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sabato 8 dicembre 2007
LE NORME ANTIOMOFOBIA HANNO RISCHIATO DI FAR SALTARE IL GOVERNO IL MINISTRO CHITI:"ALLA CAMERA LE ABROGHEREMO"
(07/12/2007) Nonostante il voto contrario della senatrice Pd Paola Binetti e grazie ai voti di Cossiga e dei senatori a vita il decreto sicurezza è passato. Ma forse non per molto.
Nella giornata di ieri 6 dicembre con 160 voti favorevoli e 158 contrari è passata la fiducia sul maxiemendamento al decreto della sicurezza che a questo punto è atteso alla Camera. Insieme alle norme sulle espulsioni degli immigrati è stato votata anche quella che presentava un richiamo al Trattato di Amsterdam ratificato dall'Italia con cui si punisce con la reclusione di 3 anni chi commette atti di discriminazione "fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali".
Vannino Chiti e Clemente Mastella
L'inserimento del passaggio sulla discriminazione sessuale ha da una parte rischiato di far cadere il governo sulla fiducia al maxiemendamento, dall'altra evidenziato i fragili equilibri nonchè le reali intenzioni in materia di apertura legislativa agli omosessuali dei vari schieramenti. Una norma inserita sostanzialmente per assicurarsi il voto di Rifondazione Comunista, che mai avrebbe fatto passare il decreto sicurezza, e che il ministro per i rapporti con il Parlamento Vannino Chiti ha subito precisato il governo si impegnerà a cancellare improrogalbimente entro fine anno.
La maggioranza è stata raggiunta unicamente con i voti dei senatori a vita Francesco Cossiga, Carlo Azeglio Ciampi, Oscar Luigi Scalfaro, Emilio Colombo e Rita Levi Montalcini, data l'assenza del senatore Luigi Pallaro della maggioranza, il voto contrario annunciato di Giulio Andreotti e quelli dell'esponente di Sinistra Critica ex Prc Franco Turigliatto e della senatrice Paola Binetti, esponente della corrente cattolica Teodem del Pd. E proprio la Binetti ha alimentato il maggior numero di polemiche basando il proprio voto su una scelta di coscienza, contrariamente a Cossiga che invece ha dichiarato di aver votato la fiducia solo perchè una crisi di governo sarebbe stata "drammatica".
Altre parole, ma che esprimono lo stesso concetto quelle del Guardasigilli Clemente Mastella: "Oggi la fiducia è passata solo perchè la norma sulla parità di genere verrà modificata attraverso modalità parlamentari. Su questi temi è chiaro che non c'è una maggioranza. Se la sinistra imporrà questa norma alla Camera, ci sarà crisi di Governo". Sul voto contrario della Binetti ha poi aggiunto "sui temi che esprimono valori non c'e' la maggioranza come la vuole la sinistra": il comportamento della senatrice è stato quello di chi "agisce in nome dei valori ma magari è meno avvezzo alla politica (...) Chi lo è di più come me arriva allo stesso risultato in maniera diversa". Riferendosi alle rassicurazioni di Chiti sul fatto che se "per motivi procedurali non è stato possibile sopprimere" il passaggio sulle discriminazioni rispetto alle tendenze sessuali, l'abrogazione sarà attuata nel voto alla Camera.
Idem il voto di un altro senatore Teodem Luigi Bobba che, sempre riferendosi alla Binetti, ha sottolineato come il voto favorevole degli esponenti cattolici del Pd e dell'Udeur è stato dato tenendo conto del far parte di una maggioranza: "ma abbiamo tutti operato per dare un segnale: adesso basta con emendamenti abnormi, basta intervenire su temi così delicati con bombe a orologeria magari inserite di soppiatto in un emendamento".
All'ordine del giorno invece gli avvertimenti di Franco Giordano segretario di Rifondazione: "Se tutta la coalizione sosterrà le modifiche unitariamente condivise votiamo sì, se no valuteremo le conseguenze". Quelli di Antonio Di Pietro: "Piaccia o no, dopo il voto di fiducia di ieri al Senato la maggioranza politica non c'è più. Di questo va preso atto". E il penultimatum (come definito da Massimo D'Alema) di Clemente Mastella "Se non viene ritirato l'emendamento sull'omofobia sarà crisi di governo".
redazione@gay.tv
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