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giovedì 13 dicembre 2012

Essere transgender non è più un disturbo mentale


L’ American Psychiatric Association ha stabilito che una persona transgender non potrà più essere classificata tra gli individui che soffrono di “disordini”. La decisione sarà ufficializzata nel prossimo DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), pubblicazione internazionalmente riconosciuta come strumento per uniformare in uno standard comune i disturbi mentali. Sarà così sancito che, chi abbia una percezione del proprio genere sessuale che non coincida con il sesso biologico, non sia più diagnosticato come un soggetto che ha un disturbo dell’identità, come era descritto nella terza edizione del DSM pubblicata nel 1980.


Questo segna un traguardo storico per le persone che sono transgender e di genere non conforme, la loro identità non sono più classificate come un disturbo mentale. L'omosessualità era ugualmente declassificato come un disturbo mentale nel 1973 . Fino ad oggi, il termine "disturbo dell'identità di genere" è stato usato per diagnosticare le persone che sono transgender.


L'organizzazione, che rappresenta oltre 36.000 psichiatri di tutto il mondo, ha rivisto le cinque DSM quando è stata fondata nel 1844. Il recente processo di revisione è cominciato 15 anni fa. Il termine “disturbo” vieni sostituito con un più neutro “disforia di genere”. La definizione allontana il peso di una diagnosi psicopatologica e non pare essere solo una concessione al politicamente corretto, ma è frutto di una sostanziale osservazione di anni, da parte degli psichiatri americani, nei confronti di persone che raccontavano a loro contraddizione riguardo al genere.


Il fatto che i soggetti transgender, anche se in maniera più morbida, siano ancora comunque inseriti nel manuale dei problemi psichiatrici dovrebbe, almeno sembra dalle intenzioni, offrire una possibilità in più solo che per coloro che abbiano intenzione di cercare terapie adatte allo stress psicologico che loro comporta avvertire il loro stato come problema. Questi avranno comunque la possibilità di accedere a cure e interventi terapeutici specializzati per le loro esigenze. Chi viva serenamente la sua condizione trans gender avrà ancora di più la sicurezza di non essere considerato un malato dalla comunità scientifica.

E’ importante ricordare, a proposito che, solo nel DSM del 1973 fu cancellata l’ omosessualità, fino a quel momento considerata una patologia. Fu quello un passo fondamentale, contribuì all’abbattimento di una giustificazione scientifica per la discriminazione riguardo alle scelte sessuali ed emotive degli esseri umani. Gli psichiatri americani sembrano sì decisi ad allontanarsi dall’idea di trattare come una patologia definita e specifica anche il transito di genere, ma piuttosto considerarlo come oscillazione variabile tra una precisa identità sessuale, ma è ancora aperta un’altra questione, che ancora non sembra del tutto risolta.

Come sarà possibile permettere comunque di poter usufruire della copertura assicurativa quelle persone che desiderino sottoporsi a un intervento ormonale, o chirurgico, per uniformare il loro corpo all’identità interiore? Al momento la copertura è giustificata unicamente dal fatto che tali interventi rispondano a un problema di tipo medico, l’emancipazione dalla condanna a essere considerati malati però potrebbe coincidere, per molti trans gender, a un nuovo aumento delle difficoltà concrete a ricostruirsi un’identità completa e per loro soddisfacente.

In Italia sono trentamila le persone che hanno già cambiato, o hanno intenzione di cambiare la propria identità sessuale, o rivendicano di aver diritto di poter fare anche a meno di essere costretti a dichiararla. Si battono, tra l' altro, per allargare il diritto di cambiare i propri dati anagrafici anche alle persone che non hanno cambiato chirurgicamente i loro caratteri sessuali esteriori, le sole che al momento possono farlo, grazie a una legge del 1982.

"Questo cambiamento nel titolo è significativo perché segna in realtà un cambiamento di atteggiamento all'interno della APA che le nostre identità di genere non sono più considerate il fulcro della patologia", ha detto la lama. "Questo cambiamento non è insignificante. Si porta un messaggio. Nonostante questi progressi in avanti, resta il fatto triste che la gente e soprattutto trans transessuale che necessitano di cure di transizione ormonale o chirurgico sono ancora classificati come disturbo mentale. "

Gli Avvocati rimangono fiduciosi le proposte di revisione permetterà alle persone trans di avere un maggiore accesso alle cure sanitarie di qualità.

"E 'importanti che le persone transgender che soffrono di disforia di genere possano avere accesso alle cure mediche per il trattamento di esso. Purtroppo, che raramente è stato il caso ", ha detto Silverman."Come l'American Medical Association ha dichiarato, la negazione di cure mediche per i pazienti con disforia di genere è discriminatoria e deve essere fermato".

"Il 'disordine' termine che ha dato l'impressione che le persone con questa condizione hanno una malattia che li ha resi pericolosi o incompetenti", ha detto. "Certo, c'è molto da dire su questo, e se il cambiamento avrà un impatto pratico e sociali resta da vedere."




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