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venerdì 7 dicembre 2007
«L’Iran è il paese che dal '90 ha assassinato il maggior numero di minori all’epoca del reato»
Colpevole di sodomia a 13 anni
Gay 21enne giustiziato in Iran
L'esecuzione di Makwan Moloudzadeh è avvenuta nella prigione di Kermanshah. Pollastrini: «Indignata»
ROMA - Makwan Moloudzadeh è stato giustiziato. L'esecuzione del curdo iraniano di 21 anni condannato a morte il 7 luglio scorso per il presuntoi stupro di un 13enne avvenuto nel 1999, anche quando Moloudzadeh aveva 13 anni quindi, è avvenuta nella prigione di Kermanshah, nell’ovest dell’Iran. Meno di un mese fa pareva che la Corte suprema, dopo aver ratificato la condanna, avesse accettato di esaminare il caso. Quella di Moloudzadeh, sottolinea Amnesty International, è stata la sesta esecuzione di un minorenne al momento del reato dall’inizio dell’anno in Iran.
PENA DI MORTE INVECE CHE FUSTIGAZIONE - Moloudzadeh era stato arrestato il primo ottobre 2006 a Paveh, nella provincia di Kermanshah. Dopo essere stato sottoposto a numerosi interrogatori, durante i quali aveva subito maltrattamenti, la Corte penale di Kermanshah lo ha processato e condannato a morte per «atti omosessuali», riferisce Anmnesty. Nonostante la legge iraniana preveda che gli atti omosessuali commessi da minori di età non superiore a 14 anni e mezzo debbano essere puniti con la fustigazione, il giudice ha esercitato il proprio potere discrezionale stabilendo che Moloudzadeh, che aveva raggiunto la pubertà all’epoca del reato, dovesse essere condannato a morte come un adulto.
LA CONDANNA DI AMNESTY - «L’uso della pena di morte in Iran ha raggiunto livelli aberranti: tra le persone già messe a morte o a rischio di esecuzione quest’anno vi sono omosessuali, adulteri, prigionieri di coscienza, giornalisti. L’Iran è il paese che dal 1990 ha assassinato il maggior numero di minorenni all’epoca del reato, 28 in totale, in violazione del diritto internazionale che impedisce queste esecuzioni» dichiara Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty.
POLLASTRINI«INDIGNATA» - E un forte grido di denuncia arriva anche dal ministro per i Diritti e le Pari Opportunità, Barbara Pollastrini. «Apprendo con dolore e indignazione dell'esecuzione, in carcere, di Makwan Moloudzadeh, colpevole di aver amato e avuto rapporti sessuali con un ragazzo». Per il ministro si tratta di un «dramma assurdo che attiene al grande tema dei diritti umani verso i quali non sono permesse distrazioni e relativismi».
06 dicembre 2007
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