Oggi 20 novembre, si celebra " Il Transgerder Day oF Remembrance". Giornata del ricordo, in onore alle vittime dell'odio e della discriminazione transfobica.


Ogni anno, il 20 novembre è dedicato a tutte le persone trans, vittime dell’odio transfobico. Un odio che non si arresta, ma che aumenta di anno in anno, secondo i dati riportati.

Il TDoR, il Transgender Day of Remembrance, è una commemorazione istituita il 20 novembre 1999 e da 19 anni viene celebrata in moltissime città di tutto il mondo.

Rita Hester



Il TDoR è dedicato a Rita Hester, una donna transgender uccisa il 29 novembre 1998, a Boston. Secondo quanto ricostruito dalla Polizia, Rita Hester viene vista l’ultima volta uscire dal locale Jacques, assieme a due persone. Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, un vicino chiama la Polizia per dei rumori sospetti e quando gli agenti entrano nell'appartamento della donna la trovano in fin di vita, accoltellata. Morirà dopo pochi minuti.

Ma Rita morirà due volte: la prima per le ferite riportate, la seconda per come venne trattata dai giornali. Tutti i media parlarono di lei al maschile, tralasciando il suo essere trans. Erano gli anni ’90, e la scarsa informazione portava a errori del genere molti giornalisti. Per tutti, quindi, era un uomo morto assassinato. Ai familiari e agli amici, rimase solo il ricordo di Rita. I responsabili non furono mai arrestati, ma le indagini supposero fossero stati dei conoscenti, in quanto non mancava nulla nell'appartamento e non c’erano indizi su un’eventuale colluttazione.

Le comunità di cui la Hester faceva parte, quella afroamericana e quella LGBT, si ribellarono, organizzando una fiaccolata a San Francisco dal nome Remembering Our Dead, da cui l’attivista Gwendolyn Ann Smith prese spunto e diede vita al TDoR.

Le statistiche di Transgender Europe



Ogni anno sono oltre 300 le persone transessuali uccise nel mondo, e i dati rilasciati da Transgender Europe nel 2019 rivelano un totale di 331 casi di omicidi segnalati di persone transgender.

L’aggiornamento TDoR 2019 ha rivelato un totale di 331 casi di omicidi segnalati di persone transgender e/o per motivi di intolleranza legati al genere tra il 1 ° ottobre 2018 e il 30 settembre 2019. In lieve calo dall'anno precedente, che segnava 369 casi.

Il triste primato va al Brasile con 130 omicidi, segue il Messico con 63 e gli Stati Uniti con 30, per un totale di 3314 casi “segnalati” in 74 paesi in tutto il mondo tra il 1 gennaio 2008 e il 30 settembre 2019.

Lo stigma e la discriminazione nei confronti delle persone trans sono reali e profondi in tutto il mondo, e fanno parte di un circolo strutturale e continuo di oppressione che priva le persone transgender dei loro diritti fondamentali. Le persone trans sono vittime di orribili violenze e reati, tra cui estorsione, aggressioni fisiche e sessuali e omicidio. Nella maggior parte dei paesi, i dati sulle persone trans assassinate non vengono prodotti sistematicamente ed è impossibile stimare il numero effettivo di casi, che è sicuramente maggiore rispetto alle cifre in nostro possesso.

Le vittime di queste violenze sono soprattutto prostitute (61%), a dimostrazione di quanto sia difficilissimo, per una persona transessuale, accedere al mondo del lavoro e vivere una vita dignitosa. In un mondo che volta loro le spalle, è la prostituzione, il più delle volte sfruttata dalla malavita, l’unica soluzione per una persona trans per mettere insieme il pranzo con la cena. Il 65% delle vittime di omicidio segnalate sono donne trans migranti.

(dati reperibili qui)



l’associazione Libellula ha messo in campo a Roma per il Transgender Day of Remembrance martedì 26, con il patrocinio di Roma Capitale, Regione Lazio, UNHCR, UNAR e CGIL.

Una mostra fotografica , “PER NON DIMENTICARE” che sarà inaugurata oggi a Palazzo Valentini (via IV Novembre 119/a) alla presenza della Sen. Monica Cirinnà e che racconta le vite strappate, recise, violate di decine di donne e uomini transessuali, che coraggiosamente hanno deciso di autodeterminarsi e scegliere con quali occhi vedere il mondo, e che purtroppo sono stati vittima del pregiudizio, dello stigma e dell’odio, di fronte al quale non hanno avuto scampo.

