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martedì 22 maggio 2012

Transexual viene eletta Miss simpatia in Canada


Jenna Talackova, la prima transessuale ammessa a partecipare al Miss Canada, non ha vinto il titolo principale svolto nella serata di Sabato 19 maggio. Ma Jenna Talackova resterà nella storia per essere la prima trans ammessa a un concorso di bellezza cosi importanti. La sua presenza al concorso è stato considerato il vero e proprio trionfo per la comunità LGBT. Come il suo avvocato Gloria Allred ha detto: "Ha vinto una storica vittoria civile 'herstory' diritti, e credo sia francamente più importante di qualsiasi cosa.

Jenna stata eletta dagli altri 61 concorrenti Miss Simpatia. Il titolo è stato assegnato a Jenna e a altre tre concorrenti . La prima volta che quattro modelli dividono la faccia di Miss Simpatia.






La vincitrice della serata è stata Binaiz Sahar, 26 anni, che rappresenterà il Canada al Miss Universo di quest'anno. Lei vive attualmente a Vancouver, ma è nata in India, è cresciuta in Iran e solo più tardi divenne una cittadino canadese.


Jenna è originaria di Vancouver, nella British Columbia, e' nata uomo ed e' diventata donna quattro anni fa. Inizialmente era stata esclusa dal concorso perche' non era nata donna ma lo scorso mese Donald Trump, che gestisce Miss Universo, ha annullato la decisione facendo cadere un taboo. Una petizione firmata da più 30.000 persone l'ha aiutata a essere autorizzata a competere.

Jenna inoltre aveva tenuto nascosto di esser nata di sesso maschile, ma era stata scoperta da un blogger che l'aveva riconosciuta nel più importanti concorso per Miss Universo transessuali in Tailandia.
Jenna ha vissuto da donna dall'eta' di quattro anni. A 14 anni si e' sottoposta ad una terapia ormonale e ha 19 ha cambiato sesso.
Jenna è stata eliminata nell'ultimo step del concorso. Ma resterà nella storia nella lotta per i diritti civile.

sabato 3 dicembre 2011

La modella transessuale, Lea T, su la copertina di "Elle" Brasile per il mese di dicembre.


"Elle" è senza dubbio una delle riviste più famose per quanto riguarda il mondo della moda e della bellezza, per l'edizione brasiliana di dicembre, è entrata nella storia, pubblicando per la prima volta una modella transessuale in copertina, Lea T. una delle top più apprezzate della scena fashion.

La modella Lea T, elegante e sofisticata, indossa un abito spettacolare del marchio Givenchy che è stato il primo a immortalare il suo volto in varie campagne.
La modella di 28 anni, figlia dell'ex calciatore Toninho Cerezo, è stata scoperta dal designer Ricardo Tiscie.

Lea T. stata intervistata da Oprah Winfrey nel mese di febbraio. E' anche apparsa sulla copertina della rivista Inglese "Love", baciando sulle labbra Kate Moss. Lea nel 2008, ha scoperto la sua vera identità di genere all'età di 17 anni, cosi iniziando la sua transizione.

- Lea T è sulla cover di Elle Brasile di dicembre, fotografata da Fábio Bartelt. La modella transgender indossa un completo di Givenchy della resort collection 2012. Una copertina speciale per Lea T, date le sue origini brasiliane. Lea appare affascinante e persino rilasciata in una intervista in cui parla di pregiudizi, moda, amore e sesso.

Il video con le scene del servizio fotografico.



venerdì 26 agosto 2011

Le altre trans: uomini e donne che cambiano sesso cancellate dallo scandalo Marazzo

24 ago 2011 Di — Giovanni Molaschi

In Evviva la Neve la giornalista racconta le storie delle persone transessuali che i mass media non vogliono vedere


Ci sono uomini e donne che cambiano sesso. Le loro storie sono lontane dai mass media che utilizzano la parola trans per raccontare gli scandali politici legati a questo o quel politico. Delia Vaccarello racconta a GQ.com le persone transessuali invisibili.

Una storia trentennale è stata cancellata in meno di due anni. L'inizio del caso Marrazzo, raccontato dal diretto interessato a Concita De Gregorio, il paese si è dimenticato di quando, nel 1982, è stato tra i primi a legiferare sulle persone transessuali. All'epoca, meglio dell'Italia, aveva fatto solo la Germania e la Svezia.

Le dimissioni dell'ex governatore del Lazio hanno fatto regredire il dibattito. Secondo Delia Vaccarello, giornalista che si occupa di attualità glbtq dal 2000 con la pagina Liberi tutti de l'Unità, il lavoro dei mass media ha perpetuato dei luoghi comuni che sembravano scomparsi. Al Grande Fratello 10, iniziato lo stesso giorno delle dimissioni di Marrazzo, partecipò anche Gabriele Belli, un uomo nato donna.

