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giovedì 26 novembre 2015

Nelle librerie TRANS Storie di ragazze XY. Di Monica Romano

È già disponibile in libreria, TRANS Storie di ragazze XY , di Monica Romano, edita da Ugo Mursia Editore (collana Memoirs. Poesia) Di seguito un’anteprima del volume e il comunicato ufficiale del lancio.

Descrizione: 
"Sei maschio o femmina?" È il 1986 quando Ilenia si sente fare per la prima volta questa domanda. Al momento non sa cosa rispondere, non vuole essere diversa, è e basta. La ricerca di una vera risposta la accompagnerà lungo tutto il cammino attraverso l'adolescenza e verso l'età adulta. Il suo è il viaggio travagliato di una ragazza che sembra avere per la società e per i benpensanti un'unica meta, la prostituzione. Ma Ilenia è una persona che non si arrende e scompiglia fin da subito le carte del destino: nonostante bullismo, discriminazione, violenze fisiche e verbali, si laurea, trova un lavoro e un amore inaspettato, quello per una donna. Le paure, le battaglie, le ferite, i traguardi di una giovane trans, che come tante altre ragazze XY, lotta per una vita serena e autentica, verso la libertà di genere e il pieno diritto di cittadinanza per le persone transgender nella società civile.


Monica Romano è attivista del movimento per i diritti delle persone LGBT. Ha una lunga militanza iniziata nel 1999 presso l’associazione Arcitrans. Ha fondato l’associazione «La Fenice» – Transessuali & Transgender Milano, di cui è stata presidente fino al marzo del 2009. Si è laureata in Scienze Politiche nel 2007, con una tesi sulla discriminazione nel mondo del lavoro delle persone transgender. È autrice di Diurna. La transessualità come oggetto di discriminazione (2008). Ha contribuito alla realizzazione di due documentari sulla realtà transgender. http://transgenderfreedom.com/

Monica Romano 

lunedì 23 novembre 2015

La Giornata Trans di resilienza Art Project racconta le nostre storie di potere trans, visione e leadership.

Quest'anno in America, otto artisti trans hanno chiesto una riformulazione della giornata annuale di lutto( Transgender Day of Remembrance) che vieni ricordato il 20 novembre di ogni anno, per essere invece conosciuto come il Giorno Transgender di resilienza.


Hanno  collaborato con una rete di organizzazioni di sostegno che lavorano per migliorare la vita delle persone trans. Il progetto ha prodotto otto manifesti visivamente potenti che entrambi mettono in risalto le vittime delle violenze anti-trans, e sottolineare la potenza e la capacità di recupero della comunità trans di fronte all'oppressione.


Come spiegato sul sito web, il progetto d'arte "va oltre il ricordo, ed eleva la resistenza e la potenza della comunità trans di colore e di genere non conformi".


Ecco gli otto manifesti, insieme ai loro creatori e delle organizzazioni che hanno collaborato con:



Bishakh Som per Buried Seedz di Denver, CO




Wriply Bennet per Black Lives Materia, una organizzazione nazionale




B. Parker per Breakout! di New Orleans, LA




Micah Bazant per Audre Lorde Progetto di New York City




Adelina Cruz per Coalizione di Trans donne di colore di Albuquerque, NM




Rommy Torrico per TransLatina Coalition, un'organizzazione nazionale




Mohammed Fayaz per Transgender Law Center, una organizzazione nazionale




Ebin Lee per SPARK giustizia riproduttiva NOW di Atlanta, GA

venerdì 20 novembre 2015

Il 20 novembre ricorre il TDoR (Transgender Day of Remembrance),giornata internazionale in ricordo delle vittime della transfobia.



Il 20 Novembre, in tutto il mondo, si svolge il “TDoR” – Transgender day of remembrance -ricorrenza della comunità lgbtqi, lesbica, gay, bisessuale, transessuale, queer e intersessuale, che commemora le vittime dell’odio e del pregiudizio anti-transgender (transfobia), le discriminazioni, le violenze che continuamente subiscono le persone trans.

