Lo studio rivela che le donne trans continuano ad essere il gruppo più colpito: concentrano il 70,6% degli attacchi (72 casi). Seguono i maschi gay cis (16,7), le lesbiche (6,9), i maschi trans (4,9) e le persone non binarie (1).
Sul totale dei casi, 17 hanno riguardato violazioni del diritto alla vita, inclusi omicidi, suicidi e morti legate alla violenza strutturale che colpisce sistematicamente le persone LGBT+, in particolare le donne trans. Il resto degli episodi (85) era legato a violenze fisiche e attentati all'integrità che non hanno portato alla morte, ma includevano tentativi di suicidio.
Il rapporto sottolinea che il 52,9% delle morti registrate riguardava donne trans, il che conferma, secondo gli autori, che questo gruppo è il bersaglio più ricorrente della violenza strutturale e sociale nel Paese.
La fascia d'età più colpita da questi crimini è quella tra i 20 e i 29 anni, che rappresenta quasi la metà dei casi. Questo dato rafforza la vulnerabilità dei giovani LGBT+ in contesti di discriminazione, esclusione dal mondo del lavoro e mancanza di accesso ai diritti fondamentali.
Il ruolo dello Stato e delle forze dell'ordine
Uno dei punti più allarmanti del rapporto è che nel 64,7% dei casi la responsabilità ricadeva sullo Stato. In 54 casi, gli atti di violenza sono stati perpetrati direttamente dalle forze dell'ordine, mentre in 12 casi la responsabilità ricadeva su altri enti statali per azione o omissione.
“ Lontano dal fornire protezione, lo Stato appare come uno dei principali agenti che perpetrano la violenza nei confronti della diversità sessuale”, sostiene il documento.
L'aumento dei crimini d'odio in Argentina riflette una tendenza preoccupante nella regione, dove gli attivisti mettono in guardia contro l'avanzata dei discorsi anti-diritti e la mancanza di politiche pubbliche efficaci per l'inclusione e la protezione delle diversità sessuali.
“Quello che è successo a una nostra compagna domani potrebbe succedere a chiunque”, ha affermato Angrela Martínez, referente della comunità. “La lotta è per un futuro in cui tutte le persone possano vivere in pace e uguaglianza”.
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