Usa, in aumento minori transgender


Trattamenti per cambiamento di sesso sempre piu' diffusi tra i bambini

Chicago – Secondo uno studio pubblicato sulla rivista medica Pediatrics, negli Stati Uniti risulta in aumento il numero di ragazzi e bambini a cui viene garantito il supporto medico per trattamenti di cambiamento di sesso. Un dato di circa quattro volte superiore rispetto agli anni '90. In conseguenza del fenomeno, cliniche per la gestione del genere sessuale come quella aperta a Boston nel 2007, oggi contano circa 19 pazienti all'anno, molti di più rispetto ai 4 curati per problemi di genere nella struttura a fine anni '90. Tra il 1998 e il 2010, i casi di minori sottoposti a queste cure sono stati 97 casi, tra cui un bambino di appena quattro anni. Il monitoraggio e l’aiuto psicologico fornito ai bambini e alle loro famiglie prosegue fino alla pubertà, bloccata con iniezioni mensili - dal costo di circa mille dollari – qualora la convinzione di voler cambiare sesso rimanga.

Non mancano dibattiti etici e preoccupazioni riguardo alle sostanze con cui i piccoli pazienti vengono trattati. Ma come avviene il riconoscimento dei potenziali transgender? Nella rivista Pediatrics è esposto il caso di una bambina di Los Angeles di 8 anni che a soli 18 mesi avrebbe detto: "Io sono un maschio", rimanendo di questa opinione finché la famiglia non ha superato lo shock e ha cominciato a rivolgersi alla figlia come a un bambino maschio. Ora i genitori sono in attesa dei primi segni della pubertà per iniziare le cure per il cambiamento di sesso. L’autore di uno dei tre rapporti pubblicati nella rivista specialistica, il medico Norman Spack, direttore appunto della clinica di Boston, raccomanda di rivolgersi ai pediatri: "Se si aprono le porte saranno questi i bambini che entreranno. Sono là fuori". L'esperto riferisce che il cambio di ruoli di genere e i giochi che comprendono l'interpretazione del sesso opposto sono molto comuni tra i bambini, ma questi pazienti, sicuri di essere nati nel corpo sbagliato, sono diversi, presentando caratteristiche nel loro cervello più simili al sesso opposto. I minori in questa condizione sarebbero uno ogni 10mila negli Stati Uniti.

Questioni etiche a parte, altri esperti ritengono molto più dannoso il rifiuto delle cure, che in casi estremi potrebbe sfociare nell’automutilazione, nella depressione e in tentativi di suicidio derivanti da stress per abusi verbali e fisici. Ai minori cui fosse consentito di cambiare sesso si eviterebbero questi problemi. Ci sarebbe però anche un altro rischio: quello che alcuni bambini siano semplicemente omosessuali ma costretti dai genitori ad affrontare il cambiamento di sesso perché lo preferiscono rispetto ad avere un figlio gay. "È molto dannoso - spiega Margaret Moon, membro della commissione di bioetica dell'American academy of pediatrics - subire trattamenti irreversibili troppo presto". Dunque le motivazioni dei genitori dei bambini sottoposti a queste cure devono essere esaminate con molta attenzione.

Quanto agli interventi chirurgici legati al cambiamento di sesso, che comprendono rimozione o creazione del pene, possono essere realizzati su pazienti di almeno 18 anni. Nella clinica di Spack sono state eseguite rimozioni del seno a ragazze di 16 anni, ma simili operazioni potrebbero essere evitate fermando in tempo la pubertà. Lo studio pubblicato dalla rivista Pediatrics ha appunto lo scopo di convincere altri specialisti a garantire i trattamenti per il cambiamento di sesso ai minori. "Sarebbe bellissimo che questi pazienti uscissero dal mondo della sanità mentale ed entrassero invece nel mondo delle cure mediche", spiega il medico Jo Olson, direttore della clinica transgender all'ospedale infantile di Los Angeles.

E. C.

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