„Questa celebrazione nasce nel 1999, in memoria di Rita Hester, una donna transessuale afroamericana, uccisa nello stesso anno negli Stati Uniti. Da quel giorno, ogni anno, migliaia di candele in tutto il mondo sono state accese nelle piazze, per commemorare Rita e tutte le altre persone trans che hanno perso la loro vita a causa dell’odio e dell’intolleranza.

Questi momenti pubblici non sono solo un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere la consapevolezza sulla condizione transessuale e transgender, ma prima di tutto permettono che anche persone senza più un volto, un nome o una famiglia, possano essere ricordate per un giorno, sfuggendo al silenzio e all'indifferenza. “

#sayhername #tdor


Almeno 21 persone transgender sono state uccise negli Stati Uniti quest'anno, la maggior parte sono donne transgender di colore. Ma non è solo gli Stati Uniti La comunità transgender deve affrontare un numero elevato di violenza in tutto il mondo.

Diverse donne transgender sono state uccise in Argentina negli ultimi mesi, tra cui l'attivista transgender Diana Sacayán. E 'stato riferito che le persone transgender sono state assassinate in El Salvador e, più recentemente, un uomo transgender in Giappone è stato brutalmente assassinato.

Il Transgender Europe Trans Murder Monitoring (TMM) progetto ha riferito che almeno 1.700 persone transgender sono stati uccisi negli ultimi sette anni. Brasile e Messico hanno il più alto numero di omicidi riportati di persone transgender.



TDoR a MilanoAnche in Italia la comunità Lgbt si è attivata organizzando incontri per ricordare che la violenza si può sconfiggere, ma soprattutto non si deve ignorare, far finta di nulla, perché l’indifferenza è, se possibile, ancora peggio.

L’appuntamento è per giovedì 20 Novembre alle ore 18e30 presso la Casa dei Diritti del Comune di Milano -in via Edomondo De Amicis 10- alla presentazione e alla mostra fotografica denominata “Il tuo tabù è la mia famiglia”.

La mostra sarà allestita dal 20 al 25 novembre sarà visitabile dal pubblico nei giorni 21/22/ 24/25 novembre, negli orari seguenti: dalle 10 alle 19 venerdi/lunedì/martedì, sabato dalle 15 alle 18.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito di Ala Milano Onlus.
CHI È UNA PERSONA TRANS?



Una persona transessuale sente di appartenere al sesso opposto a quello in cui è nata. Si rende conto che il suo corpo la contraddice, ma spiega che la sua anima è imprigionata “in un corpo sbagliato” e ha bisogno di adeguare la realtà esterna al suo vissuto interno, indiscutibile.

Il termine si declina al femminile la transessuale per indicare persone di sesso anatomico maschile che sentono di essere donne – MtF – e al maschile il transessuale per indicare persone di sesso anatomico femminile che sentono di essere uomini. – FtM.

Entrambi desiderano poter vivere la propria vita nella dimensione a cui sentono di appartenere e desiderano poter avere un corpo che corrisponda il più possibile al proprio vissuto psicologico, nonché un riconoscimento sociale in accordo alla loro identità.   


Nel sito dedicato a TDoR è disponibile l’elenco degli eventi previsto per il 20 novembre, ulteriori informazioni si possono trovare sul sito Remebering Our Dead.

Per ulteriori informazioni su Transgender Day of Remembrance e di trovare un evento nella tua zona, visita hrc.org/TDOR..

Per ulteriori informazioni sulle iniziative di HRC verso l'uguaglianza transgender, andare ahrc.org/transgender..

Verificate anche Transgender Guida HRC Visibilità qui.

sabato 14 novembre 2015

Forza Parigi! ❤

Oggi non è un buon giorno per il mondo. ❤Forza Parigi! ✨✨.Immagina un mondo senza religioni.


Diversi attacchi terroristici sono stati compiuti in sei zone di Parigi, in Francia, venerdì sera. Negli attentati, ha detto il presidente francese François Hollande, sono rimaste uccise almeno 127 persone. In tutto sette attentatori si sono fatti esplodere con delle cinture esplosive: prima, alcuni di loro avevano sparato alle persone intorno con armi automatiche. Circa 200 persone sono rimaste ferite, 80 in modo grave.

Un Paese in stato di emergenza e la torre più famosa del mondo spenta.

venerdì 13 novembre 2015

Ma chi sono realmente gli uomini che amano le trans?