Si leggono le tristi vicende di Alex, studente di 19 anni trovato ucciso in Russia in circostanze misteriose; Camila, savadoregna di 29 anni, uccisa dopo essere tornata nel suo paese d’origine, Brayan, incoronata principessa gay del Carnevale a Misantia e colpita a a sangue freddo da due uomini armati, e molte altre. Giovani vite transessuali cancellate dal mondo con atti di violenza ignobili, guidati da un odio cieco e assurdo.
Le attiviste trans assassinate

Rita Hester è solo una delle centinaia di vittime che ogni anno l’odio transfobico miete. Tra queste ci sono diverse attiviste trans che coraggiosamente hanno dedicato la propria vita alle battaglie del movimento LGBT, per poi essere ammazzate una prima volta da persone transfobiche e una seconda volta dalle forze dell’ordine o della stampa.

Hande Kader

La figura dell’attivista transgender turca Hande Kader è diventata nota grazie soprattutto a una fotografia scattata durante il Pride di Istanbul del 2015, in cui veniva colpita dal getto degli idranti delle forze delle ordine, per via del divieto di manifestare. Il governo di Erdogan proibì infatti la parata all’ultimo minuto «perché ricorreva il Ramadan».



Alla giovane età di 23 anni, Hande fu trovata morta in una strada della capitale turca. Il suo corpo era stato mutilato e bruciato, probabilmente per togliere delle tracce che potevano far identificare l’autore dell’omicidio. La sua morte fece notizia in tutto il mondo, ma ancora oggi non è stato identificato l’assassino o gli assassini.

Sanath Kumara

Sanath Kumara era un’attivista srilankese impegnata nel sensibilizzare le persone transgender alla prevezione dell’HIV. La vita dei trans e delle trans non è facile in Paesi come lo Sri Lanka, tant’è che si scoprì che la stessa Sanath era una donna transgender soltanto dopo la sua morte. Il 5 settembre 2017, all’età di 34 anni venne ritrovata morta nel parcheggio di un ospedale di Dumballa: era stata brutalmente colpita con delle mazze di legno.



La sorella di Sanath venne a conoscenza del fatto con una telefonata da parte dello stesso assassino, che imprecò contro di lei senza però rivelare la propria identità.

Sasha Garden

Tra le vittime di una serie di attacchi a sfondo razzista e omotransfobico di Orlando, c’è Sasha Garden, considerata una delle voci più forti della comunità LGBT della città. Attivista transgender e coordinatrice di un’associazione per la sensibilizzazione alla prevenzione dell’HIV, Sasha è stata assassinata a soli 27 anni: il suo corpo è stato trovato in un parco la mattina del 19 luglio 2018.

L’avvocata transgender della vittima, Montrese Williams, spiegò che le persone trans sono molto restie a chiamare le forze dell’ordine in caso di necessità per il modo in cui spesso vengono trattate da questi. Aggiunse che, quando gli agenti arrivarono a casa sua per l’identificazione del corpo, si dimostrarono estremamente ignoranti sulla terminologia da usare per le persone trans. Nonostante Montrese spiegò che sia lei che la vittima fosse una donna trans, sul verbale Sasha venne descritta come «un uomo che indossava una parrucca e abiti femminili».

Vanesa Campos

Peruviana transgender trasferita a Parigi, Vanesa Campos era un’attivista impegnata nella lotta all’AIDS e per i diritti delle persone trans. Nella notte tra il 16 e il 17 agosto del 2018, Vanesa venne assassinata a 36 anni nel quartiere Bois de Boulogne: secondo una prima ricostruzione ufficiale fu accoltellata da un gruppo di uomini che aveva inseguito per difendere alcune colleghe sex worker che questi stavano molestando e derubando.

L’autopsia rivelò che non furono le coltellate dei ladri ad ammazzarla, bensì lo sparo di una pistola della polizia: secondo quanto riportato dal giornale satirico Le Canard enchaîné, l’arma del delitto apparteneva a un poliziotto che era stato derubato dai malviventi (versione mai confermata o commentata dalla Prefettura).

A questo link i dettagli di tutte le iniziative organizzate da Arcigay in occasione del Transgender Day of Remembrance 2019 su tutto il territorio nazionale.


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