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venerdì 27 luglio 2012

Milano approva registro delle Unioni civili. Pisapia: "ridotto spread dei diritti civili"

Milano - «Abbiamo ridotto lo spread sull’Europa dei diritti civili». Con queste parole il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha accolto l’approvazione del registro cittadino per le unioni civili. Il voto definitivo - 27 favorevoli, 7 contrari e 4 astenuti - è arrivato nella notte, poco dopo le tre e mezza, alla fine di un Consiglio comunale fiume durato undici ore e mezza (era iniziato alle 16,30).


La delibera istituisce un registro a cui le coppie, sia etero che omosessuali, possono iscriversi contestualmente alla registrazione della famiglia anagrafica. «D’ora in poi nelle delibere comunali saranno parificate a chi è sposato. Anche le coppie gay – spiega Marco Mori, presidente di Arcigay Milano – C’è voluto più tempo del previsto, ma il voto di questa notte è un segnale importante».

NON È IL MATRIMONIO GAY - Le unioni civili «registrate» permetteranno l’accesso solo ai servizi forniti dal Comune. Non apriranno alla possibilità di ereditare o alla pensione di reversibilità: benefici garantiti alle coppie sposate che dipendono dalle leggi dello Stato. E infatti Pisapia ha precisato che il registro milanese è un provvedimento solo «di carattere amministrativo». «Escludo che questa delibera apra alla possibilità di matrimoni gay», ha spiegato il sindaco, «per avere i matrimoni gay servirebbe una legge del Parlamento».

UNA LUNGA TRATTIVA - Il voto è arrivato dopo una lunga trattativa, fuori e dentro la maggioranza. Alla fine, nonostante l’approvazione di alcune modifiche alla delibera, quattro cattolici del Pd si sono astenuti e solo due consiglieri del Pdl, Luigi Pagliuca e Pietro Tatarella, hanno votato con la maggioranza. Contrari al provvedimento la maggioranza dei consiglieri comunali del Pdl e la Lega Nord. Il testo è frutto della mediazione fra le richieste dell'ala cattolica del Pd e quelle dell'ala laica del Pdl, favorevole al provvedimento. Dalla versione approvata - su proposta del Pdl - è stato cancellato il termine «famiglia anagrafica» ed è stato sostituito con «unione civile», per «rimarcare la differenza tra coppie di fatto e famiglia tradizionale». E, nel definire le unioni civili, il passaggio «insieme di persone legate da vincoli affettivi» è stato sostituito con «due persone legate da vincoli affettivi» per «evitare il rischio di poligamia». Si è arrivati così alla creazione di un registro «diverso da quello della famiglia anagrafica ma collegato», che consentirà di ottenere un attestato di unione civile e al quale le coppie di fatto potranno iscriversi dopo aver ottenuto il certificato di famiglia anagrafica.

IL VALORE SIMBOLICO - I sostenitori del provvedimento, però, rivendicano il valore simbolico del registro, soprattutto per le coppie omosessuali: «Non c’è dubbio che stiamo parlando del diritto degli omosessuali di essere riconosciuti come coppia; perché gli omosessuali questo diritto non ce l’hanno», ha spiegato la capogruppo del Pd in Consiglio comunale Carmela Rozza. Milano così è la terza metropoli italiana, dopo Torino e Napoli, a fornire un riconoscimento alle coppie non sposate. Anche il neosindaco di Genova, Marco Doria, in campagna elettorale si era detto pronto a farlo.

I CATTOLICI DEL PD - Fanzago, Cormio, Pantaleo e Mancuso si sono astenuti.

"Vincitore" è il nuovo clip dei Pet Shop Boys.

“Winner” il nuovo singolo dei Pet Shop Boys.
I Pet Shop Boys pubblicheranno il 17 settembre, il suo nuovo album, "Elysium", ma ha già rilasciato il singolo dell'album .  "Winner" (Vincitore) Nel video una squadra di pattinatrice nel paese del Olimpiadi 2012 dispone di una partecipante speciale che è una transessuale che non trova problemi a inserirsi tra le altre ragazze. La clip mostra la battaglia quotidiana di una ragazza trans. La lettera  incoraggia e grida: "Tu sei una vincente." Per voi Pet Shop Boys.

Il pugno chiuso guantato di nero, alle Olimpiadi di Città del Messico nel 1968 per protestare contro la discriminazione razziale negli Stati Uniti.

di Matteo Liberti :  TOMMIE SMITH
UN NERO CON IL PUGNO ALZATO


Appena la bandiera a stelle e strisce cominciò a oscillare nel vento di quell’estate messicana, Tommie Smith e John Carlos rimasero in piedi sul podio, con le loro medaglie al petto (per la cronaca, una era fatta d’oro e una di bronzo); abbassarono la testa e alzarono un pugno. Il destro Smith, il sinistro Carlos.

Pugni evidenziati dai loro guanti di cuoio nero.


Thomas Smith, meglio conosciuto come Tommie, era nato il 5 giugno del 1944, settimo di dodici figli. Da piccolo, dopo essersi salvato da un terribile attacco di polmonite, lavorò nei campi di cotone; ma presto, visto che il ragazzo era determinato e amava lo studio, si iscrisse all’università, dove ottenne due lauree. Oltre a ciò, visto che il ragazzo era determinato e amava correre... si portò a casa tredici record universitari nell’atletica leggera.