Vi propongo questo ottimo articolo che spiega, senza mezzi termini e facendo riferimento ad una ricerca condotta su un campione di maschi, che gli uomini attratti dalle donne transgender non sono "omosessuali repressi", come tanti gay o donne transfobi si ostinano a ripetere da sempre.



Chi sono davvero gli uomini ginandromorfofili? La definizione chiarisce qualcosa: sono gli uomini attratti sessualmente dalle donne transgender. Il senso comune ha molto da aggiungere, con una risposta già bella e pronta: si tratterebbe di gay repressi, che, rifiutandosi di avere rapporti con altri uomini per timore di identificarsi e di essere identificati come omosessuali, si rifugerebbero ipocritamente tra le braccia e le gambe delle trans. Questa descrizione, che appare evidente ai più, ha però due grossi problemi: rivela un pensiero fortemente transfobico e non è affatto aderente alla realtà. Partiamo da quest'ultima constatazione e dalle conclusioni dello studio di Hsu, Rosenthal, Miller e Bailey pubblicato su "Psychological Medicine" con il titolo "Who are gynandromorphophilic men? Characterizing men with sexual interest in transgender women" [ncbi.nlm.nih.gov].

I ricercatori hanno reclutato uomini che cercavano su internet sesso con altri uomini, con donne cisgender (persone con sesso biologico e identità di genere femminile) o con donne transessuali (persone biologicamente maschi alla nascita che si identificano psicologicamente e emotivamente come donne). Gli uomini del campione hanno dovuto prima dichiarare quanto fossero eccitati da uomini, donne cisgender e donne transgender, poi hanno guardato scene pornografiche in cui facevano sesso uomini, donne cisgender o donne trans, mentre un macchinario gli misurava l'inturgidimento del pene.

Lo studio mostra innanzitutto che tutti si sono detti eccitabili proprio dalla tipologia di persona da cui poi sono stati effettivamente eccitati, senza nessun effetto "dico una cosa e ne provo un'altra": così gli omosessuali si sono eccitati molto a guardare scene di sesso tra uomini, mediamente davanti a filmini con donne transessuali, mentre la pornografia con sole donne non ha fatto registrare movimenti significativi nelle parti basse. Con gli eterosessuali che si erano dichiarati non attratti dalle trans, invece, le cose sono andate esattamente all'opposto.

E i ginandromorfofili? Eccitatissimi dalle donne transgender, hanno dimostrato un'attrazione verso le donne cisgender pari a quella degli eterosessuali, mentre l'eccitazione provocata dalla visione di uomini è stata molto bassa, in media solo leggermente superiore a quella degli etero. In poche parole, la definizione di uomini ginandromorfofili chiarisce proprio tutto: sono gli uomini attratti sessualmente dalle donne transgender. Punto. E no, non sono omosessuali repressi. E sì, possono ovviamente essere anche bisessuali, ma solo in alcuni casi.

Dimostrare l'esistenza di un pregiudizio, però, non basta: bisogna indagarne la radice, scoprire cosa ci dice di noi, delle nostre comunità, delle nostre società. Bisogna allora riconoscere che descrivere l'attrazione di un uomo verso le donne transessuali come omosessualità significa imporre uno schema binario in cui possono esistere e possono suscitare desiderio solo uomini e donne cisgender, mentre si nega radicalmente l'identità di genere delle donne transgender, ridotte a surrogati di uomini o a uomini tout court.

Ancora più radicalmente, le trans sono disconosciute non solo come donne e come persone, ma persino come oggetti del desiderio: si sostiene che non si possa essere attratti davvero da una transessuale (orrore!), ma che attraverso di lei si soddisfi l'attrazione verso altro. In fin dei conti, la donna transgender è ridotta a un pene a cui, quasi per caso, siano spuntate due tette: è un modo di (non) pensare profondamente transfobico, ma che, inconsapevolmente, è riproposto da moltissime persone omosessuali e persino da non poche trans. Non vi sembra inquietante?

