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sabato 25 gennaio 2025

TRUMP ATTACCA I DIRITTI DELLE PERSONE TRANS.

Cancellare ogni libertà delle persone LGBTQ, annullando le protezione, rendendo possibile la discriminazione e utilizzando come arma la legge federale nei confronti delle persone transgender.

Il 20 gennaio 2021, dopo aver prestato giuramento, il presidente Joe Biden è tornato alla Casa Bianca e ha iniziato a firmare ordini esecutivi. In cima alla pila c'era l'EO 13988, intitolato "Prevenire e combattere la discriminazione sulla base dell'identità di genere o dell'orientamento sessuale". Esattamente quattro anni dopo, Donald J. Trump, dopo aver prestato giuramento il 20 gennaio 2025. Nel suo primo giorno di ritorno in carica, il presidente Trump, li ha annullato tutti.

L'ordine invita tutte le agenzie federali di rivedere tutte le politiche che implementano le protezioni antidiscriminatorie sulla base del sesso ordinate dal Titolo VII del Civil Rights Act del 1964 (ai sensi del caso della Corte Suprema Bostock contro Clayton County ), dal Titolo IX degli Education Amendments del 1972 , dal Fair Housing Act e dalla sezione 412 dell'Immigration and Nationality Act del 1965 e di estendere queste protezioni alle categorie di orientamento sessuale e identità di genere . Estendendosi oltre l'ambito dell'Ordine esecutivo 13672 del 2014 del Presidente Barack Obama , che proteggeva dalla discriminazione sulla base dell'identità di genere nella forza lavoro civile federale, nonché dalla discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere da parte di appaltatori federali, nonché dall'Ordine esecutivo 13087 del Presidente Bill Clinton , che proteggeva dalla discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale nella forza lavoro civile federale. The Human Rights Campaign ha salutato l'ordine di Biden come “l'ordine esecutivo più sostanziale e di ampio respiro riguardante l'orientamento sessuale e l'identità di genere mai emesso da un presidente degli Stati Uniti”.

Con questo, il governo Trump ha instaurato la censura sui siti federali, rimuovendo parole ed espressioni come gay, lesbica, bisessuale, LGBTQ, HIV, orientamento sessuale e transgender. Un'indagine fatta dalla ONG GLAAD che da quattro decenni monitora i media LGBTQIA+, ha constatato che gli argomenti sono stati cancellati proprio all'inizio del suo secondo mandato.

Questo provvedimento esecutivo intende chiaramente cancellare le persone transgender da qualsiasi riconoscimento, diritto, ai sensi della legge federale.

Sul sito ufficiale della Casa Bianca, ad esempio, le menzioni non sono più accessibili da lunedì, quando il presidente ha giurato e ha firmato un ordine esecutivo che stabilisce come politica ufficiale due sessi - maschile e femminile.

Intitolato come “Difendere le donne dall’estremismo dell’ideologia gender e ripristinare la verità biologica al governo federale”, l’ordine esecutivo di Trump istruisce la rimozione di tutti gli orientamenti, le comunicazioni, le politiche e i moduli “di ideologia di genere radicale”. È l'ennesimo smantellamento delle politiche del governo Biden, che ha lanciato un'opzione di marcatore di genere X sul passaporto americano, per persone non binarie o intersessuali.

Il GLAAD ha catalogato i contenuti inclusivi sui siti web della Casa Bianca e delle agenzie del governo federale, prevedendo che queste pagine potrebbero essere cancellate come avvenuto nel primo mandato di Trump. 54 collegamenti rilevati in WhiteHouse gov, 12 al Dipartimento della Difesa e stesso numero al Dipartimento di Stato, tra l'altro distribuito dagli altri organi governativi. Ma da lunedì queste pagine sono sparite.

Trump ha inoltre ordinato ai dipartimenti di Stato e della Sicurezza interna e all'Office of Personnel Management di “attuare modifiche per imporre che i documenti di identificazione rilasciati dal governo, compresi passaporti, visti e carte Global Entry, riflettano accuratamente il sesso del titolare”, come definito nell'ordine esecutivo, e che “i registri del personale applicabili riportino accuratamente il sesso dei dipendenti federali”, come definito nell'ordine esecutivo.

In base a questo ordine esecutivo, le leggi federali che hanno iniziato ad essere interpretate come protezione delle persone transgender dalla discriminazione non lo saranno più, almeno per quanto riguarda le agenzie federali che applicano tali leggi.