"Le persone intervistate sul caso dell'ex governatore erano tutte transessuali che si prostituivano. Agli studenti dei seminari che all'epoca facevo nelle scuole di giornalismo ho chiesto di cercare sui siti delle agenzie la parola trans. Ebbene, le agenzie titolavano trans e parlavano di prostituzione. Si sarebbe potuto scrivere "prostituzione trans", ma per i colleghi non serviva, bastava dire trans".
Secondo la scrittrice i giornalisti hanno commesso errori concettuali e grammaticali. "Vedevamo foto di persone dall'aspetto femminile e leggevamo: il trans. L'uso del maschile riporta la persona transessuale mtf (cioè che transita da maschio a femmina) al genere di partenza, quello da cui vuole staccarsi. Con questa operazione la transessualità viene intesa al pari del travestitismo".

Un anno dopo le dimissioni di Marrazzo Delia Vaccarello ha pubblicato Evviva la Neve. "Mi sono indignata per la mistificazione che i media avevano fatto sulla transessualità". "Il titolo trae spunto dal racconto di Federica, la figlia di Francesca che ha fatto la transizione da uomo a donna. A Federica ho chiesto come ha vissuto la transessualità del genitore e in che modo è stata colpita dai pregiudizi. Tra le tante cose le ho chiesto cosa avrebbe fatto da grande. Mi ha risposto che vuole aiutare la gente che soffre fisicamente a "rinascere". Ho inteso che la storia di quello che è stato il suo papà l'ha segnata. Ho compreso che il suo futuro trae origine anche da lì: le persone transessuali parlano della transizione in termini di rinascita. Per spiegarmi cosa desidera fare mi ha parlato di una infermiera che lei conosce molto bene. Quando è caduta la neve a Roma due inverni fa, questa infermiera ne ha fatto dei mucchietti e l'ha portata ai bambini ricoverati nei reparti oncologici. "Che forza, ha fatto conoscere loro un pezzo di vita", mi ha detto Federica".

In Evviva la Neve la giornalista racconta le storie delle persone transessuali che i mass media non vogliono vedere. "Gabriele Ceraulo quando si chiamava Barbara faceva l'operatore socio sanitario in un ospedale, iniziata la transizione comunica l'iter ai colleghi. Ci sono alcuni momenti di imbarazzo, soprattutto quando si usano gli spogliatoi. Decide di licenziarsi. Finito il percorso si sposa con la compagna che intanto ha incontrato e che fa il medico di famiglia. Lei ha fatto il passaggio inverso a quello di Gabriele, da uomo è diventata donna.

Oggi Gabriele ha ritrovato il posto di lavoro di prima, dove per il suo impegno è sempre stato molto stimato. Lui e sua moglie andranno a vivere insieme a giorni a pochi passi dalla famiglia di origine di Gabriele. Ho incontrato Gabriele in ospedale, nella prima delle tante fasi della falloplastica. Ho sempre detto "Lui". Usare il femminile sarebbe stato tradire la sua fiducia. Ha fatto tanta fatica per affermare la sua identità".


Fonte:http://www.gqitalia.it/viral-news/articles/2011/8/le-altre-trans-uomini-e-donne-che-cambiano-sesso

sabato 6 agosto 2011

Identità di genere, è scontro tra il Vaticano e l’Onu


La Santa Sede ribadisce il no a discriminazioni e violenze verso omosessuali, ma condanna il tentativo di imporre l’idea secondo cui ogni tipo di rapporto sarebbe equivalente dal punto di vista della natura e della morale

giacomo galeazzi
città del vaticano 15/07/2011

Il Vaticano protesta per la «road map» Onu sui diritti dei gay in quanto non permetterebbe alcuna distinzione morale, politica o giuridica in relazione al matrimonio, all’adozione o all’inseminazione artificiale.

La recente risoluzione delle Nazioni Unite sull’orientamento sessuale e l’identità di genere è entrata a far parte di un documento-manifesto che potrebbe limitare la libertà della Chiesa. In pratica, non sarebbe considerato più ammissibile avere un’opinione morale o religiosa sull’omosessualità. Il Vaticano, quindi, mette in guardia dal pensiero unico, imposto in nome dello sradicamento dell’omofobia e della transfobia. Le categorie di orientamento sessuale e identità di genere non sono né riconosciute, né univocamente definite nel diritto internazionale e, pertanto, sono suscettibili di essere interpretate e definite secondo le intenzioni di chi a esse si riferisce. Secondo il rappresentante della Santa Sede al Consiglio dei diritti umani di Ginevra, l’agenda delle Nazioni Unite mette in pericolo la libertà religiosa della Chiesa.