Aggiungerei infine due brevi note. La prima osservazione è scoraggiante: lo studio sugli uomini ginandromorfofili dimostra indirettamente quanto spesso l'attrazione verso i transessuali FtM (dal femminile al maschile), o forse la loro stessa esistenza, non sia neppure prevista dalla nostra società. La seconda è una proposta: dal momento che il termine ginandromorfofili è davvero terrificante e suona come una stramberia o, peggio, come una patologia, mentre stiamo parlando semplicemente di una persona a cui piacciono altre persone, riusciremo ad inventare una parola più serena?



Pier

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LGBT senza la T di transgender: c’è chi lo propone



Un gruppo di uomini e donne omosessuali e bisessuali sono arrivati alla conclusione che la comunita’ transgender debba essere dissociata dalla piu’ larga comunita’ LGB e chiedono, sostanzialmente, che venga “eliminata la T” dalla famosa sigla LGBT con la loro campagna “DROP THE T“.

Questo gruppo organizzato ha fatto richiesta ad organizzazioni come Human Rights Campaign, GLAAD, Lambda Legal e testate giornalistiche web come come The Advocate, Out, Huff Post Gay Voices ecc e ha presentato loro la campagna “DROP THE T” spiegando che, sostanzialmente, la comunita’ LGB sia basata sulla natura e orientamento sessuale, mentre la comunita’ transgender sia basata sull’identita’ di genere, quindi non conforme ad appartenere ad una stessa minoranza.

La petizione-campagna Drop The T, precisamente dettagliata, è interamente leggibile su Change.org.

Presto sono arrivate le risposte di Human Rights Campaign, GLAAD e Lambda Legal che, all’unaminita’, si schierano completamene a sfavore di questa petizione, che ritengono offensiva e regressiva.

“Clayton,” il famoso anonimo che ha lanciato la campagna Drop The T, ha difeso la sua campagna in un’intervista su The Federalist ma ha continuato a restare nell’anonimato.

Noi ci chiediamo: ma se credi cosi tanto in una campagna, tanto da scomodare tutte queste testate ed organizzazioni mondiali, perchè non ci metti anche la faccia?

DROP THE M-ASK!

sabato 7 novembre 2015

Trixie Maristela, dalle filippine, stata incoronata Miss International Queen 2015. Si tratta del più grande spettacolo del mondo transgender a Pattaya in Thailandia.



PATTAYA, Thailandia: Il più grande concorso di bellezza per le donne transgender ha coronato la sua regina. Venerdì scorso ( 06/11/2015), Si chiama Trixie Maristela, viene dalle Filippine la vincitrice del Miss International Queen 2015, bella come il sole, Maristela, 29 ,anni è laureata presso l'Università delle Filippine, con una laurea in lingue europee, e suona anche il violino.




Trixie scoppiò in lacrime, mentre veniva nominata vincitrice del più grande spettacolo del mondo transgender a Pattaya in Thailandia, mentre Valesca Dominik Ferraz del Brasile è stata nominata la seconda donna transessuale più bella, e Sopida Siriwattananukoon della Thailandia è stata nominata terza.




"Sono grata di avere questa bella opportunità. di vincere Miss International Queen, che è un spettacolo di grande prestigio per noi persone transgender"ha detto Maristela che indossava un elegantissimo abito da sera rosso e beige. Concorrenti transessuali provenienti da 17 paesi hanno gareggiato per aggiudicarsi il titolo di Miss di quest'anno a Pattaya City, in Thailandia.




Trixie è la seconda filippina a vincere Miss International Queen. Nel 2012, Kevin Balot ha portato a casa la corona. In quella occasione, al secondo posto la brasiliana Jessika Simões - Brazil. E terza Panvilas Mongkhol - Thailandia



Kevin Balot Miss International Queen 2012, la brasiliana Jessika Simões - Brazil. E terza Panvilas Mongkhol - Thailandia


Miss International Queen è aperto a donne transgender, che possono essere pre e post intervento chirurgico di riassegnazione chirurgica del sesso, di età compresa tra 18 e 36 anni. L'anno scorso, il premio in denaro è stato $ 12.500 e una chirurgia estetica gratuita.