Naturalmente, la speranza è che i tribunali annullino gli ordini esecutivi più estremi di Trump, o almeno ne ridimensionino  l'efficacia, si scontra con il fatto che Trump ha piazzato diverse centinaia di giudici sui banchi federale, tutti accuratamente selezionati “conservatori affidabili”, molti dei quali in linea con il pensiero Make America Great Again ("Rendiamo l'America di nuovo grande"), spesso abbreviato con la sigla MAGA. Comunque questo non garantisce un risultato particolare in ogni caso, come ha dimostrato il primo nominato da Trump alla Corte Suprema, Neil Gorsuch, quando ha scritto la decisione Bostock con grande costernazione della Casa Bianca e del Dipartimento di Giustizia di Trump. Ma nella maggior parte dei casi i nominati da Trump si sono dimostrati ostili alle richieste di protezione dei diritti civili da parte dei cittadini LGBTQ e molto pronti a trovare protezione per gli oppositore  religiosi dei diritti LGBTQ.

Trump ha intrapreso altri provvedimenti anti-LGBTQ nel “primo giorno”, quando ha smantellato il programma di asilo e rifugiati. Il suo ordine esecutivo anti-trans si ripercuoterà negativamente sulle persone transgender e gender non-conforming incarcerate nel Bureau of Prisons degli Stati Uniti, che potrebbero essere private di un'assistenza continuativa per l'affermazione del genere. Avrà ripercussioni negative sulle persone trans senza fissa dimora che cercano rifugio in strutture che ricevono finanziamenti federali. Altre azioni potrebbero avere ripercussioni negative sulle persone trans che cercano cure per l'affermazione del proprio genere nell'ambito di Medicaid e Medicare, dal momento che Trump ha ordinato di non usare fondi federali per pagare questo tipo di cure, nonostante un numero crescente di sentenze dei tribunali federali che ne prevedono la copertura nell'ambito di questi programmi.

La Corte Suprema ha concesso una revisione in diversi casi che potrebbero mettere in discussione la misura in cui la Costituzione può limitare la capacità di Trump o del Congresso di adottare politiche che influiscono negativamente sulle persone LGBTQ, ma data l'attuale inclinazione ideologica e politica della maggioranza della corte, è discutibile che tali opinioni possano sostenere i diritti LGBTQ, soprattutto alla luce dell'esagerata espansione da parte della corte delle rivendicazioni di libertà religiosa di coloro che vogliono discriminare.

Come deduce la presidente del GLAAD Sarah Kate Ellis, l'obiettivo del governo è rendere il più difficile possibile per la comunità LGBTQ+ vedersi riflessa e avere accesso alle risorse federali. In altre parole, l'ordine di Trump ha l'obiettivo di escludere dalla realtà americana i tre milioni di cittadini che si identificano come trans.

Le conseguenze sembrano infinite. La comunità LGBTQ ha un grande compito davanti a sé e il supporto alle organizzazioni che si stanno mobilitando per combattere assume una rinnovata importanza.

giovedì 28 ottobre 2021

Questa è l’Italia; DDL Zan contro l’omotransfobia affossato in Senato dalle destre : La storia vi presenterà il conto.


Sono stati 154 i sì, 131 i no e 2 gli astenuti alla “tagliola” che ha, di fatto, affossato il ddl Zan, la legge contro l’omotransfobia, ieri al Senato. Nel momento in cui è stata approvata la proposta – presentata da Lega e Fratelli d’Italia – di far saltare l’esame dei singoli articoli e bloccare così l’iter del testo, l’esultanza da stadio e le urla sguaiate da parte di chi ci dovrebbe rappresentare, al blocco di una legge che riguarda i diritti di tante persone, è inaccettabile. È stata affossata dal voto segreto. Amarezza, delusione, rabbia. Per una battaglia che dura da trent’anni e da trent’anni ogni volta, torna al punto di partenza. Ha vinto l'odio! non gliene frega niente del popolo che dovrebbero rappresentare e quei pochi a cui interessa vengono etichettati come “incapaci”. L'esultanza in aula da parte della Destra, per l’annullamento dei diritti è veramente triste, schifoso. Che brutta pagina di Storia, che vergogna! 



