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domenica 31 agosto 2025

La Germania vieta la bandiera dell'orgoglio nel parlamento, ma Berlino risponde con una gigantesca marcia


A maggio, la presidente del Bundestag (il Parlamento federale tedesco) Julia Klöckner ha annunciato che durante il mese dell'Orgoglio non sarebbe stato permesso issare la bandiera arcobaleno sull'edificio del Parlamento tedesco, definendola una “manifestazione politica”. Il cancelliere Friedrich Merz ha appoggiato la misura, affermando che il Bundestag “non è un tendone da circo” dove può sventolare qualsiasi bandiera.


La decisione, interpretata come un cenno di approvazione nei confronti dei settori di estrema destra, ha suscitato una massiccia partecipazione al Christopher Street Day di Berlino, una delle più grandi celebrazioni dell'Orgullo in Europa. Gli organizzatori stimano che l'affluenza abbia superato quella degli anni precedenti, a difesa dei diritti LGBTIQA+.


Al contrario, una contro-manifestazione di estrema destra ha riunito appena tra le 30 e le 50 persone, con diversi arresti per porto di armi o simboli nazisti. Quest'anno, gruppi di estrema destra e il partito Alternativa per la Germania (AfD) hanno promosso lo “Stolzmonat” (“Mese dell'Orgoglio Eterosessuale”) come campagna anti-LGBTIQA+, approfittando degli eventi per reclutare simpatizzanti.


Nonostante le minacce e le proteste, in tutta la Germania si svolgono più di 200 attività legate al Pride, dimostrando che il divieto della bandiera non è riuscito a frenare la visibilità e il sostegno alla diversità.

La nuova legge tedesca

Dal 1° novembre 2024 per le persone trans, intersessuali e non binarie, in Germania sarà più facile cambiare l'indicazione del proprio genere sui documenti che potrà essere: “maschile”, “femminile”, “diverso” o rimanere senza indicazione, e sarà altrettanto facile cambiare anche il proprio nome.

Fonte:https://www.lgbtqnation.com/

mercoledì 10 febbraio 2016

Germania, "Men's Health" : in copertina debutta il modello transgender

Ben Melzer,27 anni, sarà il primo modello transgender a comparire sulla copertina di una rivista europea. Nato come Yvonne, Melzer ha vinto il contest lanciato dall'edizione tedesca di Men's Health raccontando la sua storia, che apparirà ad aprile sulla cover della rivista. "Non sono mai stata una tipica ragazza - ha dichiarato il modello - sin da bambina il rosa non mi è mai piaciuto". Ora, finalmente, Melzer si sente a suo agio nel proprio corpo: si dedica al fitness e pubblica foto dei suoi risultati su Instagram, dove ha oltre 33 mila follower. 
  



Per questo ha deciso di condividere su Men's Health gioie e dolori di un percorso difficile: la sua speranza è di aiutare chi vive la stessa situazione senza avere qualcuno con cui confrontarsi. "Questo sono io e sono molto felice della persona che sono diventata - ha dichiarato - ecco perché non provo nessuna vergogna a parlarne". 

                                                          Aydian Ethan Dowling

L'edizione americana di Men’s Health aveva già dedicato una copertina del 2015 a un modello transgender: si trattava del bodybuilder Aydian Dowling, anche lui vincitore di un contest.

venerdì 5 agosto 2011

È morto Rudolf Brazda



Era l'ultimo sopravvissuto dell'Olocausto ad essere stato deportato perché omosessuale

Mercoledì 3 agosto è morto in una casa di riposo di Bantzenheim, nella regione francese dell’Alsazia e vicino al confine con la Francia, Rudolf Brazda, l’ultimo sopravvissuto alla deportazione nazista degli omosessuali. Aveva 98 anni.

Di origine ceca, ma cittadino francese dal 1960, Brazda era stato nominato cavaliere della Legione d’Onore francese lo scorso aprile. Durante il nazismo circa 10mila persone vennero deportate a causa del loro orientamento sessuale. All’interno dei campi erano contraddistinti da un triangolo rosa cucito sui vestiti. Nato nel 1913 in Germania, in una famiglia ceca di lingua tedesca, Brazda era stato espulso nel 1937 nell’allora Cecoslovacchia dopo una condanna a sei mesi di prigione a causa della sua omosessualità. Dopo l’annessione del territorio dei Sudeti (la zona settentrionale dell’attuale Repubblica Ceca) da parte della Germania nazista nel 1938, Brazda era stato nuovamente condannato a 14 mesi di carcere e poi deportato, in quanto “recidivo”, nel campo di concentramento di Buchenwald, nella Germania centrale. Dopo la guerra si trasferì in Francia, anche se non imparò mai a parlare fluentemente il francese e preferì sempre esprimersi in tedesco. Insieme a Jean-Luc Schwab aveva pubblicato in Francia il libro di memorie “Itinerario di un Triangolo rosa” in cui narra i 32 mesi della sua prigionia.

Fonte:http://www.ilpost.it/2011/08/04/e-morto-rudolf-brazda/