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venerdì 26 luglio 2019

Il cervello dei bambini trans assomiglia alla loro identità di genere, non al sesso biologico



Un nuovo studio condotto da un neurologo belga ha scoperto che l'attività cerebrale nelle persone transgender assomiglia a quella riscontrata nelle persone (cis, cisgender ) che fa riferimento agli individui che sentono di appartenere al genere biologico che hanno ricevuto alla nascita. Si tratta, dunque, di persone che si identificano e si sentono a proprio agio – a livello di sentimenti e di identità sessuale - con il proprio sesso biologico. Il termine è stato coniato dalla biologa Dana Leland nel 1994.

Julie Bakker dell'Università di Liegi ha guidato la ricerca di 
risonanza magnetica, che ha coinvolto 160  bambini e  adolescente transgender con diagnosi di disforia di genere. Le scansioni hanno anche misurato le microstrutture cerebrali usando una tecnica chiamata tensore di diffusione.

I loro risultati sono stati confrontati con quelli di età comparabile a cui non è stata diagnosticata la disforia di genere.


Lo studio ha scoperto che l'attività cerebrale nei ragazzi transgender assomiglia a quella dei ragazzi cisgender e che quella delle ragazze transgender è simile a quella delle ragazze cis.

I ricercatori hanno affermato che la tecnica potrebbe essere utilizzata per aiutare i bambini transgender più piccoli.

"Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche, ora abbiamo prove che la differenziazione sessuale del cervello differisce nei giovani con disforia di genere, in quanto mostra caratteristiche cerebrali funzionali tipiche del loro genere desiderato", ha affermato Bakker.


"Adesso saremo meglio attrezzati per aiutare questi giovani, invece di mandarli da uno psichiatra sperando che il loro dolore scompaia spontaneamente."

I risultati dello studio, presentati alla riunione della Società europea di endocrinologia, seguono precedenti studi neurologici che hanno dimostrato che gli adulti trans hanno strutture cerebrali simili a quelle delle persone cis del loro genere.

Le informazioni provengono dalla nazione LGBTQ .

Addio a Didem Akay, uccisasi a Istanbul il 22 luglio.


In memoria di Didem Akay
Didem Akay e Hande Kader

(di Cristina Leo)

Mi chiamavo Didem Akay ed ero una ragazza trans.
Alcuni di voi, forse, si ricordano di me, perché la mia foto insieme alla mia amica Hande Kader divenne virale nel 2015, durante il Pride di Istanbul, quando la polizia ci disperse con dei potenti idranti.

Eravamo bagnate ed in lacrime.
Come ricorderete, Hande fu sequestrata, stuprata, uccisa e fatta a pezzi il 12 agosto 2016.

Da quel giorno, anche la mia vita si è interrotta.
Sono rimasta sola, in preda allo sconforto, alla consapevolezza che qui, in Turchia, la vita di una persona trans vale meno di niente.

La Turchia è il Paese europeo con il maggio numero di transfemminicidi.
Abbiamo difficoltà ad accedere ai servizi sanitari, siamo precluse da ogni possibilità di accedere al mondo del lavoro, lo stigma che viviamo quotidianamente ci fa vivere ai margini delle città, delle quali siamo reiette ed emarginate. 

È una non-vita quella che le istituzioni turche ci costringono a "vivere", costrette a prostituirci nelle case o nelle strade di periferia, facendo l'amore con la morte tutte le notti. 

Questa precaria esistenza per me, non ha più senso. È certo che avrei voluto fare altro.

Ma non sono più disposta a sopravvivere così, con la paura costante di non farcela, svendendo pezzi del mio corpo e della mia anima in cambio di pochi denari e tanto disprezzo. 

Eh si, perché spesso il nostro miglior cliente può diventare il nostro peggior carnefice, che decide di ucciderci. 

Ho deciso di non dare a nessuno questo privilegio. Nessuno potrà decidere della mia non-vita, se non io.
Non darò a nessuno l'onore di uccidermi.
Continuate ad ignorarci, come avete sempre fatto.
Un calcio alla sedia ed il collo mi si spezzera', rimarrò senza fiato e sarà già tutto un lontano ricordo, di questa vita fatta di umiliazioni e di sopraffazioni.

Ci siamo quasi, sto arrivando Hande, fra pochi minuti sarò da te.
Prepara l'abbraccio più forte che hai.
«Sono la ragazza che ha tagliato l’aria quando il suo chiodo si è rotto, pensaci!».


http://www.gaynews.it/…/addio-a-didem-akay-uccisasi-a-ista…/