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venerdì 7 dicembre 2007

DECRETO SICUREZZA. SENATO PASSA LA FIDUCIA

SICUREZZA: PARITA' GENERE, SCOGLIO AGGIRATO CON RICHIAMO TRATTATO UE =

(ASCA) - Roma, 6 dic - Come dire le stesse cose con parole diverse. O quasi. E' questa la strada trovata, nel

maxiemendamento approntato dal governo sul decreto legge sicurezza su cui stasera si votera' la fiducia al Senato, per ricomporre le tensioni scoppiate ieri all'interno della

maggioranza tra i rappresentanti teodem ed il senatore dei Verdi, Gianpaolo Silvestri.

L'ultimo scoglio sulla strada del

decreto si era rivelato quello di un emendamento Prc relativo all'identita' di genere ed alla difesa contro le discriminazioni , oltre che ''razziali, etniche, nazionali, religiose'', anche quelle fondate ''sull'orientamento

sessuale o sull'identita' di genere''.

In sede di vertice di maggioranza la senatrice Binetti aveva posto con forza la richiesta di ritirare questo emendamento, su cui pure il governo aveva dato parere favorevole, pena il venir meno del suo voto.

Un atteggiamento che ha subito scatenato le reazioni del senatore Verde, il quale rispondeva sullo stesso tono: ''Se l'esecutivo cancella il riferimento all'identita' di genere, io non voto il dl''.

Successivamente il sottosegretario all'Interno, Marcella Lucidi, rassicurava tutti gli animi: l'accordo della maggioranza sul maxiemendamento e' piena, compreso il punto dell'identita' di genere. Scorrendo il testo del maxiemendamento si scopre l'escamotage che ha disinnescato la

bomba: via tutti i riferimenti alle singole discriminazioni,

sostituiti da un burocraticissimo riferimento alle

''discriminazioni dell'articolo 13, numero 1 del trattato di

Amsterdam'', firmato e ratificato anche dall'Italia.

Articolo 13, numero 1 che fa riferimento testualmente alle

''discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l'origine

etnica, la religione o le convinzioni personali, gli

handicap, l'eta' o le tendenze sessuali''.





(ANSA) - ROMA, 6 DIC - Nel maxi-e mendamento messo a punto dal centrosinistra sul decreto sulla sicurezza su cui il governo ha posto la fiducia al Senato si e' trovato l'accodo anche sull' ultimo punto controverso dopo aver sciolto il nodo sui Cpt: l'emendamento che contiene norme antidiscriminazione in relazione all' orientamento sessuale e all' identita' di genere.

Lo ha riferito la sottosegretario degli Interni Marcella Lucidi, che per il governo sta seguendo a palazzo Madama l' esame del provvedimento.

Le senatrici teodem, Paola Binetti e Emanuela Baio, avevano annunciato che non avrebbero votato quest'emendamento nonostante il parere favorevole del governo.

Per reazione, il senatore dei Verdi Giampiero Silvestri aveva detto che se il testo fosse stato cambiato secondo le indicazioni dei teodem non avrebbe

votato.

In attesa di conoscere il nuovo testo, l'emendamento contestato prevede pene detentive fino a tre anni per coloro che diffondono idee fondate sulla superiorita' o sull'odio razziale

o etnico, ma anche di discriminazione per motivi religiosi, orientamento sessuale e identita' di genere. E pene da sei a quattro anni per chiunque incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza sempre per gli stessi motivi.(ANSA).

1 commento:

Anonimo ha detto...

A me quelli che loro chiamano "pacchetti" sicurezza sembrano solo delle prese in giro. Fare delle norme serve a poco, spesso a niente quando si tratta di norme a carattere penale, se non ci si preoccupa dell'educazione della società e della sua crescita culturale. Credo che l'Italia sia fra i paesi più ipocriti che ci sia dove regna la mancanza di coerenza e una vera e propria cultura del rispetto altrui.