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mercoledì 21 dicembre 2011

Cambi di sesso. Al Sant’Orsola di Bologna sono venti all’anno.

21/12/2011

Ogni anno circa 250 persone chiedono aiuto all’Ausl di Bologna perché si sentono ‘imprigionate’ in un corpo dal sesso ‘sbagliato’. E di queste, circa una ventina si rivolgono al Policlinico S.Orsola per farsi operare. Il quadro è disegnato dall’assessore regionale alla Sanità, Carlo Lusenti, che ha risposto in forma scritta a un’interrogazione del consigliere regionale del Pdl, Andrea Pollastri, in merito all’assistenza socio-sanitaria per i transessuali. “Annualmente- rende noto Lusenti- accedono al servizio circa 250 utenti”. Si tratta di un’attività (finanziata dalla Regione) di supporto psicologico e medico, a carattere regionale e nazionale, che l’Ausl di Bologna svolge da anni per le “persone che manifestano disturbi legati all’identità di genere”, spiega Lusenti.

Nel 2010, delle persone che si sono rivolte al servizio, “il 20% erano assistiti dell’Ausl di Bologna, il 25% provenienti da altre aziende sanitarie della regione e i rimanenti in arrivo da altre regioni italiane”. si questi, precisano da viale Aldo Moro, “meno di una ventina di rivolge al S.Orsola per farsi operare”. Infatti, sottolinea Lusenti, “l’attività di prevenzione, consulenza e assistenza psico-socio-sanitaria ai cittadini transessuali e alle loro famiglie presenta aspetti fortemente specialistici ed è collegata al trattamento medico-chirurgico di adeguamento del sesso, effettuato presso il Policlinico S.Orsola di Bologna”.

Il servizio di supporto dell’Ausl per chi soffre di disturbi legati all’identità di genere ha un “particolare riguardo per gli adolescenti e gli adulti- spiega ancora l’assessore- si tratta di soggetti che sentono incongruenza tra il sesso anatomico, avvertito come disturbante ed errato, e l’identità di genere, cioe’ il sesso al quale il soggetto sente psichicamente di appartenere”. In quest’ambito, continua Lusenti, “vengono affrontati sia gli aspetti psico-relazionali sia quelli neurobiologici” di cui soffrono le persone transessuali. “Considerando inoltre la particolare potenzialità a contrarre malattie a trasmissione sessuale- precisa ancora l’assessore- vengono effettuati incontri per favorire e prevenire i rischi connessi alla sessualità”, soprattutto la trasmissione di malattie infettive (Aids prima di tutto).

L’attività dell’Ausl di Bologna e’ svolta con la collaborazione di consultori familiari, unità operative di Ginecologia e ostetricia, medici di famiglia, servizi sociali e coinvolge diversi servizi specialistici del S.Orsola. Si va dalla presa in carico del soggetto a interventi di educazione alla salute, dalla diagnostica precoce delle malattie sessualmente trasmesse fino alla prevenzione e contenimento di episodi di depressione, alcoolismo e tossicodipendenze.

Collegati invece agli interventi di “riattribuzione chirurgica di sesso- fa sapere ancora l’assessore- vengono fatti colloqui psicologici per la valutazione del percorso psicologico seguito e della corretta motivazione, visite endocrinologiche, chirurgiche e psicologiche, terapia ormonale, colloqui psicologici e controlli sanitari di follow-up, supporto alla famiglia”. I costi sostenuti per il servizio dall’Ausl di Bologna per il 2010 “sono pari a 95.000 euro- conclude Lusenti- e si riferiscono principalmente al personale che eroga le prestazioni specialistiche e gli interventi preventivi, circa 87.000 euro”, mentre per le spese generali di funzionamento degli ambulatori e di diffusione degli strumenti di prevenzione la spesa e’ intorno agli 8.000 euro all’anno.

Fonte: www.gaynews24.com (17 dic 11)

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