«L’obiettivo è includere i diritti dei gay nell’agenda globale dei diritti umani», mette in guardia l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, Osservatore permanente della Santa Sede presso l'ufficio dell’Onu a Ginevra. Secondo la Santa Sede, uno dei possibili travisamenti è che, se uno Stato o una comunità religiosa rifiutassero di celebrare il matrimonio per le coppie dello stesso sesso o di riconoscerne le adozioni infantili, sarebbero suscettibili di violare i diritti dei gay inseriti in agenda dalle Nazioni Unite. E, in casi estremi, i ministri religiosi potrebbero addirittura ricevere un’ingiunzione a celebrare i matrimoni gay. Il contributo della Chiesa alla riflessione sui diritti umani non è mai disgiunto dalla prospettiva della fede nel Dio creatore. Per la Chiesa cattolica, trattandosi di diritti che hanno a che vedere con la vita e i comportamenti delle persone, delle comunità e dei popoli, il discernimento prevede che ci si chieda ogni volta se le problematiche che si vogliono riconoscere come nuovi diritti promuovano un vero bene per tutti e in quale rapporto stiano con gli altri diritti e con le responsabilità di ognuno. Ad essere minacciata dalla «road map» sui diritti dei gay, perciò, è la libertà religiosa. Da una parte la Santa Sede si contrappone a una dittatura della ragione positivista che esclude Dio dalla vita della comunità e dagli ordinamenti pubblici, privando così l'uomo di suoi specifici criteri di misura, dall’altra accoglie le vere conquiste dell’illuminismo, i diritti dell’uomo e specialmente la libertà della fede e del suo esercizio, riconoscendo in essi elementi essenziali anche per l’autenticità della religione. Il braccio di ferro tra Vaticano e Onu si inserisce nella discussione sui diritti dei «LGBT» (lesbiche,gay,bisessuali e transessuali), tra i quali sono contemplati anche il matrimonio, l’adozione e l’inseminazione artificiale.

La Santa Sede condivide il legittimo fine di evitare discriminazioni ingiustificate e di tutelare da violenze le persone «LGBT», ma stigmatizza il tentativo di forzare l’opinione e le coscienze, imponendo un’idea secondo cui ogni tipo di rapporto (eterosessuale, omosessuale, bisessuale o transessuale) sarebbe equivalente dal punto di vista della natura e della morale. Ciò, secondo la Santa Sede, viola diversi diritti fondamentali in quanto indebolisce le libertà di opinione, di espressione e di religione. A rischio, dunque, è la libertà della Chiesa e dei credenti. Inoltre, la famiglia e i bambini non sarebbero più riconosciuti come realtà naturali in se stesse, ma come oggetto di desiderio soggettivo a causa dell’esistenza di un loro diritto dei gay a sposarsi, ad adottare e a fondare una «famiglia», come se le realtà naturali non esistessero. La Santa Sede è preoccupata per la negazione della differenziazione tra le realtà di coppie eterosessuali e di rapporti tra persone LGBT, oltreché per la neutralizzazione morale della sessualità. La polemica tra Roma e Ginevra si fonda sull’opposta valutazione di un presupposto: ossia se la sessualità sia esterna o meno alla sfera dell’azione morale. Per la morale cattolica la sessualità umana, come ogni attività volontaria, possiede una dimensione morale: si tratta di un’attività posta in essere da una volontà individuale, per una finalità; non è una «identità». Insomma, dipende dall’agire e non dall’essere, nonostante quanto le tendenze omosessuali possano essere radicate nella personalità. Negare la dimensione morale della sessualità equivale a negare la libertà della persona in questo ambito e porta, in ultima analisi, verso una violazione della sua dignità ontologica. La Santa Sede teme che il riconoscimento di una piena parità giuridica per le persone portatrici di orientamento omosessuale possa prestarsi alla rivendicazione del matrimonio tra due uomini o due donne.

Lo scontro Nazioni Unite-Santa Sede ha in Italia un significativo precedente nella disputa di sei anni fa tra la Regione Toscana e il cardinale Ennio Antonelli, all’epoca arcivescovo di Firenze e attuale ministro vaticano della Famiglia. Anche in quel caso la materia del contendere fu una legge a favore di una cultura che stravolge la naturale distinzione sessuale tra uomo e donna a favore di transessuali e di transgender. In una legge regionale, infatti, si affermava che la persona umana nasce neutra, non esiste cioè una condizione di natura che definisca il sesso, così che la scelta di genere avviene secondo percorsi culturali. Da qui l’invito della legge alle province ed ai comuni, a promuovere, mediante iniziative culturali, le nuove figure sessuali come transessuali, omosessuali, lesbiche e transgender. «Una cosa sono i diritti individuali delle persone, altro è il riconoscimento giuridico della coppia omosessuale equiparandola alla famiglia- criticò il cardinale Antonelli-. Credo che questa sia una strada che non contribuisca al bene della società».

Nell’ottobre 2009 al Sinodo dei vescovi dedicato in Vaticano all’Africa, lo stesso cardinale Antonelli, in veste di presidente del Pontificio consiglio per la Famiglia ha lamentato davanti al Sinodo l'estensione della teoria di genere in Africa per mediazione di istituzioni cristiane in linea con le istituzioni internazionali, le loro agenzie (ONU, OMS, UNICEF, UNESCO) e le ONG.

Fonte:http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/vaticano-onu-identita-di-genere-vatican-gender-identity-identidad-de-genero-4864/