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venerdì 13 novembre 2015
Ma chi sono realmente gli uomini che amano le trans?
Vi propongo questo ottimo articolo che spiega, senza mezzi termini e facendo riferimento ad una ricerca condotta su un campione di maschi, che gli uomini attratti dalle donne transgender non sono "omosessuali repressi", come tanti gay o donne transfobi si ostinano a ripetere da sempre.
Chi sono davvero gli uomini ginandromorfofili? La definizione chiarisce qualcosa: sono gli uomini attratti sessualmente dalle donne transgender. Il senso comune ha molto da aggiungere, con una risposta già bella e pronta: si tratterebbe di gay repressi, che, rifiutandosi di avere rapporti con altri uomini per timore di identificarsi e di essere identificati come omosessuali, si rifugerebbero ipocritamente tra le braccia e le gambe delle trans. Questa descrizione, che appare evidente ai più, ha però due grossi problemi: rivela un pensiero fortemente transfobico e non è affatto aderente alla realtà. Partiamo da quest'ultima constatazione e dalle conclusioni dello studio di Hsu, Rosenthal, Miller e Bailey pubblicato su "Psychological Medicine" con il titolo "Who are gynandromorphophilic men? Characterizing men with sexual interest in transgender women" [ncbi.nlm.nih.gov].
I ricercatori hanno reclutato uomini che cercavano su internet sesso con altri uomini, con donne cisgender (persone con sesso biologico e identità di genere femminile) o con donne transessuali (persone biologicamente maschi alla nascita che si identificano psicologicamente e emotivamente come donne). Gli uomini del campione hanno dovuto prima dichiarare quanto fossero eccitati da uomini, donne cisgender e donne transgender, poi hanno guardato scene pornografiche in cui facevano sesso uomini, donne cisgender o donne trans, mentre un macchinario gli misurava l'inturgidimento del pene.
Lo studio mostra innanzitutto che tutti si sono detti eccitabili proprio dalla tipologia di persona da cui poi sono stati effettivamente eccitati, senza nessun effetto "dico una cosa e ne provo un'altra": così gli omosessuali si sono eccitati molto a guardare scene di sesso tra uomini, mediamente davanti a filmini con donne transessuali, mentre la pornografia con sole donne non ha fatto registrare movimenti significativi nelle parti basse. Con gli eterosessuali che si erano dichiarati non attratti dalle trans, invece, le cose sono andate esattamente all'opposto.
E i ginandromorfofili? Eccitatissimi dalle donne transgender, hanno dimostrato un'attrazione verso le donne cisgender pari a quella degli eterosessuali, mentre l'eccitazione provocata dalla visione di uomini è stata molto bassa, in media solo leggermente superiore a quella degli etero. In poche parole, la definizione di uomini ginandromorfofili chiarisce proprio tutto: sono gli uomini attratti sessualmente dalle donne transgender. Punto. E no, non sono omosessuali repressi. E sì, possono ovviamente essere anche bisessuali, ma solo in alcuni casi.
Dimostrare l'esistenza di un pregiudizio, però, non basta: bisogna indagarne la radice, scoprire cosa ci dice di noi, delle nostre comunità, delle nostre società. Bisogna allora riconoscere che descrivere l'attrazione di un uomo verso le donne transessuali come omosessualità significa imporre uno schema binario in cui possono esistere e possono suscitare desiderio solo uomini e donne cisgender, mentre si nega radicalmente l'identità di genere delle donne transgender, ridotte a surrogati di uomini o a uomini tout court.
Ancora più radicalmente, le trans sono disconosciute non solo come donne e come persone, ma persino come oggetti del desiderio: si sostiene che non si possa essere attratti davvero da una transessuale (orrore!), ma che attraverso di lei si soddisfi l'attrazione verso altro. In fin dei conti, la donna transgender è ridotta a un pene a cui, quasi per caso, siano spuntate due tette: è un modo di (non) pensare profondamente transfobico, ma che, inconsapevolmente, è riproposto da moltissime persone omosessuali e persino da non poche trans. Non vi sembra inquietante?
Aggiungerei infine due brevi note. La prima osservazione è scoraggiante: lo studio sugli uomini ginandromorfofili dimostra indirettamente quanto spesso l'attrazione verso i transessuali FtM (dal femminile al maschile), o forse la loro stessa esistenza, non sia neppure prevista dalla nostra società. La seconda è una proposta: dal momento che il termine ginandromorfofili è davvero terrificante e suona come una stramberia o, peggio, come una patologia, mentre stiamo parlando semplicemente di una persona a cui piacciono altre persone, riusciremo ad inventare una parola più serena?
Pier
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