Il Brasile, per poco non diventa Bi Campeã del Miss International Queen 2015, due anni fa, Marcela Ohio, portava il titolo 2013 in Brasile.
Marcela Ohio, Brasile,  Miss International Queen 2013
Per Majorie Marchi, coordinatrice del centro di cittadinanza LGBT di Rio de Janeiro e anche mentore di Valesca, ha detto che, questo secondo posto stato piuttosto difficile da conquistare. Dice che Valesca, che è nera e che vieni dalle periferia di Betim, un comune del Brasile nello Stato del Minas. Dopo la sua vitoria a Miss T Brasile 2014. Ha subito gravi attacchi razzisti, provenienti da altri trans. "Naturalmente quando si sconfiggere più di 20 candidati, matematicamente, il rifiuto è inevitabile, ma ciò che è stato pubblicato su Facebook, stato di una violenza orribile", dice Majorie Marchi.

 "Hanno scritto cose tipo: che il Brasile non è l'Africa per essere rappresentato da una scimmia' e altri insulti, che non ho voluto cancellare i post. La vergogna è di chi manifesta questo sentimento orribile".


Valesca fa la parrucchiere e secondo Majorie è molto ben accettata e amata dalla sua famiglia, formata da madre evangelica e quattro fratelli. "Questo è uno dei motivi che rendono così dolce e speciale", aggiunge.

Congratulazioni! Trixie Maristela Miss Filippine La nuova International Queen 2015! Valesca Dominik Ferraz, e la seconda donna transessuale tra le più belle del mondo .Trans, nera e guerriera . Con questo traguardo, hai zittito tutte quelle razziste del cazzo, che dicevano che lei non aveva nessuna possibilità. Congratulazioni cara, hai rappresentato molto bene le trans brasiliane, con classi e molta bellezza. Majorie Marchi , che dire cara?,un' altra volta ci hai fatto sognare!




Fonte:https://www.facebook.com/MissInternationalQueen/?fref=ts
 http://www.missinternationalqueen.com/index.html

venerdì 6 novembre 2015

La Corte costituzionale conferma la non necessarietà delle modifiche chirurgiche ai fini del cambio di sesso



Con sentenza n. 221 depositata oggi, la Corte Costituzionale, in adesione all'orientamento espresso dalla Corte di cassazione con sentenza n. 15138/2015 a seguito del ricorso promosso da Avvocatura per i diritti LGBTI - Rete Lenford, ha escluso il carattere necessario dell'intervento chirurgico ai fini della rettificazione anagrafica di sesso.


La Corte, riaffermando il principio per cui resta "ineludibile un rigoroso accertamento giudiziale delle modalità attraverso le quali il cambiamento è avvenuto e del suo carattere definitivo", ha precisato che, rispetto al cambiamento di sesso, "il trattamento chirurgico costituisce uno strumento eventuale, di ausilio al fine di garantire, attraverso una tendenziale corrispondenza dei tratti somatici con quelli del sesso di appartenenza, il conseguimento di un pieno benessere psichico e fisico della persona" e ha sottolineato che "la prevalenza della tutela della salute dell'individuo sulla corrispondenza fra sesso anatomico e sesso anagrafico porta a ritenere il trattamento chirurgico non quale prerequisito per accedere al procedimento di rettificazione", ma "come possibile mezzo, funzionale al conseguimento di un pieno benessere psicofisico".



Importante, infine, il riferimento della Consulta all'art 31 del d.lgs. n. 150 del 2011, che assume "il ruolo di garanzia del diritto all'identità di genere, come espressione del diritto all'identità personale (art. 2 Cost. e art. 8 della CEDU) e, al tempo stesso, di strumento per la piena realizzazione del diritto, dotato anch'esso di copertura costituzionale, alla salute".

La presidente di Avvocatura per i diritti LGBTI, avv. Maria Grazia Sangalli, esprime la sua soddisfazione per l'esito di un giudizio tanto atteso: "si tratta di una pronuncia che chiarisce definitivamente le ambigue zone d'ombra della legge 164/82 in tema di rettificazione di attribuzione di sesso. La legge non impone la modifica chirurgica del sesso, secondo una interpretazione della stessa definitivamente orientata nei termini di una valorizzazione del diritto costituzionale alla salute. L'intervento è dunque solo un possibile mezzo, funzionale al conseguimento di un pieno benessere psicofisico della persona".

Copia della sentenza in formato pdf LINK