Iniziò così la storia di uno dei più grandi sprinter dell’atletica leggera, Tommie Smith, tra i più forti di sempre nei 200 metri, specialità con cui trionfò nelle olimpiadi di Mexico City, nel 1968, con il tempo record di 19.83 secondi. Ma a questo punto, poco dopo il record, la storia di Tommie esce dai confini dell'attività sportiva.



La sua premiazione divenne uno dei più grandi simboli per immagini di tutto il XX secolo, e si trattò senza dubbio della cerimonia di medaglia più popolare di tutti i tempi, nonché di un momento fondamentale per movimento di diritti civili.

Ad accompagnare Tommie Smith nella Storia, il suo collega e amico John Carlos, medaglia di bronzo nella stessa gara.


Smith disse più tardi a chi lo intervistò che il suo pugno destro, dritto nell’aria, rappresentava il potere nero in America, mentre il pugno sinistro di Carlos rappresentava l’unità dell’America nera.

Con i loro pugni alzati, lì sul podio olimpico, Tommie Smith e John Carlos comunicarono al mondo intero la loro solidarietà con il movimento del black power, che in quegli anni lottava aspramente per i diritti dei neri negli Stati Uniti.

In maniera non violenta i due stavano attuando quella disobbedienza civile che era stata auspicata da Martin Luther King, morto poco prima delle Olimpiadi.

I loro occhi rivolti verso il basso (e non verso la bandiera americana), insieme al loro pugni foderati di cuoio nero, suscitarono enorme scalpore e polemiche.

Un gesto silenzioso che scavò dentro molte coscienze.

Questo gesto di portata mondiale spinse Tommie Smith nella ribalta come portavoce dei diritti umani, attivista, e simbolo dell'orgoglio afro-americano, a casa e all'estero. Nel frattempo Smith ha vissuto anche una discreta carriera come allenatore, educatore e direttore sportivo... Ma torniamo a quelle olimpiadi del '68.

Il movimento dei diritti civili non aveva fatto molta strada nel tentativo di eliminare le ingiustizie subite dai neri d’America, e per attirare l'attenzione pubblica sulla questione, verso la fine del 1967, alcuni atleti neri avevano dato vita all’Olympic Project for Human Rights, OPHR, con il fine di organizzare un boicottaggio delle olimpiadi che si sarebbero tenute l’anno seguente a Città del Messico.

Il leader del progetto era il dottor Harry Edwards.

Edwards, pur appoggiato da Smith e da altri, non riuscì però a convincere gli atleti neri della nazionale olimpica a partecipare al boicottaggio. I due atleti sfruttarono quindi il palcoscenico offerto dalla premiazione per rovinare la festa ai connazionali e al mondo.

Almeno un po'.

Anche il terzo atleta, quello bianco con la medaglia d’argento, prese a suo modo parte all’evento: portava infatti sul petto un piccolo distintivo dove c’era scritto OPHR.

La provocazione era completa.

Il nome di quell’atleta è Pietro Norman, la nazionalità australiana.

Un temporale di oltraggi fu quello che investì i ribelli Tommie e John: per vilipendio alla bandiera e ai Giochi Olimpici furono espulsi dalla squadra nazionale e addirittura banditi dal villaggio olimpico.

Ma la loro leggenda era già iniziata, visceralmente legata, come molti fatti del '900, a un'immagine... una fotografia.

giovedì 26 luglio 2012

La nuova style icon made in NY è una trans black, altissima e barbuta.

Pubblicato:
25 luglio 2012

Andre J: trans, icona e barbuta
La nuova style icon made in NY è una trans black, altissima e barbuta. Che ha già conquistata copertine e un programma tutto suo

Black, altissima, trans e con una folta barba. Ecco Andre J. la nuova style icon che dalla copertina di Vogue Paris è pronta all'esordio della sua prima serie tv via web


Non importa in quale capitale della moda si trovi, se ha persone che la fissano sbigottite o si voltano indietro per esaminarla ancora una volta, tutto questo non rappresenta ormai più una novità per Andre J. Forse è addirittura normale aspettarselo, considerato il suo aspetto decisamente audace: altissima, molto slanciata, con barba e una miriade di pettinature, dal classico carré a una lunga capigliatura mossa alla Victoria’s Secret.



Dopo aver barattato la carriera nella moda con quella di personalità televisiva e musa, Andre J è salita alla ribalta dopo essere comparsa insieme a Carolyn Murphy sulla copertina dell’edizione francese di Vogue nel 2007. Scattato da Bruce Weber e vestita da Carine Roitfeld, in quel servizio diede ampio materiale di discussione ai vari fashion blogger. "Davvero una gran bella copertina, il confine ragazza/ragazzo, ecco il nostro parere,” scriveva fashionista.com. Sono passati cinque anni da allora e Andre J ha dimostrato che uno stile dinamico abbinato alle parrucche e ale ciocche più inusuali non rappresenta una trovata ma è espressione di una forma d’arte personale.


L’ultima impresa di Andre J la vede impegnata a fare ciò in cui eccelle: comunicare con la gente. What's in your bag, (Cosa hai nella borsa?) la webserie di cui è già in programma il debutto in televisione è una creazione di J. Filmata a New York, la prima stagione rappresenta il tentativo di J di creare moda street style dal vivo.

"Le riviste di moda riportano con grande interesse le tendenze street style, ecco che io volevo raccontarle con mezzi diversi, volevo che alle immagini venisse aggiunto l’elemento voce e interazione", spiega J. Realizzato con leggerezza e senso dell’umorismo, i passanti incontrati per strada aprono la borsa e, insieme a quella, anche se stessi.