 

mercoledì 24 aprile 2019

Migranti, Cassazione: “Accogliere gay senza tutele nei loro Paesi”

È quanto ha sottolineato la Suprema Corte, accogliendo il ricorso di un cittadino omosessuale della Costa d’Avorio, minacciato dai suoi parenti, a cui non era stato concesso il diritto di restare in Italia

Prima di negare lo status di rifugiati ai migranti che dichiarano di essere omosessuali e di rischiare la vita se rimpatriati a causa del loro orientamento sessuale, si deve accertare se nei Paesi d'origine non solo non ci siano leggi discriminatorie e omofobe ma bisogna anche verificare che le autorità del luogo assicurino "adeguata tutela" ai gay, ad esempio se colpiti da "persecuzioni" di tipo familiare. Lo ha sottolineato la Cassazione, che ha accolto il ricorso di un cittadino omosessuale della Costa d'Avorio, minacciato dai suoi parenti.
Negato il diritto di rimanere in Italia

Al protagonista di questa vicenda giudiziaria, Bakayoko Aboubakar S., arrivata fino alla Suprema Corte, la Commissione territoriale di Crotone non aveva concesso il diritto di rimanere in Italia sottolineando che "in Costa d'Avorio al contrario di altri stati africani, l'omosessualità non è considerata un reato, né lo Stato presenta una condizione di conflitto armato o violenza diffusa". Per gli 'ermellini' questo non basta: serve accertare l'adeguata protezione statale per minacce provenienti da soggetti privati.
Minacciato dai parenti

Bakayoko Aboubakar S. aveva raccontato che era di religione musulmana, coniugato con due figli, e diventato oggetto "di disprezzo e accuse da parte di sua moglie e di suo padre" che era imam del villaggio, "dopo aver intrattenuto una relazione omosessuale". Aveva deciso di fuggire quando il suo partner era stato "ucciso in circostanze non note, a suo dire a opera di suo padre", l'imam. Secondo la Cassazione "non è conforme a diritto" - quanto deciso oltre che dalla Commissione prefettizia anche dal Tribunale di Catanzaro nel 2014, e dalla Corte di Appello di Catanzaro nel 2016 - aver negato la protezione a Bakayoko senza accertare se nel suo Paese sarebbe difeso dalle minacce dei parenti.
Ordinato l'appello bis

Il caso adesso si riapre e sarà riesaminato da altri giudici nell'appello bis ordinato dagli ‘ermellini’. Nel verdetto, i supremi giudici scrivono che pur in mancanza di "riserve sulla credibilità" del profugo ivoriano - non messa in discussione nelle fasi di merito - "non risulta che sia stata considerata la sua specifica situazione" e siano stati "adeguatamente valutati" i rischi "effettivi" per la sua incolumità "in caso di rientro nel paese di origine, a causa dell'atteggiamento persecutorio nei suoi confronti, senza la presenza di una adeguata tutela da parte dell'autorità statale". "A tal uopo - prosegue la Cassazione - non appare sufficiente l'accertamento che nello stato di provenienza, la Costa d'Avorio, l'omosessualità non è considerata alla stregua di reato, dovendosi accertare in tale paese la sussistenza di adeguata protezione da parte dello Stato, a fronte delle gravissime minacce provenienti da soggetti privati".

lunedì 19 dicembre 2016

Growing Up Coy sbarca su Netflix:Un bellissimo documentario su una bambina transgender.


Il colosso dello streaming 
Netflixha acquisito il documentario Growing Up Coy di Eric Juhola e lo lancerà online a partire dal 6 gennaio. Un documentario controverso che ha aperto un lungo dibattito negli Stati Uniti, tanto da arrivare sulla prima pagina del New York Times. La storia è quella dei Mathis, una famiglia del Colorado finita sotto i riflettore a cui famiglia ha combattuto per il suo diritto di usare il bagno delle ragazze in un caso esemplare per i diritti civili che ha spinto un dibattito a livello nazionale, su la loro figlia transgender di 6 anni, Coy.

Coy è nato maschio, ma da quando aveva 18 mesi si è sempre sentita una femmina. Dai 4 anni ha iniziato a vestirsi come una bambina, a giocare soltanto con le bambole e a parlare di sé al femminile. Padre e madre hanno accettato la sua identità e l’hanno sempre difesa da episodi di discriminazione e bullismo, fino alla rivoluzionaria sentenza del Dipartimento di Giustizia per i Diritti Civili del Colorado.


Growing Up Coy sbarca su Netflix
 

Dopo che i genitori avevano presentato un reclamo per difendere la figlia al quale il direttore della scuola elementare Fountain-Fort Carson School aveva negato il diritto di frequentare i bagni delle bambine, il tribunale americano ha deciso che poteva andare alla toilette femminile. Una lotta contro la discriminazione di cui i transgender sono spesso oggetto che Eric Juhola ha deciso di raccontare in questo documentario. Ecco il trailer ufficiale.