L'articolo di Roberto Ettorre, che apre con l'uccisione di Manuela Di Cesare:
Trans, omosessuali, immigrati, rom come al solito un umanità bisfrattata, emarginata, criminalizzata. Dimenticata. Probabilmente il suo assassino, che gira ancora tra di noi, non tollerava la sua (di lui e di lei) diversità.
L'omicida ha sacrificato Manuela nel nome di una "normalità" ricercata, dopo aver forse consumato un rapporto sessuale con lei. La vicenda è passata troppo in fretta nel dimenticatoio, la colpa è dei media: pronti a fare trasmissioni su trasmissioni, articoli su articoli, quando ad esser uccisa è, con tutto il rispetto, una ragazzina magari anche dal volto carino. Invece pronti, anzi prontissimi, a dimenticare una vicenda che tocca i nervi scoperti di questa società ipocrita e perbenista, dove solo al padrone e al potente è concesso il lusso della "perversione" e dove a tutti noi, povero sotto-proletariato, la censura sociale e clericale non ci concede nulla ( se non qualche scappatella maschile extra-coniugale e rigorosamente etero).
I "giornali" sono adusi, nel caso degli omicidi più noti, ad utilizzare termini come "mostro", "caccia all'uomo", ecc. In pratica a solleticare gli istinti più bestiali del popolino che, come sappiamo, è sempre pronto a cercare un capro espiatorio per tutto il male di questo mondo. Ora, non è che io sia a favore dell'utilizzo di tali termini anzi, però noto con spiacere che quando ad esser ammazzata è una "diversa", i giornali si guardano bene dall'utilizzare tali sostantivi e aggettivi.
Perchè? Chi uccide un omossessuale o un immigrato non è un mostro lo stesso? Non si dovrebbe aprire anche per loro una spietata "caccia all'uomo"? Evidentemente no, non ne vale la pena.(http://www.sohanews.it/approfondimenti/444.html#.Ts9_LJs8nic.facebook)
Caro Roberto, la prima parte del tuo pezzo oltre a ledere i diritti e la dignità di una persona uccisa solo perchè transessuale, contiene tutti gli elementi di una certa stampa sensazionalistica e distorta, relegando la nostra condizione in una sorta di limbo borderline dove l'equazione trans-prostituzione è sempre in primo piano, come se fosse scontato che una persona trans ha come unica ambizione quella di prostituirsi. Ma questo è un atteggiamento diffuso in chi tenta, facendo disastri, di raccontare storie complesse che non tutti hanno la capacità e la sensibilità di raccontare. Il tuo pezzo inizia: "Manuela era una prostituta"! Già in queste quattro parole ci infili lo stigma e contamini la dignità di Manuela, attirando l'attenzione su cosa facesse per sopravvivere e non su chi fosse. Eccita chi legge lo sappiamo!
Manuela era una persona, (per te era "gente") come scrivi nell'articolo. Invece di una donna (transessuale), riconosciuta tale da due sentenze civili del tribunale dell'Aquila. Quindi dallo Stato italiano. Manuela era fuggita dall'Aquila, dopo anni di lotte, per la negata possibilità di accesso al lavoro, intendo un lavoro dignitoso - anche la prostituzione lo è se libera e consapevole - e questo in mancanza di una rete di sostegno sia familiare sia delle istituzioni. Quindi, Manuela non era una prostituta, ma una donna che si prostituiva, semmai. E non per sua scelta."Soggetti 'diversi' al lato, pronta sempre ad accantonarli da una parte, aspettando invano che cambino registro per adeguarsi a quella che i più considerano normalità", continui. Soggetti, cosa vuol dire soggetti, il contrario di oggetti? Usi un linguaggio denigratorio e inaccettabile quando tenti invano di districarti in un buonismo fatto di retorica e mancanza di rispetto. Se tu dovessi scrivere di tua madre o di una cara amica, scriveresti "soggetti" o persone?" Cambiare registro" è un intercalare che sento spesso nei bar dello sport, che sta ad indicare, in questo contesto, la convinzione di una certa sottocultura e disinformazione, che transessuali si possa essere o non essere a proprio piacimento, semmai anche con la speranza di una guarigione miracolosa!
E' evidente che tu ne sappia poco di transessualismo, se usi una modalità di racconto che azzera ogni tuo tentativo di non cadere al limite dell'irrancontabile. Solo il 30% delle persone trans si prostituisce, esiste un esercito invece che lotta quotidianamente contro una cultura repressiva per la tutela dei diritti civili e per una piena cittadinanza, sociale e giuridica. Manuela ha mollato troppo in fretta e questa è la sua unica "colpa". Il tuo articolo continua: "Oltre ad essere una prostituta era anche diventata donna da poco"! Insisti sullo stesso taglio, e qui dai il peggio del peggio. Ritenevi necessario questo passaggio per lo scorrimento narrativo del tuo pezzo?! No Roberto, fammi capire! Ribadisci, infangando la sua memoria, che Manuela era una prostituta e non una persona, liquidando una questione a tarallucci e vino, classico di noi (voi) italioti inevitabilmente opinionisti e teorici dell'inverosimile!
"Parli della perversione che è solo a portata dei potenti e degli intoccabili"! Quale sarebbe la perversione, andare a trans?! O fare ancora accostamenti del genere affinchè si ribadisca il fatto che le persone transessuali sono depositarie di corruzione, illegalità, droga, prostituzione e chi più ne ha più ne metta. Sorvoliamo sulla retorica della società che ci vuole all'angolo, non perchè non sia vero. Ma perchè sa tanto di vittimismo, compassione e pietà, a cui non siamo affatto abituati e abituate, per fortuna!
Insomma Roberto, l'unica cosa a cui do credito del tuo articolo, è il fatto che a Manuela è stata negata anche una vera inchiesta, oltre tutto il resto. Parli anche di una "cercata normalità"! A quale stato di normalità ti riferisci e chi ti ha detto che le persone transessuali ambiscano a questa normalità come omologazione sociale e culturale. A me ad esempio non interessa affatto, come non interessa la maggioranza delle persone trans, che rivendicano invece la tutela e l'affermazione delle "differenze", con l'orgoglio di chi non ci sta all'invisibilità e all'oscurantismo, al contrario ci mette la faccia in nome di uno stato costituzionale e di diritto, per tutti. Il mostro di turno! A chi serve cercarlo, a nessuno.
Insomma Roberto, il tuo articolo non mi piace affatto, benchè spero nella tua buona fede e nella scarsa conoscenza della questione. La prossima volta, nel caso ti venisse in mente di scrivere qualcos'altro su altre razze di "soggetti" del pianeta, rifletti sul peso e sul significato della parole e pensa sempre a chi ti leggerà, tra questi potrebbe ancora capitarti chi si senta ferita/o e non rispettata/o, da un racconto assai scarsamente valutato e privo di ogni possibilità di essere condiviso!Le questioni sono due Roberto, o fai un uso sbagliato del linguaggio, oppure dietro le tue migliori intenzioni si nascondono proprio quel populismo e quella sottocultura filo-clericale che denunci nel tuo articolo. La cultura dell'oppressione e dello stigma, a cui non interessa affatto una "spietata caccia al mostro"!
P.S.Scritta di pancia, soggetta a miglioramenti!Laura Denu
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