"È un piccolo squarcio sulla vita della gente", ci racconta. Visti i ritimi pazzeschi di New York e l’interazione per lo più online che sembra caratterizzare la società d’oggi, Andre J spezza le barriere e utilizza la moda come un metodo per interagire con perfetti sconosciuti incontrati per le strade. "La trasmissione si basa sul comune senso di curiosità", spiega J "come dice il proverbio, l’abito non fa il monaco".

E certamente Andre J è una di quelle persone per cui un giudizio basato sulle apparenze non funziona affatto. Musa, conduttrice, modello, filantropo e bambina prodigio – come si autodescrive – è, senza ombra di dubbio, un’incredibile forza della natura in grado di portare una nuova dimensione nel mondo della moda.

Twitter @ YomiAbiola

Yomi Abiola

Ashlyn, 16 anni e transgender. "Con i vestiti da donna non fai l'esame"



Una studentessa transgender ha dovuto mostrare al proprio preside una copia dell'Equality Act prima di essere ammessa a sostenere un esame indossando vestiti da ragazza. Ashlyn Parram, 16 anni, per il suo primo esame si è presentata in collant, gonna e e blazer, ma i suoi professori le hanno detto di tornare a casa e vestirsi da ragazzo.


L'adolescente, infuriata, ha stampato una copia della legge sulla discriminazione sessuale, che include una specifica legislazione sul trattamento di transgender e transessuali ed è andata direttamente nell'ufficio del preside Chris Wall.

Il preside ha ceduto, ammettendo che non poteva espellere Ashlyn, ma i professori l'hanno fatta sedere lontana dagli altri studenti nella palestra della Giles Academy di Boston, Lincs. Ashlyn, nome di battesimo Lewis, ha dichiarato al Sun: "Non mi sono mai sentita così male. E' triste vedere quanto le persone possano essere così poco aperte di mente. Ho perso tantissimi amici a causa di quello che ho dovuto passare. Proprio non avrei voluto perdere anche il supporto dei professori". A casa, Ashlyn ha vissuto apertamente come una ragazza per due anni, ma in pubblico ha evitato di farlo per evitare abusi, dopo che in strada è stata aggredita.



La sua madre Miranda Johnson dice che Ashlyn è una ragazza nata nel corpo di un maschio. La vita di Ashlyn a scuola non è semplice. Gli insegnanti hanno sempre insistito, per esempio, per farle fare piscina insieme ai ragazzi. Più volte si è sentita umiliata. In un altro episodio, una professoressa ha camminato di fronte agli altri alunni imitando il passo di Ashlyn. Ma lei si dice più forte delle discriminazioni: "Grazie alla mia famiglia vivrò la vita che desidero".

La Serbia nuova "terra promessa" di chi vuole cambiare sesso


Una volta per cambiare sesso si andava a Casablanca: adesso la nuova "terra promessa" di chi vuole un'operazione del genere è la Serbia, con i suoi centri specializzati e i costi davvero bassi, se paragonati a quelli di altri paesi...


BELGRADO - C'era una volta Casablanca, città del Marocco famosa per essere il post giusto in cui andare per cambiare sesso. Quei tempi, però, sono davvero lontani, visto che nel 2012, la nuova Mecca degli aspiranti transgender è, invece, la Serbia. Fino a circa 20 anni fa la transessualità, nell'ex Jugoslavia era vista come un atto contro la volontà di Dio e, come ha spiegato il dottor Dusan Stanojevic al NY Times, "era un taboo a tal punto che non venive menzionata nemmeno nei testi di Medicina".

L'omofobia in Serbia è un sentimento che non è certo svanito nel nulla, ma dal 1989, grazie al crollo del comunismo e all'intraprendenza di un altro medico, il chirurgo Sava Perovic, le operazioni per permettere alle persone di cambiare sesso sono diventate realtà. Attualmente in Serbia ci sono ben quattro centri altamente specializzati in questo tipo di operazioni: ciò che li rende più attraenti rispetto a quelli di altri paesi è innanzitutto il prezzo. L'operazione più costosa (quella per diventare uomo) in alcune cliniche americane arriva a costare fino a 50mila dollari, mentre in Serbia il costo si aggira sui 10mila euro. 

Un prezzo a dir poco conveniente, che spinge sempre più persone a raggiungere Belgrado da tutti gli angoli del pianeta: Usa, Australia, Russia, Francia, Inghilterra, Singapore. Un altro motivo che ha fatto della Serbia la "terra promessa" dei transgender è il fatto che in moltissimi paesi questo tipo di operazioni sono vietate, mentre nelle cliniche serbe vengono eseguite con tecniche all'avanguardia, che permettono ai pazienti di recuperare in breve tempo e soprattutto di evitare operazioni multiple. L'operazione chirurgica dura circa 6 ore, ma le complicazioni sono sempre possibili. Il fatto che in Serbia vengano eseguite sempre più operazioni del genere, però, non significa che le procedure siano semplificate: non basta andare a Belgrado con un sacco di soldi per tornare a casa trasformati. 

