GLI SCERIFFI DELLA «NORMALITà» Rispetto al nazismo storico, quello strapaesano dei nostri giorni ha una sicura aggravante. Dispiega tutta la sua catti
Rispetto al nazismo storico, quello strapaesano dei nostri giorni ha una sicura aggravante. Dispiega tutta la sua cattiveria non più nell'intento di dominare il mondo, che è pur sempre un'impresa di torva grandezza, ma in quello assai più modesto di amministrare Verona e Treviso. Nel tentativo di carpire il voto dei coniugi di Erba, beninteso prima della strage che li ha precipitati dal campo moderato a quello estremista, sindaci e prosindaci leghisti, ma non solo, schierano guardie e ruspe per cancellare i moventi «moderati» del delitto estremista di Olindo e Rosa, loro ideali elettori: il fastidio per il rumore, il viavai equivoco, la sregolatezza, la contiguità con gli extracomunitari. Né si ritraggono, costoro, dall'impiegare eleganti metafore come quella della «pulizia etnica» per designare le proprie imprese d'ordine. Politici e amministratori meno avvezzi al linguaggio da camicia bruna ubriaca, proprio del famigerato Gentilini, riassumono la repressione di ogni c