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martedì 11 ottobre 2016

ONU nomina un especialista per difendere i diritti umani delle persone LGBT

Stati Uniti - Il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite (ONU) ha approvato la nomina del professore thailandese Vitit Muntarbhorn, esperto di diritti umani internazionali e docente di Legge presso l’università Chulalongkorn di Bangkok, in Thailandia.

Muntarbhorn, già coinvolto nella stesura dei Principi di Yogyakarta per l'applicazione delle leggi internazionali sui diritti umani in relazione all'orientamento sessuale e identità di genere ricoprirà questo incarico per i prossimi tre anni e dovrà monitorare “la violenza e la discriminazione basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere”.

Per le Nazioni Unite si tratta di un cambiamento storico, così come lo sarà per la comunità LGBT di tutto il Mondo. Per troppo tempo, infatti, complice anche la presenza di Paesi in cui l’omosessualità viene ancora criminalizzata, le questioni LGBT sono sempre rimaste fuori dall'ONU.

L’organizzazione Human Rights Watch ha accolto con enorme soddisfazione questa decisione:


Porterà la dovuta attenzione sulle numerose violazioni dei diritti umani contro le persone LGBT in tutte le regioni del Mondo.
La dichiarazione è stata approvata dalla maggioranza dei 47 membri del consiglio, che si è riunito il Venerdì (30) a Ginevra, in Svizzera, ed è stata annunciata a tutte le agenzie del sistema delle Nazioni Unite, responsabile per la promozione e la protezione diritti umani nel mondo.

"Non vediamo l'ora di lavorare con il professor Muntarbhorn", ha detto il direttore esecutivo della International Lesbian, Gay, Bisessuali e Transgender (ILGA), Renato Sabbadini. L'organizzazione riunisce 1.200 organizzazioni che operano in difesa dei perseguitati per questioni sessuali o di genere in 131 paesi.

Secondo Sabbadini, migliaia di persone affrontano la violenza in molti paesi a causa del loro orientamento sessuale, che richiede misure per "salvaguardare i diritti umani delle persone LGBT in tutto il mondo."

"Vediamo il professor Muntarbhorn con l'esperienza e le competenze necessarie per questo ruolo impegnativo. Essa non solo ha lavorato con commissioni per i diritti umani nazionali, con il Ministero thailandese della Giustizia e delle ONG [organizzazioni non governative] su questo tema, ma ha anche messo nel sistema delle Nazioni Unite molte altre questioni umanitarie ", ha detto Andre du Plessis, che rappresenta le affermazioni delle Nazioni Unite presentati da ILGA.

I Principi di Yogyakarta

Dopo aver prestato servizio in qualità di co-presidente del comitato che ha elaborato i principi di Yogyakarta, che si occupa di diritti umani in relazione all'orientamento sessuale e all'identità di genere, Muntarbhorn divenne noto come difensore dei diritti umani, con questo approccio. I Principi di Yogyakarta stabiliscono che i diritti umani sono universali e che l'orientamento sessuale e identità di genere sono essenziali per la dignità e l'umanità di ogni persona e non dovrebbe essere motivo di discriminazione o di abuso.

Alla fine dell'anno, ILGA terrà una conferenza globale in Thailandia per allertare il mondo sulla discriminazione nei confronti delle persone LGBT. Al momento, l'entità deve esprimere il supporto per Muntarbhorn svolgere il loro lavoro in favore di accettazione delle persone LGBT, che potrà essere raggiunto solo se c'è dialogo e la comprensione, secondo le co-segretari di ILGA Ruth Baldacchino e Helen Kennedy.


L'11 ottobre è il Coming Out Day



Il Coming Out Day è una ricorrenza internazionale in cui la comunità LGBT celebra l'importanza del coming out. La data della ricorrenza è l'11 ottobre.


L’espressione “coming out” deriva dalla frase inglese coming out of the closet (“uscire dal nascondiglio”, ma letteralmente “uscire dall'armadio a muro”), cioè “uscire allo scoperto”. In italiano la traduzione letterale sarebbe “uscir fuori”, ma questa forma non ha prevalso su quella inglese, a differenza di quanto accaduto con lo spagnolo (salir del armario) e il francese (sortir du placard). Con questo significato è più spesso utilizzato in italiano il verbo “dichiararsi” o l’espressione “uscire allo scoperto”. Questa espressione idiomatica deriva a sua volta a sua volta dalla metafora metafora skeleton in the cupboard /closet (“scheletro nell’armadio”), qualcosa che si ritiene imbarazzante o sgradevole e che si preferisce tenere nascosto. Nel nostro paese l’espressione coming out, che indica una scelta deliberata, è molto spesso confusa conouting, che indica invece l’esposizione dell’omosessualità di qualcuno da parte di terze persone senza il consenso della persona interessata. Il refuso è talmente imperante da essere ormai difficilmente correggibile: bisogna chiarire però che outing e coming out hanno due significati diversissimi, praticamente opposti.