Proprio il fatto che le operazioni sono in aumento, anzi, ha fatto aumentare i controlli e perciò i medici impongono a chi vuole operarsi innanzitutto di fornire i pareri di due psichiatri che attestino che davvero esista un disturbo dell'identità di genere. Se gli attestati sono ok, si passa alla terapia ormonale, della durata di un anno. Solo al termine di questo periodo si può eseguire l'operazione. Oltre cento persone (serbe e, come detto, provenienti dall'estero) si sono sottoposte a questo tipo di operazione nel 2011 e il numero è in continua ascesa.

venerdì 20 luglio 2012

Celebrità transessuale: April Asheley, La prima trans britannica riceve la medaglia dell’Impero



April Ashley, modella, attrice e attivista LGBTQI, oggi è un’elegante signora inglese di 77 anni con una storia piena di primati storici. Prima transessuale britannica ad aver cambiato sesso e una delle prime modelle trans ad apparire su Vogue, il 16 Giugno 2012 April ha ricevuto dalla regina Elisabetta II la MBE, la medaglia di membro dell’Impero britannico, la massima onorificenza inglese, per il suo impegno a favore dei diritti delle persone transgender.

La sua storia inizia nel 1935 in un duro, quartiere della classe operaia di Liverpool, in Inghilterra, Nato in una famiglia di marinai , il giovane George Jamieson, look dark e modi “femminili”, è diventato presto vittima di bullismo transfobico durante il periodo della scuola, finché non decide di arruolarsi in marina mercantile a 15 anni per “diventare” un ragazzo. Le violenze assumono i connotati del nonnismo militare e George decide di suicidarsi. Un tentativo fallito a cui ne fanno seguito altri 2 a seguito dei quali è rinchiuso in un istituto mentale. Una volta ritornato libero, inizia a travestirsi da donna a Londra.


Nei primi anni 1950 April, scappa a Londra e poi a Parigi, dove si uni al cast del famoso cabaret 'Carousel' . Diventando una artista, vedette di successo. April si fece operare a Casablanca a 25 anni all’inizio degli anni Sessanta per poi tornare a casa. April è giovane e bella e David Bailey la fotografa per Vogue.

Sedotta dal cinema e dall’arte, da Omar Sharif e Peter O’Toole, da Salvador Dalì e Pablo Picasso, April Ashley ha superato anche i gossip scandalistici anni 60 sui dettagli dell’intervento di cambio di sesso, venduti alla stampa da un suo “amico” dell’epoca. Nel 1961 la sua fama di modella viene messa in ombra da titoli “freaks” quali “Il caso straordinario della modella April Ashley. Il suo segreto è svelato”, dove erano ancora in vigore le leggi severe contro omosessualità e transgender che a suo tempo erano costate il carcere ad Oscar Wilde.

Nel 1963 April sposa l’aristocratico Arthur Corbett, erede di Lord Rowallan, già sposato e con quattro figli. Corbett amava travestirsi da donna e, fallito definitivamente il suo primo matrimonio, accolse April nelle più alte sfere della società britannica. Anche il loro divorzio per motivi “transessuali”, del 1969, è stato un successo di cronaca rosa.

April ha atteso fino al 2004 per essere legalmenre riconosciuta come donna, a seguito dell’introduzone della legge sulla riassegnazione del sesso. 



mercoledì 18 luglio 2012

Tanti Auguri,Signor Nelson Mandela. Che compie 94 anni oggi.





Ho lottato contro il dominio bianco e contro il dominio nero.
Ho coltivato l’ideale di una società libera e democratica nella quale tutti possano vivere uniti in armonia, con uguali possibilità.
Questo è un ideale per il quale spero di vivere…

— Nelson Mandela

Tanti Auguri,Signor Nelson Mandela. Che compie 94 anni oggi.

sabato 14 luglio 2012

Chloë Sevigny e le transizioni di genere nella nuova serie Hit & Miss.




Chloë Sevigny , e la copertina del numero di agosto di OUT qui lei parla del suo nuovo personaggio: Chloë Sevigny nei panni di Mia, serier killer transgender protagonista di Hit & Miss, nuova miniserie inglese ideata da Paul Abbot (Shameless) in arrivo negli USA su Audience Network di DirecTV.
 
La serie è stata registrata a Manchester, in Inghilterra, dove Chloë si e messa in contatto con la sua mascolinità, preparandosi in corsi di kickboxing e armi da fuoco a fine di rendere la transizione del suo personaggio più credibile.

"Ho chiesto perché non hanno preso una vera trans, ei produttori hanno dichiarato di non aver trovato la persona giusta. Per me e 'una grande responsabilità verso quella comunità, e voglio farlo nel modo giusto. "

Questo non è il primo contatto di Chloe nelle tematiche dell'identità di genere. E 'stata nominata per l'Oscar per il ruolo di Lana Tisdale nel acclamato film "Boys Don't Cry"  . In quel film interpretava la fidanzata di Brandon Teena, un transessuale da femmina a  maschio (interpretato da Hilary Swank , che ha vinto un Oscar per la parte).

Distribuzione unicamente inglese su Sky Atlantic, i sei episodi arrivano sulla rete americana come un viaggio nella vita di un'assassina di professione, che dopo la morte dell'ex fidanzata si trova a essere padre e madre allo stesso tempo di un bambino di dieci anni e di quattro nuovi figli "adottivi": con un lavoro fuori dal comune e una transizione di genere in corso, non a caso con sottofondo Fragil Bird di Dallas Green. Violenza, nuove famiglie allargate, rapporto con il corpo dentro e fuori dal set («nel mettere la protesi ho pianto tutti i giorni») ma sopratutto un ruolo di grande introspezione per una che non ha certo mai avuto paura di osare, pronta a a vestire i panni della giornalista femminista incaricata di ricostruire la vita di Linda Lovelace.

