionisti e studenti.

Essere transgender è un problema serio per coloro che sono trans, e alla loro famiglia e amici, ma so per esperienza personale che se c'è un vuoto di leggerezza, si può finire per sentirsi senza speranza, soprattutto considerando la mancanza di comprensione del'opinione pubblica Italiana che circonda le questioni trans. La negazione ad una corretta e onesta informazione; di cosa siamo.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

La transessualità è la condizione di una persona la cui identità sessuale fisica non è corrispondente alla condizione psicologica dell'identità di genere maschile o femminile e che, sovente, persegue l'obiettivo di un cambiamento del proprio corpo, attraverso interventi medico-chirurgici.


Storia del concetto

Secondo il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (Manuale di Classificazione dei Disturbi Mentali, redatto dall'Associazione Americana degli Psichiatri) e l'International Classification of Diseases (a cura dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, X edizione), la persona transessuale soffre del disturbo dell'identità di genere (DIG). Questo senso di distonia e disforia nei confronti del proprio sesso di nascita può svilupparsi già nei primi anni di vita, durante l'adolescenza o, più raramente, in età adulta.

Il termine "transessuale" è stato coniato nel 1949 dal dottor David Cauldwell (1897-1959), ma è diventato di uso comune dopo la pubblicazione del libro The transsexual phenomenon (Il fenomeno transessuale) del dott. Harry Benjamin, edito nel 1966, che è diventato ben presto testo di studio universitario, in quanto è il primo libro che indaga sulla transessualità con un approccio anchenosografico, affermando che si tratta dell'unica patologia classificata come psichiatrica a non essere curata psichiatricamente. Lo psichiatra infatti non "guarisce" la persona transessuale facendola nuovamente sentire a proprio agio con il suo sesso di origine, bensì avviando la persona a cui è diagnosticato il "disturbo dell'identità di genere" alle terapie endocrinologiche e/o chirurgiche per iniziare il percorso di transizione.

"1982 Il 14 Aprile viene approvata in Italia la legge 164 che permette di cambiare sesso."



"Identità di genere" in relazione a "ruolo" e "sesso" 
Sesso, identità di genere e orientamento sessuale: tre concetti differenti che concorrono alla sessualità di una persona.


Nella maggioranza della popolazione, l'identità, il ruolo di genere e il sesso biologico corrispondono (persone "cisgender").


Ad esempio, una donna cisgender:
ha gli attributi femminili (sesso)
si sente donna (identità)
viene percepita dagli altri come donna (ruolo)

Idem nel caso di un uomo cisgender, dove però ovviamente sesso, identità e ruolo di genere saranno al maschile.

L'identità di genere è il modo in cui un individuo percepisce il proprio genere: questa consapevolezza interiore porta a dire "io sono uomo" o "io sono donna".


Transgender.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il termine transgender ha assunto nella lingua italiana diversi significati a seconda degli ambiti in cui è usato.

La sua origine è da identificarsi all'interno del movimento LGBT, nato negli Stati Uniti d'America intorno ai primi anni ottanta, per indicare un movimento politico che contesta la logica eterosessista e genderista secondo la quale i sessi dell'essere umano sono solo due, che l'identità di genere di una persona debba necessariamente combaciare con il sesso biologico e che il tutto debba restare immodificabile dagli esseri umani.

Il termine "transgender", quindi, nasce come termine ombrello dentro cui si possono identificare tutte le persone che non si sentono racchiuse dentro lo "stereotipo di genere" normalmente identificato come "maschile" e "femminile".

Da questo punto di vista sotto il termine "ombrello" di "transgender" possono identificarsi:
la persona transessuale operata (che ha raggiunto a tutti gli effetti e in tutto e per tutto il genere sentito proprio).
la persona transessuale non completamente operata (che ha lasciato integri i genitali di origine).
la persona genderqueer (femmina genetica o maschio genetico di qualsiasi orientamento sessuale) che non si riconosce nel binarismo/dicotomia uomo/donna, rifiutando così lo stereotipo di genere che la società e la cultura locale impone ai due sessi. In questo senso e in questa accezione del termine, che però è la meno conosciuta in Italia, alcuni ritengono che transgender e "queer" siano due termini-ombrello fra loro sovrapponibili.
la persona crossdresser, termine che tende a sostituirsi sempre più alla dicitura "travestito" perché associato, quest'ultimo, alla parafilia. In questo senso il crossdresser è una persona che si traveste, in privato e/o pubblicamente, senza implicazioni di eccitazione sessuale; il crossdressing può praticarlo sia una donna che uomo, indipendentemente dal suo orientamento sessuale.