Nonostante ciò, il termine outing deriva direttamente dacoming out e fu coniato dal Time. La pratica è stata fortemente pubblicizzata dal giornalista amercicano Michelangelo Signorile (che preferisce il termine “reporting”) negli anni ’90, come arma politica di difesa contro quegli omosessuali conservatori che, per allontanare da sé i sospetti di omosessualità, si rivelano particolarmente fanatici nella deprecazione e addirittura nella persecuzione pubblica di quest’ultima.

Storia

Il Coming Out Day si è tenuto per la prima volta negli USA l'11 ottobre 1988. L'idea di celebrare il coming out con una ricorrenza apposita fu lanciata da Robert Eichberg, psicologo del New Mexico, e Jean O'Leary, politico ed attivista LGBT di Los Angeles, durante il workshop The Experience and National Gay Rights Advocates. La data fu scelta in quanto si trattava del primo anniversario della seconda marcia nazionale su Washington per i diritti delle lesbiche e dei gay, tenutasi appunto l'11 ottobre 1987.

La prima celebrazione si è tenuta nella sede della National Gay Rights Advocates a West Hollywood, California alla presenza di 18 degli stati statunitensi e dei principali media nazionali. La seconda edizione si è spostata a Santa Fe, New Mexico con la partecipazione di 21 stati. Grazie all'ampia copertura mediatica riservata all'edizione del 1990, a partire dalla quale ha iniziato a dare il suo importante contributo la Human Rights Campaign, la celebrazione del Coming Out Day si è estesa all'intero territorio statunitense con la partecipazione ulteriore di altri 7 paesi.

Nel 2016 il Gay Center, in Italia, ha dedicato il Coming Out Day alla visibilità delle persone sieropositive all'interno della comunità gay.
Celebrazioni.

Tutti gli anni si tengono eventi per celebrare il coming out ed aumentare e rafforzare coscienza e consapevolezza nella comunità e nel movimento LGBT. A chi partecipa agli eventi è spesso chiesto di indossare i simboli dell'orgoglio LGBT come il triangolo rosa per i gay, il triangolo nero per le lesbiche, la bandiera dell'orgoglio bisessuale, la lettera greca lambda e vestiti coi colori dell'arcobaleno. Ogni edizione ha un tema specifico scelto in accordo con la Human Rights Campaign. I temi delle edizioni più recenti sono stati:Coming Out for Equality (2010), Conversations from the Heart (2009), Talk About It (2007. 2006, 2005), Come Out. Speak Out. Vote (2004), It's a Family Affair (2003), Being Out Rocks! (2002), An Out Odyssey (2001), Think it O-o-ver (Who Will Pick the New Supremes?) (2000), Come Out to Congress (1999).

Il Coming Out Day è celebrato, oltre che negli USA, anche in Australia, Canada, Croazia, Germania, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Polonia, Svizzera e Regno Unito. Negli Stati Uniti, Human Rights Campaign organizza gli eventi relativi al National Coming Out Project ed offre risorse alle persone LGBT, alle coppie, ai genitori ed ai figli, oltre che ai loro parenti ed amici eterosessuali, per diffondere l'accettazione delle famiglie LGBT e la consapevolezza nei singoli, nelle coppie e nelle famiglie, della possibilità di vivere la propria vita in maniera aperta e onesta. Dal 1995 Candace Gingrich è la portavoce del Coming Out Day.

Felice Coming Out Day tutti !!!!❤️💜💙💚💛


"Era mio padre", racconto autobiografico, molto sofferto, sul tema della violenza sulle donne e di genere

Di Claudia Sabatino Pseudonimo Claudia Saba Unica autrice del libro 
“Era mio padre” 
Edito da Laura Capone Editore.


“Era mio padre”, debutto da scrittrice dell’imprenditrice Claudia Saba (edito da Laura Capone Editore, 14,00 euro). E’ la storia autobiografica della violenza subita da bambina, dolorosamente ripercorsa in un cammino di psicoanalisi e raccontata in questo libro con un messaggio positivo: essere di aiuto ad altre donne, testimoniando in prima persona che dalla violenza domestica si può uscire.