La scena di nudo nella doccia è già il main topic della serie: ma se qualcuno fosse già finito a conclusioni-parallelo con Transamerica, lei ha prontamente già risposto a Salon : «non ho voluto esagerare. Ma soprattutto non ho voluto che Mia assomigliasse a Felicity Huffman. Lei doveva essere diversa». Come si dice, Some Girls Are Bigger Than Others.


Discriminazione nei confronti delle trans saranno ora puniti in Francia.

In Francia la discriminazione contro le persone transgender entra a pieno titolo nella lista delle discriminazioni punibili ai sensi del codice penale. Lo ha deciso il senato francese all'unanimità. Il divieto di omofobia in Francia è stato introdotto nel codice penale già dal 2001.




La transfobia è:
una reazione di paura, disgusto e atteggiamento discriminatorio nei confronti delle persone la cui identità di genere o presentazione di genere (o genere percepito o identità di genere) non corrisponde, nel modo socialmente accettato, con il sesso assegnato alla nascita. Le persone transgender, intersessuate, lesbiche, gay e bisessuali sono gli obbiettivi tipici della transfobia.


giovedì 12 luglio 2012

Léo Aquilla: Shine Tonight


Léo Aquilla, 6 de Setembro de 1970 nel Stato di Minas Gerais. In questo periodo Léo e confinata nel reality show rurale "The Farm 5", della redi televisiva "Rede Record".



Nel maggio del 1999 - ha venduto il suo appartamento per dare vita al suo sogno di montare un mega spettacolo: "“O Feitiço de Áquilla”," nella famosa casa di Spettacoli Palace.


Laureata in giornalismo presso l'Università Anhembi Morumbi e laureata in politica dal PUC-SP.
Riconosciuta a livello nazionale per essere una giornalista televisiva e conduttrice radiofonica a San Paolo.
Ma conosciuta oltre al lavoro in tv, per le sue performance di attore trasformista, viaggia per il paese con le sue esibizioni nei teatri e casa di spettacoli.
Lanciata nel 2008, Leo è una degli attrice del longa "Falsa loira" film del regista Carlos Reichembarc.

Léo Aquilla è considerato un successo e ha segnato l'apertura di un nuovo mercato di lavoro, per gli transformistas ,Drag e transessuali brasiliani. Gli spettacoli sono costituiti da numeri di trasformismo, musica dal vivo, danza, live-vetrina e illusionismo, con scenari, effetti e costumi.

Léo Aquilla è anche padre di due ragazzi, uno adottato e uno biologico. Entrambi si trovano molto bene con la identità di genere di Leo.

Per voi Léo Aquilla.

mercoledì 11 luglio 2012

'Dio è grande, urla i talebani. Poi uccidano una donna accusata di adulterio


Il Corano (arabo: القرآن, al-Qurʾān; letteralmente: "la lettura" o "la recitazione salmodiata") è il testo sacro della religione dell'Islam. Per i musulmani il Corano, così come lo si legge oggi, rappresenta il messaggio rivelato quattordici secoli fa da Dio (Allāh) a Maometto (in arabo Muḥammad) per un tramite angelico, e destinato a ogni uomo sulla terra.

Nella interpretazione talebana del Corano, il marito ha il diritto

di uccidere la moglie quando ha commesso adulterio.

L'agenzia Reuters ha pubblicato domenica (8) un video che mostra un talebano chiamato Juma Jan che spara alla moglie, identificata come Najiba l'accusa contro di lei è di adulterio. L'esecuzione è avvenuta nella provincia di Parwan, in un villaggio vicino Kabul, Afghanistan.

La donna stata uccisa in pubblico con 5 proiettili sparati a distanza ravvicinata. L'esecuzione, filmata in un video di tre minuti ottenuto dalla Reuters, tutto questo è avvenuta sulla pubblica piazza, di fronte a circa 150 persone che hanno applaudito al termine dell'esecuzione. La donna è stata fatta inginocchiare per terra e poi un uomo con il turbante le spara.

Il video mostra la ragazza di 22 anni seduta, ascoltando la sentenza di morte senza chiedere clemenza o cercare di scappare. Il marito cita versi del Corano che condannano l'adulterio, urlando "Allah akbar" (Dio è grande), e con un fucile Kalashnikov, spara due volte verso la Najiba ma sbaglia. Spara ancora e colpisce la testa.

Davanti al corpo inerte, la folla urla alcune frase del Corano.

Il Ministero degli Interni dell'Afghanistan ha promesso di indagare "l'atto di disumanità commessi da questi killer ".

Le immagini che vengono generalmente associate alle parola "Talebani" è “shari’ah” sono:

scene di morte, violenza, sopraffazione, ingiustizia. Di una mascolinità egemonica che schiaccia senza pietà la femminilità, quella delle donne e quella degli uomini e donne, perché omosessuali o transessuale.

Nel mondo islamico le donne non sono ugualmente discriminate in tutti i Paesi, per cui parlando dei diritti delle donne islamiche occorre precisare a quale piano ci si riferisca, se teorico-religioso o pratico-politico, ed a che paese si faccia riferimento.

In alcuni Stati, loro hanno ormai ottenuto parecchi privilegi una volta destinati quasi esclusivamente agli uomini, ma negli Stati più tradizionalisti e in quelli che mirano alla reintroduzione a pieno titolo della sharīa, dove le norme del Corano sono interpretate ed applicate in maniera più rigida e rigorosa, le donne non vivono una situazione egualitaria in termini di libertà, e sono considerate ad un livello inferiore rispetto all’uomo.