Nel tempo e nella trasposizione del termine nella cultura italiana la parola transgender ha assunto diversi ed altri significati che poco hanno a che vedere con l'origine del termine inteso come "movimento politico culturale". Questa seconda accezione è ormai diventata più popolare di quella originale.
La traduzione italiana di transgender sarebbe transgenere, ma questo termine non si è radicato nell'uso comune nella nostra lingua e quindi un termine "importato" dall'inglese e lasciato in prevalenza immutato.

percorso di transizione.


Ogni anno 30 persone transessuali si sottopongono a un intervento chirurgico per cambiare sesso (in Italia sono circa 150). E, come racconta la psicologa Daniela Anna Nadalin, che lavora al consultorio del Mit “sono sempre più i giovani, accompagnati dalle famiglie”. Sono circa 780 gli utenti del consultorio del Mit, ma non per tutti il percorso di transizione si conclude con l’intervento chirurgico. Per quelli che ci arrivano però l’attesa è lunga: 2 anni per il passaggio MtF (da uomo a donna) e 7/8 mesi per il passaggio FtM (da donna a uomo). Il percorso di transizione può essere quindi anche molto lungo: se si considera che servono almeno 2 anni di accompagnamento e supporto dal primo accesso, a cui vanno aggiunti, oltre a quelli della lista di attesa, anche quelli del tribunale che deve esprimersi sulla domanda di cambio di sesso (in media 1 anno). Alla fine di questo percorso, per la legge italiana un transessuale da donna a uomo diventa uomo a tutti gli effetti, compreso il diritto di sposarsi ed adottare. Lo stesso vale per la transessuale da uomo a donna. Teoricamente sarebbe molto difficile o addirittura impossibile risalire al sesso originario di una persona, ma non sempre è così. L'ufficiale dell'anagrafe potrà, comunque vedere le "tracce" sull'estratto integrale di nascita e, allo stesso tempo, l'impiegato che si occupa della residenza ai servizi demografici vedrà un atto di nascita con lo stesso numero a nome di due persone. Stesso vale per il Tribunale, o anche l'Agenzia Delle Entrate, e sono solo pochissimi esempi.


MtF o M2F (Male to Female) è un acronimo inglese che indica una persona che transiziona con il suo corpo da maschio a femmina. In inglese si dice anche transwoman o trans woman, cioè donna trans. Talvolta in italiano viene usato anche il termine 'neodonna' (nuova donna), per riferirsi a trans operate.

Orientamento sessuale delle persone MtF .

Così come le donne nate tali, anche l'orientamento sessuale delle donne MtF può essere diverso da persona a persona, perciò una MtF può essere: una donna eterosessuale (a cui piacciono gli uomini) 
oppure lesbica (a cui piacciono le altre donne) 
o bisessuale e tutte le altre sfumature intermedie e casi minori. In genere la casistica è simile a quella delle donne nate tali e la maggior parte delle donne MtF è eterosessuale.

La vaginoplastica è una complessa operazione chirurgica.
Questa tecnica viene usata per:
riattribuzione del sesso genitale a cui si sottopongono alcune transessuali MtF (male to female, da uomo a donna) per poter cambiare sesso, per quanto storicamente sempre esistita (con castrazione e/o evirazione volontaria) ha raggiunto solo negli ultimi anni dei livelli eccezionali, tanto da essere indistinguibile una vagina vera da una ottenuta chirurgicamente. Oltre all'estetica si aggiunge una buona funzionalità, tanto da poter essere utilizzata come una vagina naturale. È naturalmente esclusa la possibilità di procreare.

FtM o F2M (Female to Male) è un acronimo inglese indicante una persona che opta per una transizione del proprio corpo da femmina a maschio. In inglese viene anche usato il termine transman o trans man, cioè uomo trans.
Gli FtM sono persone geneticamente di sesso femminile (aventi cromosomi sessuali XX) che si identificano e si sentono uomini, desiderando di vivere nel ruolo di genere maschile; questa condizione è causata dalla disforia di genere.

Attualmente esistono terapie ormonali principalmente a base di testosterone e di altri androgeni steroidei, oltre alle terapie chirurgiche quali: mastectomia, isterectomia e interventi demolitivi/ricostruttivi dei genitali a cui possono sottoporsi le persone trans*, seguendo così un percorso di transizione per adeguare il proprio corpo all'identità di genere sentita. Alla fine di tale percorso, secondo la legge del 164/82, è possibile rettificare sui documenti di riconoscimento il genere sentito/raggiunto e il nome maschile prescelto.