Dal punto di vista religioso non sembrano esserci problemi; per la legge islamica la donna è ontologicamente uguale all’uomo, ha gli stessi doveri, non c’è per essa alcuna discriminazione nella vita eterna che l’attende dopo la morte. I problemi cominciano quando dal campo religioso si passa a quello sociale. Stabilisce infatti il Corano: «gli uomini sono preposti alle donne perché Dio ha prescelto alcuni esseri sugli altri e perché essi donano dei loro beni per mantenerle.»

Questo significa, in pratica, che la donna, finché rimane in famiglia, è sottoposta all’autorità del padre e dopo, quando si sposa, passa sotto l’autorità del marito. Paradossalmente esclusa da questa tutela è la nubile non più giovane che può in tutto e per tutto gestirsi senza dipendere dall'altrui beneplacito.

Così, in virtù di questo precetto, le donne sono private persino dei fondamentali diritti umani e civili: non godono della libertà di spostamento, della libertà di espressione e di parola; non possono procedere negli studi né tanto meno fare carriera o ricoprire cariche o posizioni di responsabilità in campo civile o religioso. Non possono decidere il proprio destino né quello dei propri figli e sono totalmente sottomesse all'uomo, da cui possono venire ripudiate (e non viceversa). Sono eventualmente costrette a convivere con altre mogli scelte dall'uomo; e sono obbligate a coprire il proprio corpo e spesso anche il viso. La poligamia è lecita e prevista dal Corano per gli uomini. Secondo il Corano l'uomo può ripudiare la moglie e non v'è nessun accenno che la moglie possa farlo nei confronti del marito. Esso prescrive che le credenti abbassino gli sguardi e custodiscano le loro vergogne, non mostrino troppo le loro parti belle ad altri che agli uomini della famiglia e non battano i piedi sì da mostrare le loro parti nascoste.


Dalla rivoluzione alla legge islamica, titola Yves Thréard l’editoriale sul quotidiano francese Le Figaro : “Stando alle proiezioni, le elezioni legislative in Libia sarebbero state vinte dall’alleanza liberale di Mahmoud Gibril. Sconfitti dunque i Fratelli musulmani, che invece hanno trionfato nelle prime elezioni libere da decenni in Tunisia e in Egitto.

“Ma anche i liberali che avrebbero vinto le elezioni – scrive Thréard – cercano di rafforzare innanzitutto l’identità musulmana. Non si offendano i benpensanti, ma i segnali che giungono dalla riva sud del Mediterraneo portano più le stigmate del rigore coranico che non la luce dei diritti dell’uomo.

Si dirà certo che la democrazia è il frutto di un lungo apprendistato, di una lotta ostinata. Che l’Islam finirà per adeguarsi, per ammorbidirsi come è stato il caso, nel passato, per il mondo cristiano.

[...] Per il momento, tutti i paesi che hanno cacciato i loro presidenti cercano innanzitutto di affermare l’identità musulmana. In questo modo pensano di tenere l’Occidente lontano dal loro destino.”fonte:http://www.ticinolive.ch/racola-la-satira/la-primavera-araba-rafforza-lidentita-musulmana-41211.html

Ripeterò comunque, fino allo sfinimento, che la violenza sulle donne è una realtà con cui dobbiamo fare i conti e che colpisce tutte le popolazioni, indipendentemente dalla religione.

Non esiste una via d’uscita per queste donne, non c’è possibilità di ribellione, non esiste un aiuto da parte delle autorità. Dunque questo massacro continuerà indisturbato, caratterizzato dall’uccisione di donne in nome di un Dio che certamente non annovera queste violenze tra i suoi bisogni; è ancora una volta l’uomo, tira in ballo il Divino per giustificare la presenza di un istinto sanguinario e violento che caratterizza il suo essere.

martedì 10 luglio 2012

La battuta demenziale di Beppe Grillo non fa ridere, offende e indigna soltanto le vittime.


Lettera aperta a Beppe Grillo.


"Sorride come un chierichetto stuprato dal parroco"


Capisco Grillo che lei sia un comico, ma sfugge a molti cosa ci sia di comico e cosa dovrebbe far sorridere in questa frase. Comprendo ancora di meno il ragionamento che la collega a Formigoni. Ci sono centinaia di argomenti riferiti ai politici sui quali fare ironia, senza dover offendere e denigrare migliaia di vittime. Anche io sono vittima di un prete pedofilo, subii il primo abuso a 11 anni e onestamente non ricordo di aver sorriso una sola volta, ne quando intuivo che il prete volesse violentarmi, ne durante lo stupro e nemmeno dopo. Come portavoce di un’associazione di vittime di preti pedofili, non ricordo una sola occasione nella quale ho visto una vittima sorridere mentre raccontava la sua storia, ricordo molto di più lo sguardo verso il basso, il dolore e la difficoltà ad esternare un trauma che gli ha condizionato irrimediabilmente la vita, il quale non può essere oggetto di una battuta demenziale come quella che ha fatto. Purtroppo non è nuova la sua ironia nei confronti delle disgrazie degli italiani, oggi noi vittime di pedofilia, ieri quelle della mafia e domani chi sarà vittima, oltre che del crimine, anche della sua ironia ?
Grillo lei ha sbagliato, sarebbe serio almeno chiedere scusa.



Francesco Zanardi
Portavoce Rete L'ABUSO


Discussione Facebook

'Legalize Love' Google dichiara guerra all'omofobia

Il più grande motore di ricerca mondiale, Google ha annunciato Lunedi, 9 luglio, che inizierà una nuova campagna per i diritti civili delle persone LGBT. La campagna è stata ba-tesata " Legalize Love"che arriverà prima nei paesi più omofobi.