  La falloplastica è un'operazione chirurgica di creazione o modifica del pene.
Costruzione.
La completa ricostruzione è un'operazione chirurgica complessa utilizzata da uomini cisgender (cioè nati tali) nei casi in cui a seguito di una malattia o un incidente hanno perduto il pene o da uomini transessuali FtM (dall'inglese Female to Male, cioè da donna a uomo).

Esistono diverse tecniche per eseguire una falloplastica ricostruttiva. Sono operazioni molto complesse (8-10 ore) con risultati non sempre soddisfacenti per cui sono ancora poche le persone, soprattutto transgender, che decidono di sottoporvisi.

Per gli uomini transessuali o transgender esiste un'operazione alternativa chiamata Metoidioplastica.
Così come gli uomini nati tali, anche l'orientamento sessuale degli uomini trans può essere diverso da individuo a individuo, perciò un FtM può essere: un uomo eterosessuale (a cui piacciono le donne) 
oppure omosessuale (a cui piacciono altri uomini) 
o bisessuale, comprendendo tutte le altre sfumature intermedie di preferenze sessuali. Secondo il DSM-IV, la maggior parte degli uomini trans è "sessualmente attratta dalle femmine".


Nell'uso psicologico, psichiatrico, endocrinologico e legale.

Nella terminologia psicologica, psichiatrica, endocrinologica e legale il termine "transgender" viene utilizzato in termini semplificativi per indicare una persona transessuale non operata ai genitali. Secondo questa accezione del termine quindi transgender diventa un termine per indicare solamente una sottocategoria delle persone transessuali, e per separare il/la transessuale operato/a (ai genitali) da quello/a non operato/a.
Così come per il transessualismo anche per il termine "transgender" vi è una totale e netta differenziazione sulla declinazione al maschile o al femminile fra mondo accademico e movimento transgender/transessuale.
Analogamente al transessualismo, i testi medici e legali declinano (salvo rarissime eccezioni) il termine al maschile per le persone che effettuano una transizione da maschio a femmina (androginoide) e al femminile per le persone che effettuano una transizione da femmina a maschio (ginoandroide).

Dando così la prevalenza alla genetica rispetto all'identità di genere della persona.
Tale utilizzo della declinazione è fortemente contestato dal movimento transgender e transessuale (e dal movimento GLBTQ) in quanto ritiene che sia da far prevalere l'identità di genere della persona sul mero dato biologico di nascita.
Semplificando: la persona nata maschio che assume l'identità femminile e di conseguenza anche un nome femminile (poniamo ad esempio "Anna") per la cultura scientifica è "il" transgender Anna, per il movimento è invece "la" transgender Anna.
Utilizzo accademico.

L'utilizzo accademico della coniugazione del termine peraltro spesso fatto proprio dal giornalismo e dai media ha la controindicazione di determinare veri e propri "salti mortali" nella lingua italiana. 

Esemplificando: "IL" transgender Anna è andato o è andata a fare la spesa"? Il nome Anna si coniuga in genere al femminile, ma per una persona transessuale o transgender lo si coniuga al maschile con ciò determinando una sorta di discrimine fra la "Anna" donna genetica e la "Anna" transessuale o transgender.
Ed è proprio per questo fatto che la declinazione utilizzata dal mondo accademico viene contestata dal movimento transgender e transessuale in tutto il mondo ed anche in Italia.
Come sostituzione di transessuale.

Una terza accezione del termine "transgender" è quella che sostituisce il termine "transessuale", sovrapponendosi ad esso.
La ragione, anch'essa nata all'interno del movimento LGBT o GLBT è da trovarsi nel fatto che il termine "transessuale" è di per sé impreciso, se non errato dal punto di vista clinico. In realtà qualsiasi persona operi una transizione sessuale, agisce sul "gender", sul genere sessuale e non sul sesso che, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, è e resta immutabile.
Quindi transgender può anche essere usato al posto di transessuale, peraltro cancellando la dicotomia fra "operati" e non operati che poco interessa il "gender" ma molto invece interessa il "sesso" di una persona.

4 commenti:

serge ha detto...

te adoro vanessa

serge ha detto...

magnifica

mrlux999 ha detto...

ciao mi chiamo Lulu,sono un ragazzo bisessuale a cui piace sentirsi sia uomo che donna,vestirsi da donna per sentirsi donna.vago in questi 2 universi M/F da un pò,e anche se sono uomo biologicamente,psicologicamente trascendo la mia sessualità. leggere il tuo post mi è stato di grande aiuto e sostegno...un abbbraccio Lulu

Vanessa Mazza, LGBT ha detto...

Ciao a tutti, grazie dei commenti.