Secondo il direttore della diversità e l'inclusione di Google, Mark Palmer-Edgecumbe, la campagna sarà "concentrata nei luoghi in cui si vive in una cultura omofobica o dove ci sono leggi contro i diritti omosessuali, prima di espandersi verso i paesi più liberali " .

Il progetto inizierà a Singapore e Polonia. "Vogliamo che i nostri dipendenti che sono gay , lesbiche o transgender abbiano gli stesso rispetto anche fuori dei nostri uffici, che siano trattati allo stesso modo che da noi", ha detto Google esecutivo.

Google, che si schiera dalla parti dei diritti. “I diritti di Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender sono diritti umani”.

Google è un’azienda con dipendenti in tutto il mondo e naturalmente tra di loro non mancano gay e lesbiche, e non in tutti i paesi dove risiedono uffici della compagnia gli omosessuali sono ben accetti, anzi: in alcuni sono oltraggiate le loro unioni, ma anche mal vista la loro presenza. Chiaramente questo genera in questi lavoratori malessere, e pertanto assumere o trasferire omosessuali nelle nazioni poco tolleranti è difficile e a volte costoso (può capitare infatti che qualcuno chieda una compensazione economica a fronte di una condizione di vita ritenuta poco piacevole).

La compagnia in realtà è impegnata da molto tempo per i diritti degli omosessuali. Per il tradizionale Gay Pride del mese di Giugno, ad esempio, l’azienda ha fuso il suo logo con la celebri bandiera Arcobaleno, diventata simbolo delle lotte per i diritti gay. “Fino ad oggi nel 2012, 1500 Googlers (utenti di Google, N.d.R.) hanno marciato durante i Gay Pride –sottolineano ancora i portavoce aziendali- tra cui Boston, Chicago, New York, San Francisco, San Paolo, Tel Aviv e Varsavia”.

Google ormai ha un potere economico di indubbio valore. Se le pressioni dell’azienda continueranno è possibile che i governi possano riflettere. A partire dall’Italia, che di certo non brilla per tolleranza sotto questo punto di vista.

Nepal si prepara a riconoscere il "terzo sesso"

I transessuali in Nepal attendono con ansia l'attuazione di una legge che prossimamente riconoscerà ufficialmente come "terzo sesso".



Kathmandu, 10 luglio -. Nepal i transessuali aspettano l'approvazione di una legge che prossimamente
riconoscerà il modo come desiderano essere riconosciuti, come "uomini" o "donna" ho come "altra" categoria che sancisce ufficialmente il " terzo sesso ".

Manisha Dhakal, 37 anni, è una di quelli colpiti dalla futura norma: a lei piace essere menzionata come "lei", anche se la sua carta d'identità, rilasciata all'età di 16 anni, afferma che è nata uomo, ma da 5 anni e in transizione.

"Sono andata a scuola vestita come ragazzo. Non giocavo a calcio, come hanno fatto gli altri bambini. Mi piaceva le bambole", dice.

La decisione di formalizzare il terzo sesso dovrebbe ancora essere applicato, dice Efe il portavoce dell'Interno, Shankar Koirala, aggiungendo che non si sa quanto a lungo durerà un processo per stabilire una categoria che potrebbe includere anche gli omosessuali.

"Possono essere inclusi su richiesta", ha detto Koirala.

Dopo la messa a punto delle regole, l'Amministrazione ha inviato circolari a tutti i 75 uffici distrettuali che sono responsabili dell'emissione dei certificati di cittadinanza.

La decisione del governo segue una sentenza della Corte Suprema nel 2007 che lo ha spinto a riconoscere come membri del "terzo sesso", riferendosi ai transessuali ed ermafroditi.

Ma il governo ha preso cinque anni per rivedere, perché i successivi ministri degli Interni rifiutò di riconoscere le minoranze sessuali, Efe, ha detto Sunil Babu Pant, il più noto attivista del settore in Nepal.

"Se Nepal avesse approvato subito dopo la decisione della Corte sarebbe stato il primo paese al mondo a approvare questa leggi", ha detto Pant, l'unico deputato apertamente gay in Parlamento appena sciolto.

Da allora, l'Australia , la Nuova Zelanda e Argentina hanno cominciato a registrare le persone nel "terzo sesso", ha aggiunto, mentre in Pakistan è stato riconosciuto tale diritto, ma la sua applicazione è in sospeso.

Finora, nonostante la mancanza di azione del governo, tre nepalesi sono stati certificati nella categoria "altro", perché i funzionari di ogni caso hanno deciso di rischiare partendo dalla decisione giudiziaria.

Le persone che rappresentano il "terzo sesso" sono stati contati nell'ultimo censimento, ma gli attivisti lamentano del fatto che tali dati non sono inclusi nei risultati del conteggio della popolazione.

"I funzionari non hanno avuto la formazione adeguata. Alcuni addirittura richiedevano certificati di cittadinanza e, in alcuni casi, hanno chiesto che il cittadino in questione si spogliarsi," si lamentò Pant.

Anche se sopravvive ancora in Nepal lo stigma associato al il terzo sesso, le cose stanno lentamente cambiando in questo paese di maggioranza religiosa indù.

Pant fondate nel 2001 Blue Diamond Society (Blue Diamond Society), che promuove i diritti di genere e delle minoranze sessuali, e molti membri del terzo sesso hanno trovato il supporto che a volte mancava.

"Nel 90, dopo aver lasciato l'istituto dovevo  andare nei parchi a cercare gente come me, ma ora abbiamo questo", racconta la transessuale Dhakal in riferimento a tale organizzazione, dove lavora.

Grazie alla Società, dice hakal che potrebbe finalmente avere una conversazione franca con i tuoi genitori e convincerli di non sposare, una sfida in una società in cui sono disposti la maggior parte dei matrimoni e gestito dalla decisione della famiglia.


Nel 2006, Dhakal ha iniziato a prendere ormoni per sviluppare il seno è, oggi, con queste curve, capelli lunghi e la voce bassa, potrebbe passare per una donne alla nascita.

"In genere la società è associata al matrimonio indù: un uomo sposa una donna, e viceversa", dice Pant.

Le direttive del nuovo governo consentono anche a gay e lesbiche di scegliere in modo diverso si vogliano questo.

"Incoraggeremo i gay e le lesbiche per scegliere il neutrale. Ma la decisione dovrebbe essere per ciascuno di essi", ha detto Pant.

Secondo le stime internazionali, circa il 8-10% della popolazione è omosessuale, e l'1% è transessuale.

"Una volta che la politica sarà preparata, ci saranno circa 200 o 300 di noi in attesa di ottenere i certificati di cittadinanza, con una nuova identità", ha detto Pant, mentre Dhakal ritiene che "si tratta di una vittoria", aggiungendo: "Sono felicissima ".

mercoledì 4 luglio 2012

Il “coming out” del re degli anchorman: Anderson Cooper:


Il giornalista Anderson Cooper, anchorman conosciutissimo negli Stati Uniti, a 45 anni d'età ha deciso di fare ufficialmente 'coming out' rendendo noto a tutti il suo orientamento sessuale.


In una mail indirizzata al blogger inglese Andrew Sullivan, anch'egli omosessuale, che gli chiedeva un parere sulla questione relativa a come vengano accolte le persone dichiaratamente omosessuali nella vita pubblica, Cooper ammette a chiare lettere:


“La verità è che sono gay, lo sono sempre stato e lo sarò sempre. Non potrei essere più felice, a mio agio con me stesso ed orgoglioso”.


Anderson Cooper spiega anche il motivo per cui in passato abbia voluto evitare di parlare pubblicamente della sua omosessualità e perché ora abbia cambiato idea:


“Ho sempre pensato che sapere per chi voti un reporter, di che religione sia o chi ami non siano argomenti da discutere pubblicamente (…). Negli ultimi tempi, però, ho capito che mantenendo il silenzio su certi aspetti della mia vita privata tanto a lungo potrei aver dato l’errata impressione che io stia provando a nascondere qualcosa che mi mette a disagio, mi fa vergognare o addirittura mi spaventa. Ciò è doloroso, semplicemente perché non è vero”.


La notizia del coming out di Anderson Cooper ha fatto rapidamente il giro del mondo, suscitando un certo scalpore. Le reazioni, al solito, sono di due tipi; c’è chi parla di coraggio e di scelta importante, c’è chi dice che avrebbe fatto meglio a glissare. Chi scrive semmai si stupisce del clamore mediatico su una vicenda. Evidentemente il “coming out” fa ancora notizia. O peggio scandalo.



Anderson Cooper (New York, 3 giugno 1967) è un giornalista, conduttore televisivo e scrittore statunitense, anchorman del programma televisivo di informazione giornalistica Anderson Cooper 360°. Anderson Cooper si laurea nella prestigiosa Università di Yale in scienze politiche nel 1989. Durante gli studi lavora per due estati per laCIA ma capisce che la sua passione non è quella di lavorare per il governo ma fare il giornalista.


Dal 1995 Anderson Cooper lavora per la ABC: prima come corrispondente per la ABC News, poi come co-presentatore del programmaWorld News Now, poi come presentatore del reality show The Mole ed infine come co-presentatore del popolare Talk-show Live with Regis and Kelly.

Dal 2001 passa alla CNN lavorando come presentatore e corrispondente di trasmissioni di informazione e di attualità occupandosi di fatti ed eventi che hanno cambiato la storia come il Terremoto e maremoto dell'Oceano Indiano del 2004 nello Sri Lanka, la Rivoluzione del Cedro a Beirut, il funerale di Giovanni Paolo II, il matrimonio reale tra Camilla Parker Bowles e Carlo, principe di Galles e l'Uragano Katrina.

Dal 2003 è conduttore del programma di informazione giornalistica Anderson Cooper 360° sempre sulla CNN.

Dal 2007 co-conduce il settimanale di attualità televisivo della CBS 60 Minutes e dal 2011 il Talk-show Anderson sulla CNN.

Nel 2011 partecipa nelle vesti di narratore al musical di Broadway How to Succeed in Business Without Really Trying che vede tra i protagonisti Daniel Radcliffe.

Anderson Cooper ha anche scritto numerosi articoli per varie riviste, tra cui Details, oltre che aver scritto un libro per la casa editriceHarperCollins, Dispatches from the Edge - A Memoir of War, Disasters, and Survival, in cui racconta le sue esperienze in Sri Lanka,Africa e Iraq che diventa un best seller negli States arrivando alla numero uno della New York Times Best Seller list nel 2006 Fonte:http://it.wikipedia.org/wiki/Anderson_Cooper


http://www.washingtonpost.com/blogs/guest-voices/post/anderson-coopers-coming-out-changes-lives/2012/07/04/gJQAlZ18